La banda

Film 2007 | Commedia, +13 90 min.

Titolo originaleBikur Ha-Tizmoret
Anno2007
GenereCommedia,
ProduzioneIsraele, Francia
Durata90 minuti
Regia diEran Kolirin
AttoriSasson Gabai, Ronit Elkabetz, Saleh Bakri, Khalifa Natour, Shlomi Avraham Uri Gavriel, Imad Jabarin, Ahuva Keren, François Khell, Hisham Khoury, Tarik Kopty, Rinat Matatov, Rubi Moskovitz, Hilla Sarjon, Eyad Sheety.
Uscitavenerdì 21 marzo 2008
TagDa vedere 2007
DistribuzioneMikado Film
RatingConsigli per la visione di bambini e ragazzi: +13
MYmonetro 3,39 su 21 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Eran Kolirin. Un film Da vedere 2007 con Sasson Gabai, Ronit Elkabetz, Saleh Bakri, Khalifa Natour, Shlomi Avraham. Cast completo Titolo originale: Bikur Ha-Tizmoret. Genere Commedia, - Israele, Francia, 2007, durata 90 minuti. Uscita cinema venerdì 21 marzo 2008 distribuito da Mikado Film. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 - MYmonetro 3,39 su 21 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento mercoledì 29 novembre 2017

I componenti della banda musicale della polizia egiziana, invitati in Israele, si ritrovano per sbaglio in una remota cittadina nel mezzo del deserto. Costretti a rimanerci per una notte, si "spoglieranno" delle loro uniformi. In Italia al Box Office La banda ha incassato 632 mila euro .

Consigliato sì!
3,39/5
MYMOVIES 3,50
CRITICA 3,19
PUBBLICO 3,49
CONSIGLIATO SÌ
Una brillante commedia, densa di valore, che fotografa e racconta Israele con umorismo, sentimento e nostalgia.
Recensione di Tirza Bonifazi Tognazzi
Recensione di Tirza Bonifazi Tognazzi

La banda musicale della polizia di Alessandria d'Egitto viene invitata a suonare all'inaugurazione del centro culturale arabo di una cittadina israeliana. All'aeroporto di Tel Aviv non c'è nessuno ad attendere il gruppo di musicisti, così il pragmatico direttore d'orchestra e colonnello Tewfiq decide di raggiungere il luogo con un autobus locale. Arrivato nella remota e desertica cittadina (una sorta di Las Vegas spoglia di luci scintillanti, giochi e schiamazzi) capisce che, per un difetto di pronuncia, ha sbagliato destinazione. Non si trova nella moderna Petah Tikva, bensì nell'arida Bet Hatikva. Poiché non c'è modo di andarsene da lì (c'è una sola corriera che passa una volta al giorno) gli otto egiziani sono costretti ad accettare l'ospitalità di Dina, la bella proprietaria dell'unico ristorante del posto.
Al suo esordio in lungo l'israeliano Eran Kolirin realizza una piccola opera cinematografica, densa di valore, trovando il modo per fotografare e raccontare il suo paese con umorismo, sentimento e nostalgia, utilizzando un linguaggio (e lanciando un messaggio) universale. La banda è una brillante commedia dal retrogusto amaro che parla innanzitutto dell'essere umano. Le inamidate uniformi azzurre della banda celano i disagi esistenziali dei componenti. L'unica voce fuori dal coro è quella di Haled, dongiovanni nell'anima che seduce le fanciulle sussurrando i versi romantici di Chet Baker.
La musica fa da collante tra lo sgangherato gruppo in terra straniera e i loro ospiti. È una canzone jazz israeliana che Dina sceglie per trasmettere a Tewfiq - il suo personale Omar Sharif - il desiderio di dirgli "tante cose". È la danza delle mani del colonnello, che muove sinuosamente nell'aria per mostrare alla locandiera come si dirige un'orchestra, a creare un momento d'intesa tra l'uomo e la donna. E, infine, intorno alla tavola apparecchiata a festa, nel silenzio imbarazzante e un tantino ostile, basta intonare un'approssimativa "Summertime" per comunicare e azzerare la distanza di due paesi avversi.
Al di là delle divergenze culturali e delle barriere linguistiche c'è la musica, ma c'è anche l'amore. Quello agognato da una giovane che vede la sua vita come un (melodrammatico) film arabo, quello perduto a causa del proprio rigore, quello cercato tra le braccia di uno sconosciuto. Il finale de La banda è preannunciato da una frase di Itzik. È "come un concerto che finisce di colpo, né triste, né allegro". Un concerto, aggiungiamo noi, da godere fino all'ultima nota.

