luigi chierico
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domenica 30 novembre 2014
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Stanley Kubrick, regista di “Lolita” e di “Arancia meccanica”,prima di morire nel 1999 dirige questo suo ultimo film,celebra tra finzione ed immaginazione la reale separazione della coppia di questo film separatasi 2 anni dopo. Presagio o anticipazione?
L’affascinante Nicole Kidman, ricca di una bellezza esplosiva,di un fisico dotato di un notevole sex appeal,è nelle vita,come in questo film,moglie dell’ aitante attore Tom Cruise,tanto apprezzato soprattutto dal mondo femminile,come si vedrà anche in questa vicenda. Sarà forse per questo che li vedremo spesso nella loro camera da letto,vestirsi e svestirsi dei loro dei pochi abiti per rimanere nudi. Si spoglieranno dei loro più reconditi repressi desideri di una coppia moderna,si getteranno addosso dubbi e verità,fedeltà ed inganni come fossero vestiti sporchi da gettare via e da non più indossare.
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Stanley Kubrick, regista di “Lolita” e di “Arancia meccanica”,prima di morire nel 1999 dirige questo suo ultimo film,celebra tra finzione ed immaginazione la reale separazione della coppia di questo film separatasi 2 anni dopo. Presagio o anticipazione?
L’affascinante Nicole Kidman, ricca di una bellezza esplosiva,di un fisico dotato di un notevole sex appeal,è nelle vita,come in questo film,moglie dell’ aitante attore Tom Cruise,tanto apprezzato soprattutto dal mondo femminile,come si vedrà anche in questa vicenda. Sarà forse per questo che li vedremo spesso nella loro camera da letto,vestirsi e svestirsi dei loro dei pochi abiti per rimanere nudi. Si spoglieranno dei loro più reconditi repressi desideri di una coppia moderna,si getteranno addosso dubbi e verità,fedeltà ed inganni come fossero vestiti sporchi da gettare via e da non più indossare. Le rivelazioni che servono come liberazione delle loro coscienze,aprono le porte alla separazione, se non fisica,a quella interiore. Continuare a stare nello stesso letto,due corpi in pigiama e vestaglia seminudi ma lontani mentalmente l’uno dall’altro. Si finisce col pensare a quel che ha fatto,o solo anche a quello che avrebbe voluto fare l’altro,così cala il sipario sull’amore come in questo film spregiudicato ma coraggioso,tanto vero quanto sfrontato. A renderlo particolarmente bello è proprio Nicole Kidman, nei pochi panni di Alice Harford, e Tom Cruise in quelli moralmente indegni del dott. Bill Harford. Nicole, con due belle lunghe gambe, è proprio in gamba, e se mostra il fondo schiena perché pensare che non sia il suo? se tante lo mostrano proprio in questo “Eyes Wide Shut”? La fantasia erotica si unisce ad una realtà allucinante e poco importa una serie di giustificazioni e motivazione dinanzi alla morte e all’uso della droga. Noi assistiamo nel film a quel che vediamo e non credo proprio che conti il sapere perché lo vediamo. Una violenza ,come un tradimento, restano quel appaiono ai nostri occhi. La spettacolarità del film è data da diverse molte immagini, da una fastosa festa in cui il ballo è provocazione, allusione, a quella di una misteriosa villa, ma non troppo per quante persone la frequentano, in cui si svolge di tutto,il cambio di coppia è un gioco da educande. Le messe nere sono un pretesto per dare libero sfogo ai propri impulsi sessuali d’ogni genere, si rischia la morte e si muore se necessario. Il segreto va portato nella tomba, come suol dirsi. Ma non è necessario andare in un locale e pronunciare la parola segreta “Fidelio” per fare quel che si può fare con la figlia di un ricco cliente appena dopo della sua morte, ovvero in un negozio di costumi da maschera, domino o non domino, vi domina il malcostume e la prostituzione giovanile.
