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lucaguar
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domenica 22 dicembre 2013
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l'ultima perla del grande kubrick
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Quando si guarda "Eyes wide shut" il primo pensiero che balza alla mente va rivolto immediatamente a Kubrick. Con quest'opera infatti il maestro newyorkese ha chiuso sia la carriera che la sua stessa esistenza, quasi che il cinema a cui lui ha dato un contributo non solo importante, ma decisivo si dovesse simbolicamente "prendere la sua vita".
E' impressionante come Kubrick qui riassuma splendidamente tutto il suo cinema. In "Eyes wide shut" tutto è Kubrick: le immagini, le musiche, le suggestioni, le atmosfere nelle quali si esprime benissimo il suo usuale stile, costantemente sospeso tra l'iper-reale e il surreale, il simbolico e il concreto.
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Quando si guarda "Eyes wide shut" il primo pensiero che balza alla mente va rivolto immediatamente a Kubrick. Con quest'opera infatti il maestro newyorkese ha chiuso sia la carriera che la sua stessa esistenza, quasi che il cinema a cui lui ha dato un contributo non solo importante, ma decisivo si dovesse simbolicamente "prendere la sua vita".
E' impressionante come Kubrick qui riassuma splendidamente tutto il suo cinema. In "Eyes wide shut" tutto è Kubrick: le immagini, le musiche, le suggestioni, le atmosfere nelle quali si esprime benissimo il suo usuale stile, costantemente sospeso tra l'iper-reale e il surreale, il simbolico e il concreto.
La trama è intricata e straordinariamente coinvolgente: il dottor William Harford e sua moglie Alice sono una coppia benestante. Dopo una serata di gala in cui i due si lasciano corteggiare, irrompe una scottante rivelazione di lei (facilitata anche dall'effetto della marijuana): la ragazza dice di aver desiderato un giovane ufficiale con tutta se stessa, per il quale sarebbe stata disposta addiritura ad abbandonare lui e la piccola figlia di sette anni. Da questo momento il giovane dottore cade vittima di un'ossessione, immaginandosi la moglie in atto di tradimento; così egli inizia a "vendicarsi", reprimendo ogni razionalità, cedendo alle lusinghe della figlia di un paziente defunto, andando a casa di una prostituta e, in una delle sequenze più belle e caratterizzanti di tutto il film, riuscendo ad infiltrarsi in una villa in cui una specie di confraternita mette in scena strani riti esoterici legati alle più stravaganti pulsioni sessuali. Egli rischia addirittura la vita, trovando via di scampo soltanto nel sacrificio di una prostituta che scoprirà poi esser colei che, durante la festa della sera prima, lui ha salvato da un overdose.
Tutto ciò che succede a William però spiazza perchè ci si aspetterebbe un vero e proprio tradimento che però non arriva mai. Tutto è velato, indugiante e sfiorato, quasi a sottolineare il parallelismo con il sogno di Alice, e per mettere sullo lo stesso piano il tradimento di lei e di lui, un piano onirico e mai reale, ma piuttosto vissuto in due modi diversi: Alice attraverso il sogno e William attraverso la realtà (o presunta tale).
Con questo complicato meccanismo psicologico Kubrick vuol forse sottolineare la fatalità delle esperienze d'amore dell'uomo, il quale è sempre in balia degli istinti e che mai, per amare, può stabilizzarsi sulla superficie della sola regione e dell'ufficialità di un rapporto sotto "l'ufficialità" un po' ipocrita del matrimonio. Inoltre sembra evidenziare in tono pessimistico la tendenza dell'essere umano a ricorrere al sesso come strumento freddo e staccato dalla dimensione dell'amore vero, che però adempie alla soddisfazione di un bisogno quasi primitivo, che sfocia in vizio (straordinaria in questo senso una frase di Alice, la quale dice proprio mentre dentro di lei si sentiva attratta carnalmente dall'ufficiale, di aver amato in maniera intenssissima William, ma di un amore tenero e triste).
