Anno | 2013 |
Genere | Thriller |
Produzione | Francia |
Regia di | Jérôme Salle |
Attori | Orlando Bloom, Forest Whitaker, Tanya van Graan, Natasha Loring, Sven Ruygrok Conrad Kemp, Roxanne Prentice, Adrian Galley, Tinarie Van Wyk-Loots, Kelsey Egan, Dean Slater, Richard Lothian. |
MYmonetro | 2,50 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 26 settembre 2013
Due poliziotti di Cape Town indagano sull'omicidio della figlia diciottenne di un giocatore della squadra di rugby di Sprikboks.
CONSIGLIATO NÌ
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A Città del capo è arrivata una nuova droga e una nuova banda. I ragazzi impazziscono di rabbia mentre suicidi e omicidi si moltiplicano, senza che i soliti boss ne sappiano nulla. Intorno al caso si concentrano le attenzioni di tre poliziotti, tra i quali uno in particolare ha un passato di vittima dell'apartheid che riemerge quando si scopre che a capo del traffico ci sono quei responsabili che le scelte politiche del paese e la dottrina di Mandela hanno perdonato.
Il poliziotto dall'occhio stanco e l'apparato sessuale fuori uso di Forest Whitaker porta sul volto e sul suo corpo i segni di cosa sia stato l'apartheid, ne è fisicamente e moralmente massacrato, Zulu ce lo ricorda con un inizio forte ed efficace e con diversi flashback all'interno del film. Il suo muoversi in una trama poliziesca modellata sugli standard americani è più che mai un pretesto, una caramella commerciale per un film che in realtà vuole guardare con più di un interrogativo le conseguenze della politica sudafricana post-apartheid, ovvero la decisione di perdonare invece che di perseguire, di collaborare invece che cercare giustizia.
Ma se l'intenzione di tornare a riflettere sulle conseguenze di un atto che all'epoca sembrò a tutti una dimostrazione di civiltà e umanità è uno spunto doveroso e interessante, molto meno lo è il film in sè, ovvero il delirio di stereotipi messo in scena da Jérôme Salle per arrivare a quel finale che, si intuisce, ha in mente fin dall'inizio.
Il trio di poliziotti sulle orme dei trafficanti di droga accorpa (come uno di loro ha l'accortezza di far notare in un dialogo in macchina) alcune delle più becere maschere del cinema americano, quelle che invece di arricchire il film attraverso la personificazione di valori, idee e qualità, lo sviliscono con la ripetizione di una mitologia d'accatto, mai rifinita e sempre ripetuta meccanicamente. L'agente malato di lavoro perchè vuole saldare i conti col passato, quello bello e dannato, incapace di prendersi le proprie responsabilità di ex-marito e padre perchè ancora preda di un rapporto non risolto con il proprio genitore e infine il buono, già pronto ad essere fatto fuori fin dalla prima apparizione, (non) animano un film che ammassa moltissimo sangue e scene forti nel meno interessante degli intrecci, senza nemmeno la decenza di un buon comparto d'azione.
Il film del 1964 è fondato su un fatto storico del 1879 avvenuto in Sudafrica: all'indomani della battaglia di Isandlwana in cui gli zulù del re Chetswajo distrussero una colonna inglese di 1500 uomini, 4000 guerrieri Zulù attaccarono quasi 140 soldati inglesi che presidiavano un deposito e un ospedale militare presso la missione luterana di Rorke's Drift, la pellicola [...] Vai alla recensione »
Profondo e interessante, diverso da qualunque altro film sull'argomento.
lo consiglio,un bellissimo film (un pò violento però) che ti fa conoscere meglio un paese come il sudafrica.attori all' altezza della situazione,meglio di tanti film made in USA.