Sei d'accordo con Tirza Bonifazi Tognazzi?

Commedia degli equivoci che ha per protagonista una piccola banda musicale della polizia egiziana che per sbaglio arriva in un piccolo villaggio israeliano.

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
martedì 9 giugno 2009
chiarialessandro

Il film si dipana con la lentezza delle acque dei grandi fiumi che raggiungono immancabilmente la meta della foce, riuscendo a far arrivare i suoi protagonisti all’obiettivo prefissato: il concerto. Tra l’arrivo nel posto sbagliato ed il trasferimento in quello giusto si situa il film, che mostra emblematicamente una convivenza con qualche difficoltà tra israeliani ed egiziani; non esiste però nessuna [...] Vai alla recensione »

venerdì 28 settembre 2012
La Bachelorette

Non importano le differenze linguistiche, l'incapacità di distinguere la lettera "p" dalla "b"- mancanza che porta i musicisti dell'Orchestra della Polizia di Alessandria a perdersi in Israele- ciò che importa è altro: sentimenti e valori più profondi espressi dai malinconici personaggi di questo film, siano essi ebrei o arabi.

lunedì 27 dicembre 2010
Nalipa

che in pochi hanno visto questo film dell'esordiente Eran Kolirin, vincitore tra gli altri premi del Coup de coeur a Cannes e gli European Award al regista e all'attore Sasson Gabai. Il gruppo musicale tradizionale di una banda egiziana si perde in territorio più estraneo che ostile, di Israele e accetta l'spitalità di un piccolo paese nel cuore del deserto.

giovedì 1 febbraio 2018
Ennio

Uno dei film più divertenti visti ultimamente. La comicità involontaria dei protagonisti ricorda quella del neorealismo nostrano di 50/60 anni fa, così simile in molti aspetti all'odierna realtà di buona parte del mondo arabo. Non si può non sorridere dinanzi al formalismo, al candore, all'imbarazzo schiettamente esibiti dai protagonisti, [...] Vai alla recensione »

martedì 10 novembre 2009
Kerry

Consigliato come terapeutico per l'insonnia. Attenzione: somministrare a piccole dosi. E' talmente noioso che rischia di ipnotizzare irreversibilmente lo spettatore

Frasi
Io sono colui che ama e che è amato… IO SONO AMATO E SONO L'AMORE…
Sono innamorato pazzo di me…
Haled (Saleh Bakri)
dal film La banda - a cura di Anna
STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Roberto Silvestri
Il Manifesto

A quasi un anno di distanza dal festival di Cannes, dove ha conquistato il premio per la migliore opera prima, esce La banda del giovane regista israeliano Eran Korilin. Film commuovente, giocato su un tipo di comicità simile alle astrazioni fredde e surrealmente realistiche di Aki Kaurismaki, conferma la vitalità controcorrente delle nuove generazioni di cinema in Israele desiderose di uscire dalla [...] Vai alla recensione »

Massimiliano Zampini
Ventiquattrominuti

Israeliani ed egiziani, così lontani, così vicini. Il complesso rapporto tra i due popoli, che ora vivono in pace, dopo aver combattuto per trent’anni, è descritto con tono da commedia nel film La banda del regista israeliano Eran Kolirin. Storia di un gruppo di musicisti della polizia di Alessandria che, invitati a suonare in Israele, si ritrovano soli all’aeroporto, dove doveva esserci qualcuno ad [...] Vai alla recensione »

