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Alice nella città, Casey Affleck: «È molto pericoloso essere una donna »

Il regista e attore presenta il suo Light of my life, film di chiusura del festival.
di Paola Casella

Casey Affleck (Caleb Casey Affleck) (49 anni) 12 agosto 1975, Falmouth (Massachusetts - USA) - Leone.
lunedì 4 novembre 2019 - Incontri

Light of my life, il film che chiude la 17esima edizione di Alice nella città, è la storia di un padre e una figlia 11enne, Rag, che attraversano un mondo distopico dove un virus ha ucciso quasi tutte le persone di sesso femminile. Al padre non resta che cercare di proteggere la ragazzina dalle mire dei maschi predatori a caccia delle pochissime sopravvissute. Casey Affleck è regista, sceneggiatore, coproduttore e coprotagonista del film, accanto alla stella nascente Anna Pniowsky nei panni di Rag.

Come le è venuto in mente di raccontare una società in cui un virus ha reso il mondo inospitale per le bambine?
Ho avuto l'idea di una piaga che colpisce solo le femmine dal virus Zika, che è letale solo nel caso venga contratto da una donna incinta. Dunque la sfida per il padre che interpreto nel film era la più alta: non solo difendere un figlio, ma difenderlo da una minaccia di genere.

Crede che anche il mondo reale sia un luogo ostile alle femmine?
Sì, certo, anche se molto dipende da dove vivi. Ci sono parti del mondo in cui è molto pericoloso essere una donna. E di media, anche nei Paesi più evoluti, è più pericoloso per una donna che per un uomo: e questa è una cosa terribile. Il mio film non aveva come specifico obiettivo quello di mandare un messaggio sociopolitico in questa direzione, ma ho preso qualcosa che esiste nel mondo reale e l'ho messo sotto la lente di ingrandimento. E spero che faccia riflettere il pubblico.

In Light of My Life lei afferma che un genitore non dovrebbe mai dire a un figlio: "Si fa così perché lo dico io!". Lo pensa anche nella vita?
Il padre che interpreto si domanda sempre: "che effetto ha sua mia figlia ciò che dico e il modo in cui lo dico?" perché è l'unica persona con cui la figlia interagisce. Nella vita reale un bambino ascolta la voce dei propri genitori ma anche quella degli insegnanti, degli amici, dei fratelli, e dunque ciò che dicono mamma e papà ha un'influenza relativa. Per il protagonista del film invece dire: "Fai così perché te lo dico io" rischia di essere un modo per impedire a Rag di sviluppare un'opinione autonoma.

Lei ha due figli maschi: vale anche per loro?
Un'affermazione chiude il mondo, una domanda lo apre, dunque come padre preferisco chiedere: "Perché secondo te non voglio che tu faccia questa cosa?", o spiegare perché ho dato un certo comando, così possono capire la mia preoccupazione, avviare un dialogo, e formare la propria identità. Una frase come: "Si fa così e basta" li farebbe sentire piccoli e impotenti. Come schermare una piantina dal sole: non può più crescere.

Nel film il padre deve fare discorsi intimi alla figlia, che sta per andare incontro all'adolescenza. Nella vita le è capitato con i suoi ragazzi?
Il discorso degli uccelli e delle api gliel'ho fatto quando avevano appena tre anni, perché se aspetti troppo diventa imbarazzante. Quando ho tentato di riprenderlo in tempi recenti mi hanno liquidato con: "Lo sappiamo papà".


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