Non è un film costruttivo ma c’è la Kidman e Tom,lo spettacolo, la novità,il peccato,la lussuria,i ”Sogni proibiti”,non quelli di Virginia Mayo, ma di una voluttuosa Alice, altro che “Alice nel paese delle meraviglie”. C’è da chiedersi se un tradimento costituito da una.. toccata e fuga… sia più grave di uno accarezzato per lungo tempo ma mai consumato, vissuto ad occhi aperti, talora anche tra le braccia di chi ci sta accanto. Stanley Kubrick non ci dà una risposta, ci lascia vivere questo angoscioso dilemma attraverso i due suoi protagonisti.chibar22@libero.it
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luigi chierico
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domenica 30 novembre 2014
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tutto da vedere
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Stanley Kubrick, regista di “Lolita” e di “Arancia meccanica”,prima di morire nel 1999 dirige questo suo ultimo film,celebra tra finzione ed immaginazione la reale separazione della coppia di questo film separatasi 2 anni dopo. Presagio o anticipazione?
L’affascinante Nicole Kidman, ricca di una bellezza esplosiva,di un fisico dotato di un notevole sex appeal,è nelle vita,come in questo film,moglie dell’ aitante attore Tom Cruise,tanto apprezzato soprattutto dal mondo femminile,come si vedrà anche in questa vicenda. Sarà forse per questo che li vedremo spesso nella loro camera da letto,vestirsi e svestirsi dei loro dei pochi abiti per rimanere nudi. Si spoglieranno dei loro più reconditi repressi desideri di una coppia moderna,si getteranno addosso dubbi e verità,fedeltà ed inganni come fossero vestiti sporchi da gettare via e da non più indossare.
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Stanley Kubrick, regista di “Lolita” e di “Arancia meccanica”,prima di morire nel 1999 dirige questo suo ultimo film,celebra tra finzione ed immaginazione la reale separazione della coppia di questo film separatasi 2 anni dopo. Presagio o anticipazione?
L’affascinante Nicole Kidman, ricca di una bellezza esplosiva,di un fisico dotato di un notevole sex appeal,è nelle vita,come in questo film,moglie dell’ aitante attore Tom Cruise,tanto apprezzato soprattutto dal mondo femminile,come si vedrà anche in questa vicenda. Sarà forse per questo che li vedremo spesso nella loro camera da letto,vestirsi e svestirsi dei loro dei pochi abiti per rimanere nudi. Si spoglieranno dei loro più reconditi repressi desideri di una coppia moderna,si getteranno addosso dubbi e verità,fedeltà ed inganni come fossero vestiti sporchi da gettare via e da non più indossare. Le rivelazioni che servono come liberazione delle loro coscienze,aprono le porte alla separazione, se non fisica,a quella interiore. Continuare a stare nello stesso letto,due corpi in pigiama e vestaglia seminudi ma lontani mentalmente l’uno dall’altro. Si finisce col pensare a quel che ha fatto,o solo anche a quello che avrebbe voluto fare l’altro,così cala il sipario sull’amore come in questo film spregiudicato ma coraggioso,tanto vero quanto sfrontato. A renderlo particolarmente bello è proprio Nicole Kidman, nei pochi panni di Alice Harford, e Tom Cruise in quelli moralmente indegni del dott. Bill Harford. Nicole, con due belle lunghe gambe, è proprio in gamba, e se mostra il fondo schiena perché pensare che non sia il suo? se tante lo mostrano proprio in questo “Eyes Wide Shut”? La fantasia erotica si unisce ad una realtà allucinante e poco importa una serie di giustificazioni e motivazione dinanzi alla morte e all’uso della droga. Noi assistiamo nel film a quel che vediamo e non credo proprio che conti il sapere perché lo vediamo. Una violenza ,come un tradimento, restano quel appaiono ai nostri occhi. La spettacolarità del film è data da diverse molte immagini, da una fastosa festa in cui il ballo è provocazione, allusione, a quella di una misteriosa villa, ma non troppo per quante persone la frequentano, in cui si svolge di tutto,il cambio di coppia è un gioco da educande. Le messe nere sono un pretesto per dare libero sfogo ai propri impulsi sessuali d’ogni genere, si rischia la morte e si muore se necessario. Il segreto va portato nella tomba, come suol dirsi. Ma non è necessario andare in un locale e pronunciare la parola segreta “Fidelio” per fare quel che si può fare con la figlia di un ricco cliente appena dopo della sua morte, ovvero in un negozio di costumi da maschera, domino o non domino, vi domina il malcostume e la prostituzione giovanile.
