giajr
|
mercoledì 6 gennaio 2016
|
un gioco cerebrale che perde di vista la ratio.
|
|
|
|
Un Woody che vuole esagerare e chiamare in gioco la morte; non è però la prima volta che lo fa. A lui piace osare in crescendo. Comunque in questo piacevole film vi sono tutte le caratteristiche tipiche di questo mitico regista: le musiche scelte nel totale rispetto delle sue colonne sonore tradizionali, la voce introspettiva fuori campo, lo stacco generazionale tra i protagonisti... e tutti i personaggi minori, il prof. colto, la sua cultura per conquistare la giovane... richiami che riportano ad Hannah e le sue sorelle. Un film da collezionare insieme agli altri di Woody Allen.
|
|
[+] lascia un commento a giajr »
[ - ] lascia un commento a giajr »
|
|
d'accordo? |
|
enzo70
|
mercoledì 6 gennaio 2016
|
la logica dell'illogica, ma il film non appassiona
|
|
|
|
Woody Allen va nella scia dei suoi vecchi tormentoni, ma questa volta sperimenta una variazione di ritmo per lui inconsueta. Abe Lucas è un professore di filosofia che vive il disagio esistenziale della vita in modo profondo, dispensando ai suoi studenti una sorta di vivisezione del pensiero del pensiero dei maggiori filosofi contemporanei. L’atteggiamento sofferto crea attrazione nelle donne e così prima Rita, una collega, e poi Jill, una sua studentessa, perdono la testa per lui. Ma Abe è chiuso nel suo agnostico mondo, fatto di negazioni e di dottissime commiserazioni, finché un giorno il racconto di una donna in un pub, di cui lui è inconsapevole spettatore, gli cambia la prospettiva; la donna è vittima di un abuso giudiziario ed il professore trova nell’omicidio perfetto del giudice corrotto una salvifica via di redenzione e di riscatto; agire, piuttosto che criticare, fare e cercare rimedi con l’azione e non con il pensiero.
[+]
Woody Allen va nella scia dei suoi vecchi tormentoni, ma questa volta sperimenta una variazione di ritmo per lui inconsueta. Abe Lucas è un professore di filosofia che vive il disagio esistenziale della vita in modo profondo, dispensando ai suoi studenti una sorta di vivisezione del pensiero del pensiero dei maggiori filosofi contemporanei. L’atteggiamento sofferto crea attrazione nelle donne e così prima Rita, una collega, e poi Jill, una sua studentessa, perdono la testa per lui. Ma Abe è chiuso nel suo agnostico mondo, fatto di negazioni e di dottissime commiserazioni, finché un giorno il racconto di una donna in un pub, di cui lui è inconsapevole spettatore, gli cambia la prospettiva; la donna è vittima di un abuso giudiziario ed il professore trova nell’omicidio perfetto del giudice corrotto una salvifica via di redenzione e di riscatto; agire, piuttosto che criticare, fare e cercare rimedi con l’azione e non con il pensiero. E così il filosofo viene immerso in una voglia di riscatto di vita, di vita attiva ed il film si trasforma in una sorta di thriller. Ma come è poco consistente la prima parte, che sembra uno sfoggio di erudizione abbastanza fine a se stessa, così anche la seconda parte è spesso scontata. E nonostante le buone interpretazioni di Joaquin Phoenix e di Jamie Blackley il film non riesce mai ad appassionare.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a enzo70 »
[ - ] lascia un commento a enzo70 »
|
|
d'accordo? |
|
konte
|
mercoledì 6 gennaio 2016
|
kant e coca cola
|
|
|
|
Allen in una caduta americanistica.
Non credibile il prof di filosofia dalle fattezze da gangster italoamericano, lo sfarfugliamento filosofico wikipediano, il prevedibilissimo riferimento a Raskolnikov...
Un pasticciamento da mancata volontà di usare il cesello, ma allora perchè imbarcarsi nella filosofia? Non comprendo.
E' il suo momente Stoneiano e godiamocela tutta che di carina è carina, e brava?.
Pare che la cura maggiore sia stata quella nel porre la pubblicità della Coca Cola quanto più casuale possibile.
