
Anno | 2025 |
Genere | Commedia, Drammatico, |
Produzione | Norvegia, Germania, Danimarca, Francia, Svezia |
Durata | 132 minuti |
Regia di | Joachim Trier |
Attori | Renate Reinsve, Elle Fanning, Stellan Skarsgård, Cory Michael Smith, Catherine Cohen (II) Jesper Christensen, Inga Ibsdotter Lilleaas, Lena Endre, Bjørn Alexander, Jonas Jacobsen, Pia Borgli. |
Tag | Da vedere 2025 |
Distribuzione | Lucky Red, Teodora Film |
MYmonetro | 3,75 su 9 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 22 maggio 2025
Due sorelle affrontano il ritorno del padre regista e l'arrivo di una star americana che sconvolge gli equilibri della loro fragile famiglia. Il film è stato premiato al Festival di Cannes,
CONSIGLIATO SÌ
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Nora (nome ricorrente nella drammaturgia internazionale) è un'attrice di teatro che soffre di attacchi di panico ogni volta che deve entrare in scena. Ha una relazione con un collega sposato, non ha figli ed è legata solo a sua sorella Agnes e alla di lei famiglia. Gustav, il padre di Nora e Agnes, è un famoso regista che dopo il divorzio ha lasciato la Norvegia (e la famiglia) per tornare nella nativa Svezia. Ora però è tornato per il funerale della ex moglie, e per chiedere a Nora di interpretare la protagonista della sua ultima sceneggiatura, a suo dire la più riuscita e personale, che dovrebbe essere ambientata proprio nella casa dove Nora e Agnes sono cresciute. È il tentativo di un padre di riconnettersi con una figlia con la quale la comunicazione è sempre stata difficile, sia per le assenze di lui che per il rancore di lei che si è sentita abbandonata. Ma quando Nora rifiuta la chiamata paterna, Gustav affida il ruolo ad una giovane attrice americana in cerca del suo primo film drammatico d'autore, con conseguenze imprevedibili.
In Sentimental Value il regista e sceneggiatore norvegese Joachim Trier fa una cosa difficilissima: imprimere la propria cifra stilistica personale e inconfondibile ad un argomento già molto frequentato dal cinema mondiale (compreso quello nordico), ovvero la complessità dei rapporti famigliari, e riesca anche ad incrociarlo felicemente con una riflessione sul cinema attuale che l'avvento delle piattaforme, secondo Gustav, ha trasformato in un'invadente operazione di marketing dalle smaccate ambizioni hollywoodiane.
Le vite di Nora e Gustav sono, per motivi professionali (ma anche per scelta personale) una continua messinscena, e i loro sentimenti si esprimono molto meglio sul palcoscenico o sul set, mentre Agnes, che da secondogenita è stata più schermata dalle dinamiche tossiche genitoriali, cerca di mediare fra i due.
Renate Reinsve, già musa di Trier in La persona peggiore del mondo, è una Nora fragile e testarda che agisce e si muove come una bambina cristallizzata nella propria infanzia, mentre Stellan Skarsgard è monumentale nella sua interpretazione di un padre che ha messo la sua libertà personale e artistica prima di tutto, ma non ha smesso di amare le proprie figlie. Inga Ibsdotter Lilleaas è eccellente nei panni di Agnes e Elle Fanning crea il ritratto di un'attrice americana solo apparentemente superficiale.
Nora ha ascoltato le liti fra i genitori attraverso una stufa e ha passato il tempo a sfuggire ad un confronto con quel padre che invece ora cerca con lei un dialogo vero e ha scritto per lei la sua ultima sceneggiatura, ma in fondo l'ha scritta anche per se stesso, perché entrambi hanno bisogno di superare i non detti e le fratture fra di loro. La loro salvezza sta nelle mani l'uno dell'altra, ma l'abitudine al controllo di lui e all'autodifesa di lei rendono questo mutuo soccorso assai difficile.
La regia di Trier si muove con la consueta morbidezza e fluidità nelle transizioni fra gli spazi e i sentimenti, spesso interrotta da schermi al nero e brusche frenate musicali, e riproduce la natura caleidoscopica dei rapporti, mantenendo una raffinatezza compositiva rarefatta ed essenziale, ma mai algida o priva di pathos: anzi, il pathos gonfia lentamente con la progressione geometrica (ma mai infeconda) della narrazione.
