martinscorsese
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domenica 20 dicembre 2015
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woody torna alla commedia/thriller
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Irrational man è un bel film, con tutte le qualità che un bel film deve avere, dalla buona interpretazione degli attori su cui spicca un ottimo J.Phoenix, alla fotografia luminosa di Khondji. Insomma un buon film, in parte sorprendente, dall' altra cinico e divertente.
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lomax
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domenica 20 dicembre 2015
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caro woody questo e' un grosso buco nell'acqua
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Veramente non mi spiego un film del genere da parte di Woody Allen. Inutile e monotono per un'ora abbondante che trascorre stancamente tra il fastidioso e autodistruttivo autolesionismo del protagonista e i pruriti sessuali post adolescenziali di una studentessa infatuata del suo professore, come nelle più scontate commediole a cui mai mi sarei aspettato dal regista far ricorso perchè evidentemente a corto di idee, per giungere poi ad un finale pseudo-drammatico dove tenta di ispirarsi, in parte, a 'Match Point', film di tutt'altro spessore. Ahimè caro Woody, hai fatto un grosso buco nell'acqua.
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vanessa zarastro
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domenica 20 dicembre 2015
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eros e tanatos?
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"Irrational man" è un film “carino”, un’ennesima prova della professionalità di Allen anche quando si cimenta in tematiche più importanti. Ritmo incalzante, panorami bellissimi, descrizione appropriata di milieu bene americano non meno conformista degli altri. Musiche efficaci dal jazz ai preludi di Bach. Però nonostante le tematiche trattate non induce alla riflessione e scorre via agevolmente. Del resto negli ultimi 23 anni Allen ha girato 23 film!
Abe Lucas è un professore di filosofia che è il ritratto del classico intellettuale impegnato politicamente (quante marcie e manifestazioni ha fatto!) partecipando a varie spedizioni umanitarie, alla ricerca di uno scopo nella vita che non sia un’ennesima elucubrazione mentale con cui fare un ulteriore libro.
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"Irrational man" è un film “carino”, un’ennesima prova della professionalità di Allen anche quando si cimenta in tematiche più importanti. Ritmo incalzante, panorami bellissimi, descrizione appropriata di milieu bene americano non meno conformista degli altri. Musiche efficaci dal jazz ai preludi di Bach. Però nonostante le tematiche trattate non induce alla riflessione e scorre via agevolmente. Del resto negli ultimi 23 anni Allen ha girato 23 film!
Abe Lucas è un professore di filosofia che è il ritratto del classico intellettuale impegnato politicamente (quante marcie e manifestazioni ha fatto!) partecipando a varie spedizioni umanitarie, alla ricerca di uno scopo nella vita che non sia un’ennesima elucubrazione mentale con cui fare un ulteriore libro. Spiega agli studenti del college le teorie de Kant e di Kirkegaard un po’ a modo suo, tra il trasgressivo e l’informale.
Disilluso da varie esperienze negative come la morte in Irak del suo migliore amico e l’abbandono della moglie, demotivato in ogni sua azione, Abe affoga nell’alcool la sua depressione.
Corteggiato da Rita Richards (Parker Posey) una collega passionale con un grande desiderio (amore e lussuria) di fuga e dalla sua studentessa talentuosa Jill Pollard (Emma Stone), riuscirà a capovolgere la sua apatia attraverso un fatto astruso: la programmazione di un omicidio che dovrebbe rivelarsi perfetto. Abe si auto-investe del ruolo di giustiziere reputando “morale” far fuori un giudice non imparziale (forse corrotto) che stava per emettere una sentenza ingiusta contro una mamma con due bambini piccoli. Quindi fare del bene compiendo il male (Hanna Arend?). Ritrova con questo tutta la gioia di vivere, il piacere dei sensi, il risveglio dell’eros.
Varie altre vicende - compreso un finale alla Dino Risi - trovano il giusto scenario nel campus dell’University of Rhode Island,.
“Irrational Man” non può non evocare “Match Point”, un’altra prova di Woody Allen tra amori e omicidi premeditati ma a mio avviso era meglio perché c’era una maggior critica sociale – non a caso lo aveva ambientato in Inghilterra – e più riferimenti e citazioni (Alfred Hitckoch su tutti).
