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Film nelle sale: Le cronache della volpe e la bambina

Dopo Scamarcio e Vaporidis, commedie e fantasia accompagnano l'arrivo della primavera.
di Chiara Renda

Tra matrimoni e favole

venerdì 21 marzo 2008 - Rubriche

Tra matrimoni e favole
Scamarcio e Vaporidis saranno sicuramente i padroni del primo fine settimana di primavera. Dopo le uscite anticipate di Questa notte è ancora nostra (il 19 marzo) e Colpo d'occhio (il 20), questo venerdì insieme alla primavera arrivano anche diversi nuovi titoli, nostrani e non. A cominciare da due sicuri successi: a chi ha amato Il matrimonio del mio migliore amico e Il diavolo veste Prada (la sceneggiatrice è la stessa) consigliamo 27 volte in bianco, un film tutto al femminile che vede la bella Katherine Heigl di Grey's Anatomy nei panni di una damigella (per 27 volte) e aspirante sposa. Dopo Molto incinta la Heigl dimostra ancora una volta di prediligere ruoli autoironici da commedia disimpegnata, rivestendo il suo indiscutibile fascino di una patina di goffaggine alla Bridget Jones che la rende ancor più sensuale.
Sul fronte fantastico invece arriva anche in Italia Spiderwick – Le cronache, spettacolare, fatato film fantasy di Mark Waters con il piccolo Freddie Highmore de La fabbrica di cioccolato e Neverland protagonista di un'avventurosa battaglia contro le creature di un Mondo Invisibile. Un favola gotica e visionaria che contrasta invece con le atmosfere solari e buoniste di un altro film in uscita: La volpe e la bambina è la nuova favola dell'autore de La marcia dei pinguini (Luc Jacquet), storia di un'amicizia tra un essere umano e un animale che si ispira in parte al "Piccolo principe" e molto a Walt Disney. Narrato dalla voce di Ambra Angiolini, un messaggio di amore per la natura soprattutto grazie alle suggestive immagini di uno scenario maestoso e incontaminato.

Titoli d'essai
L'altro titolo italiano di questo primo weekend di primavera è Cover boy – L'ultima rivoluzione di Carmine Amoroso, già aiuto regista di Loy, Monicelli e Lina Wertmüller. Sicuramente non potrà competere con i due colossi di Scamarcio e Vaporidis, ma si tratta di un film di qualità che dimostra come in Italia sia ancora possibile realizzare opere indipendenti. Il pasoliniano regista è infatti stato capace di raccontare con grande sensibilità e delicatezza il rapporto che si instaura tra un italiano e un rumeno immigrato a Roma, entrambi dalla vita precaria.
Un altro titolo autoriale che merita la visione è La banda di Eran Kolirin, una commedia surreale e divertente che racconta l'Israele attraverso gli occhi di una banda musicale della polizia di Alessandria d'Egitto, invitata a suonare all'inaugurazione del centro culturale arabo di una cittadina israeliana. Giunti a destinazione, i suonatori si ritroveranno completamente abbandonati in una cittadina sperduta nel bel mezzo del deserto. Una commedia dall'umorismo sottile e stralunato simile a quello di Kaurismäki. Un film agrodolce che mette in evidenza il potere della musica – e dell'amore - al di là delle divergenze culturali e delle barriere linguistiche.

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