andyzerosettesette
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lunedì 28 dicembre 2015
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odora di già visto...e allora?
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La serialità funziona (quasi sempre), e se è piuttosto condivisa l'opinione che J.J.Abrams con Star Wars episodio VII abbia condotto un'operazione-nostalgia molto "citazionista", non stupisce che anche il grande Woody abbia scelto di citare se stesso con maestria, muovendosi come al solito a proprio agio nel racconto degli ambienti sociali che conosce meglio (la borghesia colta americana, qui nella sua declinazione universitaria, sia pure di provincia).
Fra i punti forti del cinema di Allen di solito c'è la scelta degli attori, che anche in questo caso non delude: Joaquin Phoenix è molto credibile, anche fisicamente, nel suo ruolo di professore di filosofia dalle idee politiche idealiste e radicali in passato, ma dal presente popolato di alcool, incubi, cinismo, male di vivere e noia intellettuale, e Emma Stone, ragazza di buona famiglia e intellettualmente vivace vestita sempre di tinte pastello che tratteggiano il personaggio già visivamente, segue il filone di altre "muse" recenti e non di Woody (ad esempio Scarlett Johansson).
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La serialità funziona (quasi sempre), e se è piuttosto condivisa l'opinione che J.J.Abrams con Star Wars episodio VII abbia condotto un'operazione-nostalgia molto "citazionista", non stupisce che anche il grande Woody abbia scelto di citare se stesso con maestria, muovendosi come al solito a proprio agio nel racconto degli ambienti sociali che conosce meglio (la borghesia colta americana, qui nella sua declinazione universitaria, sia pure di provincia).
Fra i punti forti del cinema di Allen di solito c'è la scelta degli attori, che anche in questo caso non delude: Joaquin Phoenix è molto credibile, anche fisicamente, nel suo ruolo di professore di filosofia dalle idee politiche idealiste e radicali in passato, ma dal presente popolato di alcool, incubi, cinismo, male di vivere e noia intellettuale, e Emma Stone, ragazza di buona famiglia e intellettualmente vivace vestita sempre di tinte pastello che tratteggiano il personaggio già visivamente, segue il filone di altre "muse" recenti e non di Woody (ad esempio Scarlett Johansson). In questo caso però la sensazione è che, al di là degli interpreti, la storia funzioni perchè, anche grazie all'espediente narrativo di "usare" come protagonista un filosofo che può "giustificare" i soliti dialoghi prolissi e intellettualistici delle sceneggiature di Woody Allen, tratta dilemmi molto seri che stanno notoriamente a cuore ad Allen: il ruolo del caso (rimandi a Match Point), la scelta razionale di commettere un delitto da parte di soggetti che non sono socialmente considerati delinquenti (collegamenti piuttosto ovvi con Crimini e Misfatti o Sogni e Delitti), la possibilità di dare un senso alla propria esistenza in modi non convenzionali da parte di persone depresse e "disadattate" intellettualmente (qui viene in mente "Basta che funzioni"), o anche l'inefficacia delle indagini poliziesche (si pensi a "Scoop" o ancora a "Match Point"), tema apparentemente poco "alto" ma che sottintende un generale pessimismo sul funzionamento della società e sulla possibilità di tradurre in pratica i principi morali astratti (da parte dell'individuo come dell'ordine sociale in generale: non è un caso che Allen metta più volte in bocca al personaggio di Joaquin Phoenix riflessioni amare sull'inapplicabilità della morale kantiana dell'imperativo categorico).
In definitiva sono dunque anche temi rimasticati e non sempre "cinematografici", ma il prodotto finale è godibile, e da un regista che sforna un film all'anno non ci si può aspettare solo originalità a tutti i costi. Anche la scelta della voce narrante, o meglio delle voci narranti fuori campo, è un clichè alleniano che ovviamente può anche non piacere, ma che viene sapientemente usata per sistemare qualche imperfezione della sceneggiatura.
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dejan t.
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lunedì 28 dicembre 2015
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originale il contenuto, criticabile la forma
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Non vorrei risultare eccessivamente critico nei confronti di questo ultimo film di Woody Allen, ma all'uscita dalla sala proprio non riuscivo ad essere soddisfatto di ciò che avevo visto. I propositi erano buoni e la trama sembrava accattivante (la strana e turbolenta vita del professore di filosofia Abe Lucas), tanto che mi avevano spinto ad andare a vedere la pellicola, ma il modo in cui Allen ha deciso di mettere in scena la narrazione è discutibile. Il buon cast di attori (Jamie Blackley nei panni del professore e Emma Stone della studentessa del corso di filosofia e co-protagonista della vicenda) non è affiatato, ogni personaggio è isolato e non ben armonizzato con gli altri.
