carloalberto
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domenica 7 novembre 2021
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bastava chiedere a un vicino
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Karim Aïnouz complica la trama originale del libro Euridice Gusmao che sognava la rivoluzione di Martha Batalha, da cui trae il suo film, aggiungendovi melodrammaticamente un inverosimile quanto strampalato caso di Chi l’ha visto ed un finale strappalacrime alla Carramba che sorpresa, non disdegnando di inserirvi qualche scena di sesso, per rendere il prodotto più piccante, e confezionando il tutto con immagini dai bei colori vividi con una fotografia da rivista patinata.
Sullo sfondo e talmente lontana da essere invisibile non è la protagonista Euridice, ma la Rio de Janeiro degli anni ’50 che appare in qualche scorcio da locandina turistica col Pan di Zucchero in evidenza.
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Karim Aïnouz complica la trama originale del libro Euridice Gusmao che sognava la rivoluzione di Martha Batalha, da cui trae il suo film, aggiungendovi melodrammaticamente un inverosimile quanto strampalato caso di Chi l’ha visto ed un finale strappalacrime alla Carramba che sorpresa, non disdegnando di inserirvi qualche scena di sesso, per rendere il prodotto più piccante, e confezionando il tutto con immagini dai bei colori vividi con una fotografia da rivista patinata.
Sullo sfondo e talmente lontana da essere invisibile non è la protagonista Euridice, ma la Rio de Janeiro degli anni ’50 che appare in qualche scorcio da locandina turistica col Pan di Zucchero in evidenza. La complessità della società civile, le condizioni di vita del popolo, la realtà politica del Brasile sono del tutto assenti.
Gli anni ’50 del suo Paese secondo Karim Aïnouz si possono riassumere nella storia di due sorelle piccolo borghesi che aspirano ad emanciparsi contro i pregiudizi maschilisti dell’epoca e finiscono per vivere due storie parallele e specularmente tragiche, ignare l’una dell’altra nella stessa città.
A prescindere dalle palesi incongruenze del plot, il film, inutilmente lungo, si risolve in un dramma intimista, velleitariamente femminista, colorato da un romanticismo superficiale e da un sentimentalismo retorico che lo rende simile a un feuilleton ottocentesco.
E’ destinato all’insolubilità l’enigma, sul quale, peraltro, è costruito tutto il film, ovvero perché alla sorella di Euridice non sia mai venuto in mente, in circa sessant’anni, di chiedere a un vicino di casa, a un parente, ad un amico di famiglia, ad un cliente della panetteria del padre, dove abitasse l’introvabile Euridice.
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bibob
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lunedì 11 ottobre 2021
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irreale dramma piagnucoloso stile anni 50
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ennesimo film femminista nel quale di uomini non ce n'é uno che si salvi, in compenso le femmine sono tutte belle e brave, ci mancherebbe. una vuole abortire per partecipare a un'audizioine? corretto, anzi, sembra una prepotenza che il marito venendo a sapere per caso che è incinta le faccia saltare il piano. non oso pensare alla situazione opposta, naturalmente. struttura da telenovela dove le bugie non hanno le gambe lunghe, le hanno talmente chilometriche da durare a vita, e come risultato un drammone piagnucoloso che sembra un film degli anni 50. irreale: la sorella suonatrice è giustificata, perché non sa che suo padre sa dov'è sua sorella.
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ennesimo film femminista nel quale di uomini non ce n'é uno che si salvi, in compenso le femmine sono tutte belle e brave, ci mancherebbe. una vuole abortire per partecipare a un'audizioine? corretto, anzi, sembra una prepotenza che il marito venendo a sapere per caso che è incinta le faccia saltare il piano. non oso pensare alla situazione opposta, naturalmente. struttura da telenovela dove le bugie non hanno le gambe lunghe, le hanno talmente chilometriche da durare a vita, e come risultato un drammone piagnucoloso che sembra un film degli anni 50. irreale: la sorella suonatrice è giustificata, perché non sa che suo padre sa dov'è sua sorella. ma il comportamento della sorella scappata di casa è semplicemente assurdo. perché lei SA che suo padre conosce dove si trova la sorella suonatrice. e quindi? solo perchè gli ha detto una volta che "è andata a Vienna" non si fa più avanti per sapere dove sta? non torna da madre e padre neanche dopo 10, 20 anni (magari accompagnata dal figlio adulto) per mettere il padre con le spalle al muro, minacciare di chiamare la polizia se non gli dice dov'è la sorella? oppure un trucco banale, tipo mandare qualcuno a fingere d'essere un vecchio amico della sorella per farsi dire dove sta? no, lei seguita a mandare lettere a casa del padre che anche un idiota capirebbe che non vengono consegnate e non cerca più sua sorella, non torna mai più a casa a chiedere. e così si salva il drammone.
