Io sono leggenda

I "Vampiri" è indubbiamente uno dei più libri più belli che io abbia mai letto, ed i trailers di questo film mi avevano davvero convinto di poter assistere ad una trasposizione di livello. Ed invece, per quanto mi riguarda, la migliore pellicola tratta dall'opera di Matheson rimane ancora quel misconosciuto "L'ultimo uomo sulla terra" girato nel lontano 1964 con Vincent Price nella parte di Neville. E questo nonostante “Io sono leggenda” possa vantare un’incredibile New York post epidemia, spettrale e desolata, vera protagonista della prima ora di film, probabilmente uno dei migliori paesaggi apocalittici che si siano mai visti sul grande schermo, se non il migliore in assoluto. Molto meno convincenti, invece, cervi e leoni, incredibilmente posticci soprattutto in considerazione del budget (non certo low) e degli effetti speciali visti in altre produzioni, per non parlare degli ipercinetici e gommosi vampiri, che come giustamente già sottolineato da altri, sembravano di gran lunga più adatti ad un videogioco (magari ad uno sparatutto con tanto di pistola) che ad un film con qualche pretesa contenutistica. Quello che proprio non si salva in questo film è la sceneggiatura, che dopo aver rimaneggiato inopinatamente il plot del libro, si produce nei comizi di Neville, eccessivamente didascalici, per portarci sino al già ampiamente bistrattato finale, il quale, oltre che precipitoso, smaccatamente "action movie" nonché vigliaccamente pseudo-consolatorio, mi è sembrato anche poco logico: forse a Neville sarebbe bastato lanciare la bomba dal cunicolo, chiudersi la porta alle spalle e poi aspettare anche lui l’alba, invece di immolarsi a tutti i costi cercando un sacrificio davvero superfluo dopo la scoperta della cura che tanto a lungo aveva cercato, e che avrebbe dovuto restituirgli quella voglia di vivere persa dopo la morte di Sam. Insomma, se è vero che un film tratto da un romanzo non ne deve necessariamente rappresentare la pedissequa trasposizione per immagini (talvolta film “liberamente tratti”, hanno trasformano in cult storie che su carta navigavano nella media) in questo caso il paragone tra romanzo e sceneggiatura del film è davvero ingeneroso, per la seconda ovviamente. Almeno potevano evitarci il titolo (forse la cosa che più di tutte mi aveva indotto a credere in una riproduzione fedele) che riporta, svuotandola di significato, l’ultima, epica, frase che Neville pronuncia a conclusione del romanzo. Un'occasione perduta, quindi, perchè con il finale giusto e qualche ritocco all'aspetto dei vampiri, questo film avrebbe potutto essere un capolavoro, e non uno dei tanti blockbuster fracassoni impreziositi dall'ottima prova di un grande attore. Aspettiamo quindi il dvd per vedere di quanto il finale alternativo si scosterà da quello visto sul grande schermo, nella peggiore delle ipotesi ci sarà almeno da divertirsi a vedere e rivedere la prima parte cercando di cogliere tutti i riferimenti post moderni disseminati nella New York che sfreccia dietro l’auto di Neville.