tumau
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venerdì 29 gennaio 2016
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una scommessa , in parte persa
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Una scommessa, il film, che dal punto di vista dell'incasso sicuramente sarà vinta, ma non dal punto di vista della denuncia di un sistema corrotto e predatorio che credo fosse negli obiettivi del regista. Un occasione mancata per illuminare la gente comune sul devasto creato dai sistemi finanziari che hanno portato alla crisi attuale mondiale. Un vero peccato che la regia abbia scelto la strada del ritmo forsennato ( cosa ormai, purtroppo, frequente ) rinunciando ad un minimo di spiegazioni dal punto di vista, appunto finanziario. Spiritosa l'idea di far spiegare da personaggi famosi estrapolati dal contesto di fiction (avrebbe meritato più ampio uso) certe alchimie truffaldine del mondo della finanza.
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Una scommessa, il film, che dal punto di vista dell'incasso sicuramente sarà vinta, ma non dal punto di vista della denuncia di un sistema corrotto e predatorio che credo fosse negli obiettivi del regista. Un occasione mancata per illuminare la gente comune sul devasto creato dai sistemi finanziari che hanno portato alla crisi attuale mondiale. Un vero peccato che la regia abbia scelto la strada del ritmo forsennato ( cosa ormai, purtroppo, frequente ) rinunciando ad un minimo di spiegazioni dal punto di vista, appunto finanziario. Spiritosa l'idea di far spiegare da personaggi famosi estrapolati dal contesto di fiction (avrebbe meritato più ampio uso) certe alchimie truffaldine del mondo della finanza. Insomma le idee c'erano tutte ma non credo che siano oltre una percentuale misurabile in pochi punti percentuali coloro che , avendo visto il film, abbiano capito di cosa si trattasse di cosa sia veramente successo e perché. Cds cdo swap termini buttati lì, come la violenza ed il sangue in un film di Tarantino, non servono ad altro se non a suscitare una generica sensazione di estraneità, di esclusione e riprovazione, ma appunto generica senza cambiare nulla, direi anzi, creando condizioni affinché si riproduca. ( “è tutto un casino, non capisco niente per cui rinuncio” ) Un ritmo da film di azione che mescola accadimenti che avrebbero meritato una migliore spiegazione con inutili momenti di puro spettacolo ansiogeno ( S. Carrell sempre al telefono in modo compulsivo ) oppure per strizzare l'occhio allo spettatore ( che dire altrimenti dell'intervista alla spogliarellista ) . Ottima interpretazione di C. Bale cosi come quella di R. Goslin, ma quello che manca è proprio un più serio approfondimento nel racconto e nell'analisi (anche io, che di finanza ho la passione, ho fatto fatica a governare quel turbinio di termini a raffica ), figuriamoci chi non ne è avvezzo. Ed allora perché perdere un occasione d'oro per spiegarlo ? Ma, nonostante ciò, ben vengano film con cast che attraggono; film che denuncino l'ingordigia di chi ha come traguardo solo la ricchezza predatoria. Un ingordigia che possiede anche i “nostri “ protagonisti sia ben inteso. Ma c'è speranza nel futuro ? Sembra di no, guardando tutti i personaggi.
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enzo70
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venerdì 29 gennaio 2016
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ottime le premesse ma mckay si perde sulla strada
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Adam McKay punta in alto, al cuore di Wall Strett in un film di denuncia sulle ragioni effettive della crisi in borsa che affondò nel 2007 Wall Street per poi avvitare l’economia di tutti i Paesi sviluppati. E lo fa avvalendosi di un cast mostruoso, Brad Pitt, Christian Bale, Steve Carrell e Ryan Gosling.
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Adam McKay punta in alto, al cuore di Wall Strett in un film di denuncia sulle ragioni effettive della crisi in borsa che affondò nel 2007 Wall Street per poi avvitare l’economia di tutti i Paesi sviluppati. E lo fa avvalendosi di un cast mostruoso, Brad Pitt, Christian Bale, Steve Carrell e Ryan Gosling. La grande scommessa è la puntata sul ribasso che degli analisti finanziari fuori dal gioco delle grandi banche fecero sulla base di un sistema molto semplice: vedere le operazioni alla base delle operazioni cosiddette strutturate, fatte di derivati con strane tangenti (nel senso geometrico del termine). L’interesse delle banche era gonfiare il sistema per incassare le ricche percentuali che gli venivano riconosciute per inserire nel portafoglio dei risparmiatori titoli immondizia. E quando la sostanza delle operazioni, ossia i mutui rilasciati senza alcuna garanzia a gente che non ne poteva sopportare l’onere è emersa la scommessa dei ribassisti si è rivelata vincente. Il regista gioca su un ritmo del racconto nervoso, incrociando storie di analisti finanziari, giganti delle borse e persone comuni; e gli attori e la forza della storia fanno il resto; ma la ricerca del facile consenso di McKay da parte di una amplia platea, facilmente riscuotibile proprio per l’argomento trattato, fa trascendere tutto il film verso un facile qualunquismo. Mentre le premesse erano quelle di una grande scommessa per un grande film. Non è così, un film gradevole, ma nulla di più.
