Stringimi forte

Film 2021 | Drammatico, 97 min.

Titolo originaleSerre-moi fort
Titolo internazionaleHold Me Tight
Anno2021
GenereDrammatico,
ProduzioneFrancia
Durata97 minuti
Regia diMathieu Amalric
AttoriVicky Krieps, Arieh Worthalter, Anne-Sophie Bowen-Chatet, Sacha Ardilly Juliette Benveniste, Aurèle Grzesik, Aurelia Petit, Erwan Ribard, Samuel Mathieu, Cuca Bañeres Flos.
Uscitagiovedì 3 febbraio 2022
TagDa vedere 2021
DistribuzioneMovies Inspired
MYmonetro 3,12 su 29 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Mathieu Amalric. Un film Da vedere 2021 con Vicky Krieps, Arieh Worthalter, Anne-Sophie Bowen-Chatet, Sacha Ardilly. Cast completo Titolo originale: Serre-moi fort. Titolo internazionale: Hold Me Tight. Genere Drammatico, - Francia, 2021, durata 97 minuti. Uscita cinema giovedì 3 febbraio 2022 distribuito da Movies Inspired. - MYmonetro 3,12 su 29 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento lunedì 24 gennaio 2022

L'adattamento cinematografico di un'opera teatrale di Claudine Galea. Il film ha ottenuto 2 candidature a Cesar, In Italia al Box Office Stringimi forte ha incassato 110 mila euro .

Consigliato sì!
3,12/5
MYMOVIES 3,50
CRITICA 3,52
PUBBLICO 2,33
CONSIGLIATO SÌ
Un film che ne contiene due. Un cinema in frammenti che disegna una fuga unendo a doppio filo realtà e sogno.
Recensione di Marzia Gandolfi
lunedì 24 gennaio 2022
Recensione di Marzia Gandolfi
lunedì 24 gennaio 2022

Se ne va una mattina presto Clarisse. Non sappiamo dove, non sappiamo perché. Davanti la strada, dietro due figli e un marito a cui tocca trovare le parole per dire l'assenza. Marc prepara un'altra colazione e cerca un senso per aiutare i ragazzi a continuare. Lucie col suo piano, Paul con le sue domande. Clarisse guida, vuole vedere il mare mentre immagina i suoi figli crescere e Marc invecchiare. Ma niente è come appare. I dettagli si accumulano con le polaroid e i ricordi, i luoghi e i volti, le melodie e gli oggetti, confusi, riordinati e di nuovo mischiati. Forse Clarisse non è mai partita.

Adattato liberamente da una pièce teatrale di Claudine Galéa ("Je reviens de loin"), Stringimi forte è la storia di "una donna che parte" o che sembra partire. La storia destrutturata di una sposa che custodisce un segreto 'musicato' a turno da Chopin, Debussy, Rameau, Ravel, Beethoven, Mozart, Rachmaninov.

Le note musicali, onnipresenti, sono il filo conduttore dell'emozione, dirigono il film verso una 'montagna' di dolore, svolgono un film che ne contiene due. Due film che raccontano la stessa fuga ma nel primo una donna fugge dalla casa dove vive con suo marito e i suoi figli, nel secondo fugge la loro assenza.

Difficile venire a capo della nuova e radicale opera di Mathieu Amalric senza rivelare troppo allo spettatore. Non si tratta di twist o di rivelazioni, ma del momento in cui comprendiamo cos'è davvero Stringimi forte. L'attimo in cui un film vince sull'altro, una delle due ipotesi è una proiezione mentale la cui logica ha tuttavia una sua legittimità. Prima, le due trame se la disputano al montaggio e in un tempo opaco dove i morti vivono e i vivi sono 'assenti'. Il racconto avanza, si arresta, fa marcia indietro, raddoppiato fino al punto di non sapere chi è il fantasma dell'altro.

Come aveva già fatto con Barbara, un anti-biopic caleidoscopico che coniugava più contesti, l'autore francese realizza un altro film che si prende tutto il tempo per disegnare il suo motivo. Un cinema di frammenti il suo già all'opera in La camera blu, 'schermo' quadrato, ossessione divorante, illusione ottica, immagini come carte da giocare. Stringimi forte rinforza la nota melodrammatica e abbraccia l'assenza. Imbarcato con la sua protagonista in un tourbillon interiore, il film materializza i suoi pensieri, i suoi desideri, le sue paure, l'abisso insondabile che fugge a bordo di una vettura vintage, precipitato di una vita fa e veicolo di una fuga disperata, di una ricerca tragica, di una liberazione.