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ginger snaps
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lunedì 1 febbraio 2021
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sorellanza
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Il tempo in questo film sembra fermarsi a un'epoca non troppo lontana da noi e la rivoluzione femminile e tutti i suoi contorti argomenti incornicia questo dipinto fatto di umiliazione e sofferenza. Il ritratto è quello di due sorelle unito da un rapporto indolico e di assoluta appartenenza. La ribellione di una delle due porta il padre a separarle e alla decisione assurda di indurle a una ricerca quasi spasmodica della verita
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gabriella
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giovedì 8 ottobre 2020
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saudade
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Vivere nella stessa città e non vedersi mai è il destino delle sorelle Gusmao, si sfiorano, ma non si toccano, percorrono le stesse strade, ma non si incontrano, si cercano, ma non si trovano, eppure sono unite da un legame profondo, viscerale, nonostante siano così diverse per aspetto e inclinazioni. Euridice è alta di statura, come elevate sono le sue aspirazioni, studiare pianoforte al conservatorio di Vienna, mentre la maggiore Guida, più bassa di statura , come i suoi desideri squisitamente più terreni, la passione, il grande amore, una famiglia, ma per entrambe la vita spazzerà via sogni e promesse. Anni 50 , Rio De Janeiro, Guida torna alla casa paterna incinta, quello che credeva l’uomo della sua vita l’ha abbandonata, così come verrà abbandonata da un altro uomo, suo padre, che la caccerà via e le farà credere che la sorella si trovi a Vienna.
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Vivere nella stessa città e non vedersi mai è il destino delle sorelle Gusmao, si sfiorano, ma non si toccano, percorrono le stesse strade, ma non si incontrano, si cercano, ma non si trovano, eppure sono unite da un legame profondo, viscerale, nonostante siano così diverse per aspetto e inclinazioni. Euridice è alta di statura, come elevate sono le sue aspirazioni, studiare pianoforte al conservatorio di Vienna, mentre la maggiore Guida, più bassa di statura , come i suoi desideri squisitamente più terreni, la passione, il grande amore, una famiglia, ma per entrambe la vita spazzerà via sogni e promesse. Anni 50 , Rio De Janeiro, Guida torna alla casa paterna incinta, quello che credeva l’uomo della sua vita l’ha abbandonata, così come verrà abbandonata da un altro uomo, suo padre, che la caccerà via e le farà credere che la sorella si trovi a Vienna. Guida dovrà cavarsela da sola, si troverà un lavoro e manterrà suo figlio con l’aiuto di un’ex prostituta, che diverrà la sua famiglia. Euridice , diverrà moglie e madre suo malgrado, riuscirà a resistere sparendo ogni tanto tra i tasti del pianoforte- Una vita misera e difficile quella di Guida, agiata e benestante quella di Euridice, ma non meno difficile perché non desiderata, scelta da uomini che esercitano su di lei il potere, paterno prima e coniugale poi, la supremazia del ruolo maschile che calpesta con naturalezza ogni esigenza o desiderio femminile, come nella scena della prima notte di nozze di Euridice, grottesca nella sua crudezza. Le numerose lettere che Guida invierà alla sorella non giungeranno alla destinataria, occultate dal padre con la tacita e sottomessa complicità della moglie, altra figura invisibile, all’ombra del marito. Così le parole scritte rimangono nell’aria, vibranti e accorate, non da meno i pensieri nostalgici di Euridice verso la sorella, ironia della sorte, l’una crede l’altra felice, una musicista affermata e una moglie realizzata. E’ un sogno, un’illusione che si rincorre negli anni, tra colori pastosi e vividi che riflettono le emozioni e lo stato d’animo delle due protagoniste, le accompagna in labirintiche foreste sfumate da un verde intenso che si dissolve, divide la loro strada, per sempre, ma non spegne il loro amore, la speranza di riabbracciarsi, benchè ognuna vaghi nella sua solitudine. In quanti film le lettere vengono sottratte per malvagità, invidia o rancore, come nel film di Spielberg “ Il colore viola”, le missive di Nettie alla sorella, rubate dal marito di Celia per lunghi anni. Solo che alla fine Albert compie l’unico gesto generoso della sua vita e fa ricongiungere le sorelle; nel film di Ainouz , nulla riesce a piegare o commuovere il vecchio genitore, nemmeno la fragilità di Euridice che non regge le pressioni e finisce per sparire davvero in un mondo obnubilato. Bel film, molto fisico, sudato, che racconta ciò che non è mai raccontato abbastanza, il sempre difficile riscatto della donna per rendersi finalmente visibile.
