emanuele
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lunedì 28 novembre 2016
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una danza imprevedibile e sfuggente, come l'amore.
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Già dalle prime inquadrature e dalla sinfonia sfuggevole e danzante di Shostakovich si percepisce l’ingresso in un qualcosa di magico, dalle profonde sfumature oniriche e suggestive. E’ sul tema del sogno, della proiezione del sogno nella realtà e della realtà come sogno (o incubo) nella sua ‘’surrealtà’’, che si dipana il dramma psicologico dei due protagonisti, che affrontano un diverso tipo di percorso nella riscoperta di loro stessi, restandone entrambi fortemente turbati. Alice, profondamente personale, legato ai sensi e al desiderio di un altro uomo, sedato dall’angoscia di un incubo che rappresentava, in modo sconcertante, le visioni inquietanti del rito esoterico-massonico al quale Bill ha assistito. Un rito diventato ‘’cult’’ e passato alla storia del cinema, sia per i costumi (le maschere caratterizzano indubbiamente il film e in assoluto è con questo che il film ‘’prende il volo’’) che per le musiche, espediente perfetto per ricongiungere definitivamente Bill, dopo la sua Odissea notturna, con la sua Alice.
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paolopace
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venerdì 14 ottobre 2016
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la realtà sul lettino
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L'ultimo film di Kubrick é anche una geniale ricapitolazione del suo cinema, dei suoi personaggi, dei suoi temi, della sua ricerca sulla inquadratura e sul colore (il rosso, il blu, il nero...), delle sue scommesse camminando sul filo del rasoio, sull'orlo del baratro evitando il ridicolo e la noia mirando piuttosto a stupire lo spettatore. E' anche un riassunto dello spettacolo dell'ultimo quarto del secolo scorso, una sublime galleria pittorica ineguagliata nel suo splendore dal cinema da una ventina d'anni a quella parte. Kubrick mostra il Natale al dritto e al rovescio, nella sua festa palese e in quella occulta, rovesciata, quindi satanica. Ma ci sono molti segnali più discreti per chi voglia approfondire questa lettura.
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L'ultimo film di Kubrick é anche una geniale ricapitolazione del suo cinema, dei suoi personaggi, dei suoi temi, della sua ricerca sulla inquadratura e sul colore (il rosso, il blu, il nero...), delle sue scommesse camminando sul filo del rasoio, sull'orlo del baratro evitando il ridicolo e la noia mirando piuttosto a stupire lo spettatore. E' anche un riassunto dello spettacolo dell'ultimo quarto del secolo scorso, una sublime galleria pittorica ineguagliata nel suo splendore dal cinema da una ventina d'anni a quella parte. Kubrick mostra il Natale al dritto e al rovescio, nella sua festa palese e in quella occulta, rovesciata, quindi satanica. Ma ci sono molti segnali più discreti per chi voglia approfondire questa lettura. Il regista non era così sarcastico e ironico dai tempi di "Arancia Meccanica" (il periodo nel quale cominciò a pensare di fare questo film. Pensiamo all'orgetta in minore (e con la minore) nel negozio di costumi, anch'essa simbolica, che anticipa la sequenza magistrale al castello di Somerton, di cui basta e avanza sottolineare anche solo il valore figurativo. Lasciamo che lo spettatore scopra da sé i molteplici riferimenti in un'opera segnata, oltre che da un particolare umorismo da una luce algida e plumbea tipici del genio ebraico, ma che qui è più generosa che mai, sempre alla ricerca di come ricreare le atmosfere partendo da una tecnica al servizio