Perché qualcosa è accaduto, un sisma ha mandato in frantumi il mondo di Clarisse, scandito fino a ieri da piccole cose, dalle crêpes alle dispute a colazione. Il soggetto del film è il sisma stesso che Amalric mette in forma ricomponendo progressivamente lo choc. Un'onda d'urto che ha spazzato lontano cuori, corpi, emozioni. C'erano una casa, due auto, l'estate al mare, l'inverno in montagna, c'era una famiglia di cui Clarisse era l'epicentro. Adesso, salda al volante, è erranza geografica e mentale. Ma cos'è accaduto? La morte è passata e Amalric indaga confidando nel potere del cinema e nell'intelligenza dello spettatore.

Vicky Krieps, scoperta tra le pieghe de Il filo nascosto, incarna la catastrofe intima che attraversa il suo personaggio. Diafana e terrena, ordinaria e straordinaria, ostinata e perduta, disperata e indistruttibile, qui e altrove, conduce con grazia un film di ombre e luci, di echi tra due sposi. Clarisse sussurra a Marc (Arieh Worthalter) e lui la sente.

Una trovata vertiginosa e in voce off fa dialogare la protagonista col marito assente, una sorte di telepatia che lega passato, presente e avvenire, un avvenire che non avrà mai luogo. L'attrice non forza mai le lacrime, i singhiozzi, le emozioni. La sua fragilità passa per la sua maniera di afferrare un oggetto, di ascoltare la voce di dentro, di abbandonarsi a un bicchiere come alla follia. Piena di dignità, Clarisse deve flirtare coi limiti della ragione per potersi pensare, per potersi vedere vivere negli anni che le restano. Viva, morta o folle, la sua intensità non è mai isterica e lascia il campo all'espressione di una maternità distrutta, prima della ricomposizione della sua esistenza.

A bordo di una AMC Pacer rossa del '79, che sembra disegnata per un road-movie e in risonanza fantasmatica con la Saab 900 di Drive My Car, la protagonista 'mette in scena' i suoi fantasmi, parla con sua figlia, discute con suo marito, assecondata da una regia che rappresenta quello che continua a esistere lontano dal suo sguardo. Ma tutto quello che vive sulla superficie del film passa nella sua testa. Quasi impossibile distinguere il sogno dal vero perché l'autore mostra tutto dentro una dimensione reale, anche i morti.

I fantasmi non sono stilizzati e nemmeno estetizzati, sono altrettanto reali, veri. Mathieu Amalric si conferma un grande autore, oscurato soltanto dal suo essere un grande attore. Ma quello del comédien è forse il punto osservazione migliore per nutrire il regista che vuole essere prima di tutto.

Nell'impresa lo affianca un'équipe all'altezza della sua visione che propone questa volta un trattamento originale del lutto. Un'immaginazione che dice la 'mancanza' distraendo dal dolore. La fotografia velata e attutita di Christophe Beaucarne assimila presenza e assenza, reale e immaginario, passato e presente, mescolando le temporalità, destabilizzando il racconto ma mantenendo la strada. E lungo la strada, Stringimi forte procede per associazioni di idee e di motivi, fino al 'disgelo' e alla rivelazione del mistero, fino a riconnettere un'eroina inconsolabile con la vita e con chi ama più di tutti.