Roberto Escobar
Il Sole-24 Ore

Fuori posto: così, già nelle prime immagini, appaiono i musicisti dell'umano, molto umano . La banda (Bikur Ha-Tizmoret, Israele, Francia e Usa, 2008, 87'). Appena scesi dall'aereo,lontani dalla loro Alessandria, la macchina da presa li mostra tutti e otto in riga su un marciapiede, impacciati nelle uniformi di gala azzurre e oro da poliziotto. Sapremo poi che sono in Israele per un concerto, e che [...] Vai alla recensione »

Davide Turrini
Liberazione

Si fa un gran parlare di barriere e muri che separano uomini e cose, popoli e memorie collettive. Eran Kolirin, giovane regista israeliano, traduce questa insofferenza cucendo senza fretta una commedia sulla possibile fratellanza universale. La banda non è altro che la fanfara della polizia di Alessandria d'Egitto composta da otto elementi vestiti di tutto punto con divise e cappelli azzurri, mostrine [...] Vai alla recensione »

Mariarosa Mancuso
Il Foglio

Ci risiamo. Sullo stesso quotidiano che fa divieto di ricavare da "Juno" la palese morale della favola – capita di restare incinta a sedici anni, e non è detto che una ragazza ne avrà la vita rovinata – si inneggia alla lezione (proprio così: "lezione") di due film che celebrano il dialogo tra arabi e israeliani. Uno è "La banda" di Eran Kolirin (l'altro non lo abbiamo visto, sospendiamo il giudizio): [...] Vai alla recensione »

Boris Sollazzo
DNews

Buonanotte ai suonatori. Il regista israeliano Eran Kolirin esordisce al cinema con La banda e dopo aver conquistato Cannes, ora spera di farlo anche con critica e pubblico italiani. Se lo meriterebbe questa fiaba di pace e musica, in cui Chet Baker con My Funny Valentine è arma di seduzione e comprensione. La banda musicale della polizia di Alessandria d'Egitto è in tournèe: si va in Israele per suonare [...] Vai alla recensione »

Gian Luigi Rondi
Il Tempo

Un'opera prima israeliana co-prodotta con la Francia. È parlata in ebraico e in arabo, naturalmente sottotitolati e quando i personaggi, nell'edizione originale, tra loro parlavano in inglese, è doppiata in italiano. Si segue con piacere, convince, in qualche momento perfino coinvolge. Anche se il regista esordiente, Eran Kolirin, che si è scritto il testo, ha volutamente evitato qualsiasi allusione [...] Vai alla recensione »

Dario Zonta
L'Unità

Ci sono dei film, piccoli piccoli, che hanno una loro grandezza. La banda è uno di questi. Presentato a Cannes nella sezione «Un Certain Regard», ne ha preso il Premio, facendo capitombolare su di sé i consensi più disparati. Il regista è israeliano, è alle prime armi, ma sa bene il fatto suo, essendo riuscito a dare a una storia semplice semplice un grande valore metaforico.

Massimo Lastrucci
Ciak

Sperduti nel territorio, più estraneo che ostile, di Israele, un gruppo di musica tradizionale egiziana viene ospitato in un paesotto nel cuore del deserto. Più che il messaggio di eguaglianza e tolleranza che non stona, il film del debuttante Eran Kolirin si mostra arguto e attento ai rapporti tra personaggi, in particolare quello tra il formale capobanda (Sasson Gabai) e una barista single (Ronit [...] Vai alla recensione »

Alessandra Levantesi
La Stampa

Formata da 8 musicisti della polizia di Alessandria d'Egitto, La banda è un complessino che include gli archi, avviato allo scioglimento perché nessuno ama più la musica popolare all'antica. Premiato a Un Certain Regard di Cannes, il film racconta le 48 ore di una trasferta in Israele per inaugurare un circolo culturale arabo. In seguito a un equivoco i musicisti agli ordini del maturo colonnello Sasson [...] Vai alla recensione »

Ariel Schweitzer
Cahiers du cinéma

In un recente passato, una fanfara egiziana è stata invitata a suonare all'inaugurazione di un centro culturale arabo, in Israele. Per un errore burocratico, una coincidenza di eventi, o forse solo per semplice sfortuna, nessuno va ad accogliere la banda al suo arrivo all'aeroporto. Decisi a raggiungere comunque la loro meta, i musicisti decidono di mettersi in viaggio da soli.

