La vita invisibile di Euridice Gusmao

Massimo Causo

La trasparenza del mélo, ovvero il fatto che il melodramma sia la forma del dialogo impossibile tra il corpo e il suo fantasma, tra la realtà e il desiderio: era tempo che non si vedeva al cinema una cosa come questa, forma melodrammatica pura, priva di formalismi neoclassici, roba che rimanda alla matrice sirkiana, ai florilegi truffautiani, alle traslitterazioni fassbinderiane, sino al miglior Wong Kar-wai... Autentica folgorazione di un'edizione di Cannes della quale ci ricorderemo, La vita invisibile di Eurídice Gusmão di Karim Aïnouz (inconfutabile alloro del Certain Regard) è il teorema che dimostra la modernità del cinema che materializza il suo inesausto e fondamentale dialogo con le proprie formule: il doppio corpo sentimentale, la separazione come agente del destino, il tradimento dei sogni ad opera della prosaica vitalità dell'esistere, il tempo che ricongiunge lo spirito ma non i corpi. [...]

di Massimo Causo, articolo completo (3433 caratteri spazi inclusi) su Sentieri Selvaggi 11 settembre 2019