maracaibo
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domenica 10 gennaio 2016
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cinema adrenalinico che sfocia in una noia mortale
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la regia è davvero scoppiettante ma dopo la prima mezz'ora il tema non cambia, un cumulo di bond e derivati che rimbalzano senza fine.
i dialoghi sono sempre gli stessi e la fine la sai già dato che paarlano della bolla immobiliare. continui a vedere un turbunio di immagini dialoghi forsennati e ti chiedi ...ma quando la smettono di ripetere le stesse cose e cambia il film. Alla fine termina e ti domandi : la grande scommessa è l'aver fatto recitare una folla d'attori l'elenco telefonico! sempre la stessa musica. CHE NOIA! Cristian Bale poi dovrebbe terminare di fare sempre lo stesso personaggio del disadattato psicopatico.
[+] no proprio no .... anche se capisco ...
(di joeblack080303)
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jaylee
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domenica 10 gennaio 2016
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manuale di finanza per dummies (siamo noi)
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“La Verità è come la Poesia. E alla maggior parte della gente la Poesia sta sulle palle”.
Questa frase, citata quasi all’inizio del film e, almeno a quanto riporta la citazione, è stata trovata nel bagno di un bar di Washington, racchiude in modo esemplare la grande illusione del sistema capitalistico occidentale, ovvero che tutti possano avere tutto, quando è chiaro e lampante anche ad un bambino che se vuoi un pezzo di torta più grande, qualcuno deve averne una più piccola. E se qualcuno la vuole cento, mille, un milione di volte più grande degli altri, qualcuno dovrà accontentarsi delle briciole o morire di fame.
Trama semplice: qualcuno si è accorto che banche, borse, politica, aziende di rating hanno escogitato un piano per fare soldi ai danni degli investitori ed iniziano ad accaparrarsi degli strumenti finanziari che frutteranno milioni quando il mercato scoppierà.
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“La Verità è come la Poesia. E alla maggior parte della gente la Poesia sta sulle palle”.
Questa frase, citata quasi all’inizio del film e, almeno a quanto riporta la citazione, è stata trovata nel bagno di un bar di Washington, racchiude in modo esemplare la grande illusione del sistema capitalistico occidentale, ovvero che tutti possano avere tutto, quando è chiaro e lampante anche ad un bambino che se vuoi un pezzo di torta più grande, qualcuno deve averne una più piccola. E se qualcuno la vuole cento, mille, un milione di volte più grande degli altri, qualcuno dovrà accontentarsi delle briciole o morire di fame.
Trama semplice: qualcuno si è accorto che banche, borse, politica, aziende di rating hanno escogitato un piano per fare soldi ai danni degli investitori ed iniziano ad accaparrarsi degli strumenti finanziari che frutteranno milioni quando il mercato scoppierà. Già sentita?
Curiosamente, proprio come le bolle finanziarie, sono ciclici i film che ci parlano di quanto siamo creduloni davanti alle istituzioni che niente producono eppure sono così rispettabili: le banche. E tutte le volte ci raccontano la stessa storia: sono crimini dove alla fine paga la vittima. Wall Street (1987), il caposaldo con Gordon Gekko profeta dell’avidità, e il suo seguito (2010), fino ai recenti Margin Call (che racconta esattamente la stessa storia, ma da un’altra angolazione) e The Wolf Of Wall Street.
Adam McKay dirige il suo primo film drammatico dopo qualche commedia e sceglie una tematica scomodissima, vedi la prima frase: cosa è veramente successo nel grande crollo finanziario del 2008, quello di cui stiamo appena rivedendo la luce alla fine del tunnel adesso? In che modo si stanno assicurando che quella crisi, che ha rovinato la vita di milioni di persone, e lasciato sulla strada altrettanti milioni non capiti mai più? Abbiamo imparato la lezione?
