Un documentario incisivo ed esteticamente affascinante sull'influenza dell'industria farmaceutica nel mondo. Documentario, Svizzera2021. Durata 94 Minuti.
Un viaggio per il mondo alla ricerca dei farmaci della felicità in una società prometeica votata al superamento dei limiti. Espandi ▽
Sei storie (e mezza) accumunate da pillole ed iniezioni. Il lavoro del fotografo Paolo Woods ed il giornalista Arnaud Robert offre degli esempi intimi, ritmati ed esteticamente affascinanti di dipendenza dall’industria farmaceutica, orientando con una voce fuoricampo lo spettatore verso una condanna della stessa. Una (retorica) domanda principale caratterizza il documentario: possiamo davvero incapsulare la felicità? Tra punture e pillole, i protagonisti di questo documentario ci sono da subito presentati nella loro intimità e vulnerabilità; dai piani simmetrici della palestra di Bombay alla totale oscurità di una stanza passando da paesaggi naturali, ospedalieri, di luna park, enormi feste, scuole, case, terre indigene e mercati nigeriani, le inquadrature del documentario ci immergono nella realtà dei loro protagonisti. Le loro storie, più o meno sviluppate e contestualizzate, ci parlano di dipendenza da farmaci, solitudine e impossibilità. Recensione ❯
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Richard Lord è un ex pugile che decide di aprire una propria palestra nel Texas e di lasciarla aperta a tutti, uomini o donne, vecchi o bambini, bianchi o neri. Si incontreranno quindi persone di diverse estrazione, tutti uniti da un comune sogno. Espandi ▽
Documentario di Frederick Wiseman (già regista del bel documentario La Danse - Le Ballet de l'Opéra de Paris), che si concentra sulle esperienze umane all'interno delle istituzioni sociali. Richard Lord è un ex pugile professionista che vive in Texas e lì gestisce una palestra di boxe, aperta a tutti, bianchi e neri, giovani e vecchi, maschi e femmine, immigrati o texani.
La pellicola non contiene musica né interviste, nessun apparente sforzo per spiegare ciò che avviene entro le quattro mura della palestra, perché quest'ultima serve solo come sfondo per mostrare i rapporti sociali che si sviluppano tra persone di diversa estrazione, unite dal comune sogno di raggiungere il massimo. Recensione ❯
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Hector Babenco. Gli ultimi mesi di vita del grande regista filmati e raccontati in un documentario/omaggio pieno di amore. Espandi ▽
Babenco: Tell Me When I Die è il primo film da regista di Bàrbara Paz, terza e ultima moglie di Hector Babenco, il regista argentino/brasiliano autore di Pixote, del Bacio della Donna ragno e di Ironweed. È un documentario, nel quale il regista – minato dal cancro da molti anni – viene filmato in modo intimo. Primissimi piani, scorci del suo corpo nudo e stanco, poi ancora stanze d’ospedale, e dentro quelle stanze lui. Interrogato da Bàrbara, Hector Babenco non perde l’allegria, o una specie di infantile dolcezza. Fra un momento e l’altro di questa cronaca, spezzoni dei film diretti da Babenco: e i momenti della cerimonia degli Oscar, quando Il bacio della donna ragno finì nella cinquina dei candidati per il miglior film. Così come i momenti delle riprese de Il mio amico Hindu, il film in cui Babenco ha messo in scena la propria malattia, facendo interpretare il suo alter ego all’attore Willem Dafoe. Recensione ❯
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Riepilogo competente del caso Julian Assange e Wikileaks: un salutare monito sullo stato globale dell'informazione. Documentario, USA2025. Durata 126 Minuti.
Un panoramica sul caso di Julian Assange. Espandi ▽
A novembre 2010, il giornalista australiano Julian Assange, fondatore dell'organizzazione Wikileaks, diffonde decine di migliaia di documenti coperti dal segreto di Stato statunitense, in particolare relativi alla presenza militare e ai crimini di guerra degli USA in Iraq e in Afghanistan. È l'inizio, per lui e il suo staff, di quindici anni di iper esposizione mediatica. E di un duro percorso di resistenza civile: accusato di spionaggio dagli Stati Uniti e quindi perseguibile per legge, richiede protezione nella neutra ambasciata ecuadoriana di Londra, dove rimane recluso per cinque anni, mettendo a grave rischio la propria salute, anche mentale.