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
domenica 19 giugno 2022
gianleo67

Una mattina Clarisse si alza dal letto lasciando il marito ancora disteso, visita rapidamente la camera dei figli ancora nel sonno, prende le chiavi della vecchia auto nel garage e si allontana rapidamente da casa senza farvi più ritorno.Come li cambierà il tempo per abituarli alla reciproca assenza?Questa sembra la domanda esistenzialista che ruota attorno ad una melodramma fantasmatico che fa il [...] Vai alla recensione »

martedì 8 febbraio 2022
athos

Un film a suo modo silenzioso, rarefatto, con due storie che si rincorrono parallele per fondersi nella luce del finale. La sua forza la percepirete all'uscita quando vorrete vedere i vostri cari per stringerli forte.

domenica 6 febbraio 2022
francesca meneghetti

 All’inizio sembra di entrare nel mezzo di un dramma borghese: c’è una donna che, all’alba, esce furtivamente dal letto coniugale, copre per bene i figli addormentati, prende la macchina diretta al mare, pur non essendo stagione estiva. In auto canticchia, si ferma, pensa, sembra sciroccata. Anche decisa a rifarsi una vita altrove.

FOCUS
INCONTRI
martedì 25 gennaio 2022
Marzia Gandolfi

Con Stringimi forte, ottavo film da autore, Mathieu Amalric reinventa il ‘film di fantasmi’ e abbandona la continuità temporale a favore di una composizione più emozionale che descrittiva, e quelle emozioni si rivelano un’incredibile risorsa cinematografica.
 

Presentato nel luglio 2021 nella nuova sezione ufficiale Cannes Première, Stringimi forte esce in sala il 3 febbraio. Per l’occasione abbiamo ‘incontrato’ Mathieu Amalric che ci ha raccontato la genesi e il trattamento di un’opera intrinsecamente cinematografica ma adattata da un testo teatrale.

Rebus della sofferenza e della liberazione, il nuovo film di Amalric, la cui eccellente carriera d’attore ha quasi finito per mettere in ombra i suoi successi d’autore (da La camera azzurra a Barbara, passando per Lo stadio di Wimbledon), è un melodramma vertiginoso in forma di patchwork temporale. È la storia di una donna che fugge. Una mattina infila la porta e se ne va, lascia in silenzio suo marito e i suoi due figli. Ma forse si tratta di un’altra cosa, lo scopriremo lungo la strada e attraverso la conversazione con l’autore che ci invita a “lasciare andare”. Perché il nostro immaginario ludico e amoroso può salvarci, in tutti i sensi.


Nel frammento lei ha trovato una forma ideale per mettere in scena una vita. Penso naturalmente a Stringimi forte ma anche a La camera azzurra e a Barbara. All’esaustività preferisce da sempre l’evocazione di una vita ‘in pezzi’. Può spiegarmi questo processo ? La sua maniera di ‘lavorare’ l’amore, la vita e la morte ?
Nel caso di Stringimi forte questa maniera di procedere per ‘morsi’ di vita nasce direttamente dalla pièce che Claudine Galea aveva scritto nel 2003 per il teatro. In un certo senso deriva anche dalla lettura che ne feci la prima volta piangendo. Ho pianto molto leggendola e trovo ancora difficile dire perché, credo abbia toccato un nervo in me. Una corda che mi ha spinto a scrivere un testo che non avevo pensato per forza per il cinema. Solo dopo, qualche tempo dopo, ho capito il suo potenziale, cosa sarebbe potuto diventare sullo schermo. Ma i ‘frammenti’ di vita di cui parla erano già tutti nel testo di Claudine, c’era già tutto il senso donato alla vita e alla morte, c’era una protagonista colta in un momento di dolore dove il tempo e lo spazio non esistono più, dove solo il passato e le proiezioni di un futuro che non esisterà mai, le permetteranno di mettere un piede davanti all’altro, di restare in piedi.

Quando viviamo una separazione amorosa, ad esempio, siamo completamente dislocati, abbiamo un deliro nella testa, un delirio che altera i nostri ricordi passati, pensiamo a tutte le cose che ci mancano dell’altro, trasformiamo la materia. Funziona come quella tavola usata nelle sedute spiritiche, ci sono delle cose che arrivano all’improvviso, così di colpo, sappiamo benissimo che non sono vere, che quella non è la realtà ma abbiamo bisogno di crederci. Siamo in piena negazione ed è esattamente quel rifiuto, quella difficoltà ad accettare che mi interessava. Volevo mettere in scena il ‘gesto di immaginazione’ della mia protagonista. Clarisse sa che niente è vero ma vuole crederci e ho l’impressione che anche il pubblico finisca per cedere guardando il film sullo schermo, nel buio della sala.