C'è inoltre una velata e forse non voluta critica alla società borghese ritenuta l'esasperazione e il portabandiera dei peggiori difetti umani, anche se probabilmente questa è solo una scelta narrativa.
Questo film è il punto di arrivo kubrickiano, tecnicamente girato in maniera maniacale (due anni solo di riprese), quest'opera coinvolge dal primo all'ultimo secondo, lasciando lo spettatore in uno stato di continuo dubbio e riflessione, al contempo esterrefatto dalla perfezione stilistica ed interpretativa.
Ogni primo piano è ossessivo, teso a sottolineare ogni emozione, ogni fotografia è originale, ogni inquadratura è una gemma incastonata nella mente dello spettatore, che rimanda a tutto lo straordinario percorso cinamatografico attraverso il quale Kubrick ci ha guidati per oltre quarant'anni, fatto di poche, centellinate ma strepitose opere.
A mio parere, esistono in sostanza due categorie di cinema: il cinema dei "comuni mortali" nel quale si può apprezzare la bontà o la negligenza tecnica, espressiva o narrativa, considerando il genere di appartenenza, anche per i cosiddetti "registi d'autore"; poi c'è il "cinema dei geni" in cui tutto è caratterizzante, originale, quel cinema che in poche parole si riconosce a "vista d'occhio", che riesce a fuggire da ogni schema, genere e convenzione, sempre in grado di stupire, proiettandoci in una dimensione unica e che dona una sensazione di irripetibile. Kubrick, piaccia o no, appartiene sicuramente a questa seconda categoria e "Eyes Wide Shut " ne è un esempio lampante e raffinato, come ogni opera del grandissimo regista anglo-amercano.
Il cinema di Kubrick difficilmente abbandona l'anima e ci coinvolge in un fascino che purtoppo, dopo questo "Eyes Wide Shut" , non potremo mai più aprezzare d nuovo, ma forse è proprio per questo che questo film resterà nella storia: l'arte è anche questo, assoluta unicità.
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topo paolino
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lunedì 25 novembre 2013
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viaggio nel mare torbido
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Versione lavoro o film finito? Approvato da Kubrick o manomesso? Incompiuto? Attori sbagliati? Sono alcuni degli interrogativi che sucita un film che ha rinnovato i diversi giudizi e revisioni a distanza di anni, che la sua opera, come un movimento dialettico ha provocato. Il matrimonio e la famiglia sembrano essere una delle poche certezze, in un altro commento sulla società che condensa "Lolita", "Arancia Meccanica", "Barry Lyndon", "Shining"... La realtà sociale appare al protagonista come una finzione mostruosa, un mondo di spettri, abietto e corrotto. Anche l'ultimo film di Kubrick è sulla dualità umana, una costruzione di immagini espressione di concetti alla cui verità non si sfugge.
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Versione lavoro o film finito? Approvato da Kubrick o manomesso? Incompiuto? Attori sbagliati? Sono alcuni degli interrogativi che sucita un film che ha rinnovato i diversi giudizi e revisioni a distanza di anni, che la sua opera, come un movimento dialettico ha provocato. Il matrimonio e la famiglia sembrano essere una delle poche certezze, in un altro commento sulla società che condensa "Lolita", "Arancia Meccanica", "Barry Lyndon", "Shining"... La realtà sociale appare al protagonista come una finzione mostruosa, un mondo di spettri, abietto e corrotto. Anche l'ultimo film di Kubrick è sulla dualità umana, una costruzione di immagini espressione di concetti alla cui verità non si sfugge. Ci si può sbizzarrire a chiedere (o a riconoscere) chi sia nella realtà Ziegler, e chi sia l'uomo mascherato che saluta Bill all'orgia. Kubrick ancora una volta non spiega, lascia aperte diverse ipotesi alla verità posto che essa sia cmpletamente riconoscibile da chiunque, in qualunque ruolo sia implicato.
