The X

The X è una spia di conclamata esperienza; un professionista infallibile, assistito da una giovane informatica che ne guida le missioni di fronte a schermi a cristalli liquidi di ultima generazione. The X deve recuperare una misteriosa valigetta da un deposito e consegnarla ad un non meglio precisato destinatario. All'improvviso, però, qualcosa va storto. The X si ritrova in un club apparentemente abbandonato dove compare la sua ex fidanzata, armata di una balestra. La donna mira e lancia una siringa che inocula del veleno letale in The X, che stramazza al suolo. La donna s'impossessa della valigetta e abbandona The X ad esalare i suoi ultimi respiri sul nudo pavimento del locale.
The X è un piccolo film d'azione diretto da un maestro del cinema di genere, Kim Jee-woon. Un'opera minore, intesa deliberatamente come compendio di stereotipi e luoghi comuni, ma che ha essenzialmente una funzione di esperimento e prova atta a testare le potenzialità di Screen X, una nuova tecnologia di ripresa e proiezione che permette di utilizzare lo spazio della sala cinematografica a 280°. Una fruizione cinematografica che si vuole immersiva e che prevede un ampliamento dello spazio dello schermo e della percezione delle fonti sonore. Argutamente, Kim ha scelto di introdurre l'allargamento dello spazio con l'improvvisa illuminazione delle aree di proiezione laterali ad opera di una torcia atta ad esplorare uno spazio minaccioso. E lo sguardo del pubblico inevitabilmente replica il movimento del fascio di luce maneggiato da The X (interpretato funzionalmente dalla superstar coreana Gang Dong-won). Di lì in poi, Kim si disinteressa della costruzione drammaturgica e si accontenta di assembrare lacerti scomposti di azione su un canovaccio un po' liso.
Del resto, quel che conta in un'operazione di questo tipo è la resa tecnica dell'azione, la scoperta di una nuova dimensione che implica una percezione attiva e reattiva dello spettatore - libero persino di distrarsi da quanto accade al centro dello schermo. Inevitabile quindi che per tenere viva l'attenzione verso un polo gravitazionale permanente, Kim allinei una dopo l'altra sparatorie, scene di combattimento marziale, caccia all'uomo e inseguimenti automobilistici - senza contare un letale attacco laser satellitare. L'esito di The X in sé è un successo programmatico, giacché lo spettatore si bea del nuovo ritrovato tecnico e dimentica la natura esilissima del contenuto narrativo. Per un primo esperimento, può bastare. Ma visto che il potenziale c'è, bisogna augurarsi che la curiosità che ingenera non sia tradita allorché si attuerà un passaggio al lungometraggio. Allora no, The X non basterà... 