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Non vorrei risultare eccessivamente critico nei confronti di questo ultimo film di Woody Allen, ma all'uscita dalla sala proprio non riuscivo ad essere soddisfatto di ciò che avevo visto. I propositi erano buoni e la trama sembrava accattivante (la strana e turbolenta vita del professore di filosofia Abe Lucas), tanto che mi avevano spinto ad andare a vedere la pellicola, ma il modo in cui Allen ha deciso di mettere in scena la narrazione è discutibile. Il buon cast di attori (Jamie Blackley nei panni del professore e Emma Stone della studentessa del corso di filosofia e co-protagonista della vicenda) non è affiatato, ogni personaggio è isolato e non ben armonizzato con gli altri. In particolare Emma Stone (che avevo apprezzato nel film "Birdman") non mi ha convinto.
L'idea di base, però, è curiosa e particolare. La figura di Abe Lucas è molto interessante: egli è sia protagonista sia antagonista nella storia di Allen, inizialmente smarrito e totalmente indifferente alla vita; poi un evento inaspettato gli permetterà di trovare un senso alla propria esistenza. Ma la sua visione della realtà è distorta e neppure la vicinanza della studentessa Jill Pollard (Emma Stone) potrà aiutarlo e allontanarlo da azioni e gesti terribili che prendono forma nella propria mente.
La storia in se, pertanto, non è affatto male; ciò che non mi convince sono alcune scelte di regia di Woody Allen. La relazione tra professore e studentessa viene subito svelata, senza un momento di transizione, senza lasciare il tempo allo spettatore di immergersi nella scena. La colonna sonora non aiuta di certo questo fatto, essendo costituita da un'unica non gradevole melodia che compare in più punti della vicenda, anche molto differenti tra loro, creando in chi guarda non poca perplessità. Discutibili anche alcuni dialoghi (qualcuno dei quali poco credibile), in particolare tra i due protagonisti. Apprezzabili, comunque, alcuni spunti di riflessione (il rapporto tra il pensiero filosofico e la sua applicazione nella vita reale) e il colpo di scena finale.
Nel complesso, la mia valutazione è di ☆☆1/2, il film non è male ma le mie aspettative sono state in parte deluse.
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cleme85
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lunedì 28 dicembre 2015
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filosofia che non si trova sui libri
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Abe Lucas è un professore di filosofia,dal temperamento anticonformista e ormai arenato nel pessimismo cosmico. Trasferitosi nel Rhode Island, al college Brailyn intreccerà una storia con la giovane studentessa Jill e un flirt con l’insegnante Rita Richards. Riuscirà la ragazza a fargli tornare la voglia di vivere e a contagiarlo con la sua “ingenua” curiosità e la freschezza di prime esperienze di vita?
Irrational man è un film delizioso,confezionato come una scatola di macaron dai colori pastello, a tratti cinico tendente allo stile di “match point”, a tratti dal sapore dolce con un leggero ma piacevole retrogusto amaro.
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Abe Lucas è un professore di filosofia,dal temperamento anticonformista e ormai arenato nel pessimismo cosmico. Trasferitosi nel Rhode Island, al college Brailyn intreccerà una storia con la giovane studentessa Jill e un flirt con l’insegnante Rita Richards. Riuscirà la ragazza a fargli tornare la voglia di vivere e a contagiarlo con la sua “ingenua” curiosità e la freschezza di prime esperienze di vita?
Irrational man è un film delizioso,confezionato come una scatola di macaron dai colori pastello, a tratti cinico tendente allo stile di “match point”, a tratti dal sapore dolce con un leggero ma piacevole retrogusto amaro. Benché non sia allo stesso livello dei primi ingegnosi comici alleniani, Irrational Man è comunque un buon film,dove di evince che l’attrazione sia correlata in realtà più alla similitudine caratteriale che non allo stereotipo degli “opposti che si attraggono”.
Se Joaquin Phoenix esercita un fascino indiscutibile come uomo( anche in sovrappeso),Emma Stone rimane incantevole nel vintage del suo abbigliamento.
Woody Allen gioca a ricordare come la casualità dei fatti,la quotidianità e l’imprevisto siano i veri protagonisti di quella che è l’esistenza umana,un effimero soffio di brezza da saper respirare a pieni polmoni e il più possibile.
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marezia
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lunedì 28 dicembre 2015
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non come match point però però...
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niente male! L'unica domanda che mi sono posta è stata: come mai l'allieva non si rende conto SUBITO del fatto che ad uccidere il magistrato sia stato lui? Io l'avrei capito immediatamente e mi sarei anche sentita COMPLICE del delitto ma forse Allen ha voluto, attraverso la sua ingenuità, rendere la vera banalità del male, banalità che può consistere nell'istigazione inconsapevole, quasi scherzosa, perfino al tavolino di un bar. Il caso salva o punisce, ma non perdona mai. DA VEDERE.