Il riferimento a Prometeo, evocato da Varoufakis, è l'apice di un film saggio che incita ad armarsi di competenza per scongiurare il rischio collettivo di totalitarismi. Per farlo, basterebbe informarsi, seguendo il rimando, sui titoli di coda, al 2024 come anno nero per i giornalisti (fonte: Cpt, Committee to Protect Journalists). Se Assange dal 2024 è di nuovo libero, la categoria non sta benissimo Recensione ❯
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Un documentario che non assume mai i toni della protesta ma si pone l'obiettivo di far conoscere le conseguenze delle discriminazioni in Israele. Documentario, Francia, Israele2021. Durata 93 Minuti.
I concetti di esilio ed eredità storica vengono affrontati in questo road movie. Espandi ▽
Con il vocabolo “mizrahim” in Israele si identificano gli ebrei che, a partire dagli anni '60, sono giunti sul territorio provenendo dal Marocco, dall'Algeria, dall'Iraq e dallo Yemen. Il secondo vocabolo con cui si è poi preso a definirli è “arsim” che significa la feccia. È di loro, a partire da suo padre, che la regista tratta in questo documentario in forma di narrazione alla propria figlia. Il documentario di Michale Boganim nasce e si sviluppa totalmente all'interno della cultura ebraica ma non per questo si astiene dal criticarne le pratiche discriminatorie nei confronti di coloro che speravano di giungere nella terra promessa e vedevano spegnersi in breve tempo il sogno che li aveva spinti a lasciare i Paesi in cui vivevano.
La regista ci conduce di città in città per mostrare come, anche a differenti latitudini del Paese, la discriminazione non abbia mancato di lasciare segni nella vita delle persone. Un documentario che non assume mai i toni della protesta fine a se stessa ma si pone l'obiettivo di far conoscere delle condizioni di vita che ancora oggi, seppure in modo meno evidente ma non per questo meno oltraggioso, sussistono. Recensione ❯
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Tra performance teatrale e concerto, Bono racconta se stesso attraverso i momenti più critici di vita e carriera. Espandi ▽
Il tour di Bono, cantante degli U2, per promuovere la sua autobiografia è una rappresentazione teatrale, che ospita anche al suo interno performance musicali. Andrew Dominik traduce la serata al Beacon Theatre di New York in forma cinematografica, avvalendosi del suo ormai tipico bianco e nero. Lo scopo è molteplice: raccontare la fragilità di un grande artista, farlo apparire umano e creare empatia tra star e spettatore. Un’abilità in cui Bono Vox, nome d’arte di Paul Hewson, è sempre stato maestro, e il cantante degli U2 si affida ad Andrew Dominik, uno degli autori più celebrati in ambito di documentari musicali per questo ritratto in bianco e nero, che ha l’apparenza di un’autobiografia ma la sostanza di uno spettacolo. Bono, infatti, alterna una messa in scena teatrale, in cui ripercorre le tappe più critiche di vita e carriera, all’esecuzione di alcuni dei brani più celebri del repertorio U2, accompagnato solamente da violoncello, arpa e percussioni. Recensione ❯
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Un documentario-tributo ad Elia Kazan, regista e produttore cinematografico scomparso a New York nel settembre 2003 Recensione ❯
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I bambini messicani lavorano nelle campagne per poter sopravvivere al peso della quotidianeità. Così come, prima di loro, fecero i loro padri e i loro antenati, in un eterno ciclo di povertà ereditata. Espandi ▽
Los Herederos ('Gli ereditieri') rappresenta un viaggio contemplativo attraverso le vite di alcuni bambi messicani che lavorano nelle campagne per poter sopravvivere al peso della quotidianeità. Così come, prima di loro, fecero i loro padri e i loro antenati, in un eterno ciclo di povertà ereditata. Recensione ❯
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Un viaggio in levare che ha impresso nei solchi del vinile la storia dell'umanità e il suo tragico sviluppo. Documentario, Gran Bretagna2007. Durata 90 Minuti.