Bravi i protagonisti, specialmente Joaquin Phenix, ingrassato quel tanto da avera la pancetta del bevitore e con un’aria sempre un po’ stonata.
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[+] può essere eros e tanatos,
(di gpistoia39)
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maumauroma
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sabato 19 dicembre 2015
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irrational man
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Se siete stanchi della vostra vita, in preda alla depressione, svuotati di ogni interesse, vittime di una incipiente e imprevista impotenza sessuale,forse una soluzione c'e' per dare un nuovo motivo di esistere, un nuovo slancio vitale, un nuovo lustro alle vostre passioni: progettare ed eseguire l'uccisione di qualcuno,magari a fin di bene. E'quello che capita a Abe Lucas,fascinoso professore di filosofia presso un college americano,con un trascorso che lo ha svuotato di ogni energia vitale e costretto a un eccessivo consumo di alcol.Tra una lezione sul principio della morale di Kant, sul pessimismo di Kirkegaard, sull'importanza della casualita' nell'esistenza umana di Sartre, trova il modo di farsi sedurre da insegnanti e allieve,senza pero' trovare una soluzione al suo male di vivere; finche' il Caso ci mettera' lo zampino,coinvongendolo in una esperienza imprevista e imprevedibile,che gli dara' si una rinnovata voglia di vivere, ma che lo portera'inevitabilmente a uno scontro morale con la coscienza collettiva e alla sua fine .
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Se siete stanchi della vostra vita, in preda alla depressione, svuotati di ogni interesse, vittime di una incipiente e imprevista impotenza sessuale,forse una soluzione c'e' per dare un nuovo motivo di esistere, un nuovo slancio vitale, un nuovo lustro alle vostre passioni: progettare ed eseguire l'uccisione di qualcuno,magari a fin di bene. E'quello che capita a Abe Lucas,fascinoso professore di filosofia presso un college americano,con un trascorso che lo ha svuotato di ogni energia vitale e costretto a un eccessivo consumo di alcol.Tra una lezione sul principio della morale di Kant, sul pessimismo di Kirkegaard, sull'importanza della casualita' nell'esistenza umana di Sartre, trova il modo di farsi sedurre da insegnanti e allieve,senza pero' trovare una soluzione al suo male di vivere; finche' il Caso ci mettera' lo zampino,coinvongendolo in una esperienza imprevista e imprevedibile,che gli dara' si una rinnovata voglia di vivere, ma che lo portera'inevitabilmente a uno scontro morale con la coscienza collettiva e alla sua fine .Il tema del significato della vita umana e soprattutto della suo inevitabile epilogo torna prepotente in quest'ultimo film di Woody Allen,che non e' tra i suoi migliori,ma che comunque sempre affascina e coinvolge per la sicurezza della regia,per la capacita' innata di sublimare il dramma in ironia,per riuscire a farci sempre riflettere,uscendo dalla sala, sul significato delle nostre vite.Come sempre esemplare l'interpretazione di Joachin Phoenix(stavolta con il fascino appena offuscato da una incipiente pancetta,),mentre Emma Stone,seppur brava, sembra ormai recitare quasi esclusivamente con gli occhioni azzurri.Bella,come sempre accade nei film del regista newyorkese,la colonna sonora.
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[+] un teorema dostoevskiano secondo allen
(di antonio montefalcone)
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goldy
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sabato 19 dicembre 2015
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nulla di nuovo
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Il film mi è piaciuto per le solite motivazioni che mi fanno amare Woody Allen: il ritmo, la fluidità , le battute sullo sfondo di un mondo spogliato da ideologie , moralismi o illusioni. Lavorando sempre in un identico contesto Allen ha ormai raggiunto la perfezione narrativa. Profondamente convinto che viviamo in un mondo vuoto di significato mi sembrava che con il suo film del 2009 "Basta che funzioni" fosse arrivato a un traguardo definitivo dove morale, filosofia, significato, senso trovavano una sua definitiva affermazione nella conclusione: tutto va bene se ci rende felici, e sereni ma smettiamola di cercare significati.