In fondo, al cinema finiamo sempre per credere a personaggi che non sono reali. Quando guardiamo un film sembra che lo siano, adoro quell’atto di fede davanti a un film e volevo lavorare proprio su quella fede, sul crederci nonostante tutto. A quel punto che mi sono chiesto come farlo, come potevo trasformare in cinema tutto questo. Il cinema poteva esaltare quel processo, creare fantasmi, creare il mélo. Un melodramma al galoppo però, dove la protagonista avanza, non volevo filmarla tutto il tempo nella sofferenza, volevo che Clarisse facesse delle cose, fosse attiva, inventiva.

Il mio film non è un’ode alla morte, lavora su una pulsione che abbiamo tutti, talmente più forte della morte, una pulsione che va verso la vita. Quell’impulso è impressionante, è una cosa dell’essere umano che mi tocca profondamente. Un giorno qualcosa di assolutamente catastrofico ci casca addosso e ‘urliamo’ che “non può essere vero”, “dimmi che non è vero”, chiediamo quasi sorridendo, ecco sono partito da quel sorriso, da quel frammento. Ho deciso di partire da lì.

STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
mercoledì 9 marzo 2022
Luca Pacilio
Gli Spietati

Partendo dalla pièce Je reviens de loin, Mathieu Amalric gira un film composito che costruisce, pezzo per pezzo, frammento per frammento - facendone il mosaico cangiante di un dolore -, il racconto di una difficile elaborazione del lutto, un percorso tormentato che passa attraverso tempi diversi e diversi livelli di realtà e immaginazione. Perché quella che sembra iniziare come la storia di una donna [...] Vai alla recensione »

lunedì 14 febbraio 2022
Grazia Paganelli
Duels.it

"Una donna che non vive la vita ma la racconta con tale potenza da finire col crederci, come tutti quelli che le stanno attorno", diceva un personaggio a proposito della cantante Barbara nel film che Mathieu Amalric ha dedicato alla cantante francese nel 2018. Ma la descrizione bene si adatterebbe all'intensa protagonista del suo nuovo film Stringimi forte, storia ispirata alla piéce teatrale di Claudine [...] Vai alla recensione »

venerdì 11 febbraio 2022
Beatrice Fiorentino
Il Piccolo

Non sappiamo perché Clarisse (meravigliosamente intensa, indistruttibile e fragile Vicky Krieps) lasci frettolosamente la sua casa, un mattino, lasciandosi alle spalle marito e figli a gestire la sua assenza. Il rituale della colazione, le polaroid, il pianoforte, le conversazioni che ancora risuonano in testa. Ovunque tracce di una vita insieme, condivisa nella quotidianità, in una evidente straordinaria [...] Vai alla recensione »

giovedì 10 febbraio 2022
Silvio Danese
Quotidiano Nazionale

Da chi scappa Clarissa? Impossibile raccontare, se non perdendo l'intero impianto psicologico, e psicanalitico: un "narratore inaffidabile" (come nella America Latina dei D'Innocenzo) ci presenta la fuga di una madre da una famiglia che spera nel ritorno... Allora la domanda è: in quale film entriamo? Nuova parentesi di regia dell'attore Amalric, che sfida la linea dei fatti per portarci in una lacerante [...] Vai alla recensione »

domenica 6 febbraio 2022
Cristina Battocletti
Il Sole-24 Ore

Ci sono dei film che calcano su dolori indicibili, con cui è facile mettere a tappeto lo spettatore. Sono dissezioni della sofferenza che hanno motivo di essere "subite" al cinema, se raccontate da un' angolatura o con una sensibilità particolari. Così accade per Stringimi forte diMathieu Amalric, di cui nulla si può svelare per non rovinare l' intreccio e la visione.