Il documentario di Anthony Wall racconta attraverso filmati di repertorio lo scenario in cui è venuto alla luce quello che oggi è considerato l'album del secolo XX. Espandi ▽
Nel 1977, dopo essere sopravvissuto a un attentato, Bob Marley è a Londra per incidere il suo capolavoro.
Exodus '77 non è solo una straordinaria testimonianza sulla creazione di uno dei più importanti album del
secolo, ma un viaggio attraverso il mondo di un artista unico, il cui impatto sulla cultura contemporanea è
stato dirompente. Grazie ad immagini d'archivio inedite e, talvolta, memorabili, il regista Anthony Wall
racconta, nella durata di un 33 giri, allo stesso tempo, l'itinerario biografico di Marley, la sua quotidianità
e il suo pensiero. Un appassionante gioco di sovrapposizioni tra parole e musica, vita e arte. Recensione ❯
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Un documentario che passa in rassegna la vita di una donna e la storia del Marocco. Espandi ▽
The Mother of All Lies è un’esperienza filmica davvero unica, che ha la capacità stilistica di oltrepassare i confini del documentario più classico e la forza contenutistica delle grandi storie, quelle che meritano di essere raccontate con così tanta passione e con una così sorprendente creatività. La giovane regista guida lo spettatore, con grande maestria narrativa, nel cuore di due storie che si intrecciano costantemente: quella della sua famiglia e quella tragica e straziante di quel giorno del 1981, in cui molti manifestanti, in protesta per l’aumento del prezzo del pane, morirono o furono torturati, sotto i colpi di una repressione violenta del governo. The Mother of All Lies è più simile a un’opera d’arte che a un documentario. Scegliendo consapevolmente, infatti, la regista decide di abbandonare consuetudini e regole proprie del metodo documentaristico a favore di uno stile personale che abbraccia la drammaturgia più pura. Recensione ❯
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Magnetico confronto familiare e curioso esperimento semantico: rievocazione di un'era in cui la politica limitava non solo i diritti civili. Documentario, Sportivo - Romania2014. Durata 97 Minuti.
Attraverso le riprese sgranate di una partita di calcio il regista e suo padre ricordano il passato politico del loro paese. Espandi ▽
Insieme al padre, che lavorava come arbitro di calcio durante il regime di Ceausescu, il regista commenta le riprese sgranate in VHS di una partita di calcio. Attraverso il gioco, i due interlocutori avviano un'accesa discussione sulla politica, sulla repressione e sui ricordi. Recensione ❯
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Zibaldone appassionato che raccoglie le osservazioni di Ceronetti e le testimonianze di chi lo ama e lo accompagna. Documentario, Italia2014. Durata 52 Minuti.
"Guido Ceronetti è scrittore, filosofo, poeta, giornalista, drammaturgo, teatrante e marionettista". Così, nei risvolti di copertina dei suoi libri. Anche questo film è molte cose: il ritratto di un intellettuale europeo, l'istantanea di una vita fragile invasa dalla vecchiaia, la mitezza di un fustigatore di professione, la ribalta misterica di un teatro invisibile... Nel "caso Ceronetti" opera e vita si confondono in un unico, disarmato SOS. Recensione ❯
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Cosa significa essere se stessi? Qual è il prezzo da pagare per raggiungere un tale stato? Espandi ▽
Sul palcoscenico di un teatro si sta provando uno spettacolo. Sono presenti due attori e una donna su sedia a rotelle che ha ancora visibili i postumi di un ictus. È Marianna che li coadiuva nella messa in scena della sua storia. È stata Wojtek, sposato con figli, che a un certo punto della vita ha preso la decisione, non più rinviabile, di cambiare sesso. Recensione ❯
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Il film nasce dal montaggio del materiale girato (in parte scartato) durante le riprese di una famosa serie di documentari per la tv. Nel raccontare la sua relazione con i protagonisti delle storie, la regista (filmmaker) riflette sul proprio lavoro e soprattutto sull'"approccio etico" del narratore, in particolare nell'odierno contesto televisivo italiano. Recensione ❯
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