alex2044
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lunedì 11 gennaio 2016
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può un omicidio essere morale ?
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Un inizio un po' di maniera ma funzionale a descrivere l'ambiente ed i personaggi principali . Un parte centrale , preponderante , interessante e coinvolgente . Un finale forse un po' brusco ma tutto sommato calzante . Woody Allen è riuscito ancora una volta a costruire un film gradevole che si guarda con simpatia . Entrato in sala con un po' di titubanza mi sono dovuto ricredere . Siamo distanti da alcuni capolavori del passato ma quello che ormai si può chiamare genere Allen ancora una volta ha allietato e divertito un discreto numero di spettatori . Le citazioni colte non mancano ma sono come sempre appropriate , Kant ,forse un po' banale , ma Sartre e ancora di più Kierkegaard non sono da tutti i giorni .
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Un inizio un po' di maniera ma funzionale a descrivere l'ambiente ed i personaggi principali . Un parte centrale , preponderante , interessante e coinvolgente . Un finale forse un po' brusco ma tutto sommato calzante . Woody Allen è riuscito ancora una volta a costruire un film gradevole che si guarda con simpatia . Entrato in sala con un po' di titubanza mi sono dovuto ricredere . Siamo distanti da alcuni capolavori del passato ma quello che ormai si può chiamare genere Allen ancora una volta ha allietato e divertito un discreto numero di spettatori . Le citazioni colte non mancano ma sono come sempre appropriate , Kant ,forse un po' banale , ma Sartre e ancora di più Kierkegaard non sono da tutti i giorni . Il quesito poi, " può un omicidio essere morale ?" E' un bel ed intrigante quesito . Che poi il film dimostri che il delitto non paga non è altro che la logica conseguenza dell'essenza stessa di quest'opera . Gli attori sono tutti bravi ma certo Joachin Phoenix con il suo adipe debordante è una presenza magnetica inquietante ma non respingente . Gli ambienti interni ed esterni con i loro richiami alla vecchia Europa sono il consueto omaggio del vecchio Woody a questa parte del mondo da lui particolarmente amata . Arrivederci Woody ed alla prossima .
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pier delmonte
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venerdì 8 gennaio 2016
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guardabile soprattutto emma stone
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"ho soppresso qualcuno, ora sono un essere umano", questo e' woody Allen e per quanto riguarda il film una giusta recitazione, da venerare emma Stone e Joaquin Phoenix bravo e bello panciuto prof di filosofia, sui temi in generale della pellicola, o meglio della sceneggiatura, woody ci mette come al solito tanti ingredienti, difficile tout court soffermarsi
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giajr
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mercoledì 6 gennaio 2016
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un gioco cerebrale che perde di vista la ratio.
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Un Woody che vuole esagerare e chiamare in gioco la morte; non è però la prima volta che lo fa. A lui piace osare in crescendo. Comunque in questo piacevole film vi sono tutte le caratteristiche tipiche di questo mitico regista: le musiche scelte nel totale rispetto delle sue colonne sonore tradizionali, la voce introspettiva fuori campo, lo stacco generazionale tra i protagonisti... e tutti i personaggi minori, il prof. colto, la sua cultura per conquistare la giovane... richiami che riportano ad Hannah e le sue sorelle. Un film da collezionare insieme agli altri di Woody Allen.
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enzo70
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mercoledì 6 gennaio 2016
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la logica dell'illogica, ma il film non appassiona
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Woody Allen va nella scia dei suoi vecchi tormentoni, ma questa volta sperimenta una variazione di ritmo per lui inconsueta. Abe Lucas è un professore di filosofia che vive il disagio esistenziale della vita in modo profondo, dispensando ai suoi studenti una sorta di vivisezione del pensiero del pensiero dei maggiori filosofi contemporanei. L’atteggiamento sofferto crea attrazione nelle donne e così prima Rita, una collega, e poi Jill, una sua studentessa, perdono la testa per lui. Ma Abe è chiuso nel suo agnostico mondo, fatto di negazioni e di dottissime commiserazioni, finché un giorno il racconto di una donna in un pub, di cui lui è inconsapevole spettatore, gli cambia la prospettiva; la donna è vittima di un abuso giudiziario ed il professore trova nell’omicidio perfetto del giudice corrotto una salvifica via di redenzione e di riscatto; agire, piuttosto che criticare, fare e cercare rimedi con l’azione e non con il pensiero.