Non è un film costruttivo ma c’è la Kidman e Tom,lo spettacolo, la novità,il peccato,la lussuria,i ”Sogni proibiti”,non quelli di Virginia Mayo, ma di una voluttuosa Alice, altro che “Alice nel paese delle meraviglie”. C’è da chiedersi se un tradimento costituito da una.. toccata e fuga… sia più grave di uno accarezzato per lungo tempo ma mai consumato, vissuto ad occhi aperti, talora anche tra le braccia di chi ci sta accanto. Stanley Kubrick non ci dà una risposta, ci lascia vivere questo angoscioso dilemma attraverso i due suoi protagonisti.chibar22@libero.it
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dario
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giovedì 27 novembre 2014
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prolisso
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Le scene sono lunghe e noiose. Non vengono salvate dalla bellissima fotografia (l'unica cosa valida del film). Tema, il sesso, neanche sfiorato. Una roba patinata con qualche conato morboso. Attori del tutto inadatta, specie Cruise. La peggior regia di Kubrick, ovvero la scoperta delle sue carte: una gran messinscena e poca sostanza. Mancano le idee, non c'è quello spessore intellettuale tanto sbandierato. Non c'è analisi e non c'è capacità relativa. Ridicola la scena del pianto in tandem. Inutile lo scorrazzare notturno del protagonista. Ritmo blando, storia (storiella) alla ricerca di un riferimento. Ragazze stupende. Troppo poco per un film accettabile.
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paolopacitti67
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lunedì 3 novembre 2014
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la parola d'ordine per il cinema di kubrick
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Vecchio progetto kubrickiano finalmente realizzato, come sempre indipendentemente dalle mode cinematografiche e sublime riepologo e ponte verso il futuro delle possibilità espressive del cinema. Il film è coraggiosamente anacronistico: potrebbe benissimo essere pensato prima della rivoluzione sessuale, anche se il genio e la lucidità di Kubrick rivelano quanto in un secolo – e più di un secolo – in fondo poco sia cambiato; come in 2001 nel confronto tra le scimmie e gli uomini, non necessariamente sempre favorevolmente a questi ultimi. Riguardo alle reazioni che ha suscitato, si può ricordare le affermazioni dell'autore circa la dose di verità dei suoi film “che di certo turberà qualcuno”. Una vera e propria galleria di stili figurativi, con la trasfiguazione dei valori psicologici in figurativi; la implacabile, scultorea rispondenza della forma con l'idea, ma anche l'ironia sardonica; la visione algida e un po' plumbea del genio kubrickiano sono alcuni dei pregi maggiori del film.
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Vecchio progetto kubrickiano finalmente realizzato, come sempre indipendentemente dalle mode cinematografiche e sublime riepologo e ponte verso il futuro delle possibilità espressive del cinema. Il film è coraggiosamente anacronistico: potrebbe benissimo essere pensato prima della rivoluzione sessuale, anche se il genio e la lucidità di Kubrick rivelano quanto in un secolo – e più di un secolo – in fondo poco sia cambiato; come in 2001 nel confronto tra le scimmie e gli uomini, non necessariamente sempre favorevolmente a questi ultimi. Riguardo alle reazioni che ha suscitato, si può ricordare le affermazioni dell'autore circa la dose di verità dei suoi film “che di certo turberà qualcuno”. Una vera e propria galleria di stili figurativi, con la trasfiguazione dei valori psicologici in figurativi; la implacabile, scultorea rispondenza della forma con l'idea, ma anche l'ironia sardonica; la visione algida e un po' plumbea del genio kubrickiano sono alcuni dei pregi maggiori del film. Inutile parlare della densità, dello spessore filosofico: ognuno vi vede una conferma di ciò che crede (satanismo compreso), o della visione che attribuisce a Kubrick riguardo la sua opera. Come gli altri suoi film, specialmente da Lolita in poi, il regista esaurisce le potenzialità della storia – nelle intenzioni dichiarate dall'autore l'analisi di un matrimonio felice con i protagonisti a confronto con gli impulsi dellaloro vita interiore - fino a comprendervi, secondo un procedimento centripeto, il mondo.