Visto che sappiamo la risposta, concentriamoci sul film, che davvero merita di essere visto: innanzitutto perché ci sono delle interpretazioni davvero splendide e con un lavoro di squadra ad orologeria, con una chimica tra i vari personaggi spettacolare: Christian Bale, il pazzo visionario che intravede tutto anni prima (e che paradossalmente ha un ‘occhio di vetro… ci verrebbe da dire che “In un mondo di ciechi un orbo è re.), , Ryan Gosling, il narratore del film, lo squalo con un gran senso dell’umorismo (la sua battuta: “se mi dici la differenza tra stupido e illegale, faccio arrestare mio cognato” ce la sentiremo parafrasata parecchie volte, ve lo assicuriamo); Steve Carell, anarchico investitore nichilista, alla seconda parte drammatica dopo Foxcatcher; e Brad Pitt, in una piccola ma significativa parte di quello che è uscito dal sistema.
Ma non illudiamoci: nessuno si salva. L’altro motivo per cui questo film merita di essere visto è per come l’orgia di numeri, definizioni finanziarie volutamente misteriose, smascheramenti di meccanismi di controlli finanziari incestuosi e inesistenti vengono raccontati con semplicità e in modo divertente (con alcuni simpaticissimi siparietti), ma la cosa peggiore è che nessuno -banche, agenzie di rating, la borsa - veramente nasconde niente, provare per credere su internet.
Come disse il campione dei mondo di poker, Amarillo Slim sul sedersi ad un tavolo di giocatori che non conosci: « Se nella prima mezzora non capisci chi è il pollo, allora il pollo sei tu. » (www.versionekowalski.it)
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marcobrenni
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domenica 10 gennaio 2016
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film coraggioso ma troppo tecnico
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Il film mi ha appassionato ed annoiato nel contempo: un fenomeno piuttosto raro. L'ambiente è ormai quello iper-nevrotico dell'alta finanza di Wall Street, un déjà vu dopo il "Lupo di Wall Street" di Scorzese. Qui però c'è il merito di essere più autentico e ben documentato sulle vere cause del disastro finaziario del 2008, perché si riferisce a fatti in gran parte avvenuti e quindi veri anche se un po' romanzati. Il film è ben costruito e recitato, però con un uso eccessivo del lessico tecnico-bancario che ai più risulta indigesto, poco comprensibile. Sembrerebbe quasi un film per soli addetti ai lavori (mondo della finanza); purtuttavia il regista è riuscito a dargli un taglio umano-vitalistico assai coinvolgente.
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Il film mi ha appassionato ed annoiato nel contempo: un fenomeno piuttosto raro. L'ambiente è ormai quello iper-nevrotico dell'alta finanza di Wall Street, un déjà vu dopo il "Lupo di Wall Street" di Scorzese. Qui però c'è il merito di essere più autentico e ben documentato sulle vere cause del disastro finaziario del 2008, perché si riferisce a fatti in gran parte avvenuti e quindi veri anche se un po' romanzati. Il film è ben costruito e recitato, però con un uso eccessivo del lessico tecnico-bancario che ai più risulta indigesto, poco comprensibile. Sembrerebbe quasi un film per soli addetti ai lavori (mondo della finanza); purtuttavia il regista è riuscito a dargli un taglio umano-vitalistico assai coinvolgente. Permette allo spettatore di cogliere perlomeno l'atmosfera da gran Casinò tipo Las Vegas che vige tuttora (!) nel mondo della speculazione finanziaria. Ci sono scommesse e contro-scommesse e persino scommesse su chi presumibilmente perderà di più e quindi si creano titoli come i "Credit Default Swaps" , cioé ostruzioni folli mai viste prima nel mondo della finanza internazionale. Lo spettatore come minimo uscirà dalla sala di proiezione del tutto sconcertato vista la vera follìa che impera a Wall Street , ma non solo : pure a Londra, Zurigo, Hong-Kong, Singapore ecc. Il peggio è che dopo il quasi totale crollo del mondo finanziario del 2008 , non se n'è tratta alcuna lezione (!) : tutto continua come prima e chi alla fine ci perderà , sarà sempre e solo pantalone, cioè il cittadino lavoratore onesto gabbato dall'alta finanza. Ma c'è di più: con l'entrata massiccia dei computer e dei mezzi di comunicazione multimediali (cellulari compresi), la velocità e il ritmo delle transazioni si è moltiplicato all'inverosimile. Questo mondo finanziario eternamente dopa to e sempre più velocizzato dall'informatica, è destinato solo a passare attraverso enormi bolle speculative, con conseguenti crisi stratosferiche e ciò a ritmi sempre più ravvicinati. In mancanza di una riforma globale del sistema finanziario, diventato vero e proprio "Gran Casinò mondiale" dopo la famigerata "Deregulation" selvaggiamente iperliberista scatenata dal duo Thatcher-Reagan, rassegniamoci pure al prossimo 2008 che avverrà di certo, già solo fra qualche anno. Comunque gli stati interverranno a salvare banche e cavoli e come sempre a spese di pantalone. Non se ne esce proprio.