domenica 6 febbraio 2022
Fabio Ferzetti
L'Espresso

Ci sono film che possono riuscire solo a un attore. Come regista intendiamo. E non perché l' interpretazione vi sia fondamentale, lo è sempre, ma per la fisicità che impregna ogni dettaglio. Una fisicità tanto più decisiva quanto più la storia sconfina nell' allucinazione. O più semplicemente nell' immaginazione. "Stringimi forte" è uno di questi film azzardati e volatili che riescono a librarsi [...] Vai alla recensione »

domenica 6 febbraio 2022
Alberto Cattini
Gazzetta di Mantova

Fin dall'inizio di "Serre-moi fort", la protagonista, Clarisse, madre di due figli, dispone sul letto un mazzo di fotografie come fossero le carte di un'indovina, con cui comporre l'identità, tra passato e futuro, della donna sconsolata. Ella ne scopre alcune, risolvendo di seguire ciò che il caso le indica, di ricominciare a tessere la sua trama. Riempie una borsa, e sale sull'automobile del marito. È [...] Vai alla recensione »

sabato 5 febbraio 2022
Mariarosa Mancuso
Il Foglio

Dell'intepretazione e dei suoi deliri. Nel film dell' attore-regista francese (a cui bisogna riconoscere un' impresa impossibile come "Lo scafandro e la farfalla", il protagonista dopo un incidente muoveva solo una palpebra) vediamo Vicky Krieps che esce di casa senza svegliare marito e figli, e si mette al volante perché vuol vedere il mare. Lascia la lista della spesa sul tavolo, il marito per la [...] Vai alla recensione »

sabato 5 febbraio 2022
Luigi Abiusi
Il Manifesto

Il lavoro sulle immagini, la scelta accurata delle angolazioni, delle prospettive; la prospettiva obliqua, sincopata attraverso cui si guarda alla storia, come salendo, scendendo o interrompendo all' improvviso scale di pianoforte; la messa in scena delle condizioni di luce, di fragili, cadenti abbagli invernali, che sono sempre condizioni di cinema, la carne tremula del cinema: ecco, Serre moi fort [...] Vai alla recensione »

sabato 5 febbraio 2022
Marianna Cappi
La Voce di Mantova

Interprete fra i più ricercati del cinema francese e non solo, per quel tocco destabilizzante che porta in scena con il solo sguardo, Mathieu Amalric è anche uno dei registi più originali e convincenti del cinema di oggi. I suoi film raccontano un'esistenza votata alla recitazione e un'appartenenza ad un luogo sempre al confine tra la realtà e la sua rappresentazione.

venerdì 4 febbraio 2022
Marco Contino
Il Mattino di Padova

Clarisse (Krieps) striscia fuori dalla sua casa di primo mattino senza far rumore, mentre il marito Marc (Worthalter) e i figli Lucie e Paul dormono. Sembra stia scappando: si chiede cosa penseranno quando non la troveranno in cucina e Marc dovrà sostituirsi a lei per un mese, poi tre, poi sei fino a quando si dimenticheranno di lei. O forse la realtà è un'altra: forse è Clarisse che deve fare i conti [...] Vai alla recensione »

venerdì 4 febbraio 2022
Isabelle Danel
Band A Part

"Sembra la storia di una donna che se ne va", recita la sinossi ufficiale. Raramente ne abbiamo viste di più enigmatiche. E il film è all'altezza del mistero. Seguiamo Clarisse che all'alba abbandona una casa addormentata, sale in macchina e fugge verso il mare. Se ne va. O se n'era già andata? La vita nella casa continua. O ricomincia? Cambia: i bambini crescono, le stagioni si susseguono.

venerdì 4 febbraio 2022
Nicola Falcinella
La Provincia di Como

Mathieu Amalric è uno dei più noti e importanti attori francesi, noto come il cattivo in "007 - Quantum of Solace" o per la toccante interpretazione ne "Lo scafandro e la farfalla". Tra gli ultimi suoi ruoli ci sono "I fantasmi d'Ismael" di Arnaud Desplechin (di cui è l'interprete feticcio), "L'ufficiale e la spia" e "The French Dispatch". All'intensa attività davanti alla macchina da presa, Amalric [...] Vai alla recensione »

venerdì 4 febbraio 2022
Adriano De Grandis
Il Gazzettino

Il mondo-cinema di Mathieu Amalric è tutt'altro che lineare, diretto, narrativamente coinvolgente. Ottimo attore in oltre un centinaio di film, fin dal suo esordio da regista, avvenuto nel lontano 1997 con "Mange ta soupe" fino al suo penultimo lavoro "Barbara", la sensazione è sempre stata quella di trovarsi spesso di fronte a operazioni sghembe, frantumate nella loro rappresentazione, suggerite sempre [...] Vai alla recensione »

