wea
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domenica 4 febbraio 2024
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un film che non "corre"
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Cast importante, tanti soldi come da copione americano.
Un lasso di tempo troppo ristretto per poter rappresentare sia l’uomo che l’imprenditore; un format che ricorda Casa Gucci.
Non un film biografico ma la reinterpretazione di un uomo, che poco ha a che fare con il Ferrari reale ma che sembra più dire: noi pensiamo che lui fosse stato così, d’altronde questo film è stato ispirato da un libro, che ha sua volta è stato ispirato da un altro libro. Si reinterpreta la storia, non la si mette in atto.
Sceneggiatura debole, incentrata sui drammi familiari e che si perde in dettagli non importanti per la storia, quella vera, come ad esempio la lunga scena a teatro con Ferrari che danza con l’abito…
Lento, poco significativo, buona fotografia, cerca di scandalizzare o di impressionare con immagini truculente dopo una gara frammentaria e finisce improvvisamente, senza una vera fine.
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Cast importante, tanti soldi come da copione americano.
Un lasso di tempo troppo ristretto per poter rappresentare sia l’uomo che l’imprenditore; un format che ricorda Casa Gucci.
Non un film biografico ma la reinterpretazione di un uomo, che poco ha a che fare con il Ferrari reale ma che sembra più dire: noi pensiamo che lui fosse stato così, d’altronde questo film è stato ispirato da un libro, che ha sua volta è stato ispirato da un altro libro. Si reinterpreta la storia, non la si mette in atto.
Sceneggiatura debole, incentrata sui drammi familiari e che si perde in dettagli non importanti per la storia, quella vera, come ad esempio la lunga scena a teatro con Ferrari che danza con l’abito…
Lento, poco significativo, buona fotografia, cerca di scandalizzare o di impressionare con immagini truculente dopo una gara frammentaria e finisce improvvisamente, senza una vera fine.
Poche Ferrari, poca Ferrari.
Deludente.
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francog
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giovedì 25 gennaio 2024
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il nulla cosmico
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Non si capisce la perdita di tempo e di soldi nel cimentarsi a fare opere di tale mediocrita'.
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giovanni morandi
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giovedì 18 gennaio 2024
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il drake non era il cinico di mann giovanni morand
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Nel film "Ferrari" di Mann, c'è un ritratto, a mio avviso, esageratamente negativo dell' uomo Ferrari.
La sceneggiatura è incentrata più sulle conseguenze che si ripercossero sul carattere del Drake, in un determinato "periodo" (1957) di particolare crisi, che non su una corretta biografia di un 'intera vita. Ma forse era proprio questo che interessava al regista: sottolineare il carattere cinico del Grande Ferrari.
Sta di fatto che nel film viene sottolineato che il Drake fosse quasi anaffettivo (le sole due figure, oltre al figlio Piero Lardi, che sembra abbia amato – Dino e il pilota canadese Gilles Villeneuve – con le loro morti premature lo avrebbero spinto a chiudersi ancor più); era comunque uno di quei grandi uomini completamente dediti a una passione che non concedeva spazio a niente altro, a una grande visione, a un progetto.
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Nel film "Ferrari" di Mann, c'è un ritratto, a mio avviso, esageratamente negativo dell' uomo Ferrari.
La sceneggiatura è incentrata più sulle conseguenze che si ripercossero sul carattere del Drake, in un determinato "periodo" (1957) di particolare crisi, che non su una corretta biografia di un 'intera vita. Ma forse era proprio questo che interessava al regista: sottolineare il carattere cinico del Grande Ferrari.
Sta di fatto che nel film viene sottolineato che il Drake fosse quasi anaffettivo (le sole due figure, oltre al figlio Piero Lardi, che sembra abbia amato – Dino e il pilota canadese Gilles Villeneuve – con le loro morti premature lo avrebbero spinto a chiudersi ancor più); era comunque uno di quei grandi uomini completamente dediti a una passione che non concedeva spazio a niente altro, a una grande visione, a un progetto. Come tanti, lodato e universalmente apprezzato dopo la morte, Ferrari, dalla stampa o gran parte di essa di quel periodo funesto fu criticato ferocemente, rappresentato come un cinico e spietato manovratore di uomini, mandati allo sbaraglio (partecipare alle corse automobilistiche dell’epoca corrispondeva a tentare il suicidio): paragonato, come si dice nel film, a Saturno che divora i suoi figli, gli si rimproverava di invecchiare (si è spento nella sua Modena a 90 anni, nell’agosto 1988, sei anni dopo Villeneuve, morto a Imola, in quel tragico weekend, appena trentaduenne) a differenza dei suoi piloti.