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aigle des alpes
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domenica 10 gennaio 2016
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il migliore nel suo genere
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Ottimo film. Un bel montaggio alla Ocean's Eleven senza esagerazioni agiografiche, alla fine anche chi vince (e tanto) non esulta. McKay se la cava abbastanza bene con l’oggettiva difficoltà di mediare tra le esigenze del pubblico generalista e quello degli insider nello spiegare un cdo. I protagonisti non sono come al solito tagliati con l’accetta e gli spunti di riflessione non mancano. Il punto debole sono forse i dialoghi tra tecnici, nei quali tutti sono sempre troppo ingenui nello scoprire candidamente tutte le carte: ma anche si tratta di forzatura che va accettata affinché il film possa mantenere un ritmo accettabile. Conoscendo bene il mondo della finanza comunque trovo molto azzeccata la sua ricostruzione, dalle convention autoreferenziali alla considerazione che, oltre alla solita spregiudicatezza alla Gordon Gekko, ci sono anche tanta ingenuità (o stupidità, per usare la terminologia del film) e pressapochismo.
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Ottimo film. Un bel montaggio alla Ocean's Eleven senza esagerazioni agiografiche, alla fine anche chi vince (e tanto) non esulta. McKay se la cava abbastanza bene con l’oggettiva difficoltà di mediare tra le esigenze del pubblico generalista e quello degli insider nello spiegare un cdo. I protagonisti non sono come al solito tagliati con l’accetta e gli spunti di riflessione non mancano. Il punto debole sono forse i dialoghi tra tecnici, nei quali tutti sono sempre troppo ingenui nello scoprire candidamente tutte le carte: ma anche si tratta di forzatura che va accettata affinché il film possa mantenere un ritmo accettabile. Conoscendo bene il mondo della finanza comunque trovo molto azzeccata la sua ricostruzione, dalle convention autoreferenziali alla considerazione che, oltre alla solita spregiudicatezza alla Gordon Gekko, ci sono anche tanta ingenuità (o stupidità, per usare la terminologia del film) e pressapochismo... e che alla fine il sistema è marcio non tanto (o non solo) perché nelle stanze dei bottoni siedano i soliti cinque o sei supercomplottisti, ma perché dietro ci sono anche nutrite schiere di truppe cammellate che passano il tempo a cercare di rendere credibile (anche a loro stessi) la fuffa che li arrichisce.
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morganaeuropa
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domenica 10 gennaio 2016
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baby, e' solo economia, niente sentimenti sorry
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LA GRANDE SCOMMESSA - VOTO 8,5
Ogni tanto arriva in sala un film adrenalico, ipervitaminico, visionario, psichedelico, a tratti folle, irriverente, convincente. Se vi piazzate all'uscita del cinema invece vedrete il pubblico, gli Star War's Boys, uscire frastornati, increduli di quelle 2 ore e passa di grafici, obbligazioni, swop, cerebrolesi che passano la loro vita a fottersi l'uno con l'altro mentre c'è tanto altro da fare fuori da Wall Street, lavorare e divertirsi. E bofonchieranno : c'era un cast eccezionale e mi sono lasciato attirare ma non ho capito quasi nulla, continuavo a sbadigliare. Ma cos'era ? Fantascienza ? No, belli miei, la fantascienza è quella che ingurgitate voi in multisala, quella tanto tranquillizzante popolata di astronavi e buffe creature con faccette di animali che sparano in continuazione ma non muiono mai, come nei migliori cartoons.