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(di marezia)
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deadman
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domenica 27 dicembre 2015
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se avete finito il tavor
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ok decido di andare al cinema, d'altronde a natale è una tradizione, e poi pieno come un uovo dove vai? una buona poltrona e via con la digestione. bene la mia multisala essenzialmente mi propone tre opzioni, la bambinata fantastellare spaccatimpani, i cinepanettoni per italioti lobotomizzati e l'ultimo film di woody allen, scelta obbligata dunque, prima però dò un'occhiata alla recensione sul sito, sembra buona visti anche i commenti del pubblico. ok vado. adesso dovrei darvi la mia recensione vero? più che del film ve la dò sul pubblico, sala piena per un terzo, alcuni ragazzi, le solite quarantenni fan del nostro woody, qualche compagnia di trentenni.
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ok decido di andare al cinema, d'altronde a natale è una tradizione, e poi pieno come un uovo dove vai? una buona poltrona e via con la digestione. bene la mia multisala essenzialmente mi propone tre opzioni, la bambinata fantastellare spaccatimpani, i cinepanettoni per italioti lobotomizzati e l'ultimo film di woody allen, scelta obbligata dunque, prima però dò un'occhiata alla recensione sul sito, sembra buona visti anche i commenti del pubblico. ok vado. adesso dovrei darvi la mia recensione vero? più che del film ve la dò sul pubblico, sala piena per un terzo, alcuni ragazzi, le solite quarantenni fan del nostro woody, qualche compagnia di trentenni. nessuna risata neanche a denti stretti per tutta la durata, una noia che si tagliava col coltello come la nebvbia fuori dal cinema e gli schermi di cinque o sei smartphone (compreso il mio) che lampeggiavano in sala di altrettanti spettatori che si buttavano sul web per non dormire. si perchè il film fa dormire peggio di una pastiglia di tavor da 5 mg, pure una puntata di don matteo è più avvincente di questo mattone con pretese filosofiche esistenziali che altro non sono che le solite trite e ritrite idee dell'ottuagenario newyorchese spruzzate della solita misoginia upper class americana. consiglio di scaricarlo e usarlo in alternativa al tavor
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tommy9284
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domenica 27 dicembre 2015
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film intrigante dai dialoghi bellissimi
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Uno dei migliori film che io abbia mai visto: ho infatti apprezzato, su tutto, i dialoghi, la trama e l'interpretazione dei protagonisti. Da amante della filosofia l'ho apprezzatto nella sua totalità.
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carro
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domenica 27 dicembre 2015
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da vedere
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é un film da vedere, adatto anche chi non adora Allen
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no_data
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domenica 27 dicembre 2015
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il perbenista e moralista allen
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Come al solito Allen gioca con la trasgressione, ma alla fine non ha il coraggio di virare sul noir come ci ha induce a credere per larghi tratti del film.. Prevale il moralsmo borghese che lo pilota a mettere le cose a posto secondo i canoni correnti.
L'efefftto prodotto dal doppio io narrante (allieva e professore, lui non più in vita) non è convicente ed è ben lungi da quello sorprendente e innovativo ottenuto da Billy Wilder ne Il viale del Tramonto. In Irrational Man la vicenda è narrata da un osservatore esterno, e a tratti, ma in modo piuttosto casuale, è sviluppata da uno dei due protagonisti, il che lascerebbe intuiire che i due stiano ricordando quanto da loro vissuto in un passato recente.
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Come al solito Allen gioca con la trasgressione, ma alla fine non ha il coraggio di virare sul noir come ci ha induce a credere per larghi tratti del film.. Prevale il moralsmo borghese che lo pilota a mettere le cose a posto secondo i canoni correnti.
L'efefftto prodotto dal doppio io narrante (allieva e professore, lui non più in vita) non è convicente ed è ben lungi da quello sorprendente e innovativo ottenuto da Billy Wilder ne Il viale del Tramonto. In Irrational Man la vicenda è narrata da un osservatore esterno, e a tratti, ma in modo piuttosto casuale, è sviluppata da uno dei due protagonisti, il che lascerebbe intuiire che i due stiano ricordando quanto da loro vissuto in un passato recente.
Forse sarebbe questo racconto reso anche da una persona morta il colpo di coda del film, la svolta con sorpresa?
L'idea del delitto perfetto perchè illogico risulta ben ideata, ma non svilupapta in modo oriignale.
La giustizia, se non ci pensano gli uomini, trova comunque nella casualità degli eventi il modo, beffardo per i colpevoli, di imporsi. I cattivi sono sempre puniti in una logica rassicuranre e inganannatoria; il regista-sceneggiatore proprio non riesce nememno questa volta a superare il monumentale e pe rlui ingombrante Dostoevskij.
