"I morti sono vivi"
Si apre con questa citazione il 24esimo film sull'agente segreto più famoso e amato del pianeta; in questa sua ultima pellicola nei panni di James Bond, Daniel Craig deve affrontare una società segreta a cui sono stati attribuiti gli ultimi attentati sparsi per il globo; un oscuro segreto, celato nel suo passato, verrà a galla e spingerà 007 a un viaggio tra ricordi, rimpianti e scelte che potranno cambiare il suo futuro. Nonostante le alte aspettative e presupposti che facevano ben sperare il secondo Bond-movie di Mendes piace ma non convince fino in fondo. Intendiamoci, l'impronta del regista britannico si sente eccome: il sodalizio con thomas newman per la colonna sonora giova al film come non mai nei momenti chiave e la fotografia è a tratti spettacolare e colonna portante del film.
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"I morti sono vivi"
Si apre con questa citazione il 24esimo film sull'agente segreto più famoso e amato del pianeta; in questa sua ultima pellicola nei panni di James Bond, Daniel Craig deve affrontare una società segreta a cui sono stati attribuiti gli ultimi attentati sparsi per il globo; un oscuro segreto, celato nel suo passato, verrà a galla e spingerà 007 a un viaggio tra ricordi, rimpianti e scelte che potranno cambiare il suo futuro. Nonostante le alte aspettative e presupposti che facevano ben sperare il secondo Bond-movie di Mendes piace ma non convince fino in fondo. Intendiamoci, l'impronta del regista britannico si sente eccome: il sodalizio con thomas newman per la colonna sonora giova al film come non mai nei momenti chiave e la fotografia è a tratti spettacolare e colonna portante del film. Le atmosfere, la pigmentazione, i colori e le splendide location (tra cui Roma) hanno impreziosito la pellicola come nel precedente capitolo; Lo stile briths, l'autoironia di Bond e l'irresistibile fascino di 007 hanno poi fatto il resto. Eppure Sam Mendes non osa come ha invece sempre fatto nella sua carriera (vedi American Beauty). La narrazione è un po' troppo fiacca e alcuni dialoghi scontati e pieni di cliché hanno rischiato di rovinare tutto quello che di buono è stato fatto; a rafforzare questa tesi la pessima scelta delle Bond Girl: Monica Bellucci è tanto brava quanto poco credibile, mentre Lea Seydoux non è sicuramente sui livelli della connazionale Eva Green (prima fiamma di 007, alias Vesper). Christoph Waltz, il villain, rievoca uno storico nemico dell'agente britannico, impersonato in classico stile Waltz, ma rimane comunque la sensazione che si potesse fare di più. Il film in se parte bene, benissimo, per poi piano iniziare una discesa che lo porta ad una (leggera) caduta di stile. Non rimane che salutare uno dei Bond migliori, più misteriosi e complessi mai creati sul grande schermo con un bel film, ma con quella sensazione di non avergli dato il giusto tributo.
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[+] stile bond? stile pacchiano quanto la sigla.
(di dr. stranamore)
[ - ] stile bond? stile pacchiano quanto la sigla.
[+] concordo
(di flaw54)
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