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jeff lebowsky
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martedì 24 giugno 2014
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la ciliegina sulla torta di kubrik
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Stanley Kubrik chiude la sua carriera con un film magistrale, diretto impeccabilmente, come al solito, e con la sua solita minuziosa cura dei particolari che rende ogni suo film un modello di riferimento per chi vuole fare cinema. Eyes Wide Shut è probabilmente il film più ambizioso di Kubrik che mette in scena la noia del rapporto matrimoniale borghese e fa risaltare la debolezza umana dell'uomo in generale quando si trova davanti alla carnalità e all'erotismo. Nel film questa debolezza viene percepita in maniera diversa dall'uomo rispetto alla donna. Come emerge dalla trama il maschio (marito) ha bisogno di esperienze materiali per rendersi conto di quanto sia debole e quanto possa spingersi oltre, per abbandonare la routine quotidiana.
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Stanley Kubrik chiude la sua carriera con un film magistrale, diretto impeccabilmente, come al solito, e con la sua solita minuziosa cura dei particolari che rende ogni suo film un modello di riferimento per chi vuole fare cinema. Eyes Wide Shut è probabilmente il film più ambizioso di Kubrik che mette in scena la noia del rapporto matrimoniale borghese e fa risaltare la debolezza umana dell'uomo in generale quando si trova davanti alla carnalità e all'erotismo. Nel film questa debolezza viene percepita in maniera diversa dall'uomo rispetto alla donna. Come emerge dalla trama il maschio (marito) ha bisogno di esperienze materiali per rendersi conto di quanto sia debole e quanto possa spingersi oltre, per abbandonare la routine quotidiana. Al contrario alla donna (moglie) bastano i propri pensieri e i propri sogni per percepire la propria fragilità. Il film è un fotografia della psicologia (distorta) dell'uomo e della donna che attraverso molteplici esperienze materiali e non, conclude con un riavvicinamemto tra i due coniugi e il desiderio di ricominciare tutto con una "scopata". In conclusione un film da vedere e rivedere, perfetto sotto il punto di vista stilistico, con un elogio particolare alla inquietante quanto stupenda colonna sonora, e molto interessante sotto il punto di vista del contenuto.
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contrammiraglio
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martedì 29 aprile 2014
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unica scusante: non l'ha potuto finire lui
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L'unico dubbio che uno può avere vedendo questo (brutto) film è: ma se Stanley avesse finito il montaggio, sarebbe stato passabile?
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tatiana micaela truffa
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mercoledì 19 febbraio 2014
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perversione ridondante tristezza
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Una coppia dell'alta borghesia, formata dal medico William Harford (Tom Cruise) e dalla moglie Alice (Nicole Kidman) fra bella vita e dimore lussuose, si perde fino a ritrovarsi fra perersi giochi di erotismo, mentali e reali.
Il flm comincia trasmettendo inquietudine, ma man mano che procede lascia spazio principalmente ad elucubrazioni mentali sul nulla; personalmente mi ha lasciato un ricordo di perversione ridondante tristezza, cme se Kubrik avsse voluto strafare, carcando la mano su una morbosità che avrebbe trovato il suo perché qualora ritagliata all'iterno di una realtà più verosimile.
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baffo1
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mercoledì 15 gennaio 2014
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eros&logos, kubrick artista a 360 gradi
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La maschera, la perdita di valori apparenti, l'eterno velo di mistero che copre i nostri più profondi desideri nascosti; Kubrick scolpisce con minuziosa attenzione una, a mio parere, mastodontica opera. Grandioso il tema della maschera, il set apre il sipario al Teatro dell'Assurdo; i personaggi si sfiorano, si toccano e poi si respingono rincorrendo le loro anime brave perse nello spazio e nel tempo di un mondo che non ha certezze. Ho notato come sia ciclico il codice espresso nel film, la "dea"Kidman che abbraccia Cruise nell'ultima scena del film e gli propone del Sesso indica in effetti lo "status quo" nel quale i personaggi (cioè l'umanità) si trovano.
