Mare nero

Buio giù nel cuore

Dalle profondità del mare emerge, nei titoli di testa, un bronzo antico raffigurante un satiro, immagine allusiva dell’esperienza che di li a poco vivrà il protagonista: una metafora che ci introduce nel significato di una storia che, nello svolgimento narrativo, presenti qualche analogia con un bel film di William Friedkin del 1980, Cruising (che però indagava sul mondo dei gay). Dai coloriti quadri meridionali di Tano da morire e Sud Side Story, Roberta Torre, dopo il suo terzo film, Angela, segna con questa quarta o pera una svolta nel suo percorso artistico, rivelando interessi piuttosto antitetici a quelli iniziali o almeno da essi abbastanza lontani e ciò non può che provocare sconcerto in chi ne aveva ammirato le prime prove. [...]

di Vito Attolini, articolo completo (3379 caratteri spazi inclusi) su La Gazzetta del Mezzogiorno 28 agosto 2006