venerdì 4 febbraio 2022
Valerio Caprara
Il Mattino

Nell' inquietante prologo di Stringimi forte (Serre moi fort), la protagonista Clarisse (Krieps) esce all' alba da casa, sale sull' auto e parte abbandonando un marito e due figli. Certo si tratta di una fuga, ma da chi o da che cosa lo sapremo solo al tempo della spiazzante rivelazione finale: il regista Amalric, più noto come attore francese di punta, ha trasposto condividendone la delicata sensibilità [...] Vai alla recensione »

giovedì 3 febbraio 2022
Marina Visentin
Cult Week

È mattino presto, Clarisse (Vicky Krieps) esce di casa, sale in macchina e se ne va, lasciandosi alle spalle due figli e un marito, senza una parola, con apparente quieta indifferenza. Scappa via ma intanto continua a pensarsi dentro quella casa, insieme al marito che prepara la colazione e rabbioso getta nella spazzatura i cosmetici della moglie, al figlio che pone domande imbarazzanti, alla figlia [...] Vai alla recensione »

giovedì 3 febbraio 2022
Alessandra De Luca
Avvenire

Una mattina Clarisse, moglie e madre di due bambini, prepara la valigia, entra in macchina e parte, abbandonando la casa dove vive con la sua famiglia. Non sappiamo dove stia andando e perché lo stia facendo. Ma avanti e indietro nel tempo, tra immaginazione e memoria, indizi sparsi e punti di vista inattesi, frammenti di vita destinati a ricostruire un doloroso mosaico, emerge tutta un' altra storia. [...] Vai alla recensione »

giovedì 3 febbraio 2022
Fulvia Degl'Innocenti
Famiglia Cristiana

Un giorno una giovane donna in quieta nelle prime ore del mattino abbandona la sua casa di campagna, dove il marito e i due figli dormono, per intraprendere un viaggio da sola su un'auto vintage, con l'obiettivo di arrivare fino al mare. La sua è una fuga reale o solo immaginata? E da che cosa? Da un rapporto soffocante o da un dolore troppo grande? I piani temporali si sovrappongono: vediamo la donna [...] Vai alla recensione »

giovedì 3 febbraio 2022
Stefano Giani
Il Giornale

Raramente i francesi sbagliano un film, ma talvolta accade. E lo dimostra questo pasticciato studio di Amalric sulle conseguenze psicologiche individuali e della famiglia che la protagonista abbandona nottetempo. Tra flashback disordinati e scatti in avanti, lo spettatore deve ricomporre il puzzle smontato dal regista. Se però il campanilismo francese l' ha relegato ai margini di Cannes, una ragione [...] Vai alla recensione »

giovedì 3 febbraio 2022
Emiliano Morreale
La Repubblica

Una giovane madre di famiglia (Vicky Krieps) va via di casa, tra euforia e scoppi di disperazione. Mentre è in viaggio immagina il marito e i due figli a casa, il loro comportamento; addirittura costruisce le domande e le risposte che forse si stanno dan- do. Ma le cose non sono come sembrano: l'addio ha radici rimosse, dolorose. Una volta capito il colpo di scena (che non sveliamo) arrivano divagazioni [...] Vai alla recensione »

giovedì 3 febbraio 2022
Sergio Sozzo
Sentieri Selvaggi

Stringimi forte è il film di Amalric che esplicita definitivamente la natura musicale del suo cinema da regista: per comprenderne appieno il meccanismo compositivo combinatorio dissonante, annunciato già dall'inquadratura iniziale sulle polaroid al rovescio da rimettere in ordine nello schema sul letto della protagonista, bisognerebbe probabilmente recuperare gli episodi del documentario aperto, in [...] Vai alla recensione »

giovedì 3 febbraio 2022
Raffaele Meale
Quinlan

Stringimi forte, pur nell'assoluta fedeltà della traduzione, non può restituire il gioco rintracciabile nell'originale: Serre moi fort non suona infatti in alcun modo diverso da Serre moins fort, pur posizionandosi uno dei significati agli antipodi dell'altro. L'ispirazione, a quanto afferma Mathieu Amalric, viene da La nage indienne, brano inciso nel 2000 da Étienne Daho, che in un distico canta "Serre-moi [...] Vai alla recensione »

