“The Grand Hotel Budapest” è un film del 2014 scritto, diretto e co-prodotto da Wes Anderson. Scelto come Film d'apertura della 64ª edizione del Festival internazionale del cinema di Berlino] e vincitore del Gran premio della giuria Con: Ralph Fiennes, Tony Revolori , Saoirse Ronan, Bill Murray, Edward Norton, F. Murray Abraham, Harvey Keitel, Jude Law, Tilda Swinton, Jason Schwartzman,Willem Dafoe, Léa Seydoux , Owen Wilson, Adrien Brody ,Mathieu Amalric, Jeff Goldblum, Tom Wilkinson, Bob Balaban.
Ci sono registi che godono di fiducia illimitata da parte della critica e del pubblico a prescindere della effettiva qualità del film fatto.
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“The Grand Hotel Budapest” è un film del 2014 scritto, diretto e co-prodotto da Wes Anderson. Scelto come Film d'apertura della 64ª edizione del Festival internazionale del cinema di Berlino] e vincitore del Gran premio della giuria Con: Ralph Fiennes, Tony Revolori , Saoirse Ronan, Bill Murray, Edward Norton, F. Murray Abraham, Harvey Keitel, Jude Law, Tilda Swinton, Jason Schwartzman,Willem Dafoe, Léa Seydoux , Owen Wilson, Adrien Brody ,Mathieu Amalric, Jeff Goldblum, Tom Wilkinson, Bob Balaban.
Ci sono registi che godono di fiducia illimitata da parte della critica e del pubblico a prescindere della effettiva qualità del film fatto.
Gli stessi attori, specie se star di Hollywood, pur di lavorare con l’acclamato regista, sono disposti anche a fare anche piccoli camei, spesso inutili.
Questo è il caso di Wes Anderson e della sua ultima fatica “The Grand Hotel Budapest”.
Mi piace Anderson, lo seguo anni. È un regista visionario e ha talento particolare nel raccontare le storie.
Ma stavolta, pur avendo a disposizione una Ferrari l’ha guidata come se fosse una cinquecento. Non ha saputo sfruttare al meglio i grandi talenti che ha avuto a disposizione.
La storia è sviluppata su tre diversi periodi storici: inizio negli anni 80 con il vecchio narratore Tom Wilkinson che ci introduce al secondo livello del racconto, nell’ ormai decadente Hotel Budapest degli anni 60, dove lui stesso da giovane (Jude Law) soggiornò ed incontrò il misterioso proprietario del Hotel Mr Moustafa (Murray). Durante una cena Moustafa gli racconta le origini della sua fortuna e di come divenne proprietario del Hotel.
In questo modo parte il terzo livello del film, dove conosciamo Monsuier. Gustave(Fiennes) concierge del Grand Budapest Hotel collocato nell'immaginaria Zubrowka. Gustave gode soprattutto della confidenza (e anche di qualcosa di più) delle signore attempate. Una di queste, Madame D.(Swinton) gli dona un prezioso quadro(Il ragazzo con mela) per testamento, dopo la sua misteriosa morte. Il figlio Dimitri(Brody) accusa M. Gustave di averla assassinata. L'uomo finisce in prigione. La stretta complicità che lo lega al suo giovanissimo neoassunto portiere immigrato Zero gli sarà di grande aiuto non solo nella fuga, ma soprattutto per dimostrare la sua innocenza.
Lo spettatore segue le peripezie di Gustave e Zero e i loro incontri con i particolari e diversi personaggi del film.
La storia anche se semplice e delicata, tende ad essere confusa e dispersiva.
Il film ha poco ritmo ed è a tratti lento e poco coinvolgente
La sceneggiatura sicuramente originale e ben scritta, è danneggiata paradossalmente dalla creatività dell’autore. Sono introdotti troppi personaggi nella storia senza alcun legame. Non sono approfonditi e inseriti con raziocino, risultando cosi alla fine per lo spettatore come elementi di confusione più che altro.
I dialoghi sono ben costruiti, ironici e surreali, ma manca un vero filo rosso della storia.
Non si riesce a comprendere cosa il regista voglia raccontarci davvero. Lo spettatore si perde nelle varie “sottostorie”, non trovando il bandolo della matassa.
La regia è sicuramente ambiziosa, ben fatta e accurata.
La scenografia e la fotografia sono sicuramente degne di menzione.
Il cast è di primo ordine, tutti all’altezza della situazione. Mi permetto di sottolineare la performance di William Defoe, nel ruolo del killer sadico, braccio destro di Brody, davvero magistrale.
Il finale è degno di una favola surreale quale è “The Grand Hotel Budapest”, dove il regista probabilmente lascia al pubblico la morale da cogliere.
“The Grand Hotel Budapest” per colori, scenografie e cast merita d’essere visto, ma a volte essere originali e creativi può essere un limite per la buona riuscita di un film
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