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rosso werner
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lunedì 3 marzo 2008
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robaccia
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Si fosse tenuto in maggior conto lo splendico romanzo breve di Matheson, anche il significato del titolo sarebbe stato più chiaro.
In una frase "Dipende solo dal numero, stabilire se la leggenda sei tu, o sono loro".
Peccato, dare una luce buonista ad un romanzo agghiacciante è la peggior operazione che si sarebbe potuta compiere. Come sarebbe il "grande sonno" carico di effetti al computer. Che pena. Con buona pace di Reiver e co.
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[+] per l'usurpatore di identità altrui
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k22
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lunedì 3 marzo 2008
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spacca
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questo film spacca sul serio!!!confronto a 30 giorni di buio è un boss fatene altri quasi uguali!!!!!!!!!!!!
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megatron
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domenica 2 marzo 2008
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a dir poco fantastico!
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Davvero un film strepitoso! Il regista ha finalmente elimiato alcuni aspetti presenti quasi in tutti i film della storia, ha scelto una via molto più realistica, e devo dire sono anche d'accordo con il sacrificio di Neville alla fine del film.
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zellina
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sabato 1 marzo 2008
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dove'è finita l'originalità?
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Film godibile e Will Smith è straordinario se si pensa che è quasi solo per tutto il film.C'è un però... la trama non è affatto originale...
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nick
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sabato 1 marzo 2008
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l'uomo ke tenta di salvare il mondo bla...bla..bla
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Film poco originale,poco concreto e alquanto obsoleto ed il fatto di incentrare il tutto su di un solo personaggio penso sia un'aggravante.
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drago
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giovedì 28 febbraio 2008
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will smith sei un grande!!!
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Troppo bello!!! Film incredibile,spettacolare e commovente!!! E Will Smith è proprio un grande!!!
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lucdo71
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giovedì 28 febbraio 2008
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smith si conferma all'altezza
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Film ben fatto: si passano piacevolmente due orette in tensione, con effetti speciali all'altezza del divo... su qualcosa richiama anche castaway... del resto, restano "soli"... GODIBILE
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step
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giovedì 28 febbraio 2008
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sono un tuo ammiratore
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il tuo film e spettacolare, sei un grande
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marchino
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lunedì 25 febbraio 2008
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da vedere
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Questo è un film di puro intrattenimento.
Will Smith è straordinario,come l'inizio del film,si perde un po nel finale ma tutto sommato un ottimo film che intrattiene finalmente senza annoiare.DA VEDERE!
PS:poteva essere un po piu lungo....
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marchetti86
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domenica 24 febbraio 2008
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apocalittiche visioni?
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Dal punto di vista dell'analisi formale e degli artifici tecnico-retorici che ne costituiscono l'ossatura (dagli effetti speciali ai dialoghi strappalacrime filo-animalisti), il film è un aborto. Commerciale, costruito a tavolino, pensato per un target adolescenziale e del tutto inconcludente nel rendere al cinema quella trasparenza di visione che il cinema, in quanto purezza dell'immagine, dovrebbe dare. Però la trasparenza c'è, anche se trasversale e tangente alla retorica. Sta infatti nella stratificazione sociologica, che nel pieno rispetto del tardo capitalismo americano mette in scena l'intera epica auto-fagica di un sistema collassante. Insomma, una sorta di logica dell'anticorpo che infetta la visione tanto quanto l'epidemia vampiresca della pellicola.
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Dal punto di vista dell'analisi formale e degli artifici tecnico-retorici che ne costituiscono l'ossatura (dagli effetti speciali ai dialoghi strappalacrime filo-animalisti), il film è un aborto. Commerciale, costruito a tavolino, pensato per un target adolescenziale e del tutto inconcludente nel rendere al cinema quella trasparenza di visione che il cinema, in quanto purezza dell'immagine, dovrebbe dare. Però la trasparenza c'è, anche se trasversale e tangente alla retorica. Sta infatti nella stratificazione sociologica, che nel pieno rispetto del tardo capitalismo americano mette in scena l'intera epica auto-fagica di un sistema collassante. Insomma, una sorta di logica dell'anticorpo che infetta la visione tanto quanto l'epidemia vampiresca della pellicola. L'immagine è eidetica poiché visione di un essere socio-antropologico, di una struttura di pensiero. Basti pensare a Will Smith/ Robinson Crusoe post-umano e non-umano: palestrato, gonfiato, artefatto, scienziato, colonnello dell'esercito, esperto di informatica, animalista della prima ora. Uno che sta dalla parte del giusto perché semiotizzazione di un artificio collettivo mediatizzato. Egli è il Capitale che si dà, è la plasticità cristologica del consumismo, il martire della libertà americana. Quello che salverà il mondo intero, anche se non c'è praticamente più niente da salvare. L'America si difende dai terroristi, spiana la strada alla democrazia non più con le bombe, ma con gli ideali, belli, sani e forti. Ben diverso dall'eroe di Matheson, alcolizzato, terrorizzato e frammentato in una congerie di incertezze, Will Smith è veramente il sogno americano. O un sogno, uno fra i tanti possibili che il mezzo cinematografico è in grado di digerire. Beh, il cinema è specchio dei tempi...
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