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alexmanfrex
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mercoledì 27 gennaio 2016
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appassionatamente complicato !!
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4 mostri di recitazione (Pitt, Gosling, Farrel, Bale) più qualche altro attore ... e basta !! Perchè non è servito altro per costruire questo film ... oltre ovviamente ad attingere alla realtà dei fatti che hanno portato il nostro mondo sull'orlo di una recessione senza precedenti !!
Parto da un presupposto: i film sulle inchieste economico-politiche non mi hanno mai appassionato particolarmente, perchè sono sempre pieni di una miriade di dettagli tecnici che fatico a capire (per la gioia invece di chi studia o ha studiato alla Bocconi !!!), anche quando si parla di film riuscitissimi tipo "Tutti gli uomini del presidente" ...
Ma di questo film mi sono piaciute molte cose: prima di tutto, fra un'infarcitura di termini come trading, sub-prime .
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4 mostri di recitazione (Pitt, Gosling, Farrel, Bale) più qualche altro attore ... e basta !! Perchè non è servito altro per costruire questo film ... oltre ovviamente ad attingere alla realtà dei fatti che hanno portato il nostro mondo sull'orlo di una recessione senza precedenti !!
Parto da un presupposto: i film sulle inchieste economico-politiche non mi hanno mai appassionato particolarmente, perchè sono sempre pieni di una miriade di dettagli tecnici che fatico a capire (per la gioia invece di chi studia o ha studiato alla Bocconi !!!), anche quando si parla di film riuscitissimi tipo "Tutti gli uomini del presidente" ...
Ma di questo film mi sono piaciute molte cose: prima di tutto, fra un'infarcitura di termini come trading, sub-prime ... si fa un po'di onesta luce sulle cause che hanno portato alla grande crisi mondiale scoppiata fra il 2007 e 2008, quella degli impiegati di banca che escono con il loro scatolone di cartone tanto per intenderci ... La regia è asciutta e ricorre a brilanti stratagemmi visivi per spiegare i concetti un po'più complicati (tipo: mostrare a schermo una definizione scritta commentata del protagonista di turno ...).
Gli attori protagonisti danno grande prova attoriale, perchè fanno ruoli che non hanno fatto (quasi) mai ...
Non basta però: lo stile documentaristico non regge tutto il film, in cui la vicenda è solo una scontata attesa del momento in cui i buoni (o meglio, qui sono un po'cattivi ...) faranno soldi sulle spalle di un sistema malato e corrotto da bolle speculative, per la quale a pagare sarà, come sempre, il popolo ...
Trama piatta che un po'stordisce di cui non te ne accorgi, perchè intento a crearsi lo schemino mentale di quello che sta succedendo.
Da Oscar ? Non so ... Sicuramente un cinema raffinato e non per tutti i palati
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gpistoia39
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martedì 26 gennaio 2016
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gli americani le fanno e poi ce le raccontano
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Molto bello questo film di Mc Kay, anche se ci ho messo un bel po' a capire quello che i personaggi dicevano. Quando al cinema hanno acceso la luce per un piccolo intervallo, ho chiesto a un ragazzo vicino a me se aveva capito qualche cosa. Mi ha spiegato un pò, gli ho chiesto che scuole aveva fatto e mi ha detto che era laureato in ingegneria delle comunicazioni..... non mi ricordo bene. Era pane per i suoi denti. Comunque alla ripresa del film ho capito sempre meglio grazie anche agli esempi introdotti dal regista, tipici del modo di spiegare americano: cose complicate con esempi didascalici che rendono comprensibili anche le cose più astruse e difficili. A fine film, capito quasi tutto, mi sono venuti in mente i manuali di psicologia americani, tradotti in italiano, che usavamo nel corso di laurea di psicologia a Padova: anche le cose più difficili si capivano benissimo.
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Molto bello questo film di Mc Kay, anche se ci ho messo un bel po' a capire quello che i personaggi dicevano. Quando al cinema hanno acceso la luce per un piccolo intervallo, ho chiesto a un ragazzo vicino a me se aveva capito qualche cosa. Mi ha spiegato un pò, gli ho chiesto che scuole aveva fatto e mi ha detto che era laureato in ingegneria delle comunicazioni..... non mi ricordo bene. Era pane per i suoi denti. Comunque alla ripresa del film ho capito sempre meglio grazie anche agli esempi introdotti dal regista, tipici del modo di spiegare americano: cose complicate con esempi didascalici che rendono comprensibili anche le cose più astruse e difficili. A fine film, capito quasi tutto, mi sono venuti in mente i manuali di psicologia americani, tradotti in italiano, che usavamo nel corso di laurea di psicologia a Padova: anche le cose più difficili si capivano benissimo. Questa capacità di "comunicazione" manca totalmente nei testi italiani.
