Figlia di un viaggiatore di commercio, lascia il St. Petersburg Junior College per diventare ballerina di fila. Poi fa l'assistente di un prestigiatore ed esordisce nel cinema in una particina, dopo un matrimonio durato poco. Ritorna a New York, dove gira film pubblicitari e compare sulle scene di Broadway; nel 1954 si iscrive all'Actor's Studio dove incontra il suo secondo marito, il regista Jack Garfein. Dopo aver recitato in teatro e in drammi televisivi, B. ottiene la parte di Liz Benedict in Giant (Il gigante, 1956) di G. Stevens. Nello stesso anno gira il film che la renderà famosa, Baby Doll di Elia Kazan: è la provocante moglie bambina, che riposa in una culla. Viene così lanciata come un nuovo simbolo sessuale e si trova suo malgrado imprigionata nel ruolo della bionda provocante, che avrebbe dovuto succedere a Marilyn Monroe. In tale veste gira film di successo commerciale come The Carpetbaggers (L'uomo che non sapeva amare, 1964) di Edward Dmytryk e Harlow (La donna che non sapeva amare, 1965) di Gordon Douglas, dove è Jean Harlow. Era comparsa anche in western come The Big Country (Il grande paese, 1958) di William Wyler, How the West Was Won (La conquista del West, 1962) di Marshall, Hathaway e Ford e Cheyenne Autumn (Il grande sentiero, 1964) di John Ford. Alla fine degli anni '60 si trasferisce in Italia, ma l'unico film degno di nota di questo periodo è L'harem (1967) di Marco Ferreri. Per il resto (si tratta di film spagnoli e italiani) sono produzioni erotiche al limite della pornografia. Si trasferisce poi in Gran Bretagna, dove debutta in teatro e dove gira film di scarsa importanza. Bob Fosse nel 1984 le affida il ruolo della madre della protagonista in Star 80 permettendole così di fornire un'intensa prova drammatica. È tardi ormai per recuperare una carriera spesa nel sogno (dei produttori) di trasformarla in un sex symbol. B. si impegna con serietà in molti ruoli, ora drammatici, come Native Son (Paura, 1986) di Jerrold Friedman, o comici, come Kindergarter Cop (Un poliziotto alle elementari, 1990) di Ivan Reitman, dove spalleggia, con tanti altri, un bonario Schwarzenegger. È presente nel primo film girato da Hector Babenco negli Usa, il melodramma ipersentimentale (con Meryl Streep e Jack Nicholson scatenati) Ironweed (1987), e cade nella trappola di un film di Mario Orfini in cui Adriano Celentano ostenta le sue stravaganze idiote (lei è una miliardaria americana, il film s'intitola Jackpot, 1992). E autrice di un'autobiografia, naturalmente intitolata 'Baby DolI'. Nel 1982 ha sposato l'attore Donald Burton.
Da F. Di Giammatteo, Nuovo dizionario universale del cinema. Gli autori, Editori Riuniti, 1996, Roma