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lisadp
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martedì 12 novembre 2013
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forse esagero ma io ho visto questo
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Iniziamo dal principio: alla festa viene fatto notare il modo comune e un po’ superficiale di pensare, ovvero che gli uomini sono tutti uguali e la donna è quella che davvero si impegna (un po’ come dice Cruise nella scena della discussione con la moglie), tanto che nel secondo giorno, quando ancora tutto appare perfetto è Alice che si occupa di impacchettare regali e parlare con la figlia.Poi i ruoli si invertono. Bill appare l’uomo fedele e Alice la donna tentatrice, tanto che decide di raccontare al marito della passione che aveva avuto per un altro uomo, solo perché lui capisca quanto lei desideri la passione, quanto le donne desiderino passione, anche più degli uomini.
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Iniziamo dal principio: alla festa viene fatto notare il modo comune e un po’ superficiale di pensare, ovvero che gli uomini sono tutti uguali e la donna è quella che davvero si impegna (un po’ come dice Cruise nella scena della discussione con la moglie), tanto che nel secondo giorno, quando ancora tutto appare perfetto è Alice che si occupa di impacchettare regali e parlare con la figlia.Poi i ruoli si invertono. Bill appare l’uomo fedele e Alice la donna tentatrice, tanto che decide di raccontare al marito della passione che aveva avuto per un altro uomo, solo perché lui capisca quanto lei desideri la passione, quanto le donne desiderino passione, anche più degli uomini.Questo ci porta a pensare che il messaggio sia che l’uomo, anche se con le sue idee maschiliste (gli uomini possono e le donne no) sia comunque quello buono e bravo, mentre la donna sia quella crudele e falsa.Vediamo che sono sempre le donne a cercare di catturare Bill (le due ragazze alla festa, la prostituta), a tradire i fidanzati (come la figlia dell’uomo che è morto), a mostrare le loro nudità (come la donna svenuta alla festa).Ricorda quasi la storia di Adamo ed Eva e della natura tentatrice di lei che avvinghia e trascina l’uomo, infatti Bill viene trascinato dalla natura della moglie in tutti i guai che passa.Un simbolo del suo essere trascinato nel male è proprio il negozio dove si procura il costume, infatti si chiama Rainbow e ci ricorda come le due ragazze alla festa cercassero di trascinare con loro Bill dicendogli che volevano portarlo alla fine dell’arcobaleno e se lui ci fosse andato avrebbe tradito la moglie. Il nome del negozio infatti ci avvisa che Bill sta prendendo al strada sbagliata. E proprio al Rainbow notiamo come la donna sia macchiata anche quando dovrebbe avere una figura innocente nei panni di una figlia, invece è proprio nei panni della figlia che ha più di un amante.Parliamo un po’ anche del mascherarsi, cos’altro potrebbe nascondere la propria vergogna e peccato se non una maschera?Anche qui notiamo però che solo le donne sono nude e circondate da uomini coperti da capo a piedi, in una danza e con una musica cupi; di nuovo troviamo la colpevolezza carnificata nella donna. È infatti la donna a prendere la responsabilità della scelta dell’uomo e di trascinarlo via.La sua macchia è quella di aver sbirciato, di essersi fatto trascinare dalla moglie in un vortice pericoloso e tutto ciò che accadrà sarà la sua punizione.Nel club vediamo anche il pianista bendato, la benda simboleggia la sua estraneità al posto, lui non vede e non partecipa, lui è pulito.Inoltre vediamo anche due coppie gay che ballano (due uomini e due donne) e notiamo come in questo caso non ci sia differenza tra uomo e donna. Come? Semplicemente perché sono uno nudo ed uno vestito (se il male è rappresentato nudo in questa scena vediamo che non sono solo le due donne ad essere nude, ma una si ed una no e che anche uno degli uomini lo è.)Il sacrificio della donna sta quasi a rappresentare il suo entrare all’inferno, il suo scontare la sua pena, mentre la salvezza e la possibilità di una seconda chance per Bill sono segno del perdono: lui è ancora senza macchia e può redimersi.Un’altra cosa che ci ricorda il male della