Ripeto, bellissimo film, non il primo del genere, ne ricordo un altro abbastanza recente di cui però non mi ricordo al momento il titolo, forse il Lupo di Wall Strett?
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forsedomani
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domenica 24 gennaio 2016
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niente di che
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Film noioso, storia già ampiamente conosciuta e raccontata. Non è un documentario e non è un film.
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vincbini
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domenica 24 gennaio 2016
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la grande scommessa: vedere il film fino alla fine
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Film arido e noioso. Volevano farci capire cose complicate per noi non adusi al mondo della finanza e il risultato è fallito. Il ritmo del film è frenetico, il linguaggio incessantemente tecnico, con sparuti tentativi didascalici, ma zeppo di parolacce che sono l'unico stratagemma per rendere il tutto più vicino all'uomo della strada. Un film deve avere un linguaggio alla portata di tutti, altrimenti diventa una relazione tecnica. Anche un'indagine giornalistica, se lo vogliamo paragonare a questa, dovrebbe sforzarsi di arrivare al grande pubblico, se no dovremmo prima fare dei corsi master di finanza e poi andare a cinema o leggere i quotidiani. Ho visto altri film trattare lo stesso argomento, ma con una comprensibilità maggiore e una sottolineatura delle vicende umane (ciò che manca in questo film)che cattura lo spettatore, lo coinvolge emotivamente.
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Film arido e noioso. Volevano farci capire cose complicate per noi non adusi al mondo della finanza e il risultato è fallito. Il ritmo del film è frenetico, il linguaggio incessantemente tecnico, con sparuti tentativi didascalici, ma zeppo di parolacce che sono l'unico stratagemma per rendere il tutto più vicino all'uomo della strada. Un film deve avere un linguaggio alla portata di tutti, altrimenti diventa una relazione tecnica. Anche un'indagine giornalistica, se lo vogliamo paragonare a questa, dovrebbe sforzarsi di arrivare al grande pubblico, se no dovremmo prima fare dei corsi master di finanza e poi andare a cinema o leggere i quotidiani. Ho visto altri film trattare lo stesso argomento, ma con una comprensibilità maggiore e una sottolineatura delle vicende umane (ciò che manca in questo film)che cattura lo spettatore, lo coinvolge emotivamente. Insomma, film da perdere tranquillamente.
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astromelia
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venerdì 22 gennaio 2016
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in aggiunta
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vorrei inoltre aggiungere al mio commento che come sempre accade,i titoli di coda dei film inerenti lo stato attuale della storia in questione,non vengono mai tradotti in italiano,anche lì bisognerebbe avere la laurea in inglese sigh,lo trovo imbarazzante fare i sottotitoli ma non nel finale mah....
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astromelia
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venerdì 22 gennaio 2016
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per addetti ai lavori
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non credo sia fatto questo film per tutti,cioè la gente comune che intende andare al cinema e farsi due ore di una sana storia senza farsi uscire la materia cerebrale dal cervello,troppo matematico e insostenibile dal punto di vista sintetico, anche, ci vuole una laurea in economia finanziaria,infine troppo veloce senza respiro,mi aspettavo più comprensione nella stesura,è proprio vero che il mondo bancario è astruso ai più e tale rimarrà proprio per non far comprendere al povero cittadino inconsapevole cosa sta andando a fare entrando in una banca,ma se coloro i quali hanno visto il film e non hanno afferrato appieno la descrizione tramata,non devono essere considerati ignoranti,ma bensì meglio esserlo quasi che non incappare in scelte azzardate,tanto la storia delle truffe bancarie è cosa nota,basta leggere e se qualcuno vuole,informarsi.
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non credo sia fatto questo film per tutti,cioè la gente comune che intende andare al cinema e farsi due ore di una sana storia senza farsi uscire la materia cerebrale dal cervello,troppo matematico e insostenibile dal punto di vista sintetico, anche, ci vuole una laurea in economia finanziaria,infine troppo veloce senza respiro,mi aspettavo più comprensione nella stesura,è proprio vero che il mondo bancario è astruso ai più e tale rimarrà proprio per non far comprendere al povero cittadino inconsapevole cosa sta andando a fare entrando in una banca,ma se coloro i quali hanno visto il film e non hanno afferrato appieno la descrizione tramata,non devono essere considerati ignoranti,ma bensì meglio esserlo quasi che non incappare in scelte azzardate,tanto la storia delle truffe bancarie è cosa nota,basta leggere e se qualcuno vuole,informarsi....