Deludente.
|
|
[+] lascia un commento a konte »
[ - ] lascia un commento a konte »
|
|
d'accordo? |
|
luca_1968
|
mercoledì 6 gennaio 2016
|
rational woody
|
|
|
|
Regia stilisticamente perfetta, interpretazioni (soprattutto femminili) strepitose, con contenuti (non comici) degni di un corso di filosofia... Una perla diversa da tutte le altre, nel prezioso repertorio di Woody allen
|
|
[+] lascia un commento a luca_1968 »
[ - ] lascia un commento a luca_1968 »
|
|
d'accordo? |
|
no_data
|
mercoledì 6 gennaio 2016
|
la filosofia alleniana del caso
|
|
|
|
Non credere in Dio,né nella Verità,né in tutte le altre prigioni che la razionalità umana si è costruita nei secoli,ma al cieco Caso che combina irrazionalmente i fatti e gli uomini,sconvolge i piani, gettando alla rinfusa i pezzi.Sembra essere questa la "filosofia del Caso" a cui Woody Allen ha dato vita negli anni, mettendo in scena una specie di teatro filosofico in cui ciascuno dei suoi film, e dei suoi film i personaggi,incarna la necessità e la contingenza,il senso e il non senso dell'esistenza,la vita e la morte,il mondo e l'interiorità di ciascuna psiche.Ogni personaggio è un Woody latente a metà strada tra l'autoreferenziale e l'autobiografico,una sintesi perfetta di qualità e difetti nel tragicomico tentativo di cercare un senso alla vita.
[+]
Non credere in Dio,né nella Verità,né in tutte le altre prigioni che la razionalità umana si è costruita nei secoli,ma al cieco Caso che combina irrazionalmente i fatti e gli uomini,sconvolge i piani, gettando alla rinfusa i pezzi.Sembra essere questa la "filosofia del Caso" a cui Woody Allen ha dato vita negli anni, mettendo in scena una specie di teatro filosofico in cui ciascuno dei suoi film, e dei suoi film i personaggi,incarna la necessità e la contingenza,il senso e il non senso dell'esistenza,la vita e la morte,il mondo e l'interiorità di ciascuna psiche.Ogni personaggio è un Woody latente a metà strada tra l'autoreferenziale e l'autobiografico,una sintesi perfetta di qualità e difetti nel tragicomico tentativo di cercare un senso alla vita. Non sfugge a questa sovrastruttura nemmeno Abe Lucas. Professore di filosofia, mente brillante ma momentaneamente sospesa, Abe vive un' impasse esistenziale e fisico; il tradimento della moglie e la morte in Iraq di un amico lo gettano nella disperazione e in un blocco che a poco a poco si trasforma in un "buco al centro della volontà" (come per il protagonista di Fuoco Fatuo di Louis Malle) che non gli permette più di desiderare. Confessa ai suoi allievi che gran parte della filosofia è una masturbazione mentale,è attratto da una donna ma è impotente da oltre un anno. La sua vita pare non avere via d'uscita da questa (per restare in tema) sartriana Nausea;fino a quando il Caso fa sì che Abe si trovi in un bar e che ascolti una donna disperarsi ad un tavolo, perché un giudice corrotto le ha negato l'affidamento dei figli.Basta questo perché Abe abbia un'idea che modificherà la sua prospettiva sul mondo: se quel giudice morisse,il mondo sarebbe un posto migliore?L'interrogativo diventa un folle piano, grazie al quale Abe ritrova l'amore per il cibo, per il sesso, per la banale routine quotidiana. Più si avvicina la morte programmata di uno sconosciuto, più la sua esistenza si sblocca, più la Nausea si riassorbe e lascia posto al Senso e all'Azione. Poi ci sono Rita e Jill, insegnante di chimica l'una, brillante studentessa di filosofia l'altra, entrambe infatuate dal suo animo disperato. Il piano terrificante sortisce effetti anche su di loro, che potranno -la prima col sesso,la seconda in un rapporto allieva/maestro ambiguo e profondo- ottenere un posto nella vita nuova di quest'uomo geniale e tormentato.Ma una volta che il piano sarà compiuto prevarrà la colpa o sarà più forte l'egoismo di una vita che ha ripreso a scorrere? È in questo reticolo che si districa l'etica situazionale di Abe, il cui destino - forse prevedibile - farà i conti ancora una volta con la forza oscura, insondabile e non finalizzata che muove l universo alleniano. Insomma, il cinema di Allen è un circolo che perfeziona film dopo film un pensiero ormai espletato in multiformi situazioni e personaggi, bloccati in un limbo in cui le azioni si sono ormai ridotte ad una continua reinterpretazione di "Delitto e Castigo" di Dostoevskij e le più vecchie pellicole, da "Crimini e misfatti" a "Match Point".Ma chi come Allen sa mescolare l'umorismo alla piccola borghesia e all'imperativo categorico di Kant?Nella leggerezza di una commedia, ma spesso intervallata da squarci paragonabili a quelli di una tragedia greca,la riflessione sull'esistenza impregna di sé oltre cinquant'anni di filmografia, al pari di un'intera -geniale e assolutamente degna di questo nome- "summa" filosofica.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a no_data »
[ - ] lascia un commento a no_data »
|
|
d'accordo? |
|
danyol
|
martedì 5 gennaio 2016
|
carino e godibile
|
|
|
|
Il nostro Woody Allen,appena superata la soglia degli 80 anni, ci regala questo suo nuovo film che, come ho descritto sopra, risulta essere carino e godibile. Ha voluto ricalcare il tema di Match Point, ma qui non è riuscito a compiere il capolavoro che fu Match Point, restando due gradini sotto, sia dal punto di vista della narrazione che dal punto di vista del ritmo. Un grande Joaquim Phoenix, qui imbolsito e svuotato, non basta a farlo diventare un grande film, ma riesce a catturare lo schermo con la sua istrionica versatilità.
