alessio
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lunedì 11 marzo 2024
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Un film che fa singhiozzare
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ennio
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domenica 17 novembre 2019
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ottima ricostruzione del romanzo di john green
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II tema del romanzo e quindi del film, l'amore tra adolescenti malati di cancro in fase terminale, è talmente tragico che è difficile commentare sul soggetto. Il nucleo fondamentale della storia è, in sostanza, la possibilità dell'inserimento dell'amore in una realtà tanto tremenda quanto è il cancro in giovane età.
Rispetto al romanzo originale, la regìa ha lavorato bene, riproducendo il più possibile fedelmente le scene e i personaggi, e soprattutto i dialoghi e le riflessioni del libro. Certo, il Van Houten originale aveva una pancia da Obelix, ma non si può pretendere tanto da uno smilzo come Willem Dafoe
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giovedì 10 gennaio 2019
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oblio
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Filmetto romantico e strappalacrime adolescenziale, pretenzioso e viziato.
[+] il cancro è viziato?
(di ennio)
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domenica 18 novembre 2018
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non è melodramma.
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Penso che sia riduttiva la definizione di "un film in bilico tra il melodramma e la commedia. Non penso sia una storia narrata per far commuovere o per fare botteghino. Questo film, attraverso la vicenda di due ragazzi destinati a morire presto, affronta temi difficili che appartengo a tutti. Accettare che il tempo a nostra disposizione non è infinito e riconoscere la grandezza, la bellezza, delle persone vicine e delle relazioni. Non c è un super eroe da emulare in avventure dai mille effetti speciali. Questo film dice che i super eroi siamo ciascuno di noi e le persone che conosciamo. Dice che vale la pena amare, affezionarsi, spendersi con un po' di follia per i desideri nostri e per quelli degli altri.
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Penso che sia riduttiva la definizione di "un film in bilico tra il melodramma e la commedia. Non penso sia una storia narrata per far commuovere o per fare botteghino. Questo film, attraverso la vicenda di due ragazzi destinati a morire presto, affronta temi difficili che appartengo a tutti. Accettare che il tempo a nostra disposizione non è infinito e riconoscere la grandezza, la bellezza, delle persone vicine e delle relazioni. Non c è un super eroe da emulare in avventure dai mille effetti speciali. Questo film dice che i super eroi siamo ciascuno di noi e le persone che conosciamo. Dice che vale la pena amare, affezionarsi, spendersi con un po' di follia per i desideri nostri e per quelli degli altri. Non è poco in tempi in cui predominano la paura e la disillusione. Grazie. Un saluto.
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giovedì 30 agosto 2018
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commovente e reale
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Film toccante e tristemente reale. Bellissimo!
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luca scialo
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mercoledì 24 agosto 2016
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sfiora il patetico, ma il messaggio è credibile
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La fimografia di Josh Boone oscilla facilmente tra il drammatico e il genere Fantastico. In questo caso approda sulle sponde del primo, trasponendo un omonimo romanzo Best seller di John Green. Il tema drammatico e romantico del libro si presta facilmente a una trasposizione che scada nel patetico, nello smielato. Boone riesce comunque a limitare i danni, raccontando la storia dei due protagonisti, Hazel e Augustus, gravemente malati, in modo abbastanza credibile. La loro condizione disperata li attrae e li respinge, nel timore che l'uno potrebbe ferire l'altro andandosene per sempre per primo.
Un film gradevole, destinato agli adolescenti, che può aiutare a sognare anche quando le circostanze della vita non lo permettono.
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frenkk
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sabato 7 maggio 2016
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sarà, ma...
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sinceramente ho visto di peggio. Capisco che un film debba essere dignitoso sotto diversi aspetti, questo lo è.
Per un film che non ti piace sembra che te lo sei sorbito almeno 3 volte x farci una tesi di laurea...
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frenkk
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sabato 7 maggio 2016
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mah!
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sì, oncologia pediatica ma non è mica un documentario o un reality. La regia e gli attori hanno fatto un buon lavoro. Meglio 2 ore di banalità e finti malati piuttosto che il sermone sul valore della vita, il dolore da spettacolizzare e gli amori da soap opera.
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frenkk
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sabato 7 maggio 2016
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ottimo lavoro
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Non conosco il romanzo ma sembra dalle recensioni del film lo rispetti abbastanza.
é un film fresco, drammatico e ironico, soprattutto giovane e si fa guardare da tutti. Per fortuna non cade nella facile pietà e nello show del dolore.
Certo non è realistico riferendosi alla loro situazione patologica, e meno male!
La regia è garbata e attenta, i 2 attori giovani ma bravissimi, senza esagerare. Una lode anche all'uso della fotografia (luci, colori, sfondi, location).