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LA GRANDE SCOMMESSA - VOTO 8,5
Ogni tanto arriva in sala un film adrenalico, ipervitaminico, visionario, psichedelico, a tratti folle, irriverente, convincente. Se vi piazzate all'uscita del cinema invece vedrete il pubblico, gli Star War's Boys, uscire frastornati, increduli di quelle 2 ore e passa di grafici, obbligazioni, swop, cerebrolesi che passano la loro vita a fottersi l'uno con l'altro mentre c'è tanto altro da fare fuori da Wall Street, lavorare e divertirsi. E bofonchieranno : c'era un cast eccezionale e mi sono lasciato attirare ma non ho capito quasi nulla, continuavo a sbadigliare. Ma cos'era ? Fantascienza ? No, belli miei, la fantascienza è quella che ingurgitate voi in multisala, quella tanto tranquillizzante popolata di astronavi e buffe creature con faccette di animali che sparano in continuazione ma non muiono mai, come nei migliori cartoons. Questa è invece la realtà, quella che ignoriamo dal basso della nostra suprema ignoranza, l'economia con la e minuscola, sangue e merda che defluiscono come un mefitico blob dai grattacieli immacolati e che non piace a nessuno ma dove qualcuno si arricchisce, molti altri si rovinano. Quella che potrebbe farvi capire come mai il vostro padrone vi ha dovuto licenziare o perchè le vostre 'sicurissime' obbligazioni subordinate non valgono più una cippa e ora piangete, come dei coglioni. Ma è intrattenimento ? Non sarebbe bastato un bel documentario su History Channel ? E' grandissimo intrattenimento, è ritmo infernale, momenti di improvvisa comprensione e nuovi salti nel nulla, è logica e illogica allo stesso tempo. E' cinema quanto il rap è musica. Sono parole. Parole di vita e di morte. Eccezionali e mostruose.
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[+] condivido il giudizio non la recenzione.
(di joeblack080303)
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[+] evvaiiiiiiiiiiiiii
(di maynardi araldi)
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[+] fantastico il paragone col rap
(di gabrykeegan)
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g.m.87
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domenica 10 gennaio 2016
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troppo tecnico
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Ho appena visto questo film al cinema e devo dire che, come si capisce già dal titolo del mio commento, l'ho trovato veramente troppo tecnico. Usano un linguaggio che solo chi sa qualcosa di economia capisce. Per mia fortuna sono andata a vederlo con un'amico che su questo argomento ci ha scritto la tesi di laurea e che, alla fine del film, mi ha spiegato in altre parole un pò più chiare e semplici tutti i meccanismi di questo sistema. Ma se non sai niente di economia, non capirai niente. Ma nonostante questo grosso disagio, devo dire che non mi ha annoiata per niente (sarò che mi arrovellavo il cervello per saltarci fuori e capire qualcosa).
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matteocorre
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sabato 9 gennaio 2016
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una scossa elettrica.
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Ieri sono andato a vedere questo film al cinema, che cosa posso dire? Sono rimasto elettrizzato all'uscita dalla sala ripensando a cosa ho visto li dentro. Guardando il trailer mi aspettavo di vedere un film diverso probabilmente, forse un poco più commedia e meno drammatico? Invece no , Adam Mckay descrive la cruda realtà dei fatti che sono accaduti nel 2008, ma non per questo il film non fa ridere, infatti molte scene anche se sono drammatiche riescono ad avere anche un contorno comico dando al film una potenza assoluta.
Il cast di questo film è eccezionale con un Christian Bale fenomenale e un Steve Carell immerso completamente nel clima di wall street, da notare anche la superba prova di Ryan Gosling decisamente il personaggio più simpatico e più avido della storia, ottima la prestazione di Brad Pitt anche se essendo ai margini della storia non ha molte battute da recitare.
