Jingle Jangle - Un'avventura natalizia

Una nonna racconta ai nipoti una nuova fiaba utilizzando un libro che, sin dalla copertina, si presenta come magico. Vi si narra di Jeronicus Jangle, il più grande inventore di giocattoli del mondo il quale, dopo il furto da parte del suo assistente del libro in cui annotava tutte le sue idee e la morte della moglie, era caduto in depressione. Al punto da spingere la figlia Jessica ad andare a vivere altrove. Quella che era la sede delle sue invenzioni nel corso degli anni era diventata un banco dei pegni. Fino a quando una nipote a lui ignota, ma segnata da uno spirito inventivo simile al suo, non aveva deciso di raggiungerlo per tentare di ridargli quella fiducia in se stesso che aveva perso.

All'appassionato di cinema adulto potrà fare un certo effetto ritrovare (dopo innumerevoli altri film) il Samurai di Ghost Dog di Jim Jarmusch in un film natalizio. Ma un senso questa presenza ce l'ha perché anche in questo caso l'attore texano si trova inserito in un'opera in cui si prova a sperimentare.

Perché si tratta di un film quasi totalmente all black in cui gli afroamericani non vengono coinvolti in una vicenda in quanto tali ma come puri e semplici personaggi di un racconto di stile dickensiano in cui non mancano coloro che si approfittano del genio altrui in modo pervicace e continuativo. Come Gustavson l'assistente che, ritenendosi sottovalutato da Jangle, gli ruba le idee che a lui mancano e diventa il super magnate dell'industria del giocattolo.

In un film ipercolorato e con idee scenografiche degne di un blockbuster non si rinuncia neppure al versante musical. Non poteva essere altrimenti visto che uno dei produttori è John Legend. Dal momento in cui entrano in scena i due protagonisti bambini (la vivace nipote e il timoroso nuovo assistente) la vicenda si arricchisce di tutti gli elementi necessari per un racconto natalizio. Ivi compresa una morale che invita a non perdere mai la fiducia in se stessi e un giocattolo meccanico che fa pensare a Wall-E il quale a sua volta rimandava al Numero Cinque di Corto circuito. Così anche il cinefilo viene soddisfatto. 