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La maschera, la perdita di valori apparenti, l'eterno velo di mistero che copre i nostri più profondi desideri nascosti; Kubrick scolpisce con minuziosa attenzione una, a mio parere, mastodontica opera. Grandioso il tema della maschera, il set apre il sipario al Teatro dell'Assurdo; i personaggi si sfiorano, si toccano e poi si respingono rincorrendo le loro anime brave perse nello spazio e nel tempo di un mondo che non ha certezze. Ho notato come sia ciclico il codice espresso nel film, la "dea"Kidman che abbraccia Cruise nell'ultima scena del film e gli propone del Sesso indica in effetti lo "status quo" nel quale i personaggi (cioè l'umanità) si trovano. Eternamente in lotta tra Eros e Logos sono alla ricerca di un qualcosa che credono di poter cercare, ma che in realtà, forse, suggerisce il regista, non c'è.
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lucaguar
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domenica 22 dicembre 2013
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l'ultima perla del grande kubrick
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Quando si guarda "Eyes wide shut" il primo pensiero che balza alla mente va rivolto immediatamente a Kubrick. Con quest'opera infatti il maestro newyorkese ha chiuso sia la carriera che la sua stessa esistenza, quasi che il cinema a cui lui ha dato un contributo non solo importante, ma decisivo si dovesse simbolicamente "prendere la sua vita".
E' impressionante come Kubrick qui riassuma splendidamente tutto il suo cinema. In "Eyes wide shut" tutto è Kubrick: le immagini, le musiche, le suggestioni, le atmosfere nelle quali si esprime benissimo il suo usuale stile, costantemente sospeso tra l'iper-reale e il surreale, il simbolico e il concreto.
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Quando si guarda "Eyes wide shut" il primo pensiero che balza alla mente va rivolto immediatamente a Kubrick. Con quest'opera infatti il maestro newyorkese ha chiuso sia la carriera che la sua stessa esistenza, quasi che il cinema a cui lui ha dato un contributo non solo importante, ma decisivo si dovesse simbolicamente "prendere la sua vita".
E' impressionante come Kubrick qui riassuma splendidamente tutto il suo cinema. In "Eyes wide shut" tutto è Kubrick: le immagini, le musiche, le suggestioni, le atmosfere nelle quali si esprime benissimo il suo usuale stile, costantemente sospeso tra l'iper-reale e il surreale, il simbolico e il concreto.
La trama è intricata e straordinariamente coinvolgente: il dottor William Harford e sua moglie Alice sono una coppia benestante. Dopo una serata di gala in cui i due si lasciano corteggiare, irrompe una scottante rivelazione di lei (facilitata anche dall'effetto della marijuana): la ragazza dice di aver desiderato un giovane ufficiale con tutta se stessa, per il quale sarebbe stata disposta addiritura ad abbandonare lui e la piccola figlia di sette anni. Da questo momento il giovane dottore cade vittima di un'ossessione, immaginandosi la moglie in atto di tradimento; così egli inizia a "vendicarsi", reprimendo ogni razionalità, cedendo alle lusinghe della figlia di un paziente defunto, andando a casa di una prostituta e, in una delle sequenze più belle e caratterizzanti di tutto il film, riuscendo ad infiltrarsi in una villa in cui una specie di confraternita mette in scena strani riti esoterici legati alle più stravaganti pulsioni sessuali. Egli rischia addirittura la vita, trovando via di scampo soltanto nel sacrificio di una prostituta che scoprirà poi esser colei che, durante la festa della sera prima, lui ha salvato da un overdose.
Tutto ciò che succede a William però spiazza perchè ci si aspetterebbe un vero e proprio tradimento che però non arriva mai. Tutto è velato, indugiante e sfiorato, quasi a sottolineare il parallelismo con il sogno di Alice, e per mettere sullo lo stesso piano il tradimento di lei e di lui, un piano onirico e mai reale, ma piuttosto vissuto in due modi diversi: Alice attraverso il sogno e William attraverso la realtà (o presunta tale).
Con questo complicato meccanismo psicologico Kubrick vuol forse sottolineare la fatalità delle esperienze d'amore dell'uomo, il quale è sempre in balia degli istinti e che mai, per amare, può stabilizzarsi sulla superficie della sola regione e dell'ufficialità di un rapporto sotto "l'ufficialità" un po' ipocrita del matrimonio. Inoltre sembra evidenziare in tono pessimistico la tendenza dell'essere umano a ricorrere al sesso come strumento freddo e staccato dalla dimensione dell'amore vero, che però adempie alla soddisfazione di un bisogno quasi primitivo, che sfocia in vizio (straordinaria in questo senso una frase di Alice, la quale dice proprio mentre dentro di lei si sentiva attratta carnalmente dall'ufficiale, di aver amato in maniera intenssissima William, ma di un amore tenero e triste).
