Titolo originale | Dear Evan Hansen |
Anno | 2021 |
Genere | Musical, |
Produzione | USA |
Durata | 137 minuti |
Regia di | Stephen Chbosky |
Attori | Ben Platt, Amy Adams, Julianne Moore, Kaitlyn Dever, Amandla Stenberg Nik Dodani, Danny Pino, Colton Ryan, Isaac Powell, Avery Bederman. |
Uscita | giovedì 2 dicembre 2021 |
Tag | Da vedere 2021 |
Distribuzione | Universal Pictures |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,11 su 8 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 29 novembre 2021
La trasposizione cinematografica dell'omonimo musical di grande successo. In Italia al Box Office Caro Evan Hansen ha incassato 156 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Evan Hansen è affetto da disturbo di ansia sociale e ha molti problemi a relazionarsi con i suoi coetanei. Su consiglio del suo terapeuta, scrive delle lettere indirizzate a sé stesso che cominciano tutte con "Dear Evan Hansen". Un giorno una di queste viene rubata da Connor, un suo compagno di classe che conosceva appena ma che è stato l'unico a lasciargli la firma sul braccio ingessato prima di togliersi tolto la vita. La madre e il patrigno del ragazzo deceduto contattano subito Evan: credono infatti che la lettera sia stata scritta da Connor e che sia stato il suo ultimo messaggio prima del suicidio. Spinto dagli eventi, Evan entra in confidenza con la sua famiglia e soprattutto con la sorella Zoe da cui è stato subito attratto e inventa la storia di una grande amicizia che in realtà non c'è mai stata. La sua bugia però avrà però degli effetti devastanti.
Caro Evan Hensen è basato sul musical del 2015 che ha vinto sei Tony Awards due anni più tardi.
Nell'adattamento cinematografico mantiene come attori solo il protagonista Ben Platt e Colton Ryan che interpreta Connor. Al tempo stesso Evan Hansen arricchisce la galleria di adolescenti problematici del cinema di Stephen Chbosky inaugurata Charlie, il ragazzo timido ed emotivo di Noi siamo infinito e proseguita con Auggie, il bambino di 10 anni che ha una rara malattia al viso di Wonder. Ansel Elgort, Jacob Tremblay e Ben Platt. Chbosky non solo trova ancora i volti giusti per mostrare come quell'età possa essere raccontata come un inferno, ma tira fuori dai loro personaggi tutte le loro paure, fragilità, debolezze, la difficoltà a relazionarsi con gli altri, il desiderio di essere diversi, forse di vivere un'altra vita.
Caro Evan Hansen utilizza le canzoni per riuscire a dar voce ai pensieri sommersi, alle cose che non si riescono a dire. In questo senso il film realizza un piccolo, grande miracolo. Il tempo della bugia può diventare sospeso, infinito, come in un musical di Jacques Demy. L'elaborazione del lutto ha invece uno stordimento sulla famiglia di Connor simile a quello dei protagonisti di Gente comune di Robert Redford. È puro cinema di illusioni, quelli da cui non si vorrebbe essere mai svegliati. Ben Platt cammina con il timore negli occhi, dimesso, quasi ingobbito, mangia a mensa da solo e ogni volta che incrocia e parla con un coetaneo vorrebbe scappare da un'altra parte. Dal momento in cui a scuola fa un discorso in onore di Connor tutto cambia. Prima s'impappina, cade per terra, viene deriso e filmato dagli smartphone.
Poi si rialza ed entra in un universo magico, il suo personale 'mondo di Oz' fatto i frutteti con, dallo sguardo rassicurante di Amy Adams che si oppone invece a quello ora assente, ora duro, ora carico di affetto della madre interpretata da Julianne Moore.
Caro Evan Hansen caratterizza definisce e approfondisce ogni personaggio, anche quelli secondari, e, come è già avvenuto nei suoi precedenti due lungometraggi, Chbosky tira fuori il meglio dai suoi giovani attori. Tra loro ci sono anche Kaitlyn Dever, una delle due protagoniste di La rivincita delle sfigate nei panni di Zoe e Nik Dodani, 'l'amico di famiglia' di Evan, che qui porta anche una versione riaggiornata di Zahid della serie Atypical, che ripropone quel sano cinismo e quell'autoironia con cui riesce ad abbassare la bollente temperatura emotiva di un film che è anche fin troppo brutale per come ci parla direttamente e di qualcuno che ha fatto parte della nostra vita. Lo fa senza nessun filtro, con la maggiore semplicità e complicità possibili. Un diamante grezzo, con 137 minuti che volano via.