|
|
[+] lascia un commento a danyol »
[ - ] lascia un commento a danyol »
|
|
d'accordo? |
|
cpettine
|
domenica 3 gennaio 2016
|
il caso non esiste
|
|
|
|
“Irrational man” è un convincente ed ingrassato ad arte Joaquin Phoenix, scapigliato professore di filosofia, alcolizzato e depresso, mentre Emma Stone, acerba e provocante lolita, è Jill, una sua brillante, innamorata studentessa. Sarà proprio una scelta “irrazionale“ a far ritrovare la forza di vivere al nostro imperatore Commodo senza tunica (vedi Phoenix nel Gladiatore) ma, come sempre nel buon cinema, niente andrà come previsto.
Woody Allen ci parla ancora della vita, della morte, del sesso e dell’amore, i suoi temi preferiti da sempre, nel territorio Hitchcockiano dell’omicidio perfetto. Impreziosite da citazioni filosofiche il film ci pone inquietanti domande: esiste il caso? L’omicidio è sempre un atto negativo? Allen risponde a modo suo, con la sua ironia, anzi con l’ironia della sorte dei suoi personaggi, che vogliono giustizia in modi diversi.
[+]
“Irrational man” è un convincente ed ingrassato ad arte Joaquin Phoenix, scapigliato professore di filosofia, alcolizzato e depresso, mentre Emma Stone, acerba e provocante lolita, è Jill, una sua brillante, innamorata studentessa. Sarà proprio una scelta “irrazionale“ a far ritrovare la forza di vivere al nostro imperatore Commodo senza tunica (vedi Phoenix nel Gladiatore) ma, come sempre nel buon cinema, niente andrà come previsto.
Woody Allen ci parla ancora della vita, della morte, del sesso e dell’amore, i suoi temi preferiti da sempre, nel territorio Hitchcockiano dell’omicidio perfetto. Impreziosite da citazioni filosofiche il film ci pone inquietanti domande: esiste il caso? L’omicidio è sempre un atto negativo? Allen risponde a modo suo, con la sua ironia, anzi con l’ironia della sorte dei suoi personaggi, che vogliono giustizia in modi diversi. Lo fa, con una storia per certi versi simile ad altri suoi film (la critica più frequente) ma con una visione forse più matura della vita, addirittura più ottimista. E’ il solito Woody Allen, più anziano, ma è il solito “grande” Woody Allen. E il “caso” cieco, come l’amore, non esiste...anzi esiste e ci vede benissimo.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a cpettine »
[ - ] lascia un commento a cpettine »
|
|
d'accordo? |
|
no_data
|
domenica 3 gennaio 2016
|
woody colpisce ancora
|
|
|
|
HO VISTO CHE MOLTE PERSONE HANNO RECENSITO MALE QUESTO FILM. FORSE PERCHE' SI ASPETTTAVANO UN' ALTRO WOODY ALLNE DEL TIPO "INCONTRERAI L'UOMO DEI TUOI SOGNI","MAGIC IN THE MOONLIGHT" O "BLUE JASMINE" INVECE WOODY ALLEN REGALA UNA SORPRESA E TORNA AL GENERE DI MATCH POINT IL THRILLER IRONICO. QUESTO FILM A ME E PIACIUTO MOLTO FORSE PERCHE' MI ASPETTAVO QUALCOSALTRO
|
|
[+] lascia un commento a no_data »
[ - ] lascia un commento a no_data »
|
|
d'accordo? |
|
gaiart
|
domenica 3 gennaio 2016
|
l'inferno è allen, non gli altri ..
|
|
|
|
L'INFERNO È ALLEN,
NON GLI ALTRI ...