Buona, ma inferiore ad altre, l'interpratazione di Joaquin Phoenix. Inespressiva e senza profondita Emma Stone le cui efebiche sembianze conermano l'attrazione di Allen verso quella tipologia di fisicità.femmnile.
Infine una piccola chicca: il montaggio presenta, cosa inusuale nei film del regista, un errore che non è immediato riscontrare, ma che mi pare di aver colto (avendo visto il film una sola volta e data la brevità della sequenza potrei comunque sbagliarmi): il bicchiere che contiene il veleno, e che viene scambiato dal professore sulla panchina del parco per avvelenare il giudice, nella seconda inquadratura è più vicino al giudce stesso di quanto non lo sia nella prima scena, quando il professore effettua lo scambio.
Un film garbato, con il consueto marchio di fabbrica di Allen; peccato che il nostro amatissimo Woody sia ormai definitivamente scomparso.
A,L.
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marcello1979
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sabato 26 dicembre 2015
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allen ritrovato..
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Dopo varie produzioni indecenti devo dire che ho ritrovato il grande cineasta che conoscevo..
Un grande Allen e un grande Phoenix mi hanno riconciliato che le vecchie produzioni di questo grande regista.
Bella trama, semplice, completa e totalmente in linea con quello che mi aspettavo..
Non voglio analizzare la storia , solo fare un applauso a l film..
Riuscitissimo..
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franci9292
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sabato 26 dicembre 2015
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immenso allen
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Un altro capolavoro firmato da Woody Allen, dai risvolti del tutto inaspettati e capace di coinvolgerti appieno.
L’ “Irrational man” in questione è interpretato da Joaquin Phoenix, professore di Filosofia, che si trasferisce in una nuova cittadina.
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Un altro capolavoro firmato da Woody Allen, dai risvolti del tutto inaspettati e capace di coinvolgerti appieno.
L’ “Irrational man” in questione è interpretato da Joaquin Phoenix, professore di Filosofia, che si trasferisce in una nuova cittadina.
Pur rivelandosi fin da subito una persona brillante e capace nel suo lavoro, nonché amante della poesia e delle buone intuizioni, cita nei suoi discorsi Simone de Beauvoir e Emily Dickinson, rende percepibile a occhio nudo la sua più profonda irritabilità e insoddisfazione nei confronti della vita. L’idea iniziale che lo spettatore può farsi, dopo la prima mezzoretta di pellicola, è che quest' uomo viva la sua routine quotidiana per inerzia, lasciandosi trasportare dagli eventi in maniera del tutto distaccata, super partes, come fosse una barca senza remi nelle rapide di un fiume.
Tale insoddisfazione la si può riscontrare non solo nelle sue pessime abitudini alimentari ma, anche, per il fatto che essa non gli permette di godere delle emozioni che potrebbero scaturire dal rapporto sessuale con una collega. La sola cosa che lo rende meno cinico verso tutto e tutti è l’amicizia con una sua studentessa, interpretata dalla bellissima Emma Stone, con la quale avrà un rapporto controverso. La svolta avverrà da lì a poco. Il professore troverà la sua ragione di vita origliando lo sfogo disperato di una donna ad una tavola calda.
Renderle giustizia sarà lo scopo dell’uomo. Assisteremo a un radicale cambiamento degli eventi. L’eccitazione del professore per questa sua nuova “impresa” sarà visibile ad occhio nudo. Preparare l’omicidio perfetto lo rende diverso, un uomo nuovo. La colazione sarà abbondante, riuscirà ad avere rapporti sessuali con la collega e, soprattutto, si lascerà andare con la studentessa, da cui prima aveva preso le distanze e con la quale ora si sentiva libero di poter avere una relazione.
A causa della musichetta allegra di sottofondo, anche quando il professore mette in atto il suo piano, lo spettatore è sicuro di vedere una commedia. L’ennesimo colpo di scena avverrà di lì a poco, quando l'uomo, essendo stato messo con le spalle al muro dalla bella e scaltra studentessa, che aveva scoperto tutto, tenterà di uccidere anche lei. La beffa, però, consisterà nel fatto che nella tromba dell’ascensore, dove avrebbe dovuto cascare “incidentalmente” la ragazza, finisce lui stesso. La beffa nella beffa, insomma. Un Allen che stupisce fino all’ultimo minuto, e che lascia lo spettatore con un messaggio di fondo molto importante: “ non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te”. Il professore, che aveva trovato la sua ragione di vita meditando un omicidio, non aveva pensato alle conseguenze che, infatti, gli si sono rivoltate contro. Nonostante il professore avesse pensato a un delitto perfetto, notare il Delitto e Castigo sulla sua scrivania, tutto ha messo in atto, tranne un delitto perfetto.
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