Diaz - Non pulire questo sangue

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Un film di Daniele Vicari. Con Claudio Santamaria, Jennifer Ulrich, Elio Germano, Davide Iacopini, Ralph Amoussou.
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Drammatico, durata 120 min. - Italia 2012. - Fandango uscita venerdì 13 aprile 2012. MYMONETRO Diaz - Non pulire questo sangue * * * - - valutazione media: 3,48 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari. Acquista »
   
   
   

i vetri infranti Valutazione 4 stelle su cinque

di pepito1948


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martedì 24 aprile 2012

Il vetro può significare tante cose. Un cristallo di Boemia, un colorato manufatto di Murano, una bottiglia di Coca Cola, una finestra…. In ogni caso vetro significa trasparenza, e trasparenza richiama pulizia, nitidezza, limpidezza e, per estensione, tutto ciò che si può ricondurre a queste proprietà, come il rispetto delle regole, la correttezza e quindi la democrazia. Una bottiglietta vuota che lentamente sale e poi scendendo si schianta a terra o contro qualcos’altro in un contesto di guerra, in una rappresentazione filmica vuol dire che qualcosa di trasparente e di maledettamente importante si è rotto, è andato in mille pezzi. Similmente in frantumi, sotto una gragnola di colpi contundenti, vanno i vetri delle finestre di una scuola, luogo simbolo in cui i ragazzi vengono forniti degli strumenti per diventare protagonisti di se stessi e, spesso, del futuro della società. In una notte di 11 anni fa la democrazia andò in frantumi, e le sue schegge, ormai inerti, si sparsero taglienti ed arrossate in una città che sembrava Santiago ed i suoi orrori di quasi 40 anni fa. La Costituzione, quella che conta, quella che non ammette deroghe, quella che parla di uomini, di diritti, di tutele, fu stracciata, bruciata, umiliata. Dalle finestre di quella scuola entrò uno tsunami di violenza e di brutalità che non si fermò davanti a niente e a nessuno, non davanti al sangue che si rapprendeva su cose e persone, non davanti al vecchio militante sindacale o all’imprenditore che si trovavano lì per caso, non davanti alla ragazza piagata che, con le cosce insanguinate, chiedeva alla sua aguzzina un assorbente che le fu sprezzantemente negato e sostituito con un foglio raggomitolato di giornale. Non rimase un solo vetro intatto in quella scuola devastata dalla violenza inarrestabile di chi vince e non sa accontentarsi della vincita e vuole vincere e vincere ancora, salvo due bottiglie incendiarie che nessuno aveva visto prima. Garage Olimpo, la notte delle matite spezzate, lo stadio di Santiago; mille immagini si accavallano mentre i rumori amplificati che parlano di sofferenza, di oggetti spaccati, di insulti, di trappole per topi tolgono spazio a qualsiasi riparo psicologico come la possibilità che forse non è andata proprio così, forse è finzione cinematografica, forse era solo una reazione ad una violenza precedente. Quella notte furono massacrati i corpi di 90 persone ma anche altre cose immateriali,  ma non per questo meno importanti come le idee, i diritti, la solidarietà, la speranza che gli autori di tutto questo –dai mandanti ai progettisti, agli organizzatori, agli esecutori, ai fiancheggiatori, ai sobillatori, alle improvvisate claques per le strade cittadine- si vergognassero e chiedessero scusa. I misfatti divennero legali azioni di pulizia, il Potere si affacciò in televisione per inscenare una recita rassicurante, la sabbia lentamente coprì tutto tranne alcune cuspidi, troppo alte e visibili per scomparire. La Costituzione fu pazientemente ricomposta, ma rimasero le piccole crepe come di un prezioso foglio di pergamena rimasto a lungo piegato. E la bottiglia di vetro? Fu ricomposta anche quella, ma, si sa, il vetro è fragile e potrebbe ricadere….Tutto questo ci fa vedere, sentire, ascoltare, toccare, evocare il film perfetto (comprese le illuminanti didascalie finali) di Vicari e di un coraggioso produttore, Domenico Procacci, di cui si parla poco ma senza il quale molte opere di denuncia sociale non potrebbero vedere la luce. Se la Diaz non può diventare il museo della memoria della violenza di Stato, questo film ne è una degna rappresentazione virtuale e multisensoriale, ed è bene che venga visionato da tutti coloro che non vogliono dimenticare o ignorare. E che vogliono contribuire a disincrostare e rendere di nuovo trasparenti tutti i vetri della nostra fragile democrazia.

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