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Il film mi è piaciuto per le solite motivazioni che mi fanno amare Woody Allen: il ritmo, la fluidità , le battute sullo sfondo di un mondo spogliato da ideologie , moralismi o illusioni. Lavorando sempre in un identico contesto Allen ha ormai raggiunto la perfezione narrativa. Profondamente convinto che viviamo in un mondo vuoto di significato mi sembrava che con il suo film del 2009 "Basta che funzioni" fosse arrivato a un traguardo definitivo dove morale, filosofia, significato, senso trovavano una sua definitiva affermazione nella conclusione: tutto va bene se ci rende felici, e sereni ma smettiamola di cercare significati. Mi sembrava un messaggio da condividere , liberatorio.
Con Irrational man ribadisce il già detto e ridetto , mette in evidenza la dicotomia e l'inconciliabilità tra teoria filosofica e realtà riferendosi esplicitamente a Hegel.
Quindi il suo personaggio (che è lui) fa un passo avanti e d è pronto per affrontare la morte che vive come atto finale che porta a conclusione tutti i conflitti che non ci è dato poter risolvere altrimenti. Insomma esorcizza la paura e sono molto convinta che abbia ragione.-
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miguel angel tarditti
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sabato 19 dicembre 2015
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woody y su “irrational man”
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En el epitafio de la tumba de Kant se lee:
“El cielo estrellado sobre mí, y la ley moral en mi”.
Woody y su “Irrational man”
Film Usa 2015
No me gusta no coincidir con Woody Alen, porque lo considero una de las mentes más claras, inteligentes e irónicas de este siglo cinematográfico internacional.
Aun cuando este trabajo sea un thriller. Me gustan los thillers cuando tienen algo más que muertes y misterios de muertes. Cuando tienen algún contenido, como esperaba de Woody. Y no creo que no haya sido su intención en este su último trabajo.
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En el epitafio de la tumba de Kant se lee:
“El cielo estrellado sobre mí, y la ley moral en mi”.
Woody y su “Irrational man”
Film Usa 2015
No me gusta no coincidir con Woody Alen, porque lo considero una de las mentes más claras, inteligentes e irónicas de este siglo cinematográfico internacional.
Aun cuando este trabajo sea un thriller. Me gustan los thillers cuando tienen algo más que muertes y misterios de muertes. Cuando tienen algún contenido, como esperaba de Woody. Y no creo que no haya sido su intención en este su último trabajo.
Porque seguramente hay en el film, una lectura que pasa por la moral, por la ética: es el protagonista (Joaquín Phoenix) un reconocido profesor de filosofía, que está pasando por una profunda depresión o crisis existencial.
En breves momentos, delante de sus alumnos, nos dará pantallazos de algunos grandes pensadores como Kant, Kirckegaard, Sartre, que de la existencia humana han tenido interesantes posiciones.
Desde la ley moral de Kant, a la angustia que soporta nuestra vida según Kirchegaard, hasta las dificultades existenciales que recorre la visión de Sartre, para mencionar algo de lo que incluye Woody Alen en su film.
Por lo cual la intención del autor y director no defrauda, ya nos tiene acostumbrados, es profundo.
Solo que esta vez se olvidó de su humorismo y de la dosis justa de ironía como acostumbra.
Aparecen muy poco, y para peor, el libro tiene ciertas forzaturas de situaciones, según mi parecer, que le quitan la credibilidad que se necesita para provocarnos una acción reflexiva que nos comprometa como hombres, esa posibilidad de identificarnos o no, con esa convención que estoy viendo y que me debe proporcionar alguna compresión de la conducta existencial humana.
De aprobación o de rechazo.
Llega con claridad, para ser honesto, una línea ideológica que sostiene la necesidad de actuar del hombre sin dormirse en la pasividad de la teoría, pero no me llega con tanta claridad la reacción moral del personaje protagonista.
La filosofía que proponer ese profesor a sus alumnos y que debe ser también modelo, debe poder ser verificable en la realidad, en la vida, porque ese es el objetivo de la gran filosofía: ayudarnos a transitar nuestro tiempo con la menor angustia kirkegaardiana posible, con una profunda relación existencial sartiana, y sintiendo que el cielo estrellado me protege, y protege una ley moral que me hace un ser humano digno del vivir mi propia existencia.
