pablasono
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mercoledì 16 aprile 2014
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delusa
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Bravi gli attori, bella la scenografia, ma il fim non avvince. Tutto sommato , noioso.
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(di ingmarcrystal)
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pisiran
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martedì 15 aprile 2014
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cinema = visione+racconto+favola+poesia=emozione
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Già la locandina attira, poi il film fa il resto. Wes Anderson con " Gran Budapest Hotel " prende allo stesso modo con cui fece J.P.Jeunet nel " favoloso mondo di Amelie" o Tim Burton con "La fabbrica di cioccolato". E' una favola che con estrema disinvoltura ti introduce in un mondo pieno di luce e di colore, e con la stessa semplicità ti conduce dentro una storia fantasiosa ed inverosimile, ma che in fondo si vorrebbe vera. Vero per altro è un Ralph Fiennes sublime interprete di M.Gustave che insieme all'esordiente Tony Revolori nel ruolo di Zero, sono i maggiori interpreti insieme ad un cast che vede diversi grandi, quali Adrien Brody, Willem Dafoe, F.
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Già la locandina attira, poi il film fa il resto. Wes Anderson con " Gran Budapest Hotel " prende allo stesso modo con cui fece J.P.Jeunet nel " favoloso mondo di Amelie" o Tim Burton con "La fabbrica di cioccolato". E' una favola che con estrema disinvoltura ti introduce in un mondo pieno di luce e di colore, e con la stessa semplicità ti conduce dentro una storia fantasiosa ed inverosimile, ma che in fondo si vorrebbe vera. Vero per altro è un Ralph Fiennes sublime interprete di M.Gustave che insieme all'esordiente Tony Revolori nel ruolo di Zero, sono i maggiori interpreti insieme ad un cast che vede diversi grandi, quali Adrien Brody, Willem Dafoe, F.Murray Abraham ed altri. I costumi si capisce subito che sono frutto di quanto il cinema migliore può dare, e Milena Canonero già tre volte premio Oscar ci mette del suo. Non per caso lavorava con il grande Stanley Kubrick, e non solo. Pur se per molti potrà sembrare un film grottesco, bisogna dare atto a Wes Anderson di averci introdotto in un tipo di cinema, magari un pò sofisticato ma di sicuro e certo intrattenimento. Complimenti e buona visione.
Pisiran-Vr.
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flyanto
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martedì 15 aprile 2014
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una girandola di eventi che ruotano intorno ad un
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Film ambientato in un grand hotel situato in una località irreale all'interno del quale si incontrano ed interagiscono molteplici e svariati personaggi, tra cui spiccano in modo particolare Monsieur Gustave, ex concierge dell'hotel ed ora suo direttore, e l'attuale concierge Zero. La trama, alquanto ricca di eventi strampalati e poco probabili, ruota tutta intorno alla morte sospetta di un'anziana e ricca signora ed al conseguente furto di un famoso dipinto sino alla più o meno degna conclusione.
Quest'ultimo film di Wes Anderson conferma l'originale e tipico modo di raccontare del regista e soprattutto la sua fervida fantasia a creare storie assurde e poco credibili ma in fondo in fondo accettabili e sicuramente molto divertenti e piacevoli.
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Film ambientato in un grand hotel situato in una località irreale all'interno del quale si incontrano ed interagiscono molteplici e svariati personaggi, tra cui spiccano in modo particolare Monsieur Gustave, ex concierge dell'hotel ed ora suo direttore, e l'attuale concierge Zero. La trama, alquanto ricca di eventi strampalati e poco probabili, ruota tutta intorno alla morte sospetta di un'anziana e ricca signora ed al conseguente furto di un famoso dipinto sino alla più o meno degna conclusione.
Quest'ultimo film di Wes Anderson conferma l'originale e tipico modo di raccontare del regista e soprattutto la sua fervida fantasia a creare storie assurde e poco credibili ma in fondo in fondo accettabili e sicuramente molto divertenti e piacevoli. Il tutto, come nelle sue opere precedenti, quali "I Tenenbaum " ed "Il treno per Darjelling", in un'ambiente pressochè assurdo o, per lo meno, popolato da individui molto particolari per caratteristiche fisiche e caratteriali, in pratica quasi delle macchiette. E la forza e la peculiarità delle pellicole di Anderson sta proprio in tutto ciò e pertanto nel consegnare allo spettatore dei prodotti che in un primo momento lo spiazzano un poco ma che gli risultano via via anche credibili in quanto la narrazione lineare e fluente in generale prevale e rapisce piacevolmente l'attenzione di chi lo guarda.
