Alessandro Benvenuti è un cineasta dal gustoso estro fiorentino non-sense, cui sono dedicate veramente poche righe dal mondo della cinematografia all'italiana, quando invece è nazionalmente e popolarmente riconosciuto come un'icona di umorismo toscano e il simbolo della comicità anni Ottanta, di cui è Maestro con la emme maiuscola. Mettendo in pericolo la sopravvivenza del gruppo comico cui faceva parte, i Giancattivi, riuscì a sprigionare sul grande e sul piccolo schermo quella ilarità che non sapeva di esistere prima del loro avvento e che, per una serie fortuita di circostanze, rimarrà nello stile di ogni sua opera scritta, diretta e interpretata. Alessandro Benvenuti non trafuga nulla alla realtà, ma dà nell'occhio ripiegando su storie semplici e facili da raccontare a uno spettatore curioso che non ha mai visto una sua pellicola. La gloria, improvvisa, avviene con il cambio di direzione quando, da solo, dirige la simpatica commedia Belle al bar, dove lo scandalo si lega indissolubilmente alla trama. La storia di un uomo attratto da un transessuale deplora l'intolleranza e la società moderna italiana, trascinandolo lungo la strada della fame e della notorietà. La bella enigmatica Eva Robin's, che ha la parte del transessuale nel suo film, passa dai piccoli film spagnoli da cineclub a diva italiana. I dubbi che legittimamente scatena - è uomo o una donna? - permettono di esprimere liberamente un imbarazzante aspetto della nostra umanità. Il fatto cioè che, tutta quella bellezza non passi certo inosservata, malgrado sia poco comprensibile in un discorso di genere sessuale. Giocando beffardamente con il marmoreo bigottismo italiano, Benvenuti tenderà poi ad assottigliarsi sempre di più, perdendo quell'amoralità spassosa che lo contraddistingueva e che lo rendeva forte. Sopravvissuto alla fama, è rimasto uno stimato professionista di una ristretta élite di pubblico che lo hanno amato per le scelte azzardate e mai comuni.
Gli inizi coi Giancattivi
A soli quattordici anni inizia a lavorare come caratterista in una filodrammatica parrocchiale, in seguito si dedica alle canzoni folk e rock, arrivando a diventare mazziere in una banda musicale e un percussionista jazz. A ventidue anni fonda al Teatro Metastasio di Prato, insieme ad Athina Cenci e Paolo Nativi, il gruppo cabarettistico Giancattivi, curandone per dodici anni i testi. Il primo lavoro con loro risale al 1972 con "Il teatrino", cui seguono: "Nove volte su dieci più una" (1974); "Italia 60" (1976); "Pastikke" (1977), "Briciola, uno spettacolo il cui titolo non ha molta importanza" (1978); "L'isola di ieri" (1979); "Smalto per unghie" (1979); "Business is business" (1980) e "Comix Box" (1982). Quando anche Francesco Nuti si unisce a loro, tentano la strada televisiva e approdano nel programma di Enzo Trapani "Non Stop" (1977) accanto ad altri comici molto in voga in quegli anni: la Smorfia (Lello Arena, Enzo De Caro, Massimo Troisi); i Gatti di Vicolo Miracoli (Jerry Calà, Franco Oppini, Ninì Salerno, Umberto Smaila), Enrico Beruschi, Andrea Brambilla, Nicola Formicola, Marco Messeri, Stefania Rotolo e Carlo Verdone.
L'opera prima Ad Ovest di Paperino
Dalla televisione al cinema, il passo è più che breve. Nel 1982, Benvenuti dirige i suoi compagni di avventura nella pellicola Ad Ovest di Paperino, liberamente ispirata al suo libro "I principi piccioni". La sua opera prima segna l' esordio dietro la macchina da presa dove, fin dal principio, si mette in luce per la sua energia e creatività, maturate nei laboratori del Teatro Metastasio. Surreale, paradossale e infarcito di non-sense, il film ha una sceneggiatura praticamente inesistente, sostituita da un susseguirsi di situazioni beckettiane che giocano sul suono, ma tutto sempre senza logica. Benvenuti viene premiato con il Nastro d'Argento come miglior nuovo regista. Per quanto il ritmo del film sia imperfetto (più fresco nella prima parte e più lento nella seconda), la loro leggera comicità viene incoraggiata dalla critica italiana del tempo che è curiosa di sapere quale altre abominazioni surreali tireranno fuori la prossima volta. Purtroppo, il gruppo dei Giancattivi non ha una vita lunghissima e già nel 1984 comincia a perdere pezzi per via di crisi profonde e profondi litigi che portarono prima all'uscita dal gruppo di Francesco Nuti, desideroso di intraprendere una carriera da regista e attore per conto proprio. Solo Athina Cenci rimane una fedele amica e compagna di lavoro di Benvenuti che, comunque, le regalerà ruoli perfetti per il suo estro da (purtroppo molto sottovalutata) attrice comica e drammatica.
