contrammiraglio
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lunedì 20 marzo 2017
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ohi ohi
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Idee copiate qua e là, anche pari però da Mission to Mars, e la noia che grava su ogni cosa; scansabile.
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renatoc.
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domenica 5 marzo 2017
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grande film!
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Alfonso Cuaròn è riuscito a fare quasi un capolavoro solamente con due attori, anche se bravissimi, Sandra Bullock in particolare! Il film a cui si ispira è ovviamente l'imbattuto "2001 Odissea nello spazio" dove, nella seconda parte c'erano anche lì due soli personaggi, di cui uno muore presto! George Clooney fa la parte dell'eroe che si sacrifica per cercare si salvare la vita alla compagna di sventura, una volta constatato che tutti e due non si sarebbero assolutamente potuti salvare! E quando ormai solo dentro la sua tuta spaziale se andava incontro alla morte, dava ancora istruzioni alla collega, anche con frasi ironiche! Allucinanate la scena in cui Sandra Bullock incontra, vicino alla stazione spaziale esplosa, il corpo di un collega
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Alfonso Cuaròn è riuscito a fare quasi un capolavoro solamente con due attori, anche se bravissimi, Sandra Bullock in particolare! Il film a cui si ispira è ovviamente l'imbattuto "2001 Odissea nello spazio" dove, nella seconda parte c'erano anche lì due soli personaggi, di cui uno muore presto! George Clooney fa la parte dell'eroe che si sacrifica per cercare si salvare la vita alla compagna di sventura, una volta constatato che tutti e due non si sarebbero assolutamente potuti salvare! E quando ormai solo dentro la sua tuta spaziale se andava incontro alla morte, dava ancora istruzioni alla collega, anche con frasi ironiche! Allucinanate la scena in cui Sandra Bullock incontra, vicino alla stazione spaziale esplosa, il corpo di un collega a cui mancava un pezzo di faccia! Le donne dovrebbero apprezzare molto questo film, perchè la protagonista è un'eroina che partendo da stazioni spaziali distrutte, riesce, da sola, a tornare sulla Terra! Ricordo che nel 1970, quando c'è stato il caso dell'Apollo 13, una volta che gli astronauti sono riusciti a tornare sulla Terra, un commentatore del Giornale Radio aveva detto:"L'uomo deve essere proprio fiero di se stesso! Lo scorso anno ha dimostrato di essere in grado di andare sulla Luna! Quest'anno ha dimostrato di essere in grado, in caso di incidenti spaziali, di trovare la strada per ritornare a casa sano e salvo!" E questo film lo dimostra con una bella Sandra Bullock che, uscita dalla capsula spaziale con una maglietta attillata ed i calzoncini corti da un bel finale "spettacolare" al film!
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samanta
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sabato 11 febbraio 2017
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un eccesso di gravity
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Gravity al suo esordio ha avuto un grande successo di pubblico ed anche di critica, il film l'ho visto solo adesso in Tv e francamente pur dando un giudizio positivo non vedo il capolavoro, certamente tra cinquanta anni non se ne parlerà come ancora adesso di Odissea nello spazio. Vediamo i lati positivi: gli effetti speciali sono grandiosi e molto belli e meritano il premio Oscar come evidentemente il montaggio. L'interpretazione di Sandra Bullock (Ray Stone) è ottima ed efficace. Invece desta perplessità l'interpretazione di George Clooney (Matt Kowalskj), nel film l'astronauta si trova in situazione disastrosa: fa parte di un gruppo di astronauti inviati nelle spazio per riparare un gigantesco telescopio e mentre è al lavoro con la Stone vengono investiti dai detriti di altri satelliti distrutti da un missile a loro volta i detriti distruggono la navicella spaziale, uccidono l'equipaggio salvo i due protagonisti che vagolano nello spazio.