della realtà e della espressione che possono avere le immagini in luce naturale, intendendo per essa quella che corrisponde alla situazione in cui si trova. Kubrick ha restituito alla realtà al cinema il senso del meraviglioso: è questa una delle ragioni basilari del suo successo. I film di Kubrick sono sempre spettacolari; se mai Kubrick è stato un intellettuale e un filosofo, lo ha fatto rispettando anzi esprimendo i contenuti attraverso la forma, la tecnica più squisitamente cinematografica. Naturalmente Kubrick aveva il dono, il genio per scegliere le storie che meglio si prestavano a questo. Il romanzo di Schnitzler lo interessava tanto che, prima di realizzare il film, che pure doveva essere secondario ad "A.I. - intelligenza artificiale" poi girato da Spielberg, ne ha speso temi o personaggi in "Barry Lyndon" e "Shining"; così come ha continuato la sperimentazione fotografica di un mondo guardato come dagli occhi di un'altro pianeta con un cannocchiale potentissimo, o messo sotto osservazione come gli extraterrestri nel finale di "2001" o su un letto in sala operatoria, o sul lettino di uno psicanalista. Si è detto che Kubrick ha convogliato il mondo nella sua cucina. Per la prima volta nei suoi film c'è un matrimonio felice: l'amore coniugale (come nel "Fidelio" di Beethoven) come luce che squarcia le tenebre di un mondo corrotto e avvolto nel male secondo la visione di Kubrick: "Per buio che sia, dobbiamo essere noi a fornire la luce". Non viene spiegato tutto, ma volutamente: Kubrick pensava che un certo grado di ambiguità fosse la cosa che più avvicinava l'opera alla realtà.
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paolo vattelappesca
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mercoledì 10 agosto 2016
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una delle migliori opere d'arte del xx secolo
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Sublime opera ultima di Kubrick, forse "director's cut" o forse no, in entrambi i casi il miglior film da una trentina d'anni e non si sa fra quanto ne avremmo uno a questa altezza, dopo la morte dell'autore (che doveva realizzare "Napoleone" e "A.I: Intelligenza artificiale", poi realizzato da Spielberg che, come accadde a Monicelli rispetto a Germi in "Amici Miei", con un'altra visione delle cose non poteva fare di più che una buona opera anche se a differenza dell'italiano vi ha messo molto di suo). Summa e riassunto di tutto Kubrick ma anche di tutto il cinema e lo spettacolo (tutto già più o meno in embrione in "Lolita" e più cripticamente in "2001" e ancora in modo più plateale in "Arancia Meccanica"), il film riserva molte scoperte e sorprese, si presta a diversi livelli di lettura, a punti di vista diversi coesistenti.
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Sublime opera ultima di Kubrick, forse "director's cut" o forse no, in entrambi i casi il miglior film da una trentina d'anni e non si sa fra quanto ne avremmo uno a questa altezza, dopo la morte dell'autore (che doveva realizzare "Napoleone" e "A.I: Intelligenza artificiale", poi realizzato da Spielberg che, come accadde a Monicelli rispetto a Germi in "Amici Miei", con un'altra visione delle cose non poteva fare di più che una buona opera anche se a differenza dell'italiano vi ha messo molto di suo). Summa e riassunto di tutto Kubrick ma anche di tutto il cinema e lo spettacolo (tutto già più o meno in embrione in "Lolita" e più cripticamente in "2001" e ancora in modo più plateale in "Arancia Meccanica"), il film riserva molte scoperte e sorprese, si presta a diversi livelli di lettura, a punti di vista diversi coesistenti. Un lavoro di estrema raffinatezza formale e estetica, che si svela man mano nelle