Anno | 2021 |
Genere | Animazione, Musicale, |
Produzione | Giappone, Cina |
Durata | 98 minuti |
Regia di | Masaaki Yuasa |
Attori | Mirai Moriyama, Tasuku Emoto, Kenjirô Tsuda, Yutaka Matsushige, Joshua Waters Sena Bryer, Cory Yee, Jason Marnocha, Keythe Farley, Carter Young, Rene Mujica, Keone Young. |
Uscita | giovedì 12 ottobre 2023 |
Tag | Da vedere 2021 |
Distribuzione | Double Line, Hikari |
MYmonetro | 3,65 su 13 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 12 ottobre 2023
Un anime musicale come non se ne sono mai visti prima: un'opera rock destinata a lasciare il segno. Il film ha ottenuto 1 candidatura a Golden Globes, In Italia al Box Office Inu-oh ha incassato 60,7 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Dopo la sanguinosa resa dei conti tra i clan Genji e Heike, i membri superstiti di quest'ultimo vivono ai margini della società. Le loro storie sono tramandate solo dai monaci Biwa e dalle rappresentazioni Noh. 200 anni dopo, nel XIV secolo, il giovane Tomona, in seguito al tentativo del padre di utilizzare un artefatto Heike, rimane accecato. Diventerà un bonzo suonatore di biwa dal talento straordinario e farà la conoscenza di una creatura demoniaca, Inu-oh, dall'aspetto mostruoso - che Tomona non coglie - ma capace di danzare come nessun altro prima d'ora. Insieme i due liberano gli spiriti inquieti Heike e sconvolgono la tradizione musicale del Giappone medievale, rifiutando di limitarsi a quanto canonizzato del repertorio Heike, finché lo shogun mette fine alla loro radicale riscrittura.
Impossibile rendere con la sola trama la cascata di intuizioni visive e stravolgimenti della storia messa in scena da Masaaki Yuasa, adattamento di un testo del 2017.
In sostanza la vicenda di Inu-oh è una ucronia, che rielabora la storia del Giappone collocando la nascita del rock'n'roll nel XIV secolo e rispondendo alla domanda "Come sarebbe stato se il rock fosse approdato tra i bonzi suonatori di biwa?".
Visionario e audace, tanto nei contenuti che nel comparto visivo, Yuasa adotta di volta in volta le soggettive di Tomona - non vedente e circondato da ombre - e di Inu-oh, demone che sogna di rapire i bambini e compiere malefatte, ma subisce una trasformazione fisica e morale grazie a Tomona e alla sua danza. Il duo mette in scena, attraverso spettacoli di opera-rock che si rifanno tanto agli Who di Tommy che ai Queen di Bohemian Rhapsody - favoloso il lavoro di Otomo Yoshihide sulla colonna sonora - il rimosso dei racconti Heike, sfidando il potere e l'avidità di chi si rifugia nel dogma per preservare lo status quo.
Lo spirito di Yuasa, anarchico e radicale, è paragonabile a quello di cult come Belladonna of Sadness, per rimanere in Giappone, o di Metal Hurlant, per migrare a Occidente: realizzare attraverso l'animazione un sogno visionario di libertà senza freni e senza paura di calpestare zone grigie in termini di etica.
Ma è molto vicino alla contemporaneità il sottotesto sulla difficile accettazione di ciò che non è conforme - il rapporto tra Inu-oh e Tomona è sottilmente queer - e sul potere della musica di riscattare gli emarginati e liberare da ogni forma di repressione sessuale. In sostanza Inu-oh è un musical, in cui domina la voce del cantante e leader dei Queen Bee Avu-chan, prestata al personaggio principale, con vocalizzi e falsetti mirabili, che si sposano alla perfezione con le fantasiose scenografie di Yuasa. L'effetto di assistere a dei festival rock nel Giappone medievale o a una rappresentazione Noh che si serve del moonwalking di Michael Jackson è straniante, ma ripaga con una straordinaria cavalcata audiovisiva.
Un viaggio forse arduo da seguire per lo spettatore occasionale, ma capace di smuovere da qualunque comfort zone e di stupire ad ogni passo.
Visionario (per quanto abusato sia.l'aggettivo, qui ci sta tutto), geniale, toccante... e completamente folle! Senza voler raccontare nulla della trama, immaginate i Queen che incontrano il folklore giapponese... Guardatevi il trailer, e se alla fine vi state chiedendo anche voi 'che *** ho appena visto?' allora - credetemi - questo film non vi deluderà!
