Anno | 2008 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Italia |
Regia di | Alberto Simone |
Attori | Lorenza Indovina, David Coco, Maria Nydia Ursi, Enrique Liporace, Sergio Graziani, Renato Quattordio Dolhacaray, María Ucedo Giuseppe Battiston, Alessandra Costanzo. |
MYmonetro | 2,75 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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La vera storia di Gianluca Sciortino, piccolo talento del calcio colpito da un'emorragia cerebrale. Il film è stato premiato a Roma Fiction Fest,
CONSIGLIATO SÌ
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Roma. Gianluca Sciortino (Renato Quattordio Dolhacaray) è un bambino di dieci anni, gioca a calcio, va a scuola ed è coccolato da una famiglia serena che lo adora. Il 9 novembre 1992, la madre Gerarda (Lorenza Indovina), lo porta a scuola come tutte le mattine. Poche ore dopo Gianluca si sente male e nel giro di pochi minuti entra in coma a causa di un'emorragia cerebrale. I medici sono scettici e, chi in modi sensibili come il dottor Antonioni, chi in termini bruschi come il dottor Crisanti (Giuseppe Battiston), esprimono ai genitori Gerarda e Pino (David Coco) la loro solidarietà. Quando poi tutti perderanno la speranza del risveglio, una canzone di Venditti compirà il piccolo miracolo.
Tratta dal libro "Non ti lascerò morire" di Gerarda Sciortino, la vicenda è una di quelle da lasciare senza fiato. Al centro dell'intreccio c'è la battaglia di una madre che lotta per la vita del figlio, bloccato da un coma, disteso su un letto freddo d'ospedale, senza muovere una mano, senza parlare, incapace di pensare. L'amore e il trasporto di una donna che non vuole arrendersi ad abbandonare suo figlio e fa di tutto per stargli vicino, pur nella consapevolezza che i gesti e le parole sussurrate potrebbero essere inutili. Gerarda riesce a convincere i medici ad entrare nella stanza dov'è ricoverato Gianluca, va contro le regole dell'ospedale ma la gravità della situazione giustifica la sua impertinenza. E di fronte ai pianti di una madre disperata è difficile dire di no. Così comincia il suo calvario: lungo più di 5 settimane, con a disposizione solo 10 minuti al giorno, la sua missione sarà tentare di comunicare con il figlio. Registra i suoni, le voci e le conversazioni casalinghe, i rumori del campo di calcio, e le lezioni scolastiche dei compagni di classe. Documenta ogni particolare della vita di Gianluca e lo porta da lui: gli fa ascoltare le registrazioni e gli fa toccare gli oggetti a lui più cari. Il bambino non reagisce ma Gerarda continua ad andare avanti, sostenuta anche da un angelo custode che sorride sempre, da una madre che vive il suo stesso dolore e dal marito, anche lui in crisi, in difficoltà con il lavoro e con la vita. A unire tutti gli avvenimenti c'è la musica, quella che fa parte del lavoro di Pino, manager musicale, e quella che adora Gianluca. E sarà proprio una melodia famosa di Venditti a risvegliare Gianluca dopo un sonno durato 40 giorni.
Laddove la scienza non può più fare niente, arriva la forza dell'amore. Ed è solo questo che conta in questa storia; gli aspetti estetici della fiction stanno un gradino più in basso, non sono importanti. Nel racconto di una storia piccola e fragile come questa, la tv riesce ad emozionare senza scivolare in oziosi patetismi sentimentali o eccessivi toni languidi. La tragedia c'è ma si deve affrontare: un messaggio forse un po' banale ma impossibile da trascurare.