Oltre a queste tipiche caratteristiche di Anderson il film è encomiabile per la ricercatezza e la precisione con cui il regista ha creato l'ambiente ed i costumi che fanno da sfondo alla propria opera, e cioè un grand hotel, lussuoso e fatiscente come quelli dei primi decenni del xx secolo, ed il vestiario, curato nei minimi dettagli, di tutti i personaggi, ospiti ed impiegati presso lo stesso.
Inoltre, anche l'impiego di un cast così nutrito come numero di attori famosi e di talento, da Ralph Fiennes a F. Muray Abraham, a Tilda Swinton e Léa Sedoux, ad Edward Norton, Bill Murray e Adrien Brody e moltissimi altri, garantisce con certezza la riuscita ed il successo della pellicola senza alcun rischio di condurla verso un insieme confuso e zeppo di assurdità.
Da vedere al fine di apprezzare soprattutto la quanto mai fervida fantasia di chi l'ha ideato.
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tarantinofan96
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martedì 15 aprile 2014
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wes anderson puro talento
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Grand Budapest Hotel narra le vicende di M. Gustave, proprietario dell'hotel, accusato ingiustamente dell'omicidio di Madame D. Insieme al suo Lobby Boy,Zero, M.Gustave dovrà cercare di scagionarsi e scoprire il vero colpevole. Wes Anderson è uno dei registi più talentuosi degli ultimi anni e questa sua ultima fatica confermano nuovamente il suo talento visionario e la sua fantasia. Passati i primi 5 minuti del film lo spettatore è già catapultato nel mondo creato dal regista: un mondo bizzarro, popolato da individui altrettanto bizzarri, e caratterizzato da uno stile cartoonesco che ha il potere di rendere le vicende narrate all'interno di questo mondo grottesche, humoristiche e sopra le righe.
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Grand Budapest Hotel narra le vicende di M. Gustave, proprietario dell'hotel, accusato ingiustamente dell'omicidio di Madame D. Insieme al suo Lobby Boy,Zero, M.Gustave dovrà cercare di scagionarsi e scoprire il vero colpevole. Wes Anderson è uno dei registi più talentuosi degli ultimi anni e questa sua ultima fatica confermano nuovamente il suo talento visionario e la sua fantasia. Passati i primi 5 minuti del film lo spettatore è già catapultato nel mondo creato dal regista: un mondo bizzarro, popolato da individui altrettanto bizzarri, e caratterizzato da uno stile cartoonesco che ha il potere di rendere le vicende narrate all'interno di questo mondo grottesche, humoristiche e sopra le righe. Tutto questo è reso ancora meglio grazie alla regia geometrica e simmetrica di Wes Anderson che nel film usa tre diversi formati (uno per ogni periodo in cui è ambientato il film), ma quello prevalente è il vecchio formato 4:3 usato per voler rendere l'opera simile ai primi film muti degli anni 20,tant'è che nel film sono presenti anche un paio di accelerate tipiche dei film del periodo. Grand Budapest Hotel è la rappresentazione di un mondo fantastico dove lo spettatore vorrebbe perdersi al suo interno, un film unico nel suo genere che vanta di un vastissimo cast ricco di grandi nomi. Un film indimenticabile destinato ad entrare nella storia della settima arte.
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alex2044
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martedì 15 aprile 2014
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la fantasia al potere : che bel potere
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Un gran bel film . Wes Anderson un grande regista . Gli attori tutti bravissimi. La fantasia scatenata fino a fare credere di essere realtà . Si sorride ma anche si ride , un po' si sogna . Da vedere assolutamente da chi ama il cinema a 360 gradi .
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catcarlo
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martedì 15 aprile 2014
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grand budapest hotel
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Su di un film come questo, o ti limiti a ‘è una meraviglia da vedere assolutamente’ o ci scrivi una tesi di laurea. Qualsiasi soluzione intermedia finisce per risultare incompleta già mentre la si compone, ma, visto che la prima alternativa è un po’ sbrigativa e non c’è il tempo per la seconda, vedrò di arrampicarmi sugli specchi, mettendo innanzitutto le mani avanti: non ho letto nulla delle opere di Stefan Zweig a cui la pellicola è ispirata. L’ultimo lavoro di Wes Anderson mette in mostra una leggerezza e una godibilità rare, regalando al pubblico poco meno di cento minuti di sorridente divertimento sorretto da un invidiabile senso del ritmo e da una capacità di costruire e sbrogliare situazioni che rievoca a pieno titolo il tocco alla Lubitsch.