Manohla Dargis
The New York Times

Stranded in the Israeli desert, the eight Egyptian members of the Alexandria Ceremonial Police Orchestra look a bit like a joke in search of a punch line. If “The Band’s Visit” were any other kind of film — a little more pat, say, and rather less knowing — these eight souls might quickly transform into mere props in a small-scale sermon about Middle East man’s humanity to Middle East man, minus the [...] Vai alla recensione »

Valerio Caprara
Il Mattino

Un piccolo film, sbucato fuori dal can-Cannes dell'anno scorso, che propone con l'arma dell'ironia il classico «messaggio» a favore della tolleranza fra i popoli. Il compito era più complicato perché al centro del racconto pulsa l'eterno e aspro scontro che contrappone israeliani e arabi: all'esordio nel lungometraggio, Eran Kolirin se la cava dignitosamente descrivendo il proprio paese con sentimento [...] Vai alla recensione »

Alessio Guzzano
City

Gli 8 componenti di un orchestra da cerimonie di Alessandra d'Egitto si perdono in Israele, dove avrebbero dovuto esibirsi in un centro culturale arabo. Partiti per suonare, finiscono suonati da burocrazia, equivoci e destino. Ma non tutto è perduto: la vita è l'arte dell'incontro anche in Medio Oriente, terra qui depurata da ogni odio, luogo surreale dove la violenza è relegata al ruolo di sovrastruttura. [...] Vai alla recensione »

Giovanni Valerio
Ticino7

Ci sono film che sembrano fatti apposta per i festival. Portano un messaggio forte, vengono da paesi lontani da Hollywood, sono interpretati da attori poco noti. E sembrano terribilmente lenti per chi è abituato al ritmo ipercinetico della pubblicità e di un certo cinema. L'israeliano La visite de la fanfare (noto anche col titolo italiano La banda) è il prototipo perfetto del "film da festival".

Maurizio Cabona
Il Giornale

A Pasqua anche un ovetto può contenere una bella sorpresa. Presentato in una sezione minore a Cannes 2007, La banda è stato accolto trionfalmente in Francia e Israele, guarda caso i due paesi produttori. Dunque, la banda musicale della polizia di Alessandria d'Egitto arriva in Israele, aspettando invano il pullman che li porti al centro arabo dove l'indomani si terrà il concerto.

Silvia Colombo
Film TV

Eleganti, fieri, la divisa impeccabile: i membri della banda della polizia di Alessandria d'Egitto – specializzati in musica tradizionale araba - stanno fermi sul marciapiede. Invitati in Israele per suonare in un Centro di Cultura Araba, i musicisti hanno sbagliato autobus e sono finiti tra i casermoni di una sperduta cittadina immersa nella polvere del deserto.

Massimo Bertarelli
Il Giornale

A Pasqua anche un ovetto può contenere una bella sorpresa. Presentato in una sezione minore a Cannes 2007, La banda è stato accolto trionfalmente in Francia e Israele, guarda caso i due paesi produttori. Dunque, la banda musicale della polizia di Alessandria d'Egitto arriva in Israele, aspettando invano il pullman che la porti al centro arabo dove l'indomani si terrà il concerto.

Filippo Mazzarella
Vivimilano

Inghippi burocratici confinano una banda musicale della polizia egiziana in una sperduta cittadina israeliana. Favola ottimista di distensione tra due popoli nemici in un clima leggero e surreale. Il messaggio è limpido, per quanto non nuovo; lo stile è essenziale ma c'è, e si vede. E si ride, si sorride, si pensa, ci si commuove pure. BELLO - PER UTOPISTI Da ViviMilano, marzo 2008

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venerdì 21 marzo 2008
Chiara Renda

Tra matrimoni e favole Scamarcio e Vaporidis saranno sicuramente i padroni del primo fine settimana di primavera. Dopo le uscite anticipate di Questa notte è ancora nostra (il 19 marzo) e Colpo d'occhio (il 20), questo venerdì insieme alla primavera [...]

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