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xerox
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giovedì 21 gennaio 2016
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avidità fa rima con stupidità...
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Veramente bello, questo The Big Short. Ormai il catalogo di films che trattano le crisi o meglio il funzionamento del più avanzato "turbocapitalismo" del mondo, quello americano, è più che nutrito: valga per tutti Wall Street con Douglas... The Big Short ci fa capire molto meglio di tanti altri films perchè prima o poi il turbocapitalismo americano, e noi appresso, andrà a sbattere su un solidissimo muro. E' solo questione di tempo... Questo capitalismo andrà a sbattere per il semplicissimo motivo che non ha nessuna regola... Non avere nessuna regola significa che gli uomini operano secondo natura, cioè mors tua, vita mea... Il mercato, ricordate: "Lo vuole il mercato!!!". La storia del capitalismo, dal '29 ad oggi, è la storia dell'avidità umana.
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Veramente bello, questo The Big Short. Ormai il catalogo di films che trattano le crisi o meglio il funzionamento del più avanzato "turbocapitalismo" del mondo, quello americano, è più che nutrito: valga per tutti Wall Street con Douglas... The Big Short ci fa capire molto meglio di tanti altri films perchè prima o poi il turbocapitalismo americano, e noi appresso, andrà a sbattere su un solidissimo muro. E' solo questione di tempo... Questo capitalismo andrà a sbattere per il semplicissimo motivo che non ha nessuna regola... Non avere nessuna regola significa che gli uomini operano secondo natura, cioè mors tua, vita mea... Il mercato, ricordate: "Lo vuole il mercato!!!". La storia del capitalismo, dal '29 ad oggi, è la storia dell'avidità umana. Uomini che in tutti i modi cercano di fottere (perdonatemi il termine, ma quando ce vò ce vò) altri uomini. E non gli basta mai: hanno 10 e vogliono 100, 1000 e vogliono un milione... Mi pare che nel nostro piccolo, in Italia ultimamente abbiamo avuto l'esempio di un uomo così... E' questa avidità infinita che porterà il capitalismo alla sua implosione. Fino a quando le masse umane decideranno di sopportare un sistema economico che ha al vertice un centinaio di persone che possiede più di tutto il resto dell'umanità messa insieme? Nota del film: ma avete notato come tutte queste persone che lavorano con i soldi SIANO INFELICI? Come dormono nei pavimenti in mezzo ai rifiuti, ma con gli immancabili monitors accesi 24/h al giorno? Sempre col fuoco sotto il sedere nella paura di perdere i loro ADORABILI SOLDI? E penso che la forza, la qualità del film consista nel fatto che non ci sia (forse Bale come eccezione) una star... Una storia veramente ed ottimamente corale.
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vincenzo ambriola
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giovedì 21 gennaio 2016
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finanza creativa
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Nel 2005 qualcuno aveva capito che stava per scoppiare una bolla speculativa legata ai mutui subprime, un'ottima occasione per far soldi sulla disonestà delle banche e la irresponsabilità di coloro che non aveva esitato a indebitarsi oltre misura. La bolla poi è veramente scoppiata e ne stiamo ancora subendo le conseguenze. Un film documentario, non facile da seguire per la materia trattata, nonostante gli sforzi per renderla comprensibile anche a chi non ha mai avuto la voglia e il tempo di approfondire gli aspetti profondi della finanza, specialmente quella creativa. I personaggi sfilano rapidamente, spesso esasperati nei loro aspetti comportamentali, come se per essere un ottimo analista finanziario sia necessario ascoltare musica rock a tutto volume o camminare scalzi in ufficio.
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Nel 2005 qualcuno aveva capito che stava per scoppiare una bolla speculativa legata ai mutui subprime, un'ottima occasione per far soldi sulla disonestà delle banche e la irresponsabilità di coloro che non aveva esitato a indebitarsi oltre misura. La bolla poi è veramente scoppiata e ne stiamo ancora subendo le conseguenze. Un film documentario, non facile da seguire per la materia trattata, nonostante gli sforzi per renderla comprensibile anche a chi non ha mai avuto la voglia e il tempo di approfondire gli aspetti profondi della finanza, specialmente quella creativa. I personaggi sfilano rapidamente, spesso esasperati nei loro aspetti comportamentali, come se per essere un ottimo analista finanziario sia necessario ascoltare musica rock a tutto volume o camminare scalzi in ufficio. Azzeccata l'idea di far rivolgersi direttamente al pubblico per illustrare passaggi e dettagli importanti, specialmente nel caso dei CDO sintetici descritti mediante la metafora del black jack.
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