Anno | 2014 |
Genere | Drammatico |
Produzione | USA |
Durata | 102 minuti |
Regia di | Andrew T. Betzer |
Attori | Gabriel Croft, Jay Featherstone, Johnathan Frasier, Sandra L. Hale, Daniel P. Jones Adrian Lemon, Ali Lynch, Hale Lytle, Pilisa Mackey, Mosiah Maddox, Alexandre Marouani, Judson Rosebush, Kate Lyn Sheil, Julie Sokolowski, Arthur Velwest, Josephine Decker, Sandra L. Hale (II), Douglas Stone (II). |
MYmonetro | 2,75 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 25 novembre 2014
CONSIGLIATO SÌ
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Due fratelli, uno grande ma piccolo dentro e uno piccolo ma grande dentro. Uno è grosso, fa casino, spacca oggetti e si presenta in scena distruggendo un'automobile a mazzate; l'altro ha lo sguardo vispo e pare essere l'unico dei due a preoccuparsi quando serve. Viaggiano in coppia come se dovessero bilanciarsi a vicenda, incontrando di volta in volta situazioni che lasciano emergere le loro differenze.
Il primo lungometraggio di Andrew T. Betzer ha pregi e difetti del cinema fieramente indipendente americano. Sceglie una via facile per il soggetto mettendo i suoi personaggi in viaggio e facendogli così incontrare un campionario d'America dura e pura, muove la macchina a mano e accelera sugli accenti, i dettagli regionali e le stranezze. Vuole colpire la testa e il cuore con un realismo lontano dal cinema mainstream ma ormai diventato anch'esso un linguaggio codificato da un'altra parrocchia, quella per l'appunto degli indie.
È semmai con la scelta di avere due fratelli così antitetici e nel cercare per loro un rapporto diverso da quel che siamo abituati a concepire che Young bodies heal quickly vive i suoi momenti migliori. La rabbia del maggiore è parente di quella del figlio ingestibile di Mommy di Dolan senza avere (per scelta) il medesimo risvolto sentimentale ma con la stessa voglia di stabilire qualcosa di equilibrato nei rapporti, lo stesso rapporto tra violenza e desiderio.
Peccato che Betzer sembri pretendere che, agitando tutti questi ingredienti, lanciando i suoi attori negli scenari accuratamente scelti e mettendoli a confronto con le spalle minuziosamente selezionate, qualcosa debba accadere da sè. Non è così.
Proiettato nella sezione Onde del 32Torino Film Festival. Opera emblematica nel descrivere la contraddizione dell'America contemperanea: da rievocazioni della guerra del Vietnam (lacerazione non ancora emarginata) alla violenza gratuita di passatempi per ammazzare la noia che fanno "spuntare" il morto. Un road movies sui generis, una fuga che si perde e si confonde, fra amori occasionali [...] Vai alla recensione »