successive visioni di una ricchezza abissale. Kubrick fino alla fine non rinuncia a sperimentare, a realizzare idee nuove, come avviene naturalmente in un cineasta nutrito da una cinefilia insuperabile, che lo aiuta in una messa in scena in cui egli osa come non mai, dirigendo la coppia protagonista così bene come la meno importante delle comparse (e non solo gli umani sono attori). Personalmente trovo la parte più discussa, criticata, da alcuni addirittura derisa del film, l'orgia nel castello, un capolavoro degno della migliore arte figurativa, soprattutto la seconda parte. Questo hanno di straordinario i film di Kubrick: sono innanzitutto delle meravigliose opere d'arte, ed era questa la cosa alla quale, almeno stando alle sue dichiarazioni, egli teneva di più. Versione in prosa di "2001"; sviluppo di "Lolita"; fusione di "Arancia Meccanica" e Barry Lyndon", e come questo lavoro magico sull'immagine e studio sul colore dopo (con diversissimo tono) "Full Metal Jacket"; "Eyes Wide Shut" è il ruggito finale di un leone dell'arte cinematografica, dell'arte in assoluto e una riflessione morale, filosofica e politica di una delle più grandi menti del '900. Colpisce la capacità di Kubrick, come aveva fatto rappresentando il Settecento in "Barry Lyndon" di catturare con la macchina da presa le sfumature più sottili, di usare la tecnica come nessuno e come deve essere usata, cioè sottomessa a un risultato estetico, una estetica che in Kubrick ha una precisione di significato che lo accomuna ai più grandi figurativi della storia. Qualcuno, forse alludendo a un certo mistero sulla morte dell'autore, ha paragonato questo film a "Salò" di Pasolini, anch'esso uscito postumo dopo la sua morte e anch'esso un incubo ma mi sembra corretto anche il paragone anche con "La dolce vita", che era soprattutto un film sulla crisi dell'alta borghesia e della coppia così come "La notte" di Antonioni (uno dei film preferiti da Kubrick). Pensato dai primi anni '70 (alcuni dei temi si sono riversati intanto nei film - soprattutto "Shining" - che Kubrick avrebbe girato), il film uscì il 16 luglio 1999, a trenta anni esatti dal lancio dell'Apollo 11. Stanley Kubrick era morto il 7 marzo, 666 giorni esatti prima del 1° gennaio 2001. Una delle cose che mi piace far rilevare in questo ponderoso film è un omaggio al jazz (Oscar Peterson, Brad Mehldau, Roy Gerson), grande amore di Kubrick che fu distolto dal diventare forse un bravo batterista dal regalo del padre a 13 anni di una macchina fotografica.
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e. hyde
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mercoledì 8 giugno 2016
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il volto enigmatico del potere (parte seconda)
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Kubrick voleva fare questo film dai primi anni '70, e come vanno le cose lo sapeva già da una trentina d 'anni. Un nuovo, ultimo messaggio in bottiglia, pieno di indizi, di segni, di rivelazioni da decifrare, diretto a più livelli. Cosa dice, alla gente comune, in particolare, in maniera meno allusiva di quanto aveva fatto prima, con questo ultimo film? Il suo titolo vuole alludere al fatto che siamo ciechi? È anche uno sberleffo da parte di chi doveva tenere gli occhi chiusi su ciò che ha visto e che sapeva, prima che qualcuno glieli chiudesse per sempre? Qualcosa è stato eliminato, dopo la sua morte, dal dal film? Forse, guardando il quadro finale di "Shining" (che in quel film è stato in bella mostra sulla parete per tutto un inverno senza che nessuno della famiglia Torrance lo notasse) che abbiamo tutti sotto gli occhi, sotto il naso, che ce lo hanno messo apposta per nasconderlo meglio, qualcosa capiremo.