C'è inoltre una velata e forse non voluta critica alla società borghese ritenuta l'esasperazione e il portabandiera dei peggiori difetti umani, anche se probabilmente questa è solo una scelta narrativa.
Questo film è il punto di arrivo kubrickiano, tecnicamente girato in maniera maniacale (due anni solo di riprese), quest'opera coinvolge dal primo all'ultimo secondo, lasciando lo spettatore in uno stato di continuo dubbio e riflessione, al contempo esterrefatto dalla perfezione stilistica ed interpretativa.
Ogni primo piano è ossessivo, teso a sottolineare ogni emozione, ogni fotografia è originale, ogni inquadratura è una gemma incastonata nella mente dello spettatore, che rimanda a tutto lo straordinario percorso cinamatografico attraverso il quale Kubrick ci ha guidati per oltre quarant'anni, fatto di poche, centellinate ma strepitose opere.
A mio parere, esistono in sostanza due categorie di cinema: il cinema dei "comuni mortali" nel quale si può apprezzare la bontà o la negligenza tecnica, espressiva o narrativa, considerando il genere di appartenenza, anche per i cosiddetti "registi d'autore"; poi c'è il "cinema dei geni" in cui tutto è caratterizzante, originale, quel cinema che in poche parole si riconosce a "vista d'occhio", che riesce a fuggire da ogni schema, genere e convenzione, sempre in grado di stupire, proiettandoci in una dimensione unica e che dona una sensazione di irripetibile. Kubrick, piaccia o no, appartiene sicuramente a questa seconda categoria e "Eyes Wide Shut " ne è un esempio lampante e raffinato, come ogni opera del grandissimo regista anglo-amercano.
Il cinema di Kubrick difficilmente abbandona l'anima e ci coinvolge in un fascino che purtoppo, dopo questo "Eyes Wide Shut" , non potremo mai più aprezzare d nuovo, ma forse è proprio per questo che questo film resterà nella storia: l'arte è anche questo, assoluta unicità.
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topo paolino
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lunedì 25 novembre 2013
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viaggio nel mare torbido
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Versione lavoro o film finito? Approvato da Kubrick o manomesso? Incompiuto? Attori sbagliati? Sono alcuni degli interrogativi che sucita un film che ha rinnovato i diversi giudizi e revisioni a distanza di anni, che la sua opera, come un movimento dialettico ha provocato. Il matrimonio e la famiglia sembrano essere una delle poche certezze, in un altro commento sulla società che condensa "Lolita", "Arancia Meccanica", "Barry Lyndon", "Shining"... La realtà sociale appare al protagonista come una finzione mostruosa, un mondo di spettri, abietto e corrotto. Anche l'ultimo film di Kubrick è sulla dualità umana, una costruzione di immagini espressione di concetti alla cui verità non si sfugge.
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Versione lavoro o film finito? Approvato da Kubrick o manomesso? Incompiuto? Attori sbagliati? Sono alcuni degli interrogativi che sucita un film che ha rinnovato i diversi giudizi e revisioni a distanza di anni, che la sua opera, come un movimento dialettico ha provocato. Il matrimonio e la famiglia sembrano essere una delle poche certezze, in un altro commento sulla società che condensa "Lolita", "Arancia Meccanica", "Barry Lyndon", "Shining"... La realtà sociale appare al protagonista come una finzione mostruosa, un mondo di spettri, abietto e corrotto. Anche l'ultimo film di Kubrick è sulla dualità umana, una costruzione di immagini espressione di concetti alla cui verità non si sfugge. Ci si può sbizzarrire a chiedere (o a riconoscere) chi sia nella realtà Ziegler, e chi sia l'uomo mascherato che saluta Bill all'orgia. Kubrick ancora una volta non spiega, lascia aperte diverse ipotesi alla verità posto che essa sia cmpletamente riconoscibile da chiunque, in qualunque ruolo sia implicato.
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