Molto belle (e turistiche) le riprese dei canali di Amsterdam.
Un film semplice, diretto, efficace, quindi intelligente.
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gianleo67
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domenica 7 febbraio 2016
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dramma sentimentale da...oncologia pediatrica
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Graziosa adolescente che combatte fin da piccola con una rara forma tumorale che le ha messo fuori uso i polmoni, stringe una sincera amicizia con un ragazzo di poco più grande ed altrettanto sfortunato. Insieme condividono la passione per il romanzo di uno scrittore olandese nei cui personaggi sembrano identificarsi, fino al punto di volare ad Amsterdam per incontrarlo. Sarà per loro una cocente delusione ma anche l'occasione per rinsaldare un rapporto ancora non completamente sbocciato prima che sia troppo tardi per entrambi.
Dramma sentimentale da oncologia pediatrica o racconto di formazione coi giorni contati che sia, questo primo soggetto tratto dal best seller di John Green (l'altro, Città di Carta uscirà l'anno appresso) incipria il classico teen-movie da giovani, carini e sfortunati (Keith - 2008) infarcendolo di una inconsistente morale letteraria e propinandoci la solita 'Love Story' non andata a buon fine dal registro leggero e dall'immancabile fotogenia di musetti e messe in piega.
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Graziosa adolescente che combatte fin da piccola con una rara forma tumorale che le ha messo fuori uso i polmoni, stringe una sincera amicizia con un ragazzo di poco più grande ed altrettanto sfortunato. Insieme condividono la passione per il romanzo di uno scrittore olandese nei cui personaggi sembrano identificarsi, fino al punto di volare ad Amsterdam per incontrarlo. Sarà per loro una cocente delusione ma anche l'occasione per rinsaldare un rapporto ancora non completamente sbocciato prima che sia troppo tardi per entrambi.
Dramma sentimentale da oncologia pediatrica o racconto di formazione coi giorni contati che sia, questo primo soggetto tratto dal best seller di John Green (l'altro, Città di Carta uscirà l'anno appresso) incipria il classico teen-movie da giovani, carini e sfortunati (Keith - 2008) infarcendolo di una inconsistente morale letteraria e propinandoci la solita 'Love Story' non andata a buon fine dal registro leggero e dall'immancabile fotogenia di musetti e messe in piega. Certo il difetto sembra proprio stia nell'ispirazione di un romanzo da quattro soldi che ha tanto animato l'autore del libro quanto la sua tormentata protagonista femminile, in un gioco meta-letterario e per l'altra metà cinematografico che è decisamente in debito di ossigeno e di idee, giocando come fa sui classici temi del tempus fugit e dell'amore al tempo della malattia senza preoccuparsi troppo dell'originalità dei caratteri e di un rapporto a due che si divide tra il letto d'ospedale ed il talamo d'amore (una volta,la prima e l'ultima, sigh!). Allungare il sugo fino a sfiorare i 133 minuti quindi deve essere stata davvero un'impresa improba laddove, tra banalità di un menage adolescenziale in cerca di una ispirazione di vita, pazienti oncologici che non perdono un capello e lo stoico eroismo di un'adolescente dal destino segnato in viaggio turistico nella casa di Hanna Frank, si gioca a rimpiattino tra gli struggimenti di un tempo troppo breve e la tensione verso un infinito che poi magari si scopre essere nè unico nè così grande come potrebbe apparire a chi non frequenta il Paradosso di Cantor e la Tartaruga di Achille. Insomma la mostra delle ovvietà condita da citazioni en passant sulla filosofia matematica, per un dramma sentimentale scontato e molesto che vorrebbe movimentare il plot con il classico pretesto letterario on the road di una ricerca al senso della vita e dell'amore che è sempre stato a portata di mano, senza bisogno di sobbarcarsi un viaggio da Pittsburgh ad Amsterdam e ritorno con trolley e bombola d'ossigeno perennemente al seguito. Approfondimento, si fa per dire, solo dei due caratteri principali (Shailene Woodley e Ansel Elgort) mentre appaiono solo abbozzati gli altri, compreso l'eterno ruolo da mammina amorevole cui sembra relegata la brava Laura Dern (Wild - 2014), lo scrittore cialtrone e gigione di un irritante Willem Dafoe (4:44 Last Day on Earth - 2011) e l'amico dal cuore grande ma senza cornee di un Nat Wolff che studia da protagonista per il successivo e contiguo 'Città di Carta' dallo stesso Green. Successone agli MTV Movie Awards 2015 per un film misteriosamente acclamato dalla critica e premiato dal pubblico i cui incassi hanno letteralmente decuplicato il budget. La colpa sarà pure delle stelle ma lassù sicuramente qualcuno vi ama!
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