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Ieri sono andato a vedere questo film al cinema, che cosa posso dire? Sono rimasto elettrizzato all'uscita dalla sala ripensando a cosa ho visto li dentro. Guardando il trailer mi aspettavo di vedere un film diverso probabilmente, forse un poco più commedia e meno drammatico? Invece no , Adam Mckay descrive la cruda realtà dei fatti che sono accaduti nel 2008, ma non per questo il film non fa ridere, infatti molte scene anche se sono drammatiche riescono ad avere anche un contorno comico dando al film una potenza assoluta.
Il cast di questo film è eccezionale con un Christian Bale fenomenale e un Steve Carell immerso completamente nel clima di wall street, da notare anche la superba prova di Ryan Gosling decisamente il personaggio più simpatico e più avido della storia, ottima la prestazione di Brad Pitt anche se essendo ai margini della storia non ha molte battute da recitare.
L'unico difetto che posso trovare a quest'opera sono i dialoghi che descrivono i vari termini che le banche e le società di rating usano per far crollare il sistema, per il resto direi che le 2 ore di questo film scorrono velocemente.
Perchè vedere questo film? Bisogna vedere questo film per il semplice fatto che descrive l'avidità dell'essere umano, (Banche, Società di Rating , Wall street) in tutta la sua totale demenza , dove l'unica legge che conta è quella del profitto, ci disegna con potenza le caratteristiche dei personaggi e le loro drammatiche vicende (Steve Carell su tutti) e riesce a farti immergere completamente dentro la storia grazie alla regia perfetta di McKay.
Voto 4 stelline.
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flaw54
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sabato 9 gennaio 2016
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film per iniziati
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È un film per chi capisce qualcosa di economia e dunque difficile da comprendere per lo spettatore medio ( io per esempio non ho ben compreso molte parti), ma indubbiamente molto utile, perchè emerge un fatto inequivocabile e di grande attualità: le banche sfruttano il denaro degli investitori disinteressandosi del tutto di ciò che accadrà loro. Forse dobbiamo ritornare a mettere il denaro sotto il materasso? Il messaggio sembra essere questo. Per ik resto il film prende il taglii di un finti documentarioed alterna momenti brillanti ad altri più monotoni. Ben rappresentati i personaggi ( a parte quello interpretato da Bale
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leonard moonlight
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sabato 9 gennaio 2016
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la grande scommessa? vinta!!!
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Ho dato 5 stelle a questo film, non perchè sia un capolavoro, (anzi tutt'altro), ma perchè lo considero un film che nel bene e nel male va visto.
Mentre 'The Wolf Of Wall Street' voleva mettere in luce gli eccessi e gli aspetti poco etici del mondo della finanza ma da un punto di vista prettamente cinematografico e umano, senza cercare di spiegare come funziona realmente il mondo degli affari ma volendo solo suscitare emozioni forti e spettacolarizzarle mostrando i deliri di onnipotenza dei personaggi, e Inside Job cerca di spiegare il crollo di Wall Street del 2008 con interviste e spiegazioni focalizzandosi sui temi e la connivenza di un certo sistema istituzionale-bancario, questo film si pone a metà tra i due cioè tra il documentario e la commedia nera.
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Ho dato 5 stelle a questo film, non perchè sia un capolavoro, (anzi tutt'altro), ma perchè lo considero un film che nel bene e nel male va visto.
Mentre 'The Wolf Of Wall Street' voleva mettere in luce gli eccessi e gli aspetti poco etici del mondo della finanza ma da un punto di vista prettamente cinematografico e umano, senza cercare di spiegare come funziona realmente il mondo degli affari ma volendo solo suscitare emozioni forti e spettacolarizzarle mostrando i deliri di onnipotenza dei personaggi, e Inside Job cerca di spiegare il crollo di Wall Street del 2008 con interviste e spiegazioni focalizzandosi sui temi e la connivenza di un certo sistema istituzionale-bancario, questo film si pone a metà tra i due cioè tra il documentario e la commedia nera.
Si percepisce durante il film è che il regista sia un comico, e le battute e l'utilizzo dell'umorismo contribuisce sicuramente a rendere il film più accessibile.
Vorrei fare alcune critiche al film per sottolineare pecche che possono essere evidenti, ma che secondo me non influiscono sul valore complessivo del film, che è comunque interessante e godibile.