La carriera teatrale come attore e autore
Benvenuti, nel frattempo, continua a lavorare a teatro slegato dal gruppo comico, portando in scena: "Corto Maltese" (1983); "Marta e il Cireneo" (1983); "W Benvenuti" (1984); "Residence Rovine Palace" (1985); "Benvenuti in casa Gori", "Ritorno a casa Gori" e "Addio Gori" (scritti con Ugo Chiti e portati in scena rispettivamente nel 1987, 1995 e 2006); "Benvenuti piacere Trambusti" (1989); "Due gocce d'acqua" (1991); "Gino detto Smith e la panchina sensibile" (1996); "T.T.T.T. (Beckettio)" (1998); "Un passato da melodici moderni" (1998); "L'atletico ghiacciaia" (2000); "Nero cardinale" (2002); "m.m. (me medesimo)" (2006); e "Capodiavolo" (2008). Si lancia anche nella professione di semplice autore teatrale. Suoi sono: "Andy e Norman" (1986); "Galline" (1987); "Questo pazzo pazzo show" (1988); "Crepi il lupo" (1989); "Prese di petto" (1990); "Sete (ovvero l'allegria di perdersi)" (1990); "Manolo" (1990); "Perla D'Arsella" (1993); "Il mitico 11" (1994-1997) e "Contorno e la prontezza" (1999).
Era una notte buia e tempestosa...
L'autore fiorentino aggiunge alla sua opera prima cinematografica anche altri film. Nel 1985 arriva Era una notte buia e tempestosa... (1985) con la Cenci, ma senza Nuti. L'umorismo di Benvenuti è incomprensibile per la critica, ma il pubblico italiano lo apprezza per il garbo e per la grafica stilizzata da fumetto.
I due film su Casa Gori
Dall'omonima commedia di Ugo Chiti firma, nel 1990, Benvenuti in casa Gori (che già aveva portato sul palcoscenico), dove fra droga e tifo calcistico prende in giro, senza azzardare troppo ma con una bonaria perfidia, una tipica famiglia toscana, forse troppo chiusa nella loro casa. Realizzerà anche un sequel di questo titolo: Ritorno a casa Gori (1996), con i medesimi personaggi interpretati dai medesimi attori, fatta accezione per Libero (che nel film precedente era stato interpretato da Giorgio Picchianti) e Sandra (che nel film precedente si chiamava Serena ed era stata interpretata da Ornella Marini). Lo stridore natalizio scivola nella fiaba acida, e l'autore è, a tutti gli effetti, uno dei migliori registi-attori su piazza in Italia, dopo Nanni Moretti. Con battute schiette e saporite unisce teatro e cinema, calibrando bene ogni battuta, ogni scena, ogni psicologia, con l'umiltà di un comune artigiano della settima arte.
I film fra i due Casa Gori
Fra i due film si inseriscono: Zitti e Mosca (1991) ideato e diretto da Benvenuti e con la collaborazione di Ugo Chiti, forse più disordinato dei suoi precedenti film, ma comunque trastullato sul linguaggio dialettale (suo marchio di fabbrica); e Caino e Caino (1993), tratto da un racconto di Leo Benvenuti, Piero De Bernardi, Ugo Chiti e dello stesso Benvenuti, che invece risulta essere molto più solido, omogeneo e sicuramente molto più maturo.
Il successo di Belle al bar
Ma il successo più grande arriva con la piacevole Belle al bar (1994) dove dirige Eva Robin's, Assumpta Serna e Andrea Brambilla. La storia del restauratore quarantenne, ipocondriaco e con il matrimonio in crisi che, per qualche tempo, è ospite di suo cugino a Piacenza, scoprendo che in realtà questi ha cambiato sesso. Una trama che era considerata un'anomalia nel panorama cinematografico italiano e che rappresenta un tributo alla causa omosessuale italiana ancora oggi in lotta per la sua accettazione e i suoi diritti nel nostro paese. Sebbene la veste sia quella di una leggerissima commedia, amabile e discreta (anche grazie all'aiuto dell'ormai immancabile Chiti e di Nicola Zavagli), che a tratti tocca il romanticismo, senza cadere nel rischio della volgarità fra i sessi. E tutto questo gli vale giustamente uno strameritato Nastro d'Argento per il miglior soggetto originale e una candidatura al David di Donatello per la migliore sceneggiatura.
Altri film
Sempre con la penna di Chiti, firma Ivo il tardivo (1995), nostrano incrocio fra Forrest Gump e Qualcuno volò sul nido del cuculo, dove stimola i buoni sentimenti, usando la malattia mentale intesa come una variante della normale eccentricità umana. La storia di un "matto" e della dottoressa che cerca di entrare nel suo mondo, sfidando la disapprovazione borghese, è forse uno dei più buoni film di questo Giancattivo a oltranza. Dopo I miei più cari amici (1998), arriva il decimo film Ti spiace se bacio mamma? (1998), commedia di costume cattiva e intelligente.
Le regie televisive
Televisivamente, dirige invece il film in due puntate Un colpo al cuore (2000) realizzato per la serie della Rai Delitti e segreti. Segue la miniserie Mogli a pezzi (2008), realizzata con Vincenzo Terracciano, e qualche puntata di Caterina e le sue figlie (2010).
I ruoli da attore
Come attore, Benvenuti può godere del fatto di aver lavorato accanto a Ugo Tognazzi nella pellicola Fatto su misura (1984), ma anche accanto ad altri grandi attori del cinema nostrano Amici miei - Come tutto ebbe inizio (2011). Mentre sul piccolo schermo, ha recitato il ruolo di un giovane esperto del soprannaturale in una esilarante puntata del telefilm Professione vacanze (1987) ed è entrato nel cast della miniserie Le ragioni del cuore (2002) diretto da Anna Di Francisca, Luca Manfredi e Alberto Simone che comprendeva Irene Ferri, Sabrina Impacciatore, Stefano Accorsi, Edwige Fenech, Massimo Reale, Thomas Trabacchi, David Sebasti, Cinzia Mascoli, Giulia Steigerwalt e Tiziana Lodato.
La regia del documentario
Il suo unico documentario è stato diretto nel 1998 e si intitola Fortuna e sfortuna degli italiani dal bianco & nero a oggi.