Ma chi conosce la storia del motorsport, sa benissimo che i piloti, "strana gente", hanno "scelto" di vivere o morire con ardimento e sprezzanti del pericolo...nessuno li obbliga, è nella loro natura, a prescindere da altrui sollecitazioni...
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lunedì 1 gennaio 2024
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top
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Michael Mann è riuscito a far interpretare benissimo il personaggio Ferrari
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giovanni1985
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venerdì 29 dicembre 2023
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tutto fumo e niente arrosto
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Mi aspettavo di più.
Troppo concentrato sulle sue vicende familiari e poi mi sarei aspettato che sarebbe andato anche oltre gli anni bui arrivando all'epoca Delle vittorie con Lauda.
Bocciato assolutamente.
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stefania camoletto
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mercoledì 27 dicembre 2023
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bocciato!
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Bocciato! anzi bocciatissimo! Se di un mito, della storia di un grande imprenditore che si e' fatto veramente dal nulla, ci riduciamo a descrivere solo l'annus horribilis, gli incidenti automobilistici, la relazione extraconiugale, e non l'ingegno, la forza, l'idea imprenditoriale, il coraggio, la crescita sul mercato internazionale...allora...si tratta di una lettura parziale, incompleta e davvero poco creativa....
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dr
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mercoledì 27 dicembre 2023
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enzo ferrari: del mito vero solo gossip e splatter
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Della storia incredibile di Enzo Ferrari che da orfano di padre e col fratello morto in guerra riesce da squattrinato non solo a tirare avanti una famiglia col duro lavoro, ma a creare una azienda eccelsa, in questo film, non si fa nessun cenno. Ferrari pare un riccastro, duro di cuore, instabile emotivamente perchè non riesce a comunicare i propri sentimenti ed affetti liberamente, ingrato verso la moglie tradita, cinico verso le morti sia dei piloti che del pubblico quando assiste alla gara (fra l altro scena degna dei peggiori horror finti e comunque senza spiegare che a quell epoca non esistevano protezioni per cui era frequente che se c erano incidenti - e non ci sono anche oggi ? La gente morisse "stupidamente" guardando la corsa).
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Della storia incredibile di Enzo Ferrari che da orfano di padre e col fratello morto in guerra riesce da squattrinato non solo a tirare avanti una famiglia col duro lavoro, ma a creare una azienda eccelsa, in questo film, non si fa nessun cenno. Ferrari pare un riccastro, duro di cuore, instabile emotivamente perchè non riesce a comunicare i propri sentimenti ed affetti liberamente, ingrato verso la moglie tradita, cinico verso le morti sia dei piloti che del pubblico quando assiste alla gara (fra l altro scena degna dei peggiori horror finti e comunque senza spiegare che a quell epoca non esistevano protezioni per cui era frequente che se c erano incidenti - e non ci sono anche oggi ? La gente morisse "stupidamente" guardando la corsa).
Gli accenti dei personaggi si alternano fra un italiano di maniera e inflessioni del sud (a Modena !!!); nulla si dice sul genio di Ferrari che non era inventore come lui stesso affermava ma "agitatore" nel senso di stimolatore.
Del bel gesto della madre di Francesco Baracca che gli dona il cavallino rampante del figlio x' lo metta sulle proprie auto, niente; solo un cenno ai capelli rossi dell'amante nelle prime scene del film che fa intendere che il rosso delle auto venisse da lì.
E sarà bravo il protagonista come attore in generale, ma io l ho trovato molto poco credibile vedendo immagini dell epoca; e non c entra nulla con un modenese, nulla; ha creato un personaggio identico al protagonista del film su Gucci: poco genio, molto duro e senza scrupoli e molto criticabile dal punto di vista morale. Questo dagli americani mi fa proprio ridere.
Gli italiani si stanno facendo scippare i loro miti, anericanizzati alla Disney dark come se sinstesse parlando di Biancaneve o Dracula; personaggi finti.
Pensavo fosse sterile polemica ma ha ragione Favino.
Per me andare a vedere questo film sono tempo e soldi buttati.
Solo la fotografia dei paesaggi e delle auto, quella sì, splendida.
