Titolo originale | Gong Dong Kyung Bi Gu Yuk Jsa |
Anno | 2000 |
Genere | Storico |
Produzione | Corea del sud |
Durata | 110 minuti |
Regia di | Park Chan-wook |
Attori | Song Kang-ho, Lee Bzung Heon, Lee Yeong-ae . |
MYmonetro | 3,07 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 13 marzo 2017
Park Chan-wook rappresenta il clichè della guerra insensata e rapidamente lo scardina, scattando una fotografia che ha l'aria di un souvenir da gita militare ma che a guardarla meglio nasconde vicende di drammatica umanità
CONSIGLIATO SÌ
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Il Nord e il Sud della Corea si incontrano lungo una striscia di terra che è denominata Joint Security Area. Un confine che, a dispetto del nome beffardo, non è affatto un simbolo di unione, ma un baratro a due sponde, su ognuna delle quali una Corea contempla e aspetta di veder sprofondare l'altra. C'è una riga di cemento a dividere gli avamposti dei due schieramenti dove le guardie trascorrono anni a fissarsi, senza mai interagire in alcun modo se non premendo il grilletto quando cede la tensione.
È proprio uno di questi episodi che deve indagare il maggiore donna Sophie E. Jean: un soldato del Sud si è introdotto in una baracca della zona Nord e ha ucciso un ufficiale e un soldato nemici. Un folle commando "a solo", sembrerebbe, ma la realtà nasconde un segreto insospettabile.
JSA segna alla sua uscita (2000) il record di spesa per un film coreano, ma ripaga rapidamente tale sforzo divenendo il campione d'incassi di sempre del paese asiatico, e imponendosi come il film della svolta nell'industria cinematografica della Corea del Sud. Il segreto di questo successo è frutto della convergenza virtuosa di diversi fattori: un cast di stelle tutte in stato di grazia; una cura inedita per le ambientazioni e la scenografia; una regia consapevole e finalmente capace di osare.
Ma soprattutto è la vicenda narrata a conferire a JSA la statura di un vero e proprio classico. Park Chan-wook, autore e regista, scandaglia la tensione tra Nord e Sud nel profondo, oltre la politica, oltre la storia, oltre il macroscopico conflitto, fino al punto in cui l'odio preconfezionato tra due parti di uno stesso popolo è ancora a portata di sputo, e di sorriso. Un solco divide gli uomini sia l'uno dall'altro che all'interno di ognuno di essi, dove il nazionalismo esasperato stride, con violenza, contro un riconoscimento reciproco fatto di usanze in comune, di una stessa lingua, di una fratellanza negata.
Con JSA Park Chan-wook rappresenta il clichè della guerra insensata e rapidamente lo scardina, scattando una fotografia che ha l'aria di un souvenir da gita militare ma che a guardarla meglio nasconde vicende di drammatica umanità.
Confine tra Corea del Nord e Corea del Sud. Due nordcoreani vengono uccisi in un conflitto a fuoco e un terzo viene ferito. Un sud coreano viene invece trovato ferito sul ponte che collega il Nord e il Sud del Paese. Il tenente Sophie Jean viene inviata dalla Commissione di Supervisone delle Nazioni neutrali a condurrre un' indagine. Nata in Svizzera da padre coreano, si trova per la prima volta nella Patria di suo padre come unica donna della Commissione. Si teme che la tensione salga ma le affermazioni dei militari coinvolti sono contraddittorie. Uno accusa il nemico di essere un terrorista mentre il secondo dice di essere stato aggredito. I due avevano anche passato la notte insieme da amici. Qualcosa non quadra. Si tratta di un film assolutamente fuori posto in un concorso internazionale come quello di Berlino.
Veramente un bellissimo film e una bellissima sorpresa. Affascinante la storia, speciale l'ambientazione tratta moltissimi argomenti contemporaneamente in maniera cruda. Tutto in coreano coi sottotitoli inglesi, ma vale lo sforzo.