donna è il sogno di Alice. Ella infatti, si può dire che sogni l’Eden (lei e lui soli e nudi) tuttavia non si sente a suo agio lì, non lo accetta e solo quando lui si allontana riesce a stare bene ed a richiamare altri uomini in un’orgia voluta per deridere il marito in questo atto di cattiveria, come il diavolo riderebbe delle sue vittime.Infine rivolgiamo il pensiero sulla donna trovata morta; lei ci fa apparire tutto più chiaro, di come tutto sia un circolo e che inizio e fine non siano così definiti, che le cose non peggiorano o migliorano ma che la nostra natura è una e non possiamo cambiarla (la donna era drogata all’inizio e di droga muore) e ci fa notare come abbiamo sbagliato fin dall’inizio della storia vedendo l’uomo come cattivo e donna come buona, infatti la donna morta ci ricorda come sia stato l’uomo a salvarla all’inizio e come sia stata la donna a farsi del male.Infine quando Bill dice tutto alla moglie non è altro che il simbolo di una confessione, quasi di una purificazione, tanto che il giorno dopo tutto sembra idilliaco e lui è nuovamente senza macchia. Ma la realtà è che non ha mai avuto macchia: tutta la storia era una finzione (il più grande inganno del diavolo è farci credere che non esista) e ciò vuol solo dire che il male si è preso gioco di Bill ma lui ne è uscito pulito. Inoltre ricordiamoci di come tutto sia un circolo e che se lui era buono all’inizio lo è sempre stato, infatti ci vuol poco perché la moglie riveli nuovamente la sua natura marcia parlando subito di sesso.Tutto si conclude come inizia: l’uomo è il bene, la donna il male.La conclusione qual è? Penso sia la natura un po’ maschilista del film che fa vedere la donna come Eva mentre costringe Adamo a mangiare la mela, ma nessuno è così senza macchia e senza peccato e nessuno è così visceralmente marcio.Il mio voto al film è un sette su dieci. Il significato che vi ho visto non mi è piaciuto, ma il modo in cui è stato nascosto nella trama era sublime.
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luca1968
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lunedì 11 novembre 2013
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patetico!
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Se questo film non fosse di Kubrick, scommetto che quasi tutti quelli che oggi lo considerano un capolavoro, o l'eredità di un grande cineasta, direbbero che è uno dei film più brutti, peggio scritti, peggio recitati e peggio diretti della storia del cinema. Come in effetti è. Solo Pret-a-porter e La Sottile Linea Rossa (guarda caso di altri due sopravvalutatissimi regista di culto, Altman e Malick) sono stati per me altrettanto patetici.
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k. s. stanislavskij
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giovedì 24 ottobre 2013
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testamento esoterico/essoterico
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le vicende private della "coppia" risultano alquanto modeste se non si comprende su cosa punti il riflettore kubrick: sui gruppi di potere che nella vita evidentemente ha conosciuto o anche frequentato e tutto il film è un monito a non oltrepassare quella porta... per il resti ci sono decine di reensioni decenti. ma kubrick ha fatto un film ha diversi livelli di lettura..
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topo paolino
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sabato 19 ottobre 2013
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addio xx secolo
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Eyes Wide Shut: occhi chiusi e non notare ciò che ci circonda, oppure chiusi di fronte alle cose di cui ci si dovrebbe occupare. Il film è anche una riflessione morale: nella sua avventura Bill ha sempre l'opportunità di scegliere se fare un passo indietro o andare avanti (tranne nell'orgia, quando è costretto a desistere). Alice è più spregiudicata del marito; tutte le figure femminili, che sembrano delle variazioni oniriche della protagonista, sono i soli personaggi del film davvero generosi. Il film dimostra che la capacità creativa di Kubrick non si è cristallizzata: come sempre ha inventato qualcosa di nuovo, sconcertando il pubblico e la critica.
