Titolo originale | The Postman's White Nights |
Anno | 2014 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Russia |
Durata | 90 minuti |
Regia di | Andrey Konchalovskiy |
Attori | Timur Bondarenko, Irina Ermolova, Aleksey Tryapitsyn, Viktor Kolobkov, Viktor Berezin Tatyana Silich, Irina Silich, Yuriy Panfilov, Nikolay Kapustin, Sergey Yurev, Valentina Ananina, Lyubov Skorina, Lyubov Zykova, Natalya Semyonova, Margarita Titova, Aleksey Molchanov, Viktor Babich, Anna Trach. |
Tag | Da vedere 2014 |
MYmonetro | 3,57 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 11 settembre 2015
In un villaggio isolato dal resto del mondo, una comunità vive senza governo, servizi sociali o lavori e senza avere contatto con quello che c'è al di fuori. Il film è stato premiato al Festival di Venezia,
CONSIGLIATO SÌ
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Il postino Lyokha è l'unico tramite tra il villaggio di Kenozero e il resto della civiltà. Oltre a recapitare la posta, aiuta i pochi abitanti rimasti nelle loro mansioni quotidiane.
Forse il vero film del ritorno a casa per Andrei Konchalovsky, dopo una parentesi hollywoodiana che lo portò a un cult indiscusso come A trenta secondi dalla fine. Come dopo un lungo immaginario esilio, Konchalovsky ritrova una Russia dissestata, divisa, smarrita, e sceglie l'esistenza iterativa e anacronistica di Kenozero, un villaggio sperduto nel remoto Nord, dalle parti di Arcangelo, per rappresentare al meglio questo stato d'animo. Ma non solo. Mescolando le carte tra documentario e finzione, il regista occulta agli attori le videocamere digitali e sceglie un cast composto quasi completamente da non professionisti (l'eccezione più significativa è costituita dal personaggio di Irina), che interpretano se stessi: il postino è l'effettivo postino del villaggio, così come il pescatore è il pescatore.
In un paesaggio straordinario per scorci suggestivi e paesaggi memorabili, Konchalovsky può così calarsi e calarci completamente in un'atmosfera fiabesca, dai risvolti quasi metafisici. La macchina da presa accompagna il postino durante la sua routine quotidiana, in cui non mancano le sorprese e i misteri - come l'incontro, vero o presunto, con l'invisibile spirito dell'acqua, ritratto con un magistrale gioco di specchi e ribaltamenti tra bosco e lago - mentre nelle notti insonni, bianche perché illuminate da sinistri giochi di luce, Lyokha si convince di vedere un gatto Blu di Russia, frutto della sua fantasia. Il rigore narrativo di Cechov, l'inesplicabile magia naturalista di Gogol' si mescolano alla nostalgia tarkovskijana, che si manifesta sorprendentemente anche attraverso i canti dell'epoca sovietica, mai come qui rivisti in un'accezione positiva (o quantomeno dubitativa). Suggestioni forse calcolate, ma che sortiscono l'effetto sperato di escapismo dello spettatore e di riflessione su un mondo in via di estinzione, attraversato dai sommovimenti della storia ma mai sconvolto da essi.
Mentre la Madre Russia avanza, nel tentativo forse velleitario di riconquistare il ruolo perduto, il villaggio di Kenozero resta ciò che è sempre stato, solo ogni giorno più vecchio, ogni giorno meno abitato. Un declino inarrestabile che caratterizza le ultime sacche di resistenza a un progresso e a un'occidentalizzazione che hanno fagocitato la natura autentica della sterminata "provincia" che fu dello zar prima e dei soviet poi.
Nella Russia nord occidentale, c’è un piccolo villaggio rurale sulle sponde del lago Kenozero, abitato da una comunità composta per lo più da adulti. Ljokha vive solo nella sua baracca, fa il postino, ogni giorno con la sua barca a motore attraversa il lago per andare alla cittadina più vicina dove raccoglie posta, pensioni da portare agli abitanti del suo villaggio. [...] Vai alla recensione »
Ed ecco un'altra Zona! Diversissima da quella tarkovskijana di "Stalker", ma con quel senso di mistero che ha ogni Zona che si rispetti. Siamo in un villaggio rurale che sorge presso il lago Kenozero, nel distretto di Arcangelo (Russia nordoccidentale). Luogo sempre meno abitato, fatto di case abbandonate da tempo, di un grande edificio semidiroccato, che altri non è che la vecchia [...] Vai alla recensione »