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domenica 5 luglio 2020
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bellissimo film
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Un po’ rovinato dal finale. Direi inutile
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mauridal
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giovedì 18 giugno 2020
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lila e lenu a rio
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LIla e Lenù in versione brasiliana , qui sono due sorelle chiamate Guida ed Euridice , ma la vicenda non cambia di molto. Ambientato a Rio de Janeiro del Brasile anni quaranta , cinquanta, e si ripercorre le vicende delle due sorelle complici amiche per una serie di anni insieme , fino al momento che la ragazza più dotata di cervello, Euridice , decide di non seguire l’altra diciamo “geniale” perché impulsiva , che parte in Grecia con un marinaio, di nascosto alla famiglia di umili origini, alla ricerca dell’amore ad ogni costo.
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LIla e Lenù in versione brasiliana , qui sono due sorelle chiamate Guida ed Euridice , ma la vicenda non cambia di molto. Ambientato a Rio de Janeiro del Brasile anni quaranta , cinquanta, e si ripercorre le vicende delle due sorelle complici amiche per una serie di anni insieme , fino al momento che la ragazza più dotata di cervello, Euridice , decide di non seguire l’altra diciamo “geniale” perché impulsiva , che parte in Grecia con un marinaio, di nascosto alla famiglia di umili origini, alla ricerca dell’amore ad ogni costo. Euridice sembra voglia essere una musicista, ma sicuramente è una personalità mediocre e decide di rimanere in famiglia con lo schema patriarcale di paesi e società arretrate economicamente e culturalmente, di qualsiasi continente facciano parte.La sorella poco geniale promessa mancata alla musica , si adatta alla famiglia di origine e poi creandone una simile per se stessa. Intanto Guida fuggita in Europa con l’uomo sbagliato cerca di mantenere i contatti con la sorella scrivendole centinaia di lettere senza risposta. Qui la sceneggiatura si indebolisce per questa situazione di una ricerca inutile poiché in fine la sorella Guida abbandonata dal marito e madre di un figlio , invece di trovare una soluzione di vita autonoma in Europa magari in contatto con la sorella, inspiegabilmente torna in Brasile a casa del padre e della madre che la respingono per il comportamento di vita anomalo, Il regista dai buoni propositi vuole dimostrare come le famiglie patriarcali sono nefaste per le figlie geniali, riuscendo in parte a narrare la verità dei fatti , meno che mai quando la madre obbedisce all’ordine di nascondere il ritorno a casa della figlia Guida respinta, all’altra sorella, che pur vivendo nella stessa città, non la incontra mai. Guida continua a scrivere lettere pensando a Euridice a Vienna in conservatorio e alla madre per recapitarle alla sorella. Dunque un guazzabuglio di fatti e personaggi che poco convince ai fini di una storia in parte già narrata e nella letteratura e nel cinema. Il regista si è addentrato nell’animo femminile dei personaggi, seguendo alla meglio il romanzo dell’autrice Martha Batalha che forse nel contesto storico letterario, viene maggiormente colto. Impegno e bravura per le due attrici interpreti, buona la resa visiva delle immagini con la ambientazioni anche a tutto campo della città di Rio , in contrasto con gli spazi interni delle case dove si svolge la vicenda. ( Mauridal)
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ennio
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domenica 14 giugno 2020
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non incontrarsi vivendo a 2 passi una dall'altra
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"Euridice Gusmao" narra del destino crudele di 2 sorelle molte legate tra loro, destinate a separarsi e a non ritrovarsi più. Un destino dettato da quella che oggi definiremmo un'ingiustizia, a sua volta derivata da usi e costumi sociali dell'epoca, e perciò tutto sommato definibile come "destino", appunto.
La bravura delle protagoniste femminili (perchè in questo film gli uomini sono relegati a figure negative o secondarie) permea di triste bellezza tutta la storia, che vede comunque nel finale un riscatto di speranza nel futuro. Il valore del film sta anche in un'abile regìa, nella scelta delle inquadrature, delle pause, delle scene apparentemente marginali, che riescono a far vivere nello spettatore la dimensione del dramma umano vissuto da Euridice e Guida.
