tommy
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domenica 28 marzo 2021
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troppo lento e noioso
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Come al solito basta leggere il nome del regista e si fanno i commenti. Non è possibile che tantissime persone descrivono questo film quasi come un capolavoro. Ho cercato in tutti i modi di capire cosa ci fosse di bello o quale emozione mi dovesse trasmettere.Alla fine mi rimane tanta amarezza per aver atteso oltre un'ora qualcosa che mi potesse procurare interesse.
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yuri totani
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giovedì 8 novembre 2012
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ho visto di meglio
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Film sul disagio giovanile, ma come in ogni americanata ci deve essere una morte splatter. Se vi piace il genere segnalo il film giapponese "Harmful Insect" di Akihiko Shiota.
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tiamaster
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mercoledì 20 giugno 2012
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gus van sant è una garanzia
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Paranoid Park colpisce subito.Colpisce per la credibilità e la caratterizzazione dei personaggi,vera,reale che riesce a farti immedesimare completamente nel prottagonista.Colpisce per la regia in stato di grazia,capace di emozionare a ogni inquadratura.Colpsice per il fatto di non giudicare,ma al contempo di far riflettere lo spettatore su temi importanti.Questo film rimane addosso allo spettatore,lo fà pensare,lo angoscia.è un film che non si dimentica due minuti dopo la visione.è un film sensibile,profondo,sottile.....un film non alla portata di tutti perchè troppo sottile e sincero.da pensare e ripensare.
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brando fioravanti
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martedì 29 maggio 2012
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intrigante
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Un adolescente dopo avere ucciso una persona incidentalmente comincia a scrivere sperando di togliersi il peso sulla coscienza. Van Sant ritorna sullo stile di elephant con delle inquadrature ossessive anche quando non succede niente. La storia la si comincia a capire mano a mano, ma cè il rischio che lo spettatore perda interesse visto la lentezza del film. Buona fotografia e montaggio, ma ci sono troppe pause questo spiega il poco successo di publico.
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andre89lost
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sabato 19 novembre 2011
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storia di un adolescente solo. angosciante
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Angosciante film di Gus Van Sant che, dopo Elephant, torna a parlare degli adolescenti. Il film narra la storia (in un ordine cronologico volutamente e divinamente sconvolto) di un ragazzo con problemi in famiglia che, una sera, uccide per sbaglio una persona. Che fare?
La scena di sesso è davvero emblematica. Lo spettatore percepisce chiaramente le emozioni che prova il protagonista. La testa è da un'altra parte, in un'altra realtà, come dichiarerà lui stesso alla sua amica. Bellissima la scena in cui con molto menefreghismo rompe con la ragazza. LA musica prevale sulle parole, come per dire che parlare è inutile, la sua testa è altrove.
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Angosciante film di Gus Van Sant che, dopo Elephant, torna a parlare degli adolescenti. Il film narra la storia (in un ordine cronologico volutamente e divinamente sconvolto) di un ragazzo con problemi in famiglia che, una sera, uccide per sbaglio una persona. Che fare?
La scena di sesso è davvero emblematica. Lo spettatore percepisce chiaramente le emozioni che prova il protagonista. La testa è da un'altra parte, in un'altra realtà, come dichiarerà lui stesso alla sua amica. Bellissima la scena in cui con molto menefreghismo rompe con la ragazza. LA musica prevale sulle parole, come per dire che parlare è inutile, la sua testa è altrove. Il senso di colpa e la soffocante sensazione di non poter tornare indietro nel tempo, quando viveva la sua passione (l'unica cosa che probabilmente lo realizzava, in flash filmati in super8) rendono il film angosciante. Da vedere.
Voto:8
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gabriella
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sabato 8 ottobre 2011
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adolescenti soli.
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Film drammatico del regista Gus Van Sant con un cast giovane che si cimenta bene.Tematica principale quella del disagio,della solitudine e della mancanza di etica negli adolescenti dell'America di oggi (ma potrebbero essere di qualsiasi altra parte del mondo...) i quali si trovano a vivere in una società e in famiglie anch'esse prive di qualsivoglia valore morale.In questo sfondo preoccupante il protagonista decide di non rivelare il grave episodio del quale si è reso responsabile e soprattutto di non provare alcun rimorso.La trama,costruita su alternanze di momenti presenti e momenti del passato,viene svelata lentamente anche se non mancano momenti di scarsa tensione.Sicuramente denso di significato ma non coinvolgente,anzi addirittura a tratti monotono.
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peppe97
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mercoledì 15 giugno 2011
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una pellicola "di poco interesse"
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Il punto debole di questo film è sciuramente la durata: breve, e con uno sviluppo dei fatti lento e ripetitivo che crea nel pubblico una certa sensazione di noia. Ma, comunque, le basi non sono male: la vicenda dei malandati ragazzzini skate è un ottimo argomento da sviluppare sul grande schermo; inoltre molte scene pur non essendo così abbelite scuscitano un po' di intrattenimento, ma per il resto non ci siamo.
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dandy
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venerdì 1 aprile 2011
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affascinante,ma non per chi non conosce il regista
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La struttura sembra quella tradizionale del giallo dove lo spettatore conosce l'assassino(involontario)prima della polizia.Ma a Van Sant non interessa il dramma di per sè,e nemmeno svelare la fine dell'inchiesta.Portando ad un nuovo livello il metodo già messo in atto con "Elephant" e "Last Days",smonta ancora una volta la linearità cronologica mescolando tecniche diverse di ripresa e mediante un'elaboratissima colonna sonora(che include rumori,parole e una citazione di Nino Rota)offre una sorta di riflesso sonoro delle contraddizioni pscicologiche e comportamentali di Alex,cercando di entrare nella sua testa dopo il delitto di cui si reso responsabile.
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La struttura sembra quella tradizionale del giallo dove lo spettatore conosce l'assassino(involontario)prima della polizia.Ma a Van Sant non interessa il dramma di per sè,e nemmeno svelare la fine dell'inchiesta.Portando ad un nuovo livello il metodo già messo in atto con "Elephant" e "Last Days",smonta ancora una volta la linearità cronologica mescolando tecniche diverse di ripresa e mediante un'elaboratissima colonna sonora(che include rumori,parole e una citazione di Nino Rota)offre una sorta di riflesso sonoro delle contraddizioni pscicologiche e comportamentali di Alex,cercando di entrare nella sua testa dopo il delitto di cui si reso responsabile.Facendone il ritratto frammentario e affascinante di una gioventù che sfugge a ogni definizione e a ogni giudizio.Probabilmente più vicino alla realtà di molti esempi simili e "ordinari".Ma è necessario che lo spettatore abbia visto i precedenti film del regista per poterlo apprezzare appieno,a meno che non sia abituato a mettere da parte le proprie convenzioni.Il titolo si riferisce ad una pista di skateboarders a Portland,che il protagonista frequenta.
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taniamarina
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domenica 14 novembre 2010
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i griffin dal vivo
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E' un film come dopo un trauma, perfetto per descrivere lo stordimento e il sordo terrore che colonizza i giovani di oggi. Talmente paralizzati da una vita senza senso né valori né certezze, che la tragedia di un uomo passa, agli occhi degli adoledcenti, come una scomoda interrogazione scolastica da risolvere. A volte felliniano, è una pellicola che sapientemente sceglie gli attori come caricature dei Griffin e non il contrario. Gus Van Sant è davvero un grande
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ferra:cinefilononè.
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lunedì 28 dicembre 2009
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triste, lento.
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film molto bello: lento, riflessivo, opprimente, triste. i 90 minuti ci stanno tutti, le immagini sono fantastiche.
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