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Eyes Wide Shut: occhi chiusi e non notare ciò che ci circonda, oppure chiusi di fronte alle cose di cui ci si dovrebbe occupare. Il film è anche una riflessione morale: nella sua avventura Bill ha sempre l'opportunità di scegliere se fare un passo indietro o andare avanti (tranne nell'orgia, quando è costretto a desistere). Alice è più spregiudicata del marito; tutte le figure femminili, che sembrano delle variazioni oniriche della protagonista, sono i soli personaggi del film davvero generosi. Il film dimostra che la capacità creativa di Kubrick non si è cristallizzata: come sempre ha inventato qualcosa di nuovo, sconcertando il pubblico e la critica. I colori molto saturi, con frequente ricorso al blu profondo e all'arancione acceso, che ricordano Arancia Meccanica, conferiscono al film un tono particolarmente onirico e fiabesco. Il protagonista attraversa una notte in cui vede tutto crollargli intorno, un mondo corrotto in cui quasi tutto è in vendita, un Natale rovesciato, evocatore dell'inferno.
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jacopo b98
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mercoledì 1 maggio 2013
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eyes wide shut di kubrik - capolavoro
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Il dottor Harford (Cruise) è sposato con la moglie (Kidman) da nove anni, sono piuttosto benestanti, hanno una bambina di sette anni e sono felici. Ma quando ognuno rivelerà i propri oscuri desideri sessuali, per entrambi inizierà un viaggio erotico che nessuno potrà fermare. Ispirato al breve romanzo Traumnovelle, in italiano Doppio sogno, di Arthur Schnitzler, è l’ultimo film di Kubrik, che morirà d’infarto a soli settant’anni a riprese appena terminate. Fu infatti terminato dall’amico Spielberg, che però si sospetta non sia riuscito ad interpretare e mettere in scena correttamente il finale della complessa sceneggiatura del regista e Frederic Raphael.
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Il dottor Harford (Cruise) è sposato con la moglie (Kidman) da nove anni, sono piuttosto benestanti, hanno una bambina di sette anni e sono felici. Ma quando ognuno rivelerà i propri oscuri desideri sessuali, per entrambi inizierà un viaggio erotico che nessuno potrà fermare. Ispirato al breve romanzo Traumnovelle, in italiano Doppio sogno, di Arthur Schnitzler, è l’ultimo film di Kubrik, che morirà d’infarto a soli settant’anni a riprese appena terminate. Fu infatti terminato dall’amico Spielberg, che però si sospetta non sia riuscito ad interpretare e mettere in scena correttamente il finale della complessa sceneggiatura del regista e Frederic Raphael. È un affascinante viaggio psicosessuale nella vita di una coppia apparentemente normale, un inquietante avventura attraverso gli effetti collaterali del sesso che non è amore, ma pura passione incontrollata. Nel film l’erotismo è controllato, e alcune scene di nudo, di sesso e di orgia non hanno alcun erotismo: il regista ha spogliato il sesso del suo senso per trasformarlo in qualcosa di sconvolgente. I due protagonisti sfogano le loro passioni in modo diverso: lei soltanto in modo onirico, e quello che ha sognato ci viene solo raccontato, lui invece sia nella realtà che nei sogni, anche se non è mai chiaro quando quello che si vede sia realtà o quando immaginazione. Kubrik osserva, oggettivo, documenta con carrellate lunghe e veloci. È il film più politico del regista, un film che trasuda denaro, differenze di classe, ricchezza… Kubrik crea un film complesso e difficile, forse il più inquietante della sua carriera, e neppure con la sua eccezionale messa in scena, fatta di carrellate veloci e zoom, arricchite dalle straordinarie scenografie di Leslie Tomkins e Roy Walker e dalla fotografia di Larry Smith, riesce a dare una plausibile spiegazione a tutte le scene (ma voleva farlo?) e lascia aperti dei dubbi: la ragazza all’obitorio è la stessa che lo permette di salvarsi dall’orgia notturna? Che cosa le è successo per la sua scelta di difendere il dottore? È un film misterioso che pone delle domande a cui lo spettatore non riesce a dare risposta (o non vuole?). Tuttavia la potenza della regia, le interpretazioni degli attori (bravi anche i due protagonisti, testimonianza che Cruise, se spronato da un bravo regista, sa recitare) e alcune scene magistrali, su tutte l’orgia nel palazzo settecentesco, riescono a convincere spettatore e critico, seppur il livello non sia quello di alcuni capolavori del passato. Interessante la scena in cui Harford va a restituire il costume e vede i due uomini che stavano facendo l’orgia con la figlia del venditore e alla domanda “Ma non ce l’aveva con loro ieri sera?” il negoziante risponde: “Beh, tutto cambia.”. Finale geniale, molto ironico e totalmente negativo, come in tutta la carriera del regista. Comunque un degno epilogo per la carriera del (probabilmente) più grande cineasta di ogni tempo. Il venditore di giornali dell’edicola è Emilio d’Alessandro, autista e domestico per oltre trent’anni del regista.