mercoledì 2 febbraio 2022
Roberto Manassero
Cineforum

Fin dagli esordi come attore a metà anni '90, con il primo ruolo da protagonista in Comment je me suis disputé... (ma vie sexuelle) di Desplechin dopo una decina d'anni di lavoro sui set, la carriera da regista di Mathieu Amalric è corsa in modo parallelo indipendente, come una riflessione a parte con tempi inevitabilmente più lenti e dilatati. Eppure è bello pensare che ci sia qualcosa in comune fra [...] Vai alla recensione »

martedì 1 febbraio 2022
Giona A. Nazzaro
Film TV

Si dice poco, anche fra i cinefili, ma Mathieu Amalric è una delle intelligenze registiche più appassionanti in circolazione oggi (ha portato per primo Del Giudice sugli schermi con Lo stadio di Wimbledon). Si presta ancora troppo poca attenzione alle sue regie. In qualità di interprete il suo curriculum è fuori dal comune. Ha saputo navigare le correnti del cinema assecondando le sue curiosità artistiche [...] Vai alla recensione »

martedì 1 febbraio 2022
Emanuele Bucci
Ciak

Una mattina Clarisse parte con la macchina lasciando il marito Paul e i due bambini, Lucie e Paul. Ma forse le cose non stanno come sembrano. Forse è proprio Clarisse ad essere rimasta sola, e a immaginare gli altri tre che continuano a vivere le loro vite senza di lei. L'idea fondamentale del nuovo lungometraggio da regista di Mathieu Amalric (tratto dalla pièce teatrale di Claudine Galea le reviens [...] Vai alla recensione »

venerdì 28 gennaio 2022
Francesco Del Grosso
Cineclandestino

Capita spesso che andando a scorrere i titoli presenti nella line-up del festival di turno ci si accorga che alcuni di questi sono stati immeritatamente collocati dal comitato di selezione fuori concorso, a favore di altri che, a conti fatti, non avrebbero dovuto trovare collocazione nella rosa dei film in competizione. Se pensiamo ad esempio alla 74esima edizione del Festival di Cannes, tra le pellicole [...] Vai alla recensione »

venerdì 17 settembre 2021
Federico Pontiggia
La Rivista del Cinematografo

Il miglior film del concorso di Cannes 2021 non era in concorso: Serre-moi fort di Mathieu Amalric è stato inopinatamente relegato nella neonata sezione Cannes Premiere. Avrebbe meritato la competizione perché la sesta prova dietro la macchina da presa dell'attore (Lo scafandro e la farfalla, Quantum of Solace e tanto cinema di qualità transalpino) è uno dei più ambiziosi, autoriali e dolenti film [...] Vai alla recensione »

venerdì 16 luglio 2021
Eugenio Renzi
Il Manifesto

Con un lunghissimo applauso il pubblico ha ricompensato Mathieu Amalric e il cast del suo nuovo film. Serre-moi fort (alla lettera, stringimi forte) è in programma nella sezione « Cannes première », ma non pochi avrebbero voluto che competesse per la palma d' oro. Si tratta di un mélo. E come in Drive my Car (capolavoro in concorso del giapponese Hamagushi, e di cui parleremo a breve), al centro del [...] Vai alla recensione »

NEWS
BOX OFFICE
sabato 5 febbraio 2022
Andrea Chirichelli

Gli occhi di Tammy Faye fuori dalla classifica dopo appena un giorno. La fiera delle illusioni mantiene la testa con 63mila euro. Scopri la classifica »

NEWS
venerdì 21 gennaio 2022
 

L'adattamento cinematografico di un'opera teatrale di Claudine Galea. Vai all'articolo »

TRAILER
giovedì 20 gennaio 2022
 

Presentato nella sezione Cannes Première del 74° Festival di Cannes. Da giovedì 3 febbraio al cinema. Guarda il trailer »

TRAILER
lunedì 5 luglio 2021
 

L'adattamento cinematografico di un'opera teatrale di Claudine Galea. Nella sezione Cannes Premiere al Festival di Cannes. Guarda il trailer »

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