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gattoquatto
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domenica 12 aprile 2020
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soporifero
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Un film lento e noioso. Esiste un pubblico che ama osservare drammi familiari sceneggiati in contesti più o meno esotici (in questo caso il Sud America) e con ingredienti ricorrenti: povertà sociale e culturale, ambiente ottuso e oppressivo (soprattutto nei confronti delle donne), sofferenza emotiva, squallida sessualità, ecc. Il tutto magari condito con qualche pretesa ricercatezza formale o qualche immagine pseudo-trasgressiva. Ma la tecnica da sola non basta. Distante anni luce dalla vitalità caciarona del miglior Almodovar o l’autentica eleganza formale di Wong Kar Wai. Soporifero.
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stefano capasso
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domenica 23 febbraio 2020
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amori perduti
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Guida e Euridice sono due sorelle che crescono nella Rio de Janiero degli anni ’50. La durezza del padre le obbliga sognare una vita diversa ad occhi aperti. La prima cerca il grande amore, e la vita libera, la seconda vuole mettere a frutto il suo talento iscrivendosi al conservatorio di Vienna. Quando Guida incontra un marinaio greco, si innamora e scappa di casa. Tornerà dopo il fallimento della storia ma non incontrerà più Euridice.
Il melodramma di Karim Ainouz si dispiega a tutto campo, in modo coinvolgente e attento ai dettagli, mettendo al centro l’amore che lega le due sorelle e la loro battaglia contro la società, soprattutto maschile, che ostacola le loro aspirazioni.
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Guida e Euridice sono due sorelle che crescono nella Rio de Janiero degli anni ’50. La durezza del padre le obbliga sognare una vita diversa ad occhi aperti. La prima cerca il grande amore, e la vita libera, la seconda vuole mettere a frutto il suo talento iscrivendosi al conservatorio di Vienna. Quando Guida incontra un marinaio greco, si innamora e scappa di casa. Tornerà dopo il fallimento della storia ma non incontrerà più Euridice.
Il melodramma di Karim Ainouz si dispiega a tutto campo, in modo coinvolgente e attento ai dettagli, mettendo al centro l’amore che lega le due sorelle e la loro battaglia contro la società, soprattutto maschile, che ostacola le loro aspirazioni. A tratti è anche una denuncia della disparità delle classi sociali del Brasile dell’epoca, e forse non solo dell’epoca. La particolare struttura del dramma porta lo spettatore a vivere la narrazione da un punto di vista per cosi dire “superiore” a quello delle protagoniste. Nessuna delle due è al corrente della vera situazione dell’altra, mentre noi abbiamo a disposizione questa conoscenza. Ne deriva un coinvolgimento di tipo simpatetico che vorrebbe spingerci all’azione per colmare questo gap, ma che solo al termine, e solo in parte verrà risolto.
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sergio dal maso
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mercoledì 19 febbraio 2020
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un'anima divisa in due
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"Vedi, quando suono, io sparisco" Euridice Gusmao
Vagando per le lussureggianti e impervie foreste delle alture che sovrastano le bianche spiagge di Rio de Janeiro due ragazze si perdono. Quella rimasta indietro chiama l’altra con apprensione, sta per piovere.
E’ il preludio della tempesta che sta per abbattersi sulle loro vite.
Sono due sorelle, poco più che adolescenti, Euridice e Guida Gusmao.
La loro è una famiglia piccolo borghese. Il padre è un fornaio di origini portoghesi, desideroso di affermarsi nell’alta società brasiliana degli anni ’50, in quegli anni moralista e conservatrice.
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"Vedi, quando suono, io sparisco" Euridice Gusmao
Vagando per le lussureggianti e impervie foreste delle alture che sovrastano le bianche spiagge di Rio de Janeiro due ragazze si perdono. Quella rimasta indietro chiama l’altra con apprensione, sta per piovere.
E’ il preludio della tempesta che sta per abbattersi sulle loro vite.
Sono due sorelle, poco più che adolescenti, Euridice e Guida Gusmao.
La loro è una famiglia piccolo borghese. Il padre è un fornaio di origini portoghesi, desideroso di affermarsi nell’alta società brasiliana degli anni ’50, in quegli anni moralista e conservatrice.
Sono molto unite, inseparabili, ma anche molto diverse. Euridice è introversa e remissiva, rispettosa della volontà del padre. Guida all’opposto è impulsiva e ribelle, guidata dall’anelito di libertà e di emancipazione.