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Kubrick voleva fare questo film dai primi anni '70, e come vanno le cose lo sapeva già da una trentina d 'anni. Un nuovo, ultimo messaggio in bottiglia, pieno di indizi, di segni, di rivelazioni da decifrare, diretto a più livelli. Cosa dice, alla gente comune, in particolare, in maniera meno allusiva di quanto aveva fatto prima, con questo ultimo film? Il suo titolo vuole alludere al fatto che siamo ciechi? È anche uno sberleffo da parte di chi doveva tenere gli occhi chiusi su ciò che ha visto e che sapeva, prima che qualcuno glieli chiudesse per sempre? Qualcosa è stato eliminato, dopo la sua morte, dal dal film? Forse, guardando il quadro finale di "Shining" (che in quel film è stato in bella mostra sulla parete per tutto un inverno senza che nessuno della famiglia Torrance lo notasse) che abbiamo tutti sotto gli occhi, sotto il naso, che ce lo hanno messo apposta per nasconderlo meglio, qualcosa capiremo... Kubrick per questo film ha avuto molto tempo per fare le sue consuete ricerche (e intanto ha riversato in parte della sua filmografia quello che poi realizzerà in questo). I caratteri hanno una precisione psicologica, sociologica e politica non meno profonda e insieme abbagliante, scintillante della veste formale del film. I piedi di Kubrick sono bene infissi nella tradizione, ma egli era sempre aperto alle idee nuove: non trovò una musica classica giusta per la scena dell'orgia e allora si rivolse a una compositrice contemporanea, traendo dalla sua musica addirittura ispirazione per parte della scena. Non sappiamo se il film che vediamo è quello che Kubrick avrebbe voluto che vedessimo (da ogni punto di vista perché "2001", "Shining", "Il dottor Stranamore" non sono quelli che erano al primo taglio, se non addirittura alla prima pubblica). Ma non è un mistero che quello che vediamo resta un formidabile ritratto della mentalità satanica della grande industria, della grande pseudocultura, della grande falsa politica; della schiavitù della intelligenza e della volontà da essi perpetrata, della seduzione degli ingenui e dell'asservimento delle donne a una sessualità perversa. In un mondo in cui Dio è il denaro allora si prostituiscono le stuzzicanti figlie minorenni e il rifiuto del regalo-corruzione del ricco Ziegler da parte di Bill (una cassa di whisky - così come era whisky, e in entrambi i casi del migliore, quello che il barman-diavolo versava gratis a Jack in "Shining") appare ridicolo (e infatti Ziegler ride); per Bill basta meno, egli non chiede di meglio che una storiella paternalistica per tornare nel suo mondo "normale" (non gli sfiora nemmeno di andare dalla polizia a denunciare le responsabilità criminali che ha capito benissimo della setta verso la donna che lo ha salvato, e che Ziegler, uomo importante e forse il deus ex machina della faccenda, può permettersi di nemmeno troppo nascondere; quando gli dice: "ho capito che tipo sei" si riferisce alla sua mediocrità in assoluto). Sia quelli che interpretano l'opera di Kubrick alla luce (o sarebbe meglio in questo caso dire all'ombra) pessimista - che a loro volta si suddividono in pessimisti per la guarigione della specie umana e della sua società malata e quelli per i quali a vincere è il Male - sia quelli che la vedono in una luce ottimista, morale ed educativa, sono concordi nel ravvisare in "Eyes Wide Shut" uno dei discorsi fondamentali di Kubrick, quello sul potere, sul suo aspetto socio-politico, su quello sessuale e sul suo volto nella società delle immagini.
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e. hyde
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mercoledì 8 giugno 2016
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il volto enigmatico del potere (parte prima)
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Gli attuali potenti (mi riferisco non solo a grandi oligarchi ma anche a capi di Stato) non ragionano come noi. Loro disprezzano i buoni, i fiduciosi, i sinceri: per loro quello che va contro il male è il peggio. Loro, di fatto, servono il diavolo. Per essi conta solo il potere. Non hanno valori morali, li ritengono una scusa valida per le masse. E potere vuol dire la violenza e il denaro. Perciò essi non sono arretrati e non arretreranno di fronte a nulla; oseranno l'inosabile.Giustificheranno qualunque cosa che vogliono fare e possono fare (ammettiamolo - fatte le debite proporzioni, perché se Dio vuole la gente comune ha un senso del bene e del male - non vale un po' anche per noi?) E più sono malvagi più appariranno buoni, più sono avidi più faranno sfoggio di generosità e abbracceranno cause filantropiche.