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fedson
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martedì 19 febbraio 2013
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esperimento "psico-erotico" del maestro
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L'ultimo film del maestro si compone di un'opera enigmatica quanto complessa, la cui struttura rende difficile una collocazione precisa del film stesso, anche se, personalmente, penso che Kubrick abbia fatto un mix tra il thriller e l'erotico. Erotico, in quanto "Eyes Wide Shut" è un vero e proprio studio profondo dei comportamenti dell'essere umano nei confronti della posizione matrimoniale e del suo attaccamento, così naturale quanto artificiale (e qusto Kubrick lo mostra chiaramente con la festa in maschera che sembra rappresentare "un'orgia artificiale), al sesso. I percorsi dei due protagonisti (Cruise e Kidman) vengono rappresentati separatamente, per lo meno all'apparenza, e insieme (mentre Bill va alla festa in maschera, entrando in un vero caos erotico, la moglie è immersa completamente nel suo sogno erotico che poi racconterà al marito); il che ci fa pensare quanto può essere sostanziale ed indispensabile all'uomo una cosa, così curiosa quanto sinistra ed ossessiva, come il sesso.
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L'ultimo film del maestro si compone di un'opera enigmatica quanto complessa, la cui struttura rende difficile una collocazione precisa del film stesso, anche se, personalmente, penso che Kubrick abbia fatto un mix tra il thriller e l'erotico. Erotico, in quanto "Eyes Wide Shut" è un vero e proprio studio profondo dei comportamenti dell'essere umano nei confronti della posizione matrimoniale e del suo attaccamento, così naturale quanto artificiale (e qusto Kubrick lo mostra chiaramente con la festa in maschera che sembra rappresentare "un'orgia artificiale), al sesso. I percorsi dei due protagonisti (Cruise e Kidman) vengono rappresentati separatamente, per lo meno all'apparenza, e insieme (mentre Bill va alla festa in maschera, entrando in un vero caos erotico, la moglie è immersa completamente nel suo sogno erotico che poi racconterà al marito); il che ci fa pensare quanto può essere sostanziale ed indispensabile all'uomo una cosa, così curiosa quanto sinistra ed ossessiva, come il sesso. L'omicidio di mezzo, la morte della prostituta per overdose (overdose "di sesso", forse?), la festa in hotel, le maschere (forse usate anche per simboleggiare il "travestimento" come gioco del sesso?), sono chiavi che il maestro usa per aprire all'uomo la sua visione meschina, angosciosa e pericolosa, del sesso, del matrimonio e dei collegamenti tra questi. I sogni (o gli incubi) erotici, di fatto, sono le manifestazioni che l'inconscio presenta ai protagonisti (specie alla moglie, chiave di qualsiasi sogno erotico di ogni marito fedele al matrimonio, ma che si ritrova "vittima" della sua stessa importanza nell'ambito sessuale e matrimoniale). Che dire, Kubrick è sempre stato un maestro a narrare completamente la mente umana in tutti i suoi aspetti, da quello storico a quello erotico; facendo si sé stesso un regista a tutto punto, di grandissimo rispetto e di uno stile più unico che raro. Non è certamente il miglior film di Kubrick, ma è senz'altro uno dei più angosciosi ed enigmatici. Narrativamente intrigante e curiosa, l'ultima opera kubrickiana.