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isin89
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venerdì 18 dicembre 2015
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allen e gli omicidi
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Woody Allen torna e ci riprova in questo 2015 targato omicidio, amori e tradimenti, teorie filosofiche da poeti maledetti e bizzarri aforismi sul sesso. Ma è il peccato di Caino a prevalere dominando interamente la scena del suo ultimo film, Irrational Man. Allen non è certo estraneo a tali tematiche e alcuni dei suoi esperimenti passati ne sono la prova. Ci aveva provato nei capolavori Crimini e Misfatti e Match Point, nei quali i rispettivi protagonisti Martin Landau e Johnatan Rhys Meyers erano costretti a convivere con un opprimente peso sulla coscienza, logorati dalle colpe di cui si erano macchiati. Poi fu la volta del mediocre Sogni e Delitti, nel quale gli ottimi presupposti di partenza non hanno trovato il favore di una regia all'altezza del compito.
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Woody Allen torna e ci riprova in questo 2015 targato omicidio, amori e tradimenti, teorie filosofiche da poeti maledetti e bizzarri aforismi sul sesso. Ma è il peccato di Caino a prevalere dominando interamente la scena del suo ultimo film, Irrational Man. Allen non è certo estraneo a tali tematiche e alcuni dei suoi esperimenti passati ne sono la prova. Ci aveva provato nei capolavori Crimini e Misfatti e Match Point, nei quali i rispettivi protagonisti Martin Landau e Johnatan Rhys Meyers erano costretti a convivere con un opprimente peso sulla coscienza, logorati dalle colpe di cui si erano macchiati. Poi fu la volta del mediocre Sogni e Delitti, nel quale gli ottimi presupposti di partenza non hanno trovato il favore di una regia all'altezza del compito.
Il comico newyorchese torna alla ribalta offrendo una rivisitazione generale delle suddette pellicole all'interno di una commedia che fatica a convincere e a guadagnarsi le attenzione che giustamente meriterebbe. La trama semplice è costituita dalla solita miscela di amore e sesso, tradimenti e colpe, tutto dosato in un un minestrone esistenziale infarcito di citazioni colte e raffinate ma a tratti un po' ripetitive. A convincere sono invece i due protagonisti, un Joaquin Phoenix e una Emma Stone assolutamente in parte, caratterizzati molto bene dalla penna raffinata del regista americano. Phoenix interpreta un cinico professore universitario di filosofia che grazie al potente charme e all'eterna pancia alcolica fa innamorare senza troppa fatica chiunque gli capiti a tiro. Il personaggio di Emma Stone è una delle studentesse del corso, una ragazza allegra e solare, raffinata e molto intelligente che grazie alle minuziose attenzioni donatele dal regista trasuda di una carica sensuale senza paragoni.
Allen struttura il film in due blocchi ben definiti, alternando a una prima parte pressoché romantica una seconda dai toni decisamente più drammatici. Fino alla prima metà Irrational Man si presenta come una storia di amori proibiti costellata da bizzarre avventure sessuali e riflessioni confusionarie sulle teorie di Kierkegaard e Dostoevskiy. Lo snodo narrativo, inaspettato e del tutto casuale, arriva durante un pomeriggio di sole con i nostri due lovers seduti a una tavola calda della città. Bastano pochi secondi per trasformare il film in un giallo misterioso e “irrazionale” dove a farla da padrone è ancora una volta un omicidio e tutto ciò che ne consegue.
Interessante è soprattutto l'ambivalenza con la quale Allen caratterizza i due protagonisti, giocando per tutto il film sulla dualità tra personaggio negativo e positivo. Nella prima parte Joaquin Phoenix è presentato come una persona depressa dedita all'alcolismo, è estremamente scontento e insoddisfatto della vita ma lo spettatore non fatica troppo a riconosce in lui un personaggio positivo e simpatico. Emma Stone è bella come il sole, giovane e piena di vita ma spesso e volentieri alcuni suoi comportamenti vengono recepiti in modo negativo, facendo di lei un personaggio non sempre simpatico. A seguito dell'omicidio i loro ruoli cominciano poco a poco ad invertirsi fino alla scena finale che rappresenta lo stravolgimento definitivo. L'insegnante drogato di vitalità, felice ed intraprendente, si rivela essere un ignaro assassino e una persona pericolosa mentre la giovane studentessa, vittima impaurita delle follie del suo insegnante, esce di scena vittoriosa, premiata dal fato per la sua morale corretta (si ritorna al discorso della fortuna analizzato in Match Point).
