giady96
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venerdì 13 febbraio 2009
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la f di cioc
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bello e nuovo da vedere! film x tutti
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il critico
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lunedì 2 febbraio 2009
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pessimo!
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è venuto malissimo nn ha niente a che fare con il libro
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dede
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giovedì 8 gennaio 2009
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capolavoro
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OGNI VOLTA CE LO GUARDO MI VIENE VOGLIA DI DIVORARMI UNA TAVOLETTA DI CIOCCO ANKEI L TEEEEEEE
AMO GENE WILDER DELL'ALTRA VERSIONE
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johnatan
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sabato 27 dicembre 2008
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burton è bravino
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vernonsullivan
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lunedì 10 novembre 2008
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senza spessore.
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Il confronto con il predecessore ne evidenzia i limiti:
1. Manca quasi del tutto il lirismo e la poesia del libro,l'atmosfera dickensiana,sostituita da trovate e coreografie che non coinvolgono.
2. Charlie,nella storia originale,vince perchè è corretto e non tradisce W.W.,rinunciando alle (presunte) sterline della concorrenza:malgrado sia estremamente povero e senza speranza. Questa circostanza - del tutto omessa da T. Burton - è tutt'altro che un dettaglio,è il centro della storia.
3. J. Depp è del tutto fuori forma e fuori ruolo.
4. Il film con G. Wilder - così come il libro - è profondamente "europeo":tutt'uno con l'insegnamento che intende dare,con l'ambientazione e il "clima" britannico(centrale anch'esso),e con i richiami a Dickens.
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Il confronto con il predecessore ne evidenzia i limiti:
1. Manca quasi del tutto il lirismo e la poesia del libro,l'atmosfera dickensiana,sostituita da trovate e coreografie che non coinvolgono.
2. Charlie,nella storia originale,vince perchè è corretto e non tradisce W.W.,rinunciando alle (presunte) sterline della concorrenza:malgrado sia estremamente povero e senza speranza. Questa circostanza - del tutto omessa da T. Burton - è tutt'altro che un dettaglio,è il centro della storia.
3. J. Depp è del tutto fuori forma e fuori ruolo.
4. Il film con G. Wilder - così come il libro - è profondamente "europeo":tutt'uno con l'insegnamento che intende dare,con l'ambientazione e il "clima" britannico(centrale anch'esso),e con i richiami a Dickens. Il film di T. Burton si pone come mero spettacolo di intrattenimento,sorvolando sui risvolti "di spessore" della storia.
Un vero peccato,per l'autore di Big fish ed Edward mani di forbice.
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kokka
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domenica 26 ottobre 2008
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piccolo commento
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LA FABBRICA DI CIOCCOLATO è UNO DEI FILM PIù BELLI KE IO ABBIA VISTO.......DAGLI ATTORI ALLA SCENEGGIATURA...!!!!!!!!!!!!
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deepfan
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domenica 19 ottobre 2008
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bellissimo come sempre
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un film bellissimo come ogni accoppiata tra deep e burton
Bellissimo!!
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frankie84
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giovedì 16 ottobre 2008
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mettete i bimbi a letto!
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non ho parole.. beh..perchè mi pare che l'argomento essenziale sia stabilire se johnny depp sia figo o no in questo film..scaturisce da queste recensioni un livello di analisi lodevole direi!mettete i bimbi a letto.che la pedagogia burtoniana è per noi."adulti".proviamo a leggere un pò tra le righe.alziamo questo livello di analisi.vogliamo parlare un pò di "valori"?in primis, quell'inattaccabile, assoluto modello di etica e morale che è la società americana?burton ci apre gli occhi sul marciume, la falsità, l'ipocrisia, l'ingiustizia.a suo modo.ci ipnotizza con colori, musiche, jingles.quasi fossimo bambini.cerebrale?grottesco?evidentemente non siete stati abbastanza attenti durante questi minuti di lezione di prof.
