Titolo originale | Seberg |
Anno | 2019 |
Genere | Biografico, Thriller |
Produzione | Francia |
Regia di | Benedict Andrews |
Attori | Kristen Stewart, Jack O'Connell (II), Margaret Qualley, Anthony Mackie, Colm Meaney Yvan Attal, Gabriel Sky, Vince Vaughn, Stephen Root, Victoria Barabas, Sean Bolger, Ben Kliewer, Brian Jones, Celeste Pechous, Laura Campbell, Jade Pettyjohn, Misha Gonz-Cirkl, Zazie Beetz, Robin Thomas, Kurt Collins, Grantham Coleman, Tobias Truvillion, Noelle Danique Louie, James Jordan, Diane Chernansky, John Frederick Scott, Edmund Wyson, Claude Knowlton, Eric Alperin. |
MYmonetro | 2,52 su 14 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 14 novembre 2019
Ispirato a fatti realmente accaduti all'attrice e attivista Jean Seberg durante gli anni '60. Al Box Office Usa Seberg - Nel mirino ha incassato nelle prime 2 settimane di programmazione 415 mila dollari e 60,5 mila dollari nel primo weekend.
CONSIGLIATO NÌ
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Da sempre convinta sostenitrice dei movimenti per i diritti civili, l'attrice Jean Seberg viene avvicinata su un volo da Parigi a Los Angeles da Hakim Jamal, attivista delle Black Panther. La loro relazione, politica e sentimentale, finisce sotto gli occhi e nelle orecchie dell'FBI. La recluta Jack Salomon viene incaricata di tenerla costantemente sotto controllo e diventa la sua ombra, fino a che non si trova imprigionato in uno scomodo conflitto morale.
Non è un film sottile, il biopic di Benedict Andrews: quel che vuol suggerire lo dice con parole semplici e un po' banali.
A partire dall'introduzione del personaggio principale nei panni di Giovanna d'Arco, al tempo in cui, sul set di Otto Preminger, le fiamme del rogo rischiarono di arderla viva, lasciandole evidenti cicatrici sul corpo. Ma lei non smette di giocare col fuoco, sembra che stia cercando una croce e dei chiodi per farsi crocifiggere, le dice qualcuno, e, per quanto sappia di non essere la vera vittima, e che la guerra in corso è contro i neri d'America, in quanto donna-immagine della loro causa, finisce nuovamente bruciata, torturata a fuoco lento, questa volta fino alle estreme conseguenze. Il film restringe drasticamente avventure e disavventure cinematografiche e sentimentali della protagonista di Fino all'ultimo respiro nei limiti dello spaccato che vuole raccontare, finendo in un certo senso per usare la Seberg ai fini di una costruzione ideale e artefatta: la favola nera dell'attrice sensibile e dell'immaginario agente dall'orecchio fine, l'unico a sentire il rumore dei suoi nervi andare in pezzi, o almeno l'unico a non poter tollerare oltre quell'ascolto inutile e criminale.
Jean e Jack si incontrano solo alla fine, ma per tutto il film Kristen Stewart e Jack O'Connell si alternano, in un campo e controcampo mascherato (le maschere sono anche un oggetto di scena) che si scioglierà prevedibilmente nel tempo. Montano e s'incrociano anche le ossessioni, quella di Salomon per la star bella e indifesa e quella della giovane donna convinta a ragione di essere spiata e minacciata. Andrews costruisce il film come una sorta di noir alla luce dei riflettori, con due personaggi-specchio, entrambi diversamente alla ricerca verità e giustizia, e una protagonista condannata in partenza, ma a tali intenzioni non corrisponde un risultato cinematografico altrettanto intrigante. La Stewart fa tutto quel che può, prestando la sua nuca e i suoi occhi al ricordo di una figura emblematica di una stagione indimenticabile della storia del cinema, ma conservando anche la propria riconoscibilità, assimilando se stessa e l'altra, i primi piani polizieschi e quelli cinematografici, per rivendicare l'attualità di una vicenda che non smette di accadere.
Il film Seberg prova a indagare su una parte meno nota dell'attrice, quella che la vede sostenitrice del movimento "Black Power" a favore dei diritti dei neri e amante del suo leader. Il film ci mostra una diva elegante e ricca che sceglie di utilizzare il suo potere, le sue risorse economiche e la sua visibilità per l’affermazione di diritti civili che ritiene imprescindibili. [...] Vai alla recensione »
Il film racconta la biografia di alcuni anni dell'attrice Jean Seberg (1938-1979), americana resa nota dai film di Otto Preminger e dal manifesto della Nouvelle Vague francese "Fino all'ultimo respiro" di J.-L. Godard. Nella prima scena la vediamo nei panni di Giovanna d'Arco (per il suo film d'esordio, uscito nel maggio 1957), e infatti regista e sceneggiatori ne forzano [...] Vai alla recensione »
Non conoscevo la storia di Jean Seberg, morta (suicida?) a soli 39 anni a Parigi e, pertanto, per quanto mi riguarda, questo è già un aspetto positivo che giustifica la mia valutazione. Quando un regista racconta una storia che VA raccontata raggiunge sempre l'obiettivo. Perchè merito di questo film, è stato proprio quello di rendere ancora una [...] Vai alla recensione »
(Recensione di Giovanni Morandi-alias Giomo891) film (GBR) su un'attrice, la Seberg, che punta il dito, senza "dubbi", sulla lotta del FBI di Hoover contro il Black Power (all'epoca Pantere Nere) ed in particolare contro l'attrice, che si era schierata apertamente a favore dei movimenti per il riconoscimento dei diritti civili.
