filippo catani
|
mercoledì 20 luglio 2011
|
una perfetta black commedy
|
|
|
|
Un uomo, continuamente umiliato dal suocero, decide di organizzare il rapimento della moglie per cercare di spillare soldi al vecchio. Si affida così a due malviventi a cui la situazione scapperà velocemente di mano. Ad una detective incinta il compito di rimettere le cose a posto.
Un film geniale questo dei Coen che ci porta a sviluppare diverse riflessioni. Su tutte la stupidità degli esseri umani quando pensano di fare e organizzare cose malvage prevedendo che tutto fili liscio ma così non succede mai. Affidarsi a dei malviventi non può mai portare niente di buono. E viene messo in ridicolo il motivo per cui di solito vengono fatte queste sciocchezze e cioè i soldi.
[+]
Un uomo, continuamente umiliato dal suocero, decide di organizzare il rapimento della moglie per cercare di spillare soldi al vecchio. Si affida così a due malviventi a cui la situazione scapperà velocemente di mano. Ad una detective incinta il compito di rimettere le cose a posto.
Un film geniale questo dei Coen che ci porta a sviluppare diverse riflessioni. Su tutte la stupidità degli esseri umani quando pensano di fare e organizzare cose malvage prevedendo che tutto fili liscio ma così non succede mai. Affidarsi a dei malviventi non può mai portare niente di buono. E viene messo in ridicolo il motivo per cui di solito vengono fatte queste sciocchezze e cioè i soldi. Sarà allora fin troppo facile per la poliziotta venire a capo del mistero che coinvolge personaggi esasperati nella loro impresentabilità. Ottimo cast e splendido mix tra thriller e commedia con risate assolutamente volute, cercate ma decisamente amare. Il tutto calato tra le nevi del Minnesota.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a filippo catani »
[ - ] lascia un commento a filippo catani »
|
|
d'accordo? |
|
luca scial�
|
sabato 30 giugno 2012
|
un finto rapimento che degenera brutalmente
|
|
|
|
Jerry Lundegaard è un venditore di auto presso la concessionaria del suocero, uomo schivo e freddo. Jerry è insoddisfatto del proprio tenore di vita e della considerazione che il suo capo-suocero nutre per lui. Così decide un gesto estremo: far sequestrare la moglie per poi intascare parte del riscatto. Ingaggia una coppia di malfattori, tanto pasticcioni quanto violenti. Il sequestro di fatti degenera mentre Marge Gunderson, capo della polizia locale, si mette sulle loro tracce.
[+]
Jerry Lundegaard è un venditore di auto presso la concessionaria del suocero, uomo schivo e freddo. Jerry è insoddisfatto del proprio tenore di vita e della considerazione che il suo capo-suocero nutre per lui. Così decide un gesto estremo: far sequestrare la moglie per poi intascare parte del riscatto. Ingaggia una coppia di malfattori, tanto pasticcioni quanto violenti. Il sequestro di fatti degenera mentre Marge Gunderson, capo della polizia locale, si mette sulle loro tracce.
L'abilità dei fratelli Coen è quella di raccontare storie sorprendendo continuamente lo spettatore, con trame che cambiano continuamente direzione e personaggi mai prevedibili. L'attenzione è così sempre alta e le storie mai banali. Un thriller anticonvenzionale, cinicamente ironico, gelido come la neve che affonda quel bottino causa di tanti guai e omicidi.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a luca scial� »
[ - ] lascia un commento a luca scial� »
|
|
d'accordo? |
|
esaminatore
|
mercoledì 22 aprile 2009
|
il falso mito dell'america
|
|
|
|
vincitore di due oscar di cui uno per la sceneggiatura (originale naturalmente che qui è incredibile, i coen al loro massimo.