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martedì 26 dicembre 2023
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stroncatura senza costrutto
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Ma per favore! È un lavoro perfetto. Forse un po’ troppo tenero il protagonista, che riesce a farci magicamente perdonare tutto quel che ci viene mostrato. Riesce quindi ad essere un film di Natale
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inveciabatta
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lunedì 25 dicembre 2023
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mann non sbaglia un colpo
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Partendo dalle critiche rivolte al film relativamente al fatto di essere un biopic limitato nell'arco di tre mesi, non posso che essere in disaccordo. Infatti, a differenza di un film come Napoleon (palesemente tagliato in fase di montaggio con l'accetta), Ferrari cerca di dilatare il racconto rispettando il periodo storico dell'estate 1957. Parlando delle prove attoriali, Driver è granitico al punto giusto e rappresenta perfettamente luci e ombre del Commendatore, un uomo cinico e completamente dedito e ossessionato al suo lavoro, ma anche alla sua famiglia. Penelope Cruz regala forse una delle sue migliori performance nel ruolo della moglie Laura. Le scene di corsa sono girate divinamente e Mann riesce a rendere comprensibile ogni singola sterzata, evidenziando allo stesso tempo la pericolosità del mondo automobilistico in quegli anni.
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Partendo dalle critiche rivolte al film relativamente al fatto di essere un biopic limitato nell'arco di tre mesi, non posso che essere in disaccordo. Infatti, a differenza di un film come Napoleon (palesemente tagliato in fase di montaggio con l'accetta), Ferrari cerca di dilatare il racconto rispettando il periodo storico dell'estate 1957. Parlando delle prove attoriali, Driver è granitico al punto giusto e rappresenta perfettamente luci e ombre del Commendatore, un uomo cinico e completamente dedito e ossessionato al suo lavoro, ma anche alla sua famiglia. Penelope Cruz regala forse una delle sue migliori performance nel ruolo della moglie Laura. Le scene di corsa sono girate divinamente e Mann riesce a rendere comprensibile ogni singola sterzata, evidenziando allo stesso tempo la pericolosità del mondo automobilistico in quegli anni. Gli unici difetti del film risultano essere la computer grafica (presente in solamente due scene per 3 secondi circa) e la questione legata al doppiaggio originale, nonostante ciò non comprometta le prove attoriali dei protagonisti.
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enzo70
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domenica 24 dicembre 2023
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grande omaggio alla memoria di un grande uomo
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Enzo Ferrari è il simbolo dell’Italia che corre, del genio e dell’inventiva del nostro Paese, un uomo che ha vissuto sognando di costruire macchine che tutti avrebbero sognato di guidare. Michael Mann propone un bel film in cui racconta una breve parte della vita del grande vecchio, quando ancora vecchio non era e quando rischiava che il suo sogno si scontrasse con la realtà del mercato. Ferrari costruiva macchine per correre, per vincere, e finanziava l’attività sportiva con la vendita delle sue macchine. Era un imprenditore inusuale, il profitto come strumento per raggiungere la gloria e non come fine. E nel 1957 la Ferrari era sull’orlo della bancarotta, le vendite delle macchine non bastavano a reggere i conti dell’azienda e l’unico modo per uscire dal baratro era vincere la Mille miglia.
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Enzo Ferrari è il simbolo dell’Italia che corre, del genio e dell’inventiva del nostro Paese, un uomo che ha vissuto sognando di costruire macchine che tutti avrebbero sognato di guidare. Michael Mann propone un bel film in cui racconta una breve parte della vita del grande vecchio, quando ancora vecchio non era e quando rischiava che il suo sogno si scontrasse con la realtà del mercato. Ferrari costruiva macchine per correre, per vincere, e finanziava l’attività sportiva con la vendita delle sue macchine. Era un imprenditore inusuale, il profitto come strumento per raggiungere la gloria e non come fine. E nel 1957 la Ferrari era sull’orlo della bancarotta, le vendite delle macchine non bastavano a reggere i conti dell’azienda e l’unico modo per uscire dal baratro era vincere la Mille miglia. Ma Ferrari era anche un uomo distrutto dalla morte del figlio Dino e in crisi con Laura, la moglie proprietaria del cinquanta per cento delle quote azionarie. E Ferrari aveva anche un figlio, Piero, nato dalla relazione clandestina con Lina. La situazione non era certo semplice, ma Ferrari non era un uomo comune. E per il resto consiglio di andare a vedere questo bel film al cinema anche per apprezzare l’ottima interpretazione di Adam Driver e di Penelope Cruz.
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