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fedson
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martedì 19 febbraio 2013
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esperimento "psico-erotico" del maestro
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L'ultimo film del maestro si compone di un'opera enigmatica quanto complessa, la cui struttura rende difficile una collocazione precisa del film stesso, anche se, personalmente, penso che Kubrick abbia fatto un mix tra il thriller e l'erotico. Erotico, in quanto "Eyes Wide Shut" è un vero e proprio studio profondo dei comportamenti dell'essere umano nei confronti della posizione matrimoniale e del suo attaccamento, così naturale quanto artificiale (e qusto Kubrick lo mostra chiaramente con la festa in maschera che sembra rappresentare "un'orgia artificiale), al sesso. I percorsi dei due protagonisti (Cruise e Kidman) vengono rappresentati separatamente, per lo meno all'apparenza, e insieme (mentre Bill va alla festa in maschera, entrando in un vero caos erotico, la moglie è immersa completamente nel suo sogno erotico che poi racconterà al marito); il che ci fa pensare quanto può essere sostanziale ed indispensabile all'uomo una cosa, così curiosa quanto sinistra ed ossessiva, come il sesso.
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L'ultimo film del maestro si compone di un'opera enigmatica quanto complessa, la cui struttura rende difficile una collocazione precisa del film stesso, anche se, personalmente, penso che Kubrick abbia fatto un mix tra il thriller e l'erotico. Erotico, in quanto "Eyes Wide Shut" è un vero e proprio studio profondo dei comportamenti dell'essere umano nei confronti della posizione matrimoniale e del suo attaccamento, così naturale quanto artificiale (e qusto Kubrick lo mostra chiaramente con la festa in maschera che sembra rappresentare "un'orgia artificiale), al sesso. I percorsi dei due protagonisti (Cruise e Kidman) vengono rappresentati separatamente, per lo meno all'apparenza, e insieme (mentre Bill va alla festa in maschera, entrando in un vero caos erotico, la moglie è immersa completamente nel suo sogno erotico che poi racconterà al marito); il che ci fa pensare quanto può essere sostanziale ed indispensabile all'uomo una cosa, così curiosa quanto sinistra ed ossessiva, come il sesso. L'omicidio di mezzo, la morte della prostituta per overdose (overdose "di sesso", forse?), la festa in hotel, le maschere (forse usate anche per simboleggiare il "travestimento" come gioco del sesso?), sono chiavi che il maestro usa per aprire all'uomo la sua visione meschina, angosciosa e pericolosa, del sesso, del matrimonio e dei collegamenti tra questi. I sogni (o gli incubi) erotici, di fatto, sono le manifestazioni che l'inconscio presenta ai protagonisti (specie alla moglie, chiave di qualsiasi sogno erotico di ogni marito fedele al matrimonio, ma che si ritrova "vittima" della sua stessa importanza nell'ambito sessuale e matrimoniale). Che dire, Kubrick è sempre stato un maestro a narrare completamente la mente umana in tutti i suoi aspetti, da quello storico a quello erotico; facendo si sé stesso un regista a tutto punto, di grandissimo rispetto e di uno stile più unico che raro. Non è certamente il miglior film di Kubrick, ma è senz'altro uno dei più angosciosi ed enigmatici. Narrativamente intrigante e curiosa, l'ultima opera kubrickiana.
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queen251
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sabato 11 agosto 2012
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contrizione indotta...
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Si parla ancora delle atrocità naziste, e ancora una volta affiora la redenzione nata dalla consapevolezza che piano piano prende campo nelle coscienze più sensibili. In questo film in particolare l'aguzzino è costretto a svegliarsi con un urlo lacerante dal suo letargo interiore.
[+] ma che cacchio
(di evildead)
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