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Su di un film come questo, o ti limiti a ‘è una meraviglia da vedere assolutamente’ o ci scrivi una tesi di laurea. Qualsiasi soluzione intermedia finisce per risultare incompleta già mentre la si compone, ma, visto che la prima alternativa è un po’ sbrigativa e non c’è il tempo per la seconda, vedrò di arrampicarmi sugli specchi, mettendo innanzitutto le mani avanti: non ho letto nulla delle opere di Stefan Zweig a cui la pellicola è ispirata. L’ultimo lavoro di Wes Anderson mette in mostra una leggerezza e una godibilità rare, regalando al pubblico poco meno di cento minuti di sorridente divertimento sorretto da un invidiabile senso del ritmo e da una capacità di costruire e sbrogliare situazioni che rievoca a pieno titolo il tocco alla Lubitsch. Le caratteristiche peculiari del regista statunitense raggiungono qui un livello davvero sopraffino, si tratti dell’evidente artificiosità, del muoversi accelerato dei personaggi nei momenti cruciali oppure dell’attenta costruzione delle inquadrature come piccoli quadri o, meglio ancora, vignette di fumetto (ma non da meno sono i campi lunghi, come quello della hall dell’hotel ripresa a mezz’altezza in cui, all’improvviso, spunta in basso a destra la testa di Henckels/Edward Norton che guarda in macchina). In più, c’è un efficace uso dell’animazione a passo uno, in un crescendo che va dalla fantasiosa cremagliera che raggiunge l’hotel alle infantili funivie che fanno salire sui picchi i personaggi che poi ne scendono con un omaggio ai giochi invernali che viaggia a velocità da vecchia comica. Eppure, dietro a tutto questo, c’è una struttura estremamente complessa dal punto di vista narrativo oltre che da quello puramente tecnico. Anche se scivolano inavvertiti l’uno nell’altro, sono quattro i piani temporali che costituiscono la storia – il formato dello schermo varia di conseguenza - con importanza crescente man mano che si torna indietro nel tempo, ma, soprattutto e a dispetto dei molti sorrisi che dispensa, il racconto è permeato da un senso di decadenza e di morte (alto in modo inatteso è il numero di trapassi giovani e violenti) che lascia un inconfondibile retrogusto amaro. Del resto, il film si apre sul muro sbrecciato di un vecchio cimitero, prosegue nella casa dello Scrittore da Vecchio (Tom Wilkinson) che sembra un set lasciato a metà e si avvia davvero nel morituro Grand Budapest degli anni Sessanta, albergo dal pesante decoro di ispirazione sovietica in cui vagano pochi clienti solitari. Qui, lo Scrittore da Giovane (Jude Law) incontra il proprietario, signor Moustafa (F. Murray Abraham) che gli racconta di quando, con il nome di Zero, era l’ultimo dei fattorini ed era stato accolto sotto l’ala protettiva di quello che era il concierge principe agli inizi degli anni Trenta, quando l’aspetto e la vitalità dell’hotel erno ben altri. Questo M. Gustave (uno strepitoso Ralph Fiennes davvero a suo agio) è il vero signore dell’albergo, rispettato dai colleghi e amato dalla clientela – e, in particolar modo, dalle clienti, specie se anziane e danarose. Quando una di queste (ennesima prova da fachiro al trucco per Tilda Swinton) viene assassinata, Gustave è il primo dei sospettati anche perchè il testamento della nobildonna lo favorisce assai donandogli un quadro di inestimabile valore (ed è geniale la sostituzione dello stesso con un dipinto nello stile di Egon Schiele che raffigura un amore lesbico di cui per un mucchio di tempo nessuno si accorge): il nostro finisce perfino in galera, da cui evade appoggiandosi al gruppo di Ludwig (Harvey Keitel), ma, con l’assai fattivo aiuto di Zero (l’esordiente Tony Revolori) e fidanzata (Saoirse Ronan) riesce a evitare gli agguati del truce Jopling (Willem Defoe) e ad averla vinta in un lieto fine reso meno lieto dai flash-forward – se così li possiamo definire. Il tutto sullo sfondo di un mondo che cambia. Gustave e gli altri, in fondo, ballano sul Titanic del piccolo Stato di Zubrowska che viene invaso dal potente e nazisteggiante vicino sul cui treno salta subito Dmitri (Adrien Brody), l’erede della defunta baronessa che cerca di mettere le mani sulla di lei fortuna: pare inevitabile che la maggior parte dei personaggi non riesca a sopravvivere nella nuova era. Come si sarà potuto notare, il cast è di altissimo livello, eppure nessuno dà l’impressione di essere stato appiccicato lì per caso o per fare il lustrino, inclusi coloro che hanno solo poche battute come i fedelissimi del regista Bill Murray e Bob Balaban, i francesi Mathieu Amalric e Léa Seydoux o un irriconoscibile Owen Wilson: più spazio ha invece il redivivo (per me) Jeff Goldblum nei panni dell’avvocato Kovacs. Una volta giunti alla fine, vien voglia di ricominciare perché, poco ma sicuro, qualcosa che sfugge c’è: meditando su questo, si seguono con soddisfazione anche i titoli di coda, non tanto per il comunque travolgente concerto di balalaike quanto per il cosacco animato che danza in un angolo con performances segnate da un crescendo di entusiasmo.
