Titolo originale | Alé |
Anno | 2019 |
Genere | Documentario |
Produzione | Italia |
Durata | 75 minuti |
Regia di | Marco Zingaretti |
Attori | Erri De Luca . |
MYmonetro | 3,84 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 14 agosto 2019
Il racconto della comunità formata attorno alle montagne.
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CONSIGLIATO SÌ
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Una troupe cinematografica segue per sei mesi un gruppo di arrampicatori non professionisti durante gli allenamenti in palestra e lungo le arrampicare sulle falesie del Lazio. Un viaggio sorprendente all'interno di una comunità coesa, fondata sull'amore per la natura e sul valore della solidarietà.
Un gruppo, una squadra, una tribù. Un clan. Una crew. Di film sulla montagna, e sull'arte di arrampicare (un verbo che lo "slang" vuole così, in forma intransitiva e non riflessiva), ne esistono parecchi - molti dei quali eccellenti. Pochi però hanno il merito di andare là dove si spinge Alè, un piccolo film fortemente voluto da un gruppo di appassionati "frequentatori di montagna", che lo ha costruito pezzo dopo pezzo mettendo insieme crowdfunding e produzioni dal basso: più che la vetta delle falesie, la profondità del desiderio di chi ha fatto di questo sport una ragione sociale.
Al centro del documentario di Zingaretti non c'è l'impresa in sé, non c'è il free solo, non c'è l'individuo ma il gruppo: una ventina di persone che ha trovato nella montagna, e nel fare squadra intorno a essa, ciò che si trova a fatica fuori - nella società.
"La parete - spiega una delle ragazze del gruppo - è meritocratica": premia l'impegno, la fatica, la testardaggine, l'allenamento. In montagna non esiste raccomandazione. Arrampicare non richiede competizione, ma collaborazione: è "la forza del gruppo" contro il predominio del singolo nella città rapace, lontana dalle falesie.
Arrampicare, spiega ancora Erri De Luca, unico volto noto del film, è un atto di umiltà: "costringe a guardare in basso", ed è un'attività che può essere praticata a ogni età. In montagna il giovane non rottama l'anziano, l'anziano non prevarica il giovane. Arrampicare è rispettare l'ambiente, conservarlo pulito, considerarlo un bene comune da tutelare.
Città che non a caso nel film è Roma, storica matrigna di crew di volta in volta artistiche, sportive o criminali: e qui forse Zingaretti avrebbe potuto affondare di più, raccontare meglio, entrare nella quotidianità dei ragazzi e dirci qualcosa del loro sopravvivere oltre la montagna, oltre il gruppo. Basta poco, del resto, per lasciare affiorare le personalità dei singoli: le parole di De Luca sulla riscoperta del proprio corpo, l'immagine di Roberto "Limetta" che attacca la sua figurina sull'album degli arrampicatori, il panico di Alice nella sequenza circolare che apre e chiude il film.
Resta un prodotto imperfetto ma visivamente godibile, soprattutto nelle belle sequenze outdoor girate tra Sperlonga, il Circeo, Frosolone e Ferentillo, che piacerà agli appassionati di montagna e potrebbe dare, a chi non ha mai praticato questo sport, qualche ragione in più per allacciarsi un moschettone in vita e partire.
Uno sguardo sull'arrampicata non professionista. Alé racconta dell'arrampicata in Italia attraverso le storie e le persone ; ho iniziato questo sport da poco e l'atmosfera che c'é in palestra on in falesia, é rappresentata bene nel film: la comunità, la coesione, l'amicizia. É sempre bello dopo aver visto le imprese di Free Solo e Down [...] Vai alla recensione »
Ben fatto! Cattura l'attenzione anche di chi, come me, non è un'appassionata dell'arrampicata. Non annoia mai, anzi ti fa vivere e capire le emozioni che si provano stando "in verticale". Consigliato!