Il convitato di pietra è la madre di Nora e Agnes, una psicanalista che non ha saputo vedere la depressione della figlia maggiore, e il fantasma di Cechov aleggia sulle due (non tre) sorelle che sono il vero centro emotivo della storia. Solo alla fine Nora piangerà davvero (e noi con lei), e solo alla fine sarà chiaro che la famiglia può essere una somma di solitudini, quando manca la capacità di parlarsi davvero: ma quella capacità - forse - resta sempre possibile.
Lei (Renate Reinsve) è un'attrice di teatro (e serie tv). Lui (Stellan Skarsgård) è il padre mancato per troppo tempo e un maestro del cinema pronto all'ultimo film: vorrebbe la figlia, come protagonista, ma in risposta riceve un rifiuto. Al suo posto una diva di Hollywood (Elle Fanning) che ci si dedica intensamente. Ma è la persona giusta? Il set, del film e del film-nel-film, è la casa di famiglia. [...] Vai alla recensione »
Una villa in stile Dragestil, a Oslo, dai toni marrone scuro, rosso e verde. È la casa che ha ospitato diverse generazioni di una stessa famiglia. Dentro quest'architettura dai toni fiabeschi si tiene la commemorazione per la morte di Sissel, madre delle sorelle Nora (Renate Reinsve) e Agnes (Inga Ibsdotter Lilleaas). Ormai adulte, vedono comparire all'improvviso il padre Gustav (Stellan Skarsgård), [...] Vai alla recensione »
Un padre, due figlie, una mamma morta. Al suo funerale la famiglia si riunisce. E dentro quella casa riaffiorano ricordi, conflitti, strappi e slanci. Nora (Renate Reinsve) è un'attrice affermata, ma psicologicamente fragile. La sorella Agnes (Inga Ibsdotter Lilleaas) è più giovane. Il padre (Stellan Skarsgård) è un quotato regista cinematografico, ma delle figlie si è spesso disinteressato.
Se Sentimental Value fosse - come in certi momenti sembra essere, quando ad esempio cita Un'altra donna - un film di Woody Allen, e prima ancora naturalmente un film di Bergman, dal momento che si parla di teatro, di cinema, di famiglie di attori, di case che contengono memorie e vita, e per questo pure un film di Assayas, con la lavorazione di un film che spinge i personaggi a confrontarsi con il [...] Vai alla recensione »
Il regista norvegese Joachim Trier è conosciuto per la cosiddetta trilogia di Oslo che comprende i film Reprise (2006), Oslo, August 31st (2011) e La persona peggiore del mondo (2021); anche se è proprio grazie a quest'ultimo che ha raggiunto l'interesse della critica internazionale. Da non confondere con un altro premiato regista norvegese, Dag Johan Haugerud autore di un'altra trilogia intitolata [...] Vai alla recensione »
Joachim Trier, norvegese classe 1974 esperto di relazioni, sensazioni, sentimenti. Nel mondo, non del mondo, sempre in campo, e in partita, laddove si dica dell'umano. In concorso a Cannes 2025, con titolo ineffabile: Sentimental Value. Interpretato da Renate Reinsve, che con il precedente di Trier La persona peggiore del mondo si laureò migliore attrice a Cannes 2021, Stellan Skarsgård, Inga Ibsdotter [...] Vai alla recensione »
La storia di una famiglia è (anche) racchiusa nella storia di una casa. Cambia nel corso dei decenni, ma prende anche il carattere di chi ci abita o che è passato da lì. Vissuta e disordinata. Pulitissima, spoglia e asettica. Può essere lo spazio per raccontare più generazioni, come ha fatto Robert Zemeckis con Here. Oppure, come Sentimental Value, concentrarsi soprattutto su una famiglia, facendo [...] Vai alla recensione »
Chiamare la protagonista di un film "Nora" è una scelta piuttosto programmatica, specie se il regista è norvegese (anche se nato in Danimarca). A maggior ragione, la decisione è sfacciata se l'incipit del film è il racconto di una casa nel corso del tempo, con le sue gioie, le sue morti e l'antropomorfizzazione della casa stessa, forse "felice" o forse "triste" per i suoni che gli umani producono o [...] Vai alla recensione »