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no_data
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martedì 15 aprile 2014
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wes anderson e i suoi personaggi
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Mi aspettavo molto da questo film, e non sono rimasta delusa, con maestria il regista Wes Anderson dirige un cast ottimo, ogni personaggio è semplicemente perfetto, lo stile del regista è inconfondibile, una gioia per gli occhi. La cura dei dettagli e la bravura degli attori fanno di questo film un vero capolavoro.
Una piccola perla del cinema, la realtà e la finzione si mescolano in una strana ed interessante via di mezzo in cui predomina l'ironia.
Il genio del regista si riconosce nel fatto che nei suoi film, e specialmente in Grand Hotel Budapest, è rappresentato un mondo apparentemente molto strano e fantastico, ma in fin dei conti non molto differente da quello reale.
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Mi aspettavo molto da questo film, e non sono rimasta delusa, con maestria il regista Wes Anderson dirige un cast ottimo, ogni personaggio è semplicemente perfetto, lo stile del regista è inconfondibile, una gioia per gli occhi. La cura dei dettagli e la bravura degli attori fanno di questo film un vero capolavoro.
Una piccola perla del cinema, la realtà e la finzione si mescolano in una strana ed interessante via di mezzo in cui predomina l'ironia.
Il genio del regista si riconosce nel fatto che nei suoi film, e specialmente in Grand Hotel Budapest, è rappresentato un mondo apparentemente molto strano e fantastico, ma in fin dei conti non molto differente da quello reale.
lo consiglio vivamente!
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luca scial�
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lunedì 14 aprile 2014
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racconto pittoresco firmato wes anderson
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Il Gran Budapest Hotel è un Hotel ormai in decadenza, ma un tempo fu molto prestigioso. Si trova nel fantasioso Stato di Zubrowka. Uno dei suoi ospiti, che vi si trova quasi per caso, riesce ad entrare nelle grazie di un magnate, che poi è il proprietario dell'Hotel. Così l'uomo gli racconta la sua storia personale, di come è riuscito a diventare il proprietario dell'Hotel.
Nuovo racconto fantasioso e pittoresco di Wes Anderson, uno che sa raccontare storie con grande maestria con l'unica pecca di non coinvolgere emotivamente fino in fondo lo spettatore. Una scelta sicuramente voluta. Il racconto è vivace, divertente, ma fa anche riflettere sull'avarizia umana e gli orrori della guerra.
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Il Gran Budapest Hotel è un Hotel ormai in decadenza, ma un tempo fu molto prestigioso. Si trova nel fantasioso Stato di Zubrowka. Uno dei suoi ospiti, che vi si trova quasi per caso, riesce ad entrare nelle grazie di un magnate, che poi è il proprietario dell'Hotel. Così l'uomo gli racconta la sua storia personale, di come è riuscito a diventare il proprietario dell'Hotel.
Nuovo racconto fantasioso e pittoresco di Wes Anderson, uno che sa raccontare storie con grande maestria con l'unica pecca di non coinvolgere emotivamente fino in fondo lo spettatore. Una scelta sicuramente voluta. Il racconto è vivace, divertente, ma fa anche riflettere sull'avarizia umana e gli orrori della guerra. Cast impregnato di attori illustri.
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pressa catozzo
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lunedì 14 aprile 2014
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whow un film cartone per adulti
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BELLO ESILARANTE, CHE VINCA TUTTO , ANZI 12 NOMINATION SONO POCHE.
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danielsan_109
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lunedì 14 aprile 2014
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il grande hotel
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