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Woody Allen va nella scia dei suoi vecchi tormentoni, ma questa volta sperimenta una variazione di ritmo per lui inconsueta. Abe Lucas è un professore di filosofia che vive il disagio esistenziale della vita in modo profondo, dispensando ai suoi studenti una sorta di vivisezione del pensiero del pensiero dei maggiori filosofi contemporanei. L’atteggiamento sofferto crea attrazione nelle donne e così prima Rita, una collega, e poi Jill, una sua studentessa, perdono la testa per lui. Ma Abe è chiuso nel suo agnostico mondo, fatto di negazioni e di dottissime commiserazioni, finché un giorno il racconto di una donna in un pub, di cui lui è inconsapevole spettatore, gli cambia la prospettiva; la donna è vittima di un abuso giudiziario ed il professore trova nell’omicidio perfetto del giudice corrotto una salvifica via di redenzione e di riscatto; agire, piuttosto che criticare, fare e cercare rimedi con l’azione e non con il pensiero. E così il filosofo viene immerso in una voglia di riscatto di vita, di vita attiva ed il film si trasforma in una sorta di thriller. Ma come è poco consistente la prima parte, che sembra uno sfoggio di erudizione abbastanza fine a se stessa, così anche la seconda parte è spesso scontata. E nonostante le buone interpretazioni di Joaquin Phoenix e di Jamie Blackley il film non riesce mai ad appassionare.
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konte
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mercoledì 6 gennaio 2016
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kant e coca cola
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Allen in una caduta americanistica.
Non credibile il prof di filosofia dalle fattezze da gangster italoamericano, lo sfarfugliamento filosofico wikipediano, il prevedibilissimo riferimento a Raskolnikov...
Un pasticciamento da mancata volontà di usare il cesello, ma allora perchè imbarcarsi nella filosofia? Non comprendo.
E' il suo momente Stoneiano e godiamocela tutta che di carina è carina, e brava?.
Pare che la cura maggiore sia stata quella nel porre la pubblicità della Coca Cola quanto più casuale possibile.
Deludente.
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luca_1968
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mercoledì 6 gennaio 2016
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rational woody
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Regia stilisticamente perfetta, interpretazioni (soprattutto femminili) strepitose, con contenuti (non comici) degni di un corso di filosofia... Una perla diversa da tutte le altre, nel prezioso repertorio di Woody allen
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no_data
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mercoledì 6 gennaio 2016
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la filosofia alleniana del caso
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Non credere in Dio,né nella Verità,né in tutte le altre prigioni che la razionalità umana si è costruita nei secoli,ma al cieco Caso che combina irrazionalmente i fatti e gli uomini,sconvolge i piani, gettando alla rinfusa i pezzi.Sembra essere questa la "filosofia del Caso" a cui Woody Allen ha dato vita negli anni, mettendo in scena una specie di teatro filosofico in cui ciascuno dei suoi film, e dei suoi film i personaggi,incarna la necessità e la contingenza,il senso e il non senso dell'esistenza,la vita e la morte,il mondo e l'interiorità di ciascuna psiche.Ogni personaggio è un Woody latente a metà strada tra l'autoreferenziale e l'autobiografico,una sintesi perfetta di qualità e difetti nel tragicomico tentativo di cercare un senso alla vita.
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Non credere in Dio,né nella Verità,né in tutte le altre prigioni che la razionalità umana si è costruita nei secoli,ma al cieco Caso che combina irrazionalmente i fatti e gli uomini,sconvolge i piani, gettando alla rinfusa i pezzi.Sembra essere questa la "filosofia del Caso" a cui Woody Allen ha dato vita negli anni, mettendo in scena una specie di teatro filosofico in cui ciascuno dei suoi film, e dei suoi film i personaggi,incarna la necessità e la contingenza,il senso e il non senso dell'esistenza,la vita e la morte,il mondo e l'interiorità di ciascuna psiche.Ogni personaggio è un Woody latente a metà strada tra l'autoreferenziale e l'autobiografico,una sintesi perfetta di qualità e difetti nel tragicomico tentativo di cercare un senso alla vita. Non sfugge a questa sovrastruttura nemmeno Abe Lucas. Professore di filosofia, mente brillante ma momentaneamente sospesa, Abe vive un' impasse esistenziale e fisico; il tradimento della moglie e la morte in Iraq di un amico lo gettano nella disperazione e in un blocco che a poco a poco si trasforma in un "buco al centro della volontà" (come per il protagonista di Fuoco Fatuo di Louis Malle) che non gli permette più di desiderare. Confessa ai suoi allievi che gran parte della filosofia è una masturbazione mentale,è attratto da una donna ma è impotente da oltre un anno. La sua vita pare non avere via d'uscita da questa (per restare in tema) sartriana Nausea;fino a quando il Caso fa sì che Abe si trovi in un bar e che ascolti una donna disperarsi ad un tavolo, perché un giudice corrotto le ha negato l'affidamento dei figli.Basta questo perché Abe abbia un'idea che modificherà la sua prospettiva sul mondo: se quel giudice morisse,il mondo sarebbe un posto migliore?L'interrogativo diventa un folle piano, grazie al quale Abe ritrova l'amore per il cibo, per il sesso, per la banale routine quotidiana. Più si avvicina la morte programmata di uno sconosciuto, più la sua esistenza si sblocca, più la Nausea si riassorbe e lascia posto al Senso e all'Azione. Poi ci sono Rita e Jill, insegnante di chimica l'una, brillante studentessa di filosofia l'altra, entrambe infatuate dal suo animo disperato. Il piano terrificante sortisce effetti anche su di loro, che potranno -la prima col sesso,la seconda in un rapporto allieva/maestro ambiguo e profondo- ottenere un posto nella vita nuova di quest'uomo geniale e tormentato.Ma una volta che il piano sarà compiuto prevarrà la colpa o sarà più forte l'egoismo di una vita che ha ripreso a scorrere? È in questo reticolo che si districa l'etica situazionale di Abe, il cui destino - forse prevedibile - farà i conti ancora una volta con la forza oscura, insondabile e non finalizzata che muove l universo alleniano. Insomma, il cinema di Allen è un circolo che perfeziona film dopo film un pensiero ormai espletato in multiformi situazioni e personaggi, bloccati in un limbo in cui le azioni si sono ormai ridotte ad una continua reinterpretazione di "Delitto e Castigo" di Dostoevskij e le più vecchie pellicole, da "Crimini e misfatti" a "Match Point".Ma chi come Allen sa mescolare l'umorismo alla piccola borghesia e all'imperativo categorico di Kant?Nella leggerezza di una commedia, ma spesso intervallata da squarci paragonabili a quelli di una tragedia greca,la riflessione sull'esistenza impregna di sé oltre cinquant'anni di filmografia, al pari di un'intera -geniale e assolutamente degna di questo nome- "summa" filosofica.