Inu-Oh è una figura realmente esistita, per quanto ogni dettaglio circa la sua persona sia ormai perso nella leggenda. Per quanto ne sappiamo, era un danzatore professionista che attraverso la propria arte si esibiva nel «Racconto degli Heike», un poema epico incentrato su uno dei clan sconfitti durante la Guerra Genpei, un'opera che glorificasse gli eroici guerrieri caduti per placare l'animo dei [...] Vai alla recensione »
Ogni tanto giungono sugli schermi italiani cartoon visionari, ignorati perché distanti dai canoni consolidati dell'animazione hollywoodiana. Sarebbe un peccato se ciò avvenisse anche con «Inu-oh», produzione sino-nipponica diretta da Masaaki Yuasa, autore di «anime» di culto, che con il suo quinto lungometraggio mescola storia e fantasia in chiave ucronica (immaginando cioè un percorso verosimile, [...] Vai alla recensione »
È la dinamica imprevedibile dell'incontro, l'aggrovigliarsi del racconto individuale con quello collettivo, l'esaltazione della creatività e la riscrittura della propria identità attraverso l'esaltazione della propria vocazione artistica ad innervare lo stupefacente Inu-oh, quinto lungometraggio anime di Masaaki Yuasa, presentato nella sezione Orizzonti alla Mostra del cinema di Venezia del 2021 e [...] Vai alla recensione »
Cercate un film diverso da ogni altro? Provate questo magnifico musical anime, fantasmagorico e politico e ribelle. Ambientato nel Giappone antico. Comincia con una battaglia in mare, la flotta del clan Genij annienta il clan Heike. Due secoli dopo, i racconti degli Heike sopravvivono grazie ai monaci suonatori di biwa (il liuto orientale) come il giovane e cieco Tomowa.
Un film diverso dagli altri? Unico, più che diverso. Tra i film di animazione musicali, il giapponese "Inu-Oh" spicca per bellezza, ritmo, fantasia, stili pittorici, trasparenze, antiche arti teatrali che si dissolvono in opera rock. Firma la trascinante colonna sonora Otomo Yoshihide. Se il musical e l'animazione, magari anche il Giappone o la fantasmagoria, non sono tra le vostre passioni cinematografiche [...] Vai alla recensione »
È possibile prendere il No, la forma teatrale più solenne dell'arcipelago nipponico, per farne un'opera musicale glam rock? Se lo chiedete al regista di anime Masaaki Yuasa non ci sono dubbi, la risposta è sì. Partendo da un romanzo dello scrittore Hideo Furukawa (Il racconto degli Heike: I capitoli di Inu-oh), Yuasa porta con Inu-Oh, passato all'ultima Mostra di Venezia, lo spettatore nel Giappone [...] Vai alla recensione »
Masaaki Yuasa, già noto agli amanti degli anime giapponesi per lavori quali Ride Your Wave (2019) e le serie Devilman Crybaby (2018) e The Tatami Galaxy (2010), compie qui un'operazione avanguardistica molto complessa trascinando lo spettatore nel Giappone del XIV secolo: nonostante ciò, sarebbe difficile classificare Inu-oh come un puro film di finzione storica, poiché vi concorrono i motivi dell'opera [...] Vai alla recensione »
Le virtù di un incontro, una storia a due: Masaaki Yuasa, fantasista visuale, cineasta liquido, incrocia per la prima volta il mangaka Taiyo Matsumoto quando realizza la trasposizione del suo Ping Pong, sarabanda ottica spigolosa e irriverente. Il connubio si consolida con Inu-oh, primo anime in concorso a Orizzonti (Venezia 2021), il suo film meno dolce e il più indocile, dalla sostanza quasi sperimentale, [...] Vai alla recensione »
La sanguinosa lotta tra i clan Genji e Heike hanno portato dopo la sconfitta di quest'ultimo, i suoi discendenti a vivere ai margini della società, e le loro storie tragiche sono circondate da un alone di mistero. Duecento anni dopo a Tomona e a suo padre viene affidato l'incarico di cercare un antico manufatto perso durante la guerra, ma il suo potere è così grande da rendere cieco il giovane e uccidere [...] Vai alla recensione »
Motokiyo Zeami (1363 circa - 1443 circa) è considerato, insieme al padre, Kan'ami Kiyotsugu, il fondatore del teatro noh, quell'antica forma di rappresentazione giapponese estremamente stilizzata e ispirata alla filosofia zen, tradizionalmente appannaggio di un pubblico aristocratico. Un teatro che si è mantenuto sostanzialmente inalterato fino ai nostri giorni.
È un entusiasmo palpabile quello che anima le opere di Masaaki Yuasa e che lo porta in scioltezza a descrivere una realtà perfettamente sua, anche quando il presupposto è decisamente vicino ai fatti della Storia. In questo caso, lo scarto fra cronaca e invenzione è dato dall'aura di mistero che circonda l'eponimo protagonista Inu-Oh. Precursore del teatro No, nella sua forma primigenia del Sarugaki, [...] Vai alla recensione »
Masaaki Yuasa è conosciuto per essere un regista visionario, a tratti sperimentale e assolutamente non conforme ai canoni tipici dell'animazione giapponese. Con Inu-oh, Yuasa rielabora una parte della storia del Giappone feudale in un'opera musicale che si muove tra tradizione e innovazione mescolando la necessità di riflettere sul passato con le consapevolezze della contemporaneità.