Uno spettacolo in 3D che va (ri)visto al cinema
di Alberto Crespi La Repubblica
È curioso trovarsi a recensire nuovamente un film a distanza di 13 anni. Però è anche giusto, trattandosi di Avatar, che stando al database imdb.com (il più attendibile in rete) ha totalizzato a oggi un incasso planetario di 2 miliardi, 847 milioni e 397.339 dollari. Ora torna al cinema e il traguardo, nemmeno tanto folle, è di sfondare quota 3 miliardi. La riedizione del film, in vari formati (3D, 4K Hdr, Imax e quant'altro) è ovviamente finalizzata all'uscita, prevista per il 16 dicembre, del seguito Avatar 2, del quale si parla da anni. Ma potrebbe davvero essere il film giusto per tornare in sala, dopo questi faticosi anni di lockdown. Per ché ha ragione James Cameron, quando dice: "I giovani fan che hanno visto Avatar in streaming, in questi anni, in realtà non l'hanno visto". Vedere Avatar sullo schermo piatto della tv è come ammirare la cappella Sistina riprodotta su un francobollo. Va visto in 3D, perché è un 3D unico, immersivo: non è un film, è un'esperienza. Un po' come quando gli spettatori del 1895 videro il treno dei Lumière e si spaventarono, perché sembrava uscire dallo schermo. Andiamo, quindi, a godercelo al cinema: Avatar è un grande film. E la storia, che parla di nativi azzurri e di un prezioso minerale appetito dalle multinazionali, è la nostra grande, unica storia: la storia del colonialismo e del capitalismo. Ripassiamo il capitolo 1 e prepariamoci, fra due mesi, al numero 2
. Da La Repubblica, 22 settembre 2022
di Alberto Crespi, 22 settembre 2022
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