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Gravity al suo esordio ha avuto un grande successo di pubblico ed anche di critica, il film l'ho visto solo adesso in Tv e francamente pur dando un giudizio positivo non vedo il capolavoro, certamente tra cinquanta anni non se ne parlerà come ancora adesso di Odissea nello spazio. Vediamo i lati positivi: gli effetti speciali sono grandiosi e molto belli e meritano il premio Oscar come evidentemente il montaggio. L'interpretazione di Sandra Bullock (Ray Stone) è ottima ed efficace. Invece desta perplessità l'interpretazione di George Clooney (Matt Kowalskj), nel film l'astronauta si trova in situazione disastrosa: fa parte di un gruppo di astronauti inviati nelle spazio per riparare un gigantesco telescopio e mentre è al lavoro con la Stone vengono investiti dai detriti di altri satelliti distrutti da un missile a loro volta i detriti distruggono la navicella spaziale, uccidono l'equipaggio salvo i due protagonisti che vagolano nello spazio. Orbene Kowalskj si comporta con l'aplomb di un aristocratico inglese che nel '800 cacciava la tigre in India. Non un momento di agitazione e di perplessità comprensibile ma agisce con una tranquillità olimpica quasi indifferente a quello che sta succedendo anche nel momento in cui sacrifica la vita per salvare Stone. Qui a mio avviso si vedono i difetti della regia, inoltre la storia appare francamente inverosimile anche ad uno come me che non è un tecnico, il film è breve: 90 minuti, il regista avrebbe dovuto allungarlo con un prologo anche solo di pochi minuti per illustrare i personaggi che compongono l'equipaggio e non entrare subito in media res, in questo modo si sarebbe creata una maggiore empatia con il pubblico, da qui quindi anche una carenza nella sceneggiatura. Comunque il film è avvincente e lo si vede fino alla fine, ma mi pongo una domanda se si premia la regia solo per gli effetti speciali non è un pò troppo poco? Quell'anno 2014 era nella nomination un certo Martin Scorsese per Wolf of Wall Street pensate un pò!
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maurizio biondo
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lunedì 21 marzo 2016
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mission to mars+2001 odissea+alien = gravity
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per chi ha visto mission to mars,questo film risulta superfluo ed irritante.
ma il vero stupore è per la massa di recensioni entusiastiche che ho letto su questo forum.
noia pura.
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vito spericolato
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sabato 20 febbraio 2016
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grandi effetti speciali, trama frustrante
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Effetti speciali incredibili, ma trama insopportabile nei suoi stereotipi stellestrisce: l'eroe che ad un certo punto del film si sacrifica per consentire alla donna di salvarsi, per giunta in una scena assolutamente non realistica dal punto di vista scientifico, e l'eroina con un trauma alle spalle, che ce la mette tutta per salvarsi la pelle e guarire dal suddetto trauma. Cosa ci avrebbe perso il film se i due protagonisti fossero stati resi meno eroi e più normali? Mah! Forse a Hollywood hanno l'obbligo contrattuale di metterli in scena!
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francesco2
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venerdì 12 febbraio 2016
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cuaron, grande fotografo ma regista cosi-cosi
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Si dice (va?) dei film orientali che sono lenti e dilatati. A volte lo dicono i cinefili meno snob, ma spesso coloro che amano il cinema di sparatorie ed inseguimenti: guai a propor loro qualcosa che stimoli la riflessione.
Cosa c'entra questa premessa? C'entra, nella misura in cui anche un film statunitense -girato da un messicano, tra l'altro- nutre l'illusione che questo (non)ritmo possa essere seducente. L'insistenza sulla disavventura della Bullock è in parte significativa, ma in parte un tantino retorica e fine a sé stessa. Non mancano , in "Gravity", momenti di grande interesse. Ma è un classico della fantascienza? Chi scrive non ne è espertissimo, ma forse i veri classici di quel genere vanno oltre la retorica sulle traversie del singolo; che, tra l'altro, in questo caso abbracciano anche la vita privata del personaggio femminile.