Storpiando Sartre, “l’inferno sono gli altri,” che mi si girerà nella tomba per aver rovinato i suoi geniali versi, Irrational Man di Woody Allen, di bello ha solo il titolo. Per altro non adatto alla pellicola. Infatti, il personaggio principale Joaquin Phoenix in Abe Lucas, professore di filosofia, accademico, è un uomo stupido, infelice, inadeguato, depresso, cattivo, emotivamente alle cozze, insomma tutto fuorché irrazionale, tanto da compiere – proprio a tavolino - un gesto, seppur estremo, totalmente razionale.
Phoenix/Lucas, basso e grasso da sembrare all’ottavo mese di gravidanza, antitesi dell’erotismo, la sua figura mal si sposa e si accoppia poco con le gambe kilometriche e l’allure da Barbie finta intellettuale di Emma Stone, già inutile e insipida in Magic in the Moonligh, altro flop.
[+]
L'INFERNO È ALLEN,
NON GLI ALTRI ...
Storpiando Sartre, “l’inferno sono gli altri,” che mi si girerà nella tomba per aver rovinato i suoi geniali versi, Irrational Man di Woody Allen, di bello ha solo il titolo. Per altro non adatto alla pellicola. Infatti, il personaggio principale Joaquin Phoenix in Abe Lucas, professore di filosofia, accademico, è un uomo stupido, infelice, inadeguato, depresso, cattivo, emotivamente alle cozze, insomma tutto fuorché irrazionale, tanto da compiere – proprio a tavolino - un gesto, seppur estremo, totalmente razionale.
Phoenix/Lucas, basso e grasso da sembrare all’ottavo mese di gravidanza, antitesi dell’erotismo, la sua figura mal si sposa e si accoppia poco con le gambe kilometriche e l’allure da Barbie finta intellettuale di Emma Stone, già inutile e insipida in Magic in the Moonligh, altro flop. O la ninfomane Parker Posey e l’insulso Jamie Blackley.
Questo film è prigioniero di se stesso e della vita di Woody Allen, che tutti sanno a menadito. È altresi imprigionato in una serie di scatole non tanto cinesi, del clichè della banalità di chi non ha più niente da dire e si ostina a farlo, tipo: la studentessa che s’innamora del professore in università, la mala giustizia, la ninfomania, il delitto perfetto, la teoria filosofica (del male) che non è uguale allo svolgimento della realtà, in cui scomodare Hannah Arendt e la sua vera genialità, sembra assurdo oltre che fuori luogo e oltraggioso. Tutto lontanissimo dal gradevole ed elegante Match point.
Se poi a concetti, tematiche sterili si associano personaggi mal assortiti (il viso e corpo da Top model, movenze e presenza scenica zero, di tale studentessa che tutto sembra fuorché intelligente) o brutti, ineleganti, mal vestiti, sciatti, (Phoenix- Posey) forieri di empie disquisizioni post esistenzialiste filosofico-moral-poetiche tratte da un Bignami universale in cui Sarte/ Kierkegaard /Dickinson/Arendt estrapolati dalla profondità di una puntata di soap opera, mescolati alla banalità non del male, ma della trama, vedremo la noia vincere sovrana e anche lo sbadiglio postprandiale.
Allen è cinematograficamente morto e, senza rendersene conto, sta assistendo al suo funerale. Sempre e rigorosamente sul red carpet però!!!
[-]
|
|
[+] lascia un commento a gaiart »
[ - ] lascia un commento a gaiart »
|
|
d'accordo? |
|
flaw54
|
domenica 3 gennaio 2016
|
filmetto
|
|
|
|
Woody ritorna alle atmosfere di Crimini e misfatti e di Match point, ma si dimostra ormai ripetitivo e a corto di idee. Dopo una prima parte accettabile Allen sembra non trovare più la strada eil film si avvita su se stesso con un finale che sfiora involontariamente il ridicolo. Si ribalta Dostoevskij, ma il tutto è accompagnato da un' ztmosfera eccessivamente leggera e disincantata, anche se le pfoblematiche esposte invitano alla riflessione. Fino a che punto existe il senso di colpa? Sarà vero Raskolnikov o il professor Abe Lucas?
.
|
|
[+] lascia un commento a flaw54 »
[ - ] lascia un commento a flaw54 »
|
|
d'accordo? |
|
|