Qualche lettore ricorderà Jean Seberg, icona della Nouvelle Vague, dalla vita talmente travagliata da terminare con il suicidio. Il biopic di Andrews racconta, in particolare, gli anni nei quali l'attrice finì spiata e vessata dall'FBI per il solo fatto di aver simpatizzato con i neri americani. Al punto da perdere una bimba e veder finire la propria carriera.
Un tailleurino giallo. Una minigonna rossa. Un abitino azzurro. La vestono così, Jean Seberg, per quasi tutto il film che racconta la sua tragica vita. Un'icona di stile, non c'è dubbio. Ma nel finale, nell'ultimo bellissimo piano sequenza che chiude il film sulle note di una canzone blues di Nina Simone, Jean Seberg indossa una camicia verde abete.
È fin troppo facile la metafora con cui si apre il film Seberg - Nel mirino (presentato all'ultima Mostra di Venezia e ora visibile su Tim Vision): qualcosa va storto sul set di Giovanna d'Arco di Otto Preminger e la protagonsta Jean Seberg rischia di venire bruciata viva. L'incidente lascerà cicatrici evidenti sul suo corpo, e segni meno visibili nell'animo tormentato di una donna inquieta ed incompresa, [...] Vai alla recensione »
I fatti: alla fine degli anni 60, l'icona della nouvelle vague Jean Seberg entrò in contatto con membri dei Black Panther e sostenne la causa del movimento, attirandosi addosso lo sguardo e le cimici dell'FBI di Hoover, in particolare del COINTELPRO, il programma di sorveglianza che mirava a smantellare entità politiche avverse al governo statunitense.
Jean Seberg sostiene l'attivista nero Hakim Jamal e finisce nel mirino del Bureau, che crea ad arte uno scandalo per minarne la carriera. Di nuovo Giovanna d'Arco - ma solo per bruciare sul rogo delle polemiche - diviene l'ossessione del federale Jack. Se le Pantere nere vogliono ribaltare la logica dei tempi, convincendo una mente per volta, quella di Jack - che rifiuta la complicità nella persecuzione [...] Vai alla recensione »
La Ragazza che giocava con il Fuoco: Jean Seberg - iconica attrice della Nouvelle Vague francese, nota per essere stata la protagonista di Fino all'Ultimo Respiro , di Jean-Luc Godard - rivive in Seberg , thriller biografico, diretto da Benedict Andrews - alla sua opera seconda - e proiettato, Fuori Concorso, alla 76. Mostra di Venezia. Scritto dagli sceneggiatori del recente La Conseguenza - Joe Shrapnel [...] Vai alla recensione »
Ispirato a fatti realmente accaduti, il film narra la storia di Jean Seberg, protagonista di À bout de souffle (Fino all'ultimo respiro) e beniamina della Nouvelle Vague francese, che sul finire degli anni Sessanta finì nel mirino del programma di sorveglianza illegale dell'FBI. A voler essere cattivi con Seberg, film diretto dall'australiano Benedict Andrews e presentato fuori concorso a Venezia [...] Vai alla recensione »
La vita inquieta di una diva fragile e scomoda è al centro di «Seberg», biopic tradizionale firmato dall'australiano Benedict Andrews, ieri fuori Concorso al Lido. Jean Seberg (1938-1979) fu un'icona di bellezza, dallo stile delicatamente androgino (i capelli perennemente corti erano un elemento che la distingueva dal cliché delle bionde mozzafiato in voga all'epoca): ancora oggi viene considerata [...] Vai alla recensione »
Seberg si apre con la scena (ricostruita) del rogo in Santa Giovanna, il film trampolino di Jean Seberg (e in cui finì pure ustionata, Nda) e da lì seguiamo la biografia dell'attrice fino al 1971 (circa), ovvero, dall'improvvisa infatuazione per i Black Panthers, movimento rivoluzionario nero - uno degli incubi dell'FBI di Hoover - e neanche tanto tangenzialmente per Hakim Jamal, militante che le forze [...] Vai alla recensione »
Difficile empatizzare per una Jean Seberg intercettata dall'Fbi alla fine degli anni 60 se ad interpretarla arriva quel mostro di non simpatia al secolo Kristen Stewart, brava quando fa la turbata problematica in Sils Maria (2014) e Personal Shopper (2016), efficace da ragazzina come teen femme fatale della saga Twilight ma deludente quando dovrebbe essere un'eroina per cui tifare.
La sua figurina sottile col caschetto di capelli cortissimi che corre «Fino all'ultimo respiro» sugli Champs Elysees vendendo l'«Herald Tribune» è rimasta per sempre l'immagine della Nouvelle Vague, un'icona di stile e di rivolta. Jean Seberg era nata nel Midwest, famiglia luterana di immigrati svedesi e tedeschi, prima di Godard era stato Otto Preminger a scoprirla scegliendola per Santa Giovanna [...] Vai alla recensione »
La prima esperienza con il cinema la bruciò (Santa Giovanna di Preminger, 1957), la passione per la giustizia sociale finì per ucciderla. In mezzo, grazie a Fino all'ultimo respiro (1960), divenne il volto più riconoscibile della Nouvelle Vague, con Godard che seppe catturare e restituire quella spontaneità naïve, quasi etichettandola per sempre. Quasi 20 anni dopo, il 30 agosto 1979, la quarantenne [...] Vai alla recensione »
Ci sono le fiamme di Santa Giovanna. Il primo film in assoluto girato dall'attrice con il despota Preminger e un incidente sul set con le fiamme che l'avevano davvero ferita. E prima della cicatrice, l'immagine del suo provino, quando non aveva ancora 18 anni. Forse ci sono già tutti i segnali premonitori sul corpo di Jean Seberg. Icona della Nouvelle Vague, musa per Godard.