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(di chuckylocco)
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a.i.9lli
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martedì 9 febbraio 2016
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gravity e il mal di mare
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Dalla trama di Gravity non ci si può aspettare troppo: due astronauti, interpretati da Sandra Bullock e George Clooney, mentre sono impegnati in un'operazione di manuntenzione, vengono investiti da una pioggia di dedriti; quello che segue è l'ardua e quasi impossibile missione finale: salvarsi. C'è chi dice che Gravity è un film noioso, io non sono d'accordo, perchè c'è tanta azione, c'è tanto movimento, c'è tanto dialogo, benchè i protagonisti sono solo due ( e il ruolo dell'astronauta Kowalski grazie a battute ironiche al limite dell'appropriatezza in un contesto di grande tensione, sembra cucito addosso Clooney), c'è anche tanta riflessione, sulla solitudine, sui mostri che riaffiorano quando la mente è sola, e sulla capacità, in questa solitudine, di cavarsela, di farcela, di salvarsi.
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Dalla trama di Gravity non ci si può aspettare troppo: due astronauti, interpretati da Sandra Bullock e George Clooney, mentre sono impegnati in un'operazione di manuntenzione, vengono investiti da una pioggia di dedriti; quello che segue è l'ardua e quasi impossibile missione finale: salvarsi. C'è chi dice che Gravity è un film noioso, io non sono d'accordo, perchè c'è tanta azione, c'è tanto movimento, c'è tanto dialogo, benchè i protagonisti sono solo due ( e il ruolo dell'astronauta Kowalski grazie a battute ironiche al limite dell'appropriatezza in un contesto di grande tensione, sembra cucito addosso Clooney), c'è anche tanta riflessione, sulla solitudine, sui mostri che riaffiorano quando la mente è sola, e sulla capacità, in questa solitudine, di cavarsela, di farcela, di salvarsi. C'è anche tanta tensione, tanta ansia ad ogni scena, perchè niente sembra andare per il verso giusto, perchè questa Natura eterea, oltre l'atmosfera, è veramente maligna. ma soprattutto , guardando Gravity non può che venirti il maldimare, accusare ogni colpo per l'assenza di gravità, ti ruoterà tutto attorno, perchè il fulcro di questo film è questo: l'assenza di gravità, l'impossibilità di tenere i piedi per terra, che è poi la metafora che guida tutto la storia. E l'occhio del regista è magistrale, sullo spazio, sulla navicella, sui detriti, sui drammi, sulla sofferenza dei protagonisti che è vera, sentita e composta. E poi tecnicamente, Cuaròn riesce a ricreare l'assenza di gravità facendola sentire anche a chi è davanti allo schermo, come se fosse in uno di quei simulatori che trovi ai Lunapark.
Non è un film hollywoodiano, nè un film indipendente, ma è un film intenso,per un regista grande e potente.
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rongiu
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domenica 22 novembre 2015
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qui nessuno ti fa del male; sei al sicuro.
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“La Terra è la culla dell'umanità, ma l'uomo non può vivere nella culla per sempre!”. Questa affermazione di K.E. Tsiolkowsky (1857-1935 ed universalmente riconosciuto precursore e teorico dei voi cosmici).
Lasciare “la culla terrestre” per il dot. Ryan Stone \ Sandra Bullock / è una vera e propria fuga da un passato che ha lasciato solchi profondissimi nel suo animo; come madre, donna e scienziata.
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“La Terra è la culla dell'umanità, ma l'uomo non può vivere nella culla per sempre!”. Questa affermazione di K.E. Tsiolkowsky (1857-1935 ed universalmente riconosciuto precursore e teorico dei voi cosmici).
Lasciare “la culla terrestre” per il dot. Ryan Stone \ Sandra Bullock / è una vera e propria fuga da un passato che ha lasciato solchi profondissimi nel suo animo; come madre, donna e scienziata.
E' alla ricerca di nuovi colori, odori, sapori che possano prendere il posto dei vecchi ancora vivi è presenti nei suoi ricordi. Insomma vuole indagare, esplorare e possibilmente trovare, una nuova sfera emotiva post/traumatica. Così mi par di capire.