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non ho parole.. beh..perchè mi pare che l'argomento essenziale sia stabilire se johnny depp sia figo o no in questo film..scaturisce da queste recensioni un livello di analisi lodevole direi!mettete i bimbi a letto.che la pedagogia burtoniana è per noi."adulti".proviamo a leggere un pò tra le righe.alziamo questo livello di analisi.vogliamo parlare un pò di "valori"?in primis, quell'inattaccabile, assoluto modello di etica e morale che è la società americana?burton ci apre gli occhi sul marciume, la falsità, l'ipocrisia, l'ingiustizia.a suo modo.ci ipnotizza con colori, musiche, jingles.quasi fossimo bambini.cerebrale?grottesco?evidentemente non siete stati abbastanza attenti durante questi minuti di lezione di prof. burton.
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teo
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lunedì 22 settembre 2008
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un film fatto di astrattezza
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Di certo non si può rimproverare a Tim Burton il fatto che non sappia, nei suoi film, creare sequenze visive mozzafiato, giocando superbamente su luci, forme e colori. Tuttavia questo film dimostra che a volte il tecnicismo deforma lo spirito delle migliori opere. In questa pellicola si trova ben poco di quanto il genio creativo di Roald Dahl avesse creato nel suo omonimo capolavoro letterario; in esso, infatti, l'autore aveva inserito l'elemento fantastico (che qui Burton traspone abbastanza bene) non perdendo di vista, però, i personaggi e il loro sviluppo. Burton, invece, crea un'opera fatta di insopportabile astrattezza, in cui (quasi) tutto è sregolato e privo di logica. Le "esternazioni" musicali degli Umpa-Lumpa (qui deturpati imperdonabilmente rispetto a quelli vispi e allegri del libro) sono addirittura irritabili; il personaggio di Willy Wonka, reso nel libro così affascinante proprio dal fatto che non si sapesse nulla circa il suo passato, è nel film trasformato in un individuo ben lontano da quello allegro e spensierato di Dahl: pieno di complessi e insicurezze, imprevedibile e fin troppo infantile nei suoi comportamenti (non parlando poi del ridicolo taglio di capelli).
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Di certo non si può rimproverare a Tim Burton il fatto che non sappia, nei suoi film, creare sequenze visive mozzafiato, giocando superbamente su luci, forme e colori. Tuttavia questo film dimostra che a volte il tecnicismo deforma lo spirito delle migliori opere. In questa pellicola si trova ben poco di quanto il genio creativo di Roald Dahl avesse creato nel suo omonimo capolavoro letterario; in esso, infatti, l'autore aveva inserito l'elemento fantastico (che qui Burton traspone abbastanza bene) non perdendo di vista, però, i personaggi e il loro sviluppo. Burton, invece, crea un'opera fatta di insopportabile astrattezza, in cui (quasi) tutto è sregolato e privo di logica. Le "esternazioni" musicali degli Umpa-Lumpa (qui deturpati imperdonabilmente rispetto a quelli vispi e allegri del libro) sono addirittura irritabili; il personaggio di Willy Wonka, reso nel libro così affascinante proprio dal fatto che non si sapesse nulla circa il suo passato, è nel film trasformato in un individuo ben lontano da quello allegro e spensierato di Dahl: pieno di complessi e insicurezze, imprevedibile e fin troppo infantile nei suoi comportamenti (non parlando poi del ridicolo taglio di capelli). Sebbene Johnny Depp ci regali un'interpretazione davvero sorprendente, propria della sua personalità versatile, l'eccessiva visionarietà fa perdere al film il contatto con la realtà, facendolo fuggire in un immagginario totalmente sregolato da essa. I bambini che visitano la fabbrica, grottesche e geniali incarnazioni di vizi e virtù giovanili nel libro, sono qui ridotti a degli stereotipi, freddi e senza spessore. Nulla da aggiungere, però, a quanto già detto circa le straordinarie ambientazioni e gli sfavillanti costumi dei protagonisti.
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tfk
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martedì 16 settembre 2008
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normale
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non è che fa schifo , ma guardatelo se proprio non avete un cazzo da fare
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