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Gli attuali potenti (mi riferisco non solo a grandi oligarchi ma anche a capi di Stato) non ragionano come noi. Loro disprezzano i buoni, i fiduciosi, i sinceri: per loro quello che va contro il male è il peggio. Loro, di fatto, servono il diavolo. Per essi conta solo il potere. Non hanno valori morali, li ritengono una scusa valida per le masse. E potere vuol dire la violenza e il denaro. Perciò essi non sono arretrati e non arretreranno di fronte a nulla; oseranno l'inosabile.Giustificheranno qualunque cosa che vogliono fare e possono fare (ammettiamolo - fatte le debite proporzioni, perché se Dio vuole la gente comune ha un senso del bene e del male - non vale un po' anche per noi?) E più sono malvagi più appariranno buoni, più sono avidi più faranno sfoggio di generosità e abbracceranno cause filantropiche. È la loro amoralita' a renderli tanto potenti. Essi esercitano attraverso la forza e il denaro il potere sugli uomini, sui corpi, attraverso il ben noto sadomasochismo nelle sue varie forme, da quelle immateriali fino allo sterminio. I riti che essi compiono, che culminano con uccisioni sacrificali, sono rivolti alle potenze infere. Essi a loro modo amano la vita. Per loro vivere è questo. Essi sono in buona fede, anche nelle loro apparenze in malafede. Per la elite dominante noi siamo carne da macello. Pensiamo al caso Manson; egli disse di Nixon: "Ecco uno che ha ammazzato milioni di persone che mi accusa di averne fatto fuori sette." Essi adoperano su larga scala, attraverso i mass media e molti beniamini dello star system il condizionamento mentale, e sono in grado di controllare il sistema con gli uomini giusti nei posti giusti e controllano attraverso la corruzione e altre forme tutti gli altri, ben conoscendo le debolezze, i vizi, le paure (i terrori irrazionali hanno sempre governato molto più della ragione) e la disponibilità, in certe condizioni psicologiche e sociali, all'assecondamento se non alla esecuzione delle più brutali e spietate azioni (come dimostrato da test condotti su persone normali) e riconducendo al silenzio (si è fortunati se non è quello per sempre) chi osasse troppo contro di loro e il sistema che essi controllano. Gente piu o meno insospettabile è stata ed è responsabile di cose oltre ogni orrore immaginabile. Funziona la mistificazione: perché tanta importanza ad alcune cose sui mass media che invece ne ignorano altre molto più gravi? La gente viene indotta a pensare in un certo modo. Il male non è più il male: è il sistema che costruisce un mondo di facciata, di finzione in cui, purtroppo, tanta gente spegne per abitudine, per pigrizia, per comodità, per ignoranza, per stupidità (o per malvagità) ogni stimolo verso la verità, posto che essa interessi a qualcuno. È Kubrick rassegnato o addirittura consenziente e partecipe come taluno sostiene di questo o invece, come pensano altri, ha sparsi in tutta la sua opera indizi su come fare per contrastare questi falsi illuminati per una illuminazione vera che realizzi i nobili ideali, non più mero pretesto, come era nella fondazione della società segreta cui appartennero Mozart (sulla cui morte, come su quella di Kubrick aleggia un certo mistero), Beethoven, ecc., cacciando gli usurpatori? E a chi si rivolge, con questo aspetto della sua opera, a noi tutti che sappiamo poco o a quella parte di iniziati (era lui un "illuminato "?) che cerca, che sta cercando di far pulizia? È chi sono gli uni, chi sono gli altri? Chi fa il doppio gioco?