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danyol
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martedì 5 gennaio 2016
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carino e godibile
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Il nostro Woody Allen,appena superata la soglia degli 80 anni, ci regala questo suo nuovo film che, come ho descritto sopra, risulta essere carino e godibile. Ha voluto ricalcare il tema di Match Point, ma qui non è riuscito a compiere il capolavoro che fu Match Point, restando due gradini sotto, sia dal punto di vista della narrazione che dal punto di vista del ritmo. Un grande Joaquim Phoenix, qui imbolsito e svuotato, non basta a farlo diventare un grande film, ma riesce a catturare lo schermo con la sua istrionica versatilità.
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cpettine
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domenica 3 gennaio 2016
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il caso non esiste
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“Irrational man” è un convincente ed ingrassato ad arte Joaquin Phoenix, scapigliato professore di filosofia, alcolizzato e depresso, mentre Emma Stone, acerba e provocante lolita, è Jill, una sua brillante, innamorata studentessa. Sarà proprio una scelta “irrazionale“ a far ritrovare la forza di vivere al nostro imperatore Commodo senza tunica (vedi Phoenix nel Gladiatore) ma, come sempre nel buon cinema, niente andrà come previsto.
Woody Allen ci parla ancora della vita, della morte, del sesso e dell’amore, i suoi temi preferiti da sempre, nel territorio Hitchcockiano dell’omicidio perfetto. Impreziosite da citazioni filosofiche il film ci pone inquietanti domande: esiste il caso? L’omicidio è sempre un atto negativo? Allen risponde a modo suo, con la sua ironia, anzi con l’ironia della sorte dei suoi personaggi, che vogliono giustizia in modi diversi.
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“Irrational man” è un convincente ed ingrassato ad arte Joaquin Phoenix, scapigliato professore di filosofia, alcolizzato e depresso, mentre Emma Stone, acerba e provocante lolita, è Jill, una sua brillante, innamorata studentessa. Sarà proprio una scelta “irrazionale“ a far ritrovare la forza di vivere al nostro imperatore Commodo senza tunica (vedi Phoenix nel Gladiatore) ma, come sempre nel buon cinema, niente andrà come previsto.
Woody Allen ci parla ancora della vita, della morte, del sesso e dell’amore, i suoi temi preferiti da sempre, nel territorio Hitchcockiano dell’omicidio perfetto. Impreziosite da citazioni filosofiche il film ci pone inquietanti domande: esiste il caso? L’omicidio è sempre un atto negativo? Allen risponde a modo suo, con la sua ironia, anzi con l’ironia della sorte dei suoi personaggi, che vogliono giustizia in modi diversi. Lo fa, con una storia per certi versi simile ad altri suoi film (la critica più frequente) ma con una visione forse più matura della vita, addirittura più ottimista. E’ il solito Woody Allen, più anziano, ma è il solito “grande” Woody Allen. E il “caso” cieco, come l’amore, non esiste...anzi esiste e ci vede benissimo.
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no_data
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domenica 3 gennaio 2016
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woody colpisce ancora
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HO VISTO CHE MOLTE PERSONE HANNO RECENSITO MALE QUESTO FILM. FORSE PERCHE' SI ASPETTTAVANO UN' ALTRO WOODY ALLNE DEL TIPO "INCONTRERAI L'UOMO DEI TUOI SOGNI","MAGIC IN THE MOONLIGHT" O "BLUE JASMINE" INVECE WOODY ALLEN REGALA UNA SORPRESA E TORNA AL GENERE DI MATCH POINT IL THRILLER IRONICO. QUESTO FILM A ME E PIACIUTO MOLTO FORSE PERCHE' MI ASPETTAVO QUALCOSALTRO
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