Ed il nostro regista \ Alfonso Cuaròn / legatissimo ad un cinema che trova la sue radici nella musica, piuttosto che nel teatro, nei romanzi e compagnia bella, non aspetta altro.
Il dot. Ryan si trova immediatamente a dover affrontare gravi problemi di ordine tecnologico e non solo. Gli stati d'animo si susseguono, le zone d'ombra, i lati oscuri del pensiero mettono a dura prova la sua professionalità. Il passaggio da un ambiente ospedaliero a quello siderale, porta con sé un'infinità di incognite. Riuscirà a superarle nonostante il duro addestramento? E quale sarà il ruolo del suo precettore Matt Kowalski ? \ George Clooney /
Un road movie nello spazio da vedere, da ascoltare nel silenzio più assoluto. Perché è proprio nel silenzio più assoluto che l'ululato di un cane, il pianto di un bambino, i consigli di un amico, possono ri-donarti una speranza che pensavi perduta e con essa la voglia di lottare.
Preghiera dell'astronauta
'Signore, io ti ringrazio profondamente per avermi lasciato compiere questo volo. Grazie per il privilegio di avermi consentito di partecipare a questa impresa; grazie per avermi fatto giungere in un luogo eccelso da cui potessi godere tutte le meravigliose superne che tu hai creato''.
''Aiuta tutti noi astronauti a indirizzarci sulla giusta strada, in modo che possiamo plasmare le nostre vite al fine di essere dei buoni cristiani. Concedici di non litigare e combatterci gli uni con gli altri, bensì di rivolgere tutte le nostre forze ad aiutarci vicendevolmente ed a collaborare fraternamente''.
''Ma soprattutto aiutaci a perfezionare con successo la nostra missione, sorreggici nella futura battaglia per lo spazio, in modo che ci sia possibile mostrare al mondo che veramente una democrazia può competere con tutti e tenere testa a chiunque. Che il mondo sappia che gli uomini di una democrazia sono capaci di portare a termine imprese grandiose e sanno perseverare nella ricerca, nello sviluppo scientifico, nel perfezionamento dei programmi tecnici e umani''.
''Assisti i nostri cari. Sii accanto alle nostre famiglie. Infondi loro coraggio e siine la guida. Fa' loro sapere, Signore, che tutto, tutto va proprio bene quassù'. Noi preghiamo nel tuo nome''.
Morgaŭ estas nova tago.
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kondor17
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lunedì 19 ottobre 2015
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lost in space... ma che noia!
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Due tecnici aerospaziali vengono inviati dalla nasa a 600 km dalla terra a riparare una stazione satellitare orbitante. Mentre Matt se la cava egregiamente, la compagna Ryan è alla sua prima missione ed è alquanto impacciata. Durante un intervento all'esterno, i due vengono colpiti dai detriti di un satellite nelle vicinanze, recentemente demolito. Grazie al jetbag, lo zainetto a propulsione, Matt riesce a trainare Ryan fin nei paraggi di un altro satellite russo, la cui navicella di emergenza non è però atta al rientro, per la fuoriuscita del paracadute di ammaraggio. Vaganti da una navicella all'altra, ammirando estasiati il mondo e il Gange e l'aurora da lassù, cullati in un caldo brodo primordiale che stimola domande esistanziali, solo Ryan riuscirà a raggiungere la navicella cinese il cui lem dovrebbe portarla a casa.