non voglio raccontarvi una trama ma solo di come questo capolavoro SMONTI letteralmente il mito dell'america , che si il nord dakota o la california, ci fa guardare in faccia qunto si possa tocare il fondo e a cosa si è disposti a fare pur di risalire, il senso senso di angoscia che questo film lascia è importante e non lascia scampo, e ci ricorda come anche le situazioni più assurde possano toccare anche noi, ma qui grazie allo humor nero dei coen ci si può anche ridere su..noi stessi
|
|
[+] lascia un commento a esaminatore »
[ - ] lascia un commento a esaminatore »
|
|
d'accordo? |
|
jacopo b98
|
sabato 19 ottobre 2013
|
uno dei più bei film degli ultimi anni
|
|
|
|
1987, Minnesota. Il venditore d’auto Jerry Lundegaard (Macy) fa rapire sua moglie (Rudrüd) da due balordi (Buscemi e Stormare) per chiedere al suocero (Pressnel) un milione di dollari di riscatto, ma tutto va storto e finisce in un massacro. I Coen scrivono insieme la sceneggiatura per questo noir tratto da un fatto di cronaca realmente accaduto, Joel dirige e Ethan produce. La combinazione è vincente: è una commedia nerissima i cui personaggi sono tra i migliori mai creati: il maldestro e sfigato venditore d’auto, la poliziotta golosona (McDormand), il suocero tirchio e vagamente sadico, i due balordi… Interpretato benissimo da un cast di attori fenomenale (ottima McDormand, bravissimi tutti gli altri, spiccano Macy e Buscemi), è una riflessione sul significato della violenza e del crimine: Non riesco proprio a capire dice la poliziotta alla fine quando arresta Gaear (Stormare), Tutto questo per un paio di biglietti di banca: perciò la violenza è fine a se stessa ed è così assurda da non aver bisogno di giustificazione.
[+]
1987, Minnesota. Il venditore d’auto Jerry Lundegaard (Macy) fa rapire sua moglie (Rudrüd) da due balordi (Buscemi e Stormare) per chiedere al suocero (Pressnel) un milione di dollari di riscatto, ma tutto va storto e finisce in un massacro. I Coen scrivono insieme la sceneggiatura per questo noir tratto da un fatto di cronaca realmente accaduto, Joel dirige e Ethan produce. La combinazione è vincente: è una commedia nerissima i cui personaggi sono tra i migliori mai creati: il maldestro e sfigato venditore d’auto, la poliziotta golosona (McDormand), il suocero tirchio e vagamente sadico, i due balordi… Interpretato benissimo da un cast di attori fenomenale (ottima McDormand, bravissimi tutti gli altri, spiccano Macy e Buscemi), è una riflessione sul significato della violenza e del crimine: Non riesco proprio a capire dice la poliziotta alla fine quando arresta Gaear (Stormare), Tutto questo per un paio di biglietti di banca: perciò la violenza è fine a se stessa ed è così assurda da non aver bisogno di giustificazione. Memorabili alcune scene: in particolare il finale in cui Stormare tritura Buscemi nel trita-legna. Sette nomination agli Oscar (nell’anno de Il paziente inglese) e due statuette: attrice e sceneggiatura originale. Premio per la regia a Cannes e ai BAFTA. La McDormand sul set era veramente incinta di Joel Coen.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a jacopo b98 »
[ - ] lascia un commento a jacopo b98 »
|
|
d'accordo? |
|
cizeta
|
giovedì 6 febbraio 2014
|
da vedere...
|
|
|
|
Lo ammetto, ho una simpatia per i Coen... ma chiunque giudichi in modo negativo questa pelliccola, beh...dovrebbe farsi vedere da uno bravo!
Il film appare gelido, intenso e forte... tanta quantità di sangue (quella giusta), l'ispirazione ad una storia vera (...ma non è vero) ed il duo Joel/Ethan ci regalano un film assolutamente da vedere.
La disperazione di un uomo in difficoltà economica che le pensa tutte per riuscire ad ottenere dei soldi dal suocero... una messinscena che,da subito, sembra essere di difficilissima realizzazione ed infatti...
voto personale 7.5
mezzo voto in meno per la performance di William Macy (non mi fa impazzire.