Il tema della morte, spesso al centro delle pellicole di Woody Allen, è trattato ancora una volta in maniera decorosa nonostante vengano ripetuti molti degli aspetti già analizzati in passato. Il senso di colpa dostoevskijano, entità costante in Allen, è in quest'occasione assente, sostituito da un senso di fiducia e sicurezza nei confronti delle proprie azioni. Contrariamente alla triade Landau-Rhys Meyers-Farrell, il personaggio di Phoenix non vi è afflitto ma al contrario ne trae vigore e beneficio.
La fine di una vita, quella del giudice-vittima, diviene automaticamente (ri)nascita per un'altra, quella del protagonista stesso. L'omicidio non è più tormento e oppressione ma diventa in questo caso dispensatore di buone intenzioni e buoni propositi che permetteranno a Phoenix di ritrovare la voglia di vivere. Nell'estremo finale del film Allen decide di punire definitivamente il suo peccatore rendendolo vittima dell'inesorabilità del caso. A essere punita è probabilmente la presunzione che giustifica l'atto stesso, mossa da un movente pressoché inesistente. Il regista pone particolare attenzione alla natura morale dell'omicidio, se considerarlo effettivamente un atto sbagliato e immorale o scegliere di giustificarlo sulla base delle proprie motivazioni. Fino a che punto l'omicidio può essere considerato immorale se la vittima designata è qualcuno che merita la morte? Non c'è nessuna legge apparente che regola la morale dell'uomo e nemmeno il suo destino, né esiste una forza suprema che stabilisce cosa sia giusto o sbagliato in un mondo in cui tutto è abbandonato al caso. Allen sembra suggerirci l'idea di una sottile linea che divide giusto e sbagliato, morale e immorale, ed è proprio a causa di ciò che i due estremi finiscono spesso per confluire e mescolarsi, fino a che risulta quasi impossibile distinguerli.
Nonostante siano numerosi gli aspetti positivi il film sa di già visto, puzza di storia passata che ormai stenta a trovare qualcosa di nuovo da dire. Aggrappandosi astutamente alle glorie vissute, Allen giostra con mano esperta il tutto offrendo ancora una volta una regia precisa e ordinata ma che si ferma al dovuto richiesto. A tratti stanco e privo di privo di idee originali finisce per (ri)copiare sé stesso apprestandosi ancora una volta a trattare argomenti ampiamente discussi senza trovare nuovi spunti da proporre. Anche la storia, se pur a tratti interessante e bizzarra, non soddisfa a pieno le aspettative e finisce per sembrare una minestra riscaldata. Nota di merito per le musiche, come sempre eccellenti nei film di Allen, e a The In Crowd di Ramsey Lewis, motivo trainante dall'inizio alla fine. Questo non basta a rendere giustizia a un film che avrebbe potuto dare molto di più. Ma dopo cinquant'anni di carriera e quarantacinque film alle spalle certe sviste sono più che comprensibili e soprattutto perdonabili. Ci si aspetta sempre il meglio da un genio come Woody Allen ma ci riteniamo soddisfatti anche dei prodotti meno riusciti perché in ogni caso sappiamo che stiamo osservando del cinema colto ed intelligente come solo lui è in grado di fare.
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(di gpistoia39)
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francesca
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giovedì 17 dicembre 2015
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l'irrazionalità del caso
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Joaquin Phoenix è l'uomo irrazionale,più nichilista che mai, e insegna filosofia in un' Università in cui si è appena trasferito. Questa cittadina lo accoglie a braccia aperte: una professoressa che cerca in lui una via di fuga dalla quotidianità di un matrimonio infelice e una studentessa,Emma Stone, che si infatua totalmente di lui. Questi personaggi fanno da sfondo a una commedia dai tanti richiami al celebre romanzo "delitto e castigo" di Dostoevskij. Il professore, che dopo una vita dedita alla ricerca di dare un senso alle idee,tra fare proteste, ambire a rivoluzionare il mondo e scrivere libri su Kierkegaard, riscopre se stesso e la sua libertà uccidendo un uomo.