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angelino67
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sabato 21 maggio 2016
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satanismo ieri e oggi
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Eyes Wide Shut è un film ottimista nella misura in cui solo riconoscendo la natura maligna dell'uomo ci può essere speranza. Non è che il male a dover essere superato, ma l'ignoranza a essere rimossa: se il male deve essere trasceso, deve prima essere riconosciuto come parte di noi stessi. Kubrick, moderno artista medievale, reagisce al melodramma e filma il mondo come un inferno. Nei suoi film gli uomini sono pedine di un gioco che solo apparentemente riescono a controllare. La scena al castello è un rituale satanico. L'uomo moderno crede presuntuosamente di esplorare da solo il male, di scendere nei gironi dell'Inferno, ma se non muore é solo perché un'altra persona viene sacrificata al posto suo, e non si rende neanche conto del pericolo corso finchè non vede il cadavere della donna all'obitorio.
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Eyes Wide Shut è un film ottimista nella misura in cui solo riconoscendo la natura maligna dell'uomo ci può essere speranza. Non è che il male a dover essere superato, ma l'ignoranza a essere rimossa: se il male deve essere trasceso, deve prima essere riconosciuto come parte di noi stessi. Kubrick, moderno artista medievale, reagisce al melodramma e filma il mondo come un inferno. Nei suoi film gli uomini sono pedine di un gioco che solo apparentemente riescono a controllare. La scena al castello è un rituale satanico. L'uomo moderno crede presuntuosamente di esplorare da solo il male, di scendere nei gironi dell'Inferno, ma se non muore é solo perché un'altra persona viene sacrificata al posto suo, e non si rende neanche conto del pericolo corso finchè non vede il cadavere della donna all'obitorio. L'ungherese che corteggia Alice somiglia nel nome al fondatore della Chiesa di Satana, Anton Szandor La Vey, che ha ispirato a Polanski Rosemary's baby. L'orgia si conclude con l'omicidio rituale di una donna. In essa il potere si svela nella dimensione del sesso. L'uomo di Kubrick non progredisce, ribadisce sempre la sua stessa natura, anche se travestita attraverso le varie culture. Il sabba è una preparazione al sacrificio, una sua commemorazione, attraverso il rito in cui è la violenza è come pietrificata. Nell’evocazione e irruzione delle forze oscure e primigenie evocate dal rito i millenni di evoluzione di cui parla Alice col marito all'inizio del film vengono messi tra parentesi. Il rito propiziatorio che precede l'orgia è condotto attraverso una tipica tecnica satanica: la recita al contrario di un testo liturgico. La liturgia scelta da Jocelyn Pook e quindi da Kubrick, è antichissima, rimasta inalterata da secoli. Il suo capovolgimento é un potente inabissamento nelle tenebre. La scena richiama le apparizioni del monolito in 2001. I partecipanti al sacrificio vogliono annullarsi in una forza comune, una sostanza di non-identità. Bill é un estraneo non è per la spiegazione ufficiale del suo smascheramento, ma perché non è disposto ad addentrarsi fino in fondo nei “senza nome”. Nel cinema di Kubrick forze oscure sovrastano l'uomo, una volontà impalpabile ma sempre immanente. L'impossibilità di svincolarsi da un sistema/destino superiore di cui l'uomo resta una ignara pedina strumento del potere é il tema di Full Metal Jacket e Eyes Wide Shut. Kubrick opera una riflessione profonda sulla Storia, dove vi sono stati molti processi alle streghe, capri espiatori sui quali gettare le colpe dei mali dell'umanità. La società non è migliorata quando ha cercato di eliminare gli elementi indesiderati. L'uomo porta dentro di sé la croce dei suoi atavismi. Nel subconscio tutti siamo affascinati dalla violenza. E' il lato oscuro della mente umana, rappresentato da Kubrick nelle figure del doppio, Ziegler in questo caso. La musica di Ligeti rappresenta il caos, il regno oscuro delle tenebre. Nicole Kidman ha definito «agrodolce» la visione che il regista aveva dell'umanità, ben rappresentata dal disincantato, fatalistico Valzer n. 2 dalla Suite per orchestra di varietà di Dmitrij Sostakovic, spensieratezza venata di malinconia. Un valzer che comincia con la stessa progressione accordale del Danubio blu di Strauss di 2001, però rovesciata.