[+]
Lo ammetto, ho una simpatia per i Coen... ma chiunque giudichi in modo negativo questa pelliccola, beh...dovrebbe farsi vedere da uno bravo!
Il film appare gelido, intenso e forte... tanta quantità di sangue (quella giusta), l'ispirazione ad una storia vera (...ma non è vero) ed il duo Joel/Ethan ci regalano un film assolutamente da vedere.
La disperazione di un uomo in difficoltà economica che le pensa tutte per riuscire ad ottenere dei soldi dal suocero... una messinscena che,da subito, sembra essere di difficilissima realizzazione ed infatti...
voto personale 7.5
mezzo voto in meno per la performance di William Macy (non mi fa impazzire...), McDormand sublime... idem Buscemi
[-]
|
|
[+] lascia un commento a cizeta »
[ - ] lascia un commento a cizeta »
|
|
d'accordo? |
|
rmarci05
|
domenica 11 novembre 2018
|
i coen riflettono sulla stupidità della violenza
|
|
|
|
Fargo è forse il film dei fratelli Coen che rispecchia meglio il loro modo di fare cinema: si presenta come un intrigo complesso e insensato, dove tutto va come non dovrebbe andare, contornato da personaggi apparentemente stupidi e surreali, ma, se analizziamo bene questo film nei geniali e graffianti dialoghi, nel magistrale intreccio delle vicende e nelle straordinarie performance degli attori, si scopre un'opera complessa e ricca di sfumature: sotto l'humor tipico della black comedy, Fargo è una denuncia diretta e feroce da parte dei due registi verso la stupidità della violenza nel mondo contemporaneo e alla società odierna, raffigurata (giustamente) come un continuo ed inutile intrigo alimentato dai soldi, ormai unico elemento importante, secondo i Coen, per molte persone; la frase detta dalla poliziotta nella scena finale "Nella vita c'è molto altro oltre a quattro biglietti di banca" è un inno contro l'ignoranza di molte persone, che perdono la capacità di comprendere quali sono le cose importanti della vita (inutile sottolineare la straordinaria interpretazione di F.
[+]
Fargo è forse il film dei fratelli Coen che rispecchia meglio il loro modo di fare cinema: si presenta come un intrigo complesso e insensato, dove tutto va come non dovrebbe andare, contornato da personaggi apparentemente stupidi e surreali, ma, se analizziamo bene questo film nei geniali e graffianti dialoghi, nel magistrale intreccio delle vicende e nelle straordinarie performance degli attori, si scopre un'opera complessa e ricca di sfumature: sotto l'humor tipico della black comedy, Fargo è una denuncia diretta e feroce da parte dei due registi verso la stupidità della violenza nel mondo contemporaneo e alla società odierna, raffigurata (giustamente) come un continuo ed inutile intrigo alimentato dai soldi, ormai unico elemento importante, secondo i Coen, per molte persone; la frase detta dalla poliziotta nella scena finale "Nella vita c'è molto altro oltre a quattro biglietti di banca" è un inno contro l'ignoranza di molte persone, che perdono la capacità di comprendere quali sono le cose importanti della vita (inutile sottolineare la straordinaria interpretazione di F. McDormand). Nel film inoltre i Coen si interrogano sulla stupidità della violenza, generata da una causa insignificante in proporzione alla strage che è destinata a compiere. L'intrigo della storia (magistralmente gestito dal genio narrativo dei due registi) simboleggia un mondo delirante e quasi fuori controllo, ma che ha ancora qualche speranza grazie alle poche brave persone (la poliziotta). Al di là del contenuto, Fargo è un film coinvolgente, girato benissimo e con un'ottima colonna sonora, animato da dialoghi e situazioni irresistibili grazie ad una sceneggiatura sublime e recitato ancora meglio da tutti gli attori. Una cosa che mi piace di tutti i film dei Coen è la modesta durata (tra l'ora e mezza e l'ora e cinquanta) che permette