Due caratteri opposti, accumunati però dal desiderio di realizzarsi, di vivere fino in fondo i propri sogni.
Di essere pienamente donne, non solo madri e spose, unici ruoli ammessi dalla società patriarcale degli anni cinquanta, e che il padre è ben deciso di rispettare.
Euridice è un’ottima pianista, sogna di andare a studiare al Conservatorio di Vienna. Guida invece vuole vivere l’amore con la passione e la spensieratezza dei vent’anni. Il destino sarà spietato con entrambe, prima le separerà, poi le condannerà all’infelicità di due esistenze lontane.
Tornata dalla Grecia sola e incinta, dopo la fuga d’amore con il marinaio di cui era innamorata, Guida viene ripudiata dal padre e cacciata di casa. Per non macchiare la rispettabilità della famiglia le sarà anche impedito, con l’inganno, qualsiasi contatto con la sorella. Euridice viene fatta sposare a un amico di famiglia, un uomo meschino che non ama. La sua vita diventa invisibile, anche i suoi sogni si infrangono, a partire da quello di diventare una vera musicista studiando a Vienna.
I sogni resteranno vivi solo nelle lettere di Guida e nella caparbietà di Euridice nel cercare di ritrovare la sorella. In quel sentimento inscindibile capace di legare per sempre passato e futuro, desideri e speranze. Solo le parole delle lettere daranno forma ai loro sogni di gioventù. Lettere in cui Vienna e la Grecia sono reali e non immaginarie, e l’amore è vissuto senza soprusi né violenza. Dove entrambe possono realizzare i propri sogni, senza vivere invisibili l’una all’altra.
Per la cultura patriarcale dell’epoca, machista e misogina, invisibile dovrebbe essere la vita di tutte le donne. Donne destinate al focolare domestico, femmine relegate al ruolo di genitrici, mansuete nell’assecondare le scelte dei padri e poi dei mariti. I personaggi maschili che circondano Euridice e Guida sono tutti negativi, miserabili e spesso ripugnanti. All’opposto le figure femminili, anche quelle secondarie, sono (quasi) sempre positive, solidali tra loro e di animo sensibile. Su tutte l’anziana prostituta Filomena, che formerà una famiglia con Guida e il bambino. Una famiglia che“non è sangue ma amore”, come ripete la stessa Guida.
Difficile non appassionarsi alla triste storia di Euridice e Guida, impossibile non essere travolti dal pathose dalle emozioni che il film trasmette.
Il regista Karim Aïnouz ha tratto dal romanzo Euridíce Gusmão che sognava la rivoluzione un indiscutibile capolavoro cinematografico. Le due protagoniste, interpretate magistralmente da Julia Stockler e Carol Duarte, hanno una profondità psicologica tale da far vivere allo spettatore gli stati d’animo e l’intima sofferenza delle sorelle. Tutto il film è pervaso da una forte sensualità, ma anche dalla crudeltà e dalla violenza, sia carnale che psicologica.
Una fotografia ammaliante associa le tonalità cromatiche delle scenografie agli stati d’animo e ai sentimenti che stanno vivendo Guida e Euridice. Gli ambienti sono preghi di colori saturi con tinte pastello volutamente marcate e immagini spesso sgranate. Anche le tonalità dei colori sono curatissime, dal rossetto scarlatto al blu cobalto delle tende delle finestre, passando per il verde lussureggiante della vegetazione. Le scenografie degli interni, claustrofobici e soffocanti, fanno percepire la quotidianità oppressiva in cui è costretta a vivere Euridice.
Per formazione professionale - oltre a essere un visual artistè anche architetto - il regista brasiliano cura le inquadrature con una grande attenzione ai dettagli. Restano impressi, solo per esempio, il mascara che cola dagli occhi disperati di Euridice nella prima notte di nozze, o gli strappi sul vestito da sposa.
Per questa sua maniacale ricerca estetica le immagini riprese dalle inquadrature di Aïnouz sembrano vive, pulsanti, quasi si sente il sudore, l’odore del fumo delle sigarette e dell’alcool.
Altrettanto immaginifica ed evocativa è la colonna sonora, che spazia dalla musica classica di Chopin alle composizioni di Benedikt Schiefer, sempre in simbiosi con le immagini e con le emozioni delle protagoniste.
Quella musica suonata con passione al piano che, malgrado tutto, è ancora capace di far dimenticare a Euridice l’amara realtà e restituirle i sogni di una giovinezza lontana.
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(di noillusions)
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