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Film decisamente mal riuscito. Mi aspettavo di più da questo adattamento di Chbosky (di cui avevo tanto apprezzato la scrittura in "Noi siamo infinto") e invece 10 anni dopo lo trovo alla regia di questo "musical drammatico" (etichetta già di per sé poco azzeccata per il cinema). Insomma questo tentativo di Chbosky alla regia si è rivelato aimé [...] Vai alla recensione »
A parte la bruttezza della musica e del testo delle parti cantate, ci sono troppe cose scarsamente probabili a livello sia della trama (esempi: i genitori del ragazzo suicida si sono già così ben ripresi dopo tre giorni ?? invitano a cena Evan e gli chiedono di parlare del figlio suicida appena si siedono a tavola? davanti ai piatti pieni?) sia dei personaggi (Alana si impasticca per poter sembrare [...] Vai alla recensione »
Il giovane Evan Hansen fatica a relazionarsi con i suoi coetanei. Inizia a scrivere delle lettere indirizzate a sé stesso, ma una di queste viene rubata da Connor, compagno di classe che si uccide tre giorni dopo. I genitori dello scomparso, convinti dalla missiva che tra i due ci fosse amicizia, accolgono Evan in casa; anche a scuola, Evan diventa improvvisamente popolare.
Stephen Chbosky sa come raccontare l'adolescenza. Quel momento fondante della nostra crescita che riserva in egual misura dolori e trionfi. Possiede quella rara capacità di entrare capillarmente nel mondo dei suoi personaggi, mostrandoli a noi con tutte le loro fragilità e le scintille di bellezza. Una caratteristica, questa, che deriva dall'essere scrittore prima che regista.
Nessuno ha indirizzato a Evan Hansen, liceale affetto da depressione e ansia, la lettera che dà il titolo al film: su consegna del suo terapeuta, l'adolescente scrive a se stesso, esercizio per placare le pene infernali dell'attrito sociale scolastico. Ma una delle sue auto-missive finisce nelle mani del tormentato Connor Murphy, che il giorno seguente si toglie la vita, ancora in tasca la lettera [...] Vai alla recensione »
Inutile relegarlo a una definizione a scelta tra Young Adult, musical, romanzo di formazione, teen drama, il Caro Evan Hansen di Stephen Chbosky è l'ennesimo film di questo regista statunitense ad andare al di là e a dimostrarsi in grado di fare quel che chiediamo al cinema di fare. Non solo catturarci, ma portarci in un'altra realtà e magari lì raccontarci qualcosa di più della nostra, emozionarci [...] Vai alla recensione »
Non è la prima e non sarà nemmeno l'ultima volta che uno spettacolo di successo passa dalle tavole del palcoscenico di Broadway al grande schermo. È accaduto in passato e riaccade adesso con l'adattamento cinematografico di Caro Evan Hansen, il musical in due atti con musiche e parole di Benj Pasek e Justin Paul e libretto di Steven Levenson. Dal debutto in teatro approdo in sala di anni ne sono trascorsi [...] Vai alla recensione »
"Caro Evan Hansen...". Un esercizio di autoconsapevolezza finisce per generare un equivoco dalle conseguenze potenzialmente disastrose. Evan è un liceale affetto da ansia sociale. Una delle lettere che scrive a se stesso per motivarsi, come suggeritogli dal terapista, viene rubata da un suo compagno di classe, il problematico Connor, e poi trovata dalla madre e dal patrigno di Connor dopo che questi [...] Vai alla recensione »
Dear Evan Hansen è il musical con cui Steven Evelson ha affrontato un argomento tabu come la salute mentale degli adolescenti attraverso la vicenda di Evan, un ragazzo affetto da ansia sociale che dopo il suicidio di un compagno di scuola inventa una bugia che diventa virale, gli darà una popolarità inaspettata ma innescherà una spirale dalle conseguenze impreviste.