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Due tecnici aerospaziali vengono inviati dalla nasa a 600 km dalla terra a riparare una stazione satellitare orbitante. Mentre Matt se la cava egregiamente, la compagna Ryan è alla sua prima missione ed è alquanto impacciata. Durante un intervento all'esterno, i due vengono colpiti dai detriti di un satellite nelle vicinanze, recentemente demolito. Grazie al jetbag, lo zainetto a propulsione, Matt riesce a trainare Ryan fin nei paraggi di un altro satellite russo, la cui navicella di emergenza non è però atta al rientro, per la fuoriuscita del paracadute di ammaraggio. Vaganti da una navicella all'altra, ammirando estasiati il mondo e il Gange e l'aurora da lassù, cullati in un caldo brodo primordiale che stimola domande esistanziali, solo Ryan riuscirà a raggiungere la navicella cinese il cui lem dovrebbe portarla a casa.
Non mi dilungo molto. Il film è esteticamente ineccepibile e alcune sequenze veramente ben fatte. L'atmosfera è quella tipica che già conosciamo da tanti altri film di fantascienza e di missioni spaziali. Che altro? Due attori icone di Hollywood, un'ottima computer animation. E poi?
Niente giustifica la pioggia di oscar ricevuta. Di questo genere ho visto decine di film migliori che hanno ricevuto si e no una nomination (Sunshine, Interstellar, tra gli ultimi). Nel complesso veramente mediocre e banale.
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silvia d'ecclesiis
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venerdì 21 agosto 2015
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il peso specifico dell'assenza di gravità
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In orbita intorno alla terra, l’astronauta Matt Kowalski (George Clooney) e la dottoressa Ryan Stone (Sandra Bullock) cercano di riaggiustare una stazione spaziale, quando un’improvvisa tempesta di meteoriti si scatena su di loro, lasciandoli alla deriva nello spazio assoluto e siderale. Nel tentativo di sopravvivere e tornare a casa sani e salvi, i due cominciano un viaggio attraverso le profondità spaziali, che li porta a doversi misurare con se stessi e con i propri confini interiori.
Sebbene la narrazione sia strutturata secondo il più classico dei romanzi/film d’avventura, con i due protagonisti che devono affrontare un percorso irto di ostacoli, Gravity è un’esperienza visivamente splendida, realizzata attraverso l’utilizzo non fine a sé stesso delle tecnologie più avanzate e pretendendo il coinvolgimento attivo dello spettatore.
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In orbita intorno alla terra, l’astronauta Matt Kowalski (George Clooney) e la dottoressa Ryan Stone (Sandra Bullock) cercano di riaggiustare una stazione spaziale, quando un’improvvisa tempesta di meteoriti si scatena su di loro, lasciandoli alla deriva nello spazio assoluto e siderale. Nel tentativo di sopravvivere e tornare a casa sani e salvi, i due cominciano un viaggio attraverso le profondità spaziali, che li porta a doversi misurare con se stessi e con i propri confini interiori.
Sebbene la narrazione sia strutturata secondo il più classico dei romanzi/film d’avventura, con i due protagonisti che devono affrontare un percorso irto di ostacoli, Gravity è un’esperienza visivamente splendida, realizzata attraverso l’utilizzo non fine a sé stesso delle tecnologie più avanzate e pretendendo il coinvolgimento attivo dello spettatore. Qualcosa che altri cineasti hanno intravisto e sperimentato, ma nessuno al pari di Alfonso Cuaròn ha saputo mettere in atto, per di più in novanta minuti assolutamente coinvolgenti e densi di emozioni contrastanti.
Nel film di Alfonso Cuaròn c’è spazio sia per lo stereotipo americano dell’uomo che, confrontandosi con gli abissi spaziali, trova il modo per gettarsi alle spalle vecchi traumi, sia per una riflessione metafisica sul proprio io e sul superamento dei limiti umani. E allora non c’è da stupirsi come un blockbuster d’intrattenimento possa trasformarsi in un film d’autore che non manca di richiamare capolavori quali 2001:Odissea nello spazio, E.T., Moon, solo per citarne alcuni, e che fa appello a una fotografia davvero superlativa, ad opera di Emmanuel Lubetski, in cui alcune scene sono davvero magistrali (una su tutte, quella in cui Sandra Bullock danza sospesa e priva di peso specifico nell’abitacolo di una cabina spaziale).
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