Le parti criticabili del film possono essere:
- Non sempre impeccabile il montaggio, e le scelte delle inquadrature e dei primi piani che sicuramente potevano essere migliori.
- Dovrebbero esserci dei problemi di traduzione delle frasi, per esempio la citazione iniziale del film, precisamente quella di Mark Twain, per come è stata tradotta nel film, è priva di senso.
- La sceneggiatura ha un andamento altalenante, dove discorsi efficaci e dialoghi ben scritti si alternano a vecchie battute e gag davvero banali e già viste.
- Dialoghi a volte un pò troppo complessi, per chi non ha già alcune conoscenze di base sui fatti della crisi del 2007-2008.
- La visione politica degli autori viene fuori e questo può essere poco apprezzato da alcuni. Personalmente apprezzo quando un autore si espone.
Ma se da un punto di vista tecnico il film poteva essere migliorabile, credo che i registi e gli sceneggiatori siano riusciti comunque nei loro intenti, quello di rendere accessibile un film che tratta tematiche complesse e non convenzionali.
Questo film dimostra che il cinema a suo modo può raccontare anche temi importanti e soprattutto scomodi e può farlo senza spiegare per filo e per segno i fatti nella loro complessità ma trascinando lo spettatore grazie anche alla bravura degli attori, nelle situazioni e nelle storie dei personaggi per lasciare qualcosa nello spettatore e renderlo comunque più consapevole di prima.
Confido in qualche riconoscimento, anche se il tema scomodo potrebbe far si che sia snobbato da un certo tipo di critica più politicizzata e legata ai poteri forti e sono convinto che la risonanza che ha avuto sia merito del cast stellare, Brad Pitt, Christian Bale, Steve Carrell, Ryan Gosling, ma ce ne sono anche altri di attori importanti maschili e femminili.
Spero che questo film possa aprire le porte in futuro ad altri film di questo tipo.
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mario nitti
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venerdì 8 gennaio 2016
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e' facile fregare chi rinuncia a capire
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“Siamo in crisi…” Quante volte abbiamo sentito questa frase? Ma quando è iniziata la crisi? Perché? Come?
Questo film lo racconta attraverso la storia, vera, di alcuni investitori americani che capiscono cosa sta succedendo e scommettono sul fallimento dell’economia guadagnando miliardi di dollari.
Ottima regia, molto originale, che a tratti fa sembrare tutto un documentario, inserendo spiegazioni sui dettagli tecnici di quanto sta avvenendo. Ottimi anche gli attori: il film annocera nel cast molte stelle di prima grandezza. Un film “importante” perché guarda dentro il mondo dell’economia e svela i meccanismi che più di quelli della politica determinano la qualità delle nostre vite.
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“Siamo in crisi…” Quante volte abbiamo sentito questa frase? Ma quando è iniziata la crisi? Perché? Come?
Questo film lo racconta attraverso la storia, vera, di alcuni investitori americani che capiscono cosa sta succedendo e scommettono sul fallimento dell’economia guadagnando miliardi di dollari.
Ottima regia, molto originale, che a tratti fa sembrare tutto un documentario, inserendo spiegazioni sui dettagli tecnici di quanto sta avvenendo. Ottimi anche gli attori: il film annocera nel cast molte stelle di prima grandezza. Un film “importante” perché guarda dentro il mondo dell’economia e svela i meccanismi che più di quelli della politica determinano la qualità delle nostre vite. Però è anche un film difficile: per quanto si sforzi di spiegare chiaramente gli eventi lo spettatore che non ha un minimo di idea di cosa sia il mercato dei titoli rischia di non capire il senso di quello che vede e, come i quattro tredicenni che, seduti nella della fila davanti alla mia hanno passato il secondo tempo a giocare con il telefonino, essere costretto a gettare la spugna. Ma non è questo quello che spera chi controlla l’economia? E’ facile fregare chi non capisce come lo stai fregando.
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[+] impedire all'uomo di ragionare
(di andrejuve)
[ - ] impedire all'uomo di ragionare
[+] la crisi finanziaria si fa cinema morale d qualità
(di antonio montefalcone)
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