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Joaquin Phoenix è l'uomo irrazionale,più nichilista che mai, e insegna filosofia in un' Università in cui si è appena trasferito. Questa cittadina lo accoglie a braccia aperte: una professoressa che cerca in lui una via di fuga dalla quotidianità di un matrimonio infelice e una studentessa,Emma Stone, che si infatua totalmente di lui. Questi personaggi fanno da sfondo a una commedia dai tanti richiami al celebre romanzo "delitto e castigo" di Dostoevskij. Il professore, che dopo una vita dedita alla ricerca di dare un senso alle idee,tra fare proteste, ambire a rivoluzionare il mondo e scrivere libri su Kierkegaard, riscopre se stesso e la sua libertà uccidendo un uomo. La fortuna, o meglio, il caso che accompagna l'esistenza di ogni essere umano e che la determina sono un tema centrale del film.
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[+] delitto e castigo è solo una citazione colta
(di gpistoia39)
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maynardi araldi
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mercoledì 16 dicembre 2015
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larealtà ha ragioni che la filosofia non comprende
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Elementi costitutivi: acqua-fuoco-aria-terra, dell’antico Anassimene, rimangono gli stessi anche per Woody Allen. La base della Vita. La base dei suoi film. Traducendosi, cinematograficamente, nell’implacabilità del Caso.
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Elementi costitutivi: acqua-fuoco-aria-terra, dell’antico Anassimene, rimangono gli stessi anche per Woody Allen. La base della Vita. La base dei suoi film. Traducendosi, cinematograficamente, nell’implacabilità del Caso. Nella soggettività del significato. Nei fraintendimenti dell’amore. Nei delitti e magari forse (non si sa….) nei castighi.
“La ragione è condannata a porsi degli interrogativi ai quali non sa rispondere” ammonisce Kant.
E il bel tenebroso, il professor Abe (Joaquin Phoenix,) la pensa allo stesso modo. Irrazionale? Razionalissimo! Uomo charmant e ‘mala carne’, sopravvissuto a sé stesso e dotato di pancetta alcolica. Maschio misterioso che appare nel campus delle convenzioni accademiche. Talmente intrigante da non poter che stimolare le curiosità sessuali di signore e signorine.
Ma il professor Abe non ama niente. E non ama nessuna. E’ già morto da tempo immemorabile, mentre il suo corpo incede nei corridoi universitari. Nelle aule di cui è il sarcastico professore di filosofia. Nei party dove magari si punta la pistola alla tempia. Perché questa è la vera e unica lezione: il Caso... indifferente.
Abe non ama la fedifraga di mezza età (Parker Posey) che gli si butta addosso. Né avverte l’urgenza di “muse” ispiratrici che lo sostengano nella stesura del testo su Heidegger, che non riesce.
E non ama nemmeno il cliché dell’allieva dalle pupille a cuoricino (Emma Stone). Personaggio, quest’ultima, molto meno antipatico, perverso e polimorfo di quello interpretato da juliette lewis’ ‘in mariti e mogli’ (in un ruolo simile ma di segno opposto).
Forse perché, sia la fedifraga che la ‘cuoricina’, germogliano entrambe dallo stesso ceppo.
Che è un mondo di privilegi. Protetto dal benessere economico. E soprattutto dalle teorie, utili a tenere alla larga le loro belle scarpine, dalla sporcizia della pratica nella realtà.
Torna in mente la violenza di "Crimini e misfatti". Ma epurata dalla disperazione. E dalla comicità che ne era il contraltare. Resta un film leggero come un esercizio di cui si ha pratica….
Phoenix ha il viso e il corpo adatti. Sia nell’ottundimento della depressione nichilista. Che nell’euforia di chi dichiara che non la speranza… bensì “l’azione” -anche nel Male- scardina la via d’uscita.
Il finale delude per un ottimismo sforzato. Anzi: spompato. Forse per prendere le distanze dalle dinamiche di Match Point. Ma Irrational man, il professore pragmatico, caustico, sprovvisto di sensi di colpa, non assomiglia affatto alla versione edulcorata di Match Point. E’ un nuovo studio, su “quegli stessi interrogativi” ai quali, come diceva Kant, non si sa rispondere.
O perlomeno la risposta non sarà definitiva per nessuno di noi.
P.S. colonna sonora spettacolare. The in crowd del Ramasey lewis Trio… accompagna il film, con una scansione così fascinosamente ritmata, da far ballare i piedi sotto la poltrona.
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[+] quando un omicidio è un atto di giustizia?
(di maynardi araldi)
[ - ] quando un omicidio è un atto di giustizia?
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