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kubrick73
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venerdì 22 gennaio 2016
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capolavoro
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L'ULTIMO CAPOLAVORO DI STANLEY KUBRICK
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jekyll
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martedì 22 dicembre 2015
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odissea nell'inconscio
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L'ultimo sforzo estetico, etico, filosofico, fantastico di Kubrick riassume tutta la sua opera e le sue qualità a cominciare da quelle formali. Per molti registi é una perdita di tempo lavorare come egli fa, ma è riuscito ha trovare delle immagini di una fascinazione rara nella storia dell'arte cinematografica. Una fascinazione che rappresenta certamente anche la ricerca di rendere interessante l'immagine da un punto di vista fotografico ma che parte da una idea, da un concetto e attraversa la concretezza, dandole perciò un grande senso fisico, un potente impatto che corrisponde alla espressione sensibile del pensiero. Non è naturalistico, Kubrick. Forse nessun regista é stato così espressivo della propria, personale visione del mondo come lui.
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L'ultimo sforzo estetico, etico, filosofico, fantastico di Kubrick riassume tutta la sua opera e le sue qualità a cominciare da quelle formali. Per molti registi é una perdita di tempo lavorare come egli fa, ma è riuscito ha trovare delle immagini di una fascinazione rara nella storia dell'arte cinematografica. Una fascinazione che rappresenta certamente anche la ricerca di rendere interessante l'immagine da un punto di vista fotografico ma che parte da una idea, da un concetto e attraversa la concretezza, dandole perciò un grande senso fisico, un potente impatto che corrisponde alla espressione sensibile del pensiero. Non è naturalistico, Kubrick. Forse nessun regista é stato così espressivo della propria, personale visione del mondo come lui. Egli opera un processo di condensazione per cui le immagini, come congelate, si sciolgono all'atto della visione. L'orrore nel suo cinema, con tappe fondamentali "2001" e "Shining", trova definitivamente conferma (non a caso le musiche inquietanti di Ligeti sono presenti in tutti e tre) nel mondo a tinte infernali del film. Ma, a differenza del Marcello de "La dolce vita", per cui l'inferno é anche un paese della cuccagna, il protagonista non sa, non vuole o non può approffitarne. Il più normale dei personaggi kubrickiani non va da nessuna parte, non evolve, non si rende conto di quello che capita e nemmeno troppo di quel che gli capita. Al monolito che appare in "2001" invece sembrano collegati i rituali ambientati nel castello, scene di arte altissima. Perfetta nella parte, é Nicole Kidman la figura intorno alla quale ruota il film, come conferma la sua apparizione che raccorda i titoli di testa, pochi secondi in cui sono concentrati una quantità di significati. I colori del film sono di straordinariamente intensi, accensi, profondi, soprattutto il rosso, ma anche il blu, l'arancione e il nero, come é eccezionale la profondità nelle scene notturne; cio è stato ottenuto aumentando il tempo di immersione dei negativi per lo sviluppo. L'immagine di Kubrick é stratificata, in essa coesistono diversi livelli. Come in tutto il Kubrick più grande, il film ha misteri che non si chiariscono, che il film non svela anche se mostra più di quanto Kubrick aveva fatto sinora e un beffardo umorismo, da pessimismo divertito, in cui si possono rintracciare le sue origini ebraiche, così come come nel suo occhio clinico, nella luce algida e un po' plumbea che illumina il nostro inconscio.
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erymuse
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domenica 20 settembre 2015
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kubrick per intenditori
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Film da guardare con attenzione in quanto il regista Kubrick spesso ci fa capire aspetti della mente umana.
incentrato sul sesso, sulle vite di marito e moglie che dovrebbe essere legato invece ognuno va per la sua strada.
La vita coniugale che ti priva di qualcosa, la voglia di evadere,che hanno entrambi gli attori.
La curiosità di Bill Harford a scoprire lati che ancora non aveva visto o pensato (vedi convito), scopre come la mente umana può essere perversa e lui è intrigato da ciò.
La vita repressa di Alice da moglie perfetta che invece sogna un altro uomo.
Il vedere la vita, le persone con occhi nuovi dopo aver toccato il fondo, e scoprire tutti gli angoli oscuri della mente.
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Film da guardare con attenzione in quanto il regista Kubrick spesso ci fa capire aspetti della mente umana.
incentrato sul sesso, sulle vite di marito e moglie che dovrebbe essere legato invece ognuno va per la sua strada.
La vita coniugale che ti priva di qualcosa, la voglia di evadere,che hanno entrambi gli attori.
La curiosità di Bill Harford a scoprire lati che ancora non aveva visto o pensato (vedi convito), scopre come la mente umana può essere perversa e lui è intrigato da ciò.
La vita repressa di Alice da moglie perfetta che invece sogna un altro uomo.
Il vedere la vita, le persone con occhi nuovi dopo aver toccato il fondo, e scoprire tutti gli angoli oscuri della mente.
"mediante la coscienza del disorientamento… che cosa significa veramente guardare, imparare, conoscere, vedere".
Film consigliato.
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crysaltis
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martedì 16 giugno 2015
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l' ultimo lungometraggio di un genio
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Come per la maggior dei suoi film, Kubrick anche in questo caso prende come punto di partenza un romanzo, "Doppio Sogno" di Arthur Schnitzler, libro psicologico, da cui Kubrick assimila il contenuto rielaborandolo come ha sempre fatto in un lungometraggio nella quale attraverso le immagini racconta al pubblico la sua vione delle vicende narrate da tale romanzo.
A livello personale, credo che come per 2001 : Odissea nello spazio anche in questo film, preferisce un metodo di comunicazione "indiretto" con il pubblico, lanciando i messaggi chiave più che attraverso i dialoghi attraverso le immagini, con la speranza che il reale contenuto del film venga assimilato dal nostro subconscio.
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Come per la maggior dei suoi film, Kubrick anche in questo caso prende come punto di partenza un romanzo, "Doppio Sogno" di Arthur Schnitzler, libro psicologico, da cui Kubrick assimila il contenuto rielaborandolo come ha sempre fatto in un lungometraggio nella quale attraverso le immagini racconta al pubblico la sua vione delle vicende narrate da tale romanzo.
A livello personale, credo che come per 2001 : Odissea nello spazio anche in questo film, preferisce un metodo di comunicazione "indiretto" con il pubblico, lanciando i messaggi chiave più che attraverso i dialoghi attraverso le immagini, con la speranza che il reale contenuto del film venga assimilato dal nostro subconscio.
Inoltre molto interessante la tematica trattata, poiché è un film, che va oltre gli aspetti dell' amore quotidiano, mentre preferisce mettere a paragone i metodi di ricerca di se, utilizzati da uomo e donna, incentivando però la narrazione sulla ricerca maschile, percosco che come possiamo vedere per tutto il corso della pellicola è fatto da momenti empirici e introspettivi, lasciando il protagonista sospeso sulla lama di un rasoio. Percorso femminile, invece che è in completa contrapposizione, poichè si basa su un percorso più razionale e sopratutto teso al dialogo.
Eccellenti come sempre sono anche le scelte stilistiche, complice anche il fatto che Eyes Wide Shut è un film pieno di autocitazioni, da rapina a mano armata fino ad arrivare a Full Metal Jacket.
Kubrick muorirà poco dopo aver completato il montaggio video della pellicola, difatti per quanto rigurada il montaggio sonoro ad occuparsene sarà un altro grande maestro del cinema, nonché amico di Kubrick, ovvero Steven Spielberg.
Infine vorrei anche evidenziare la capacità di questo regista, di rappresentare delle scene a sfondo sessuale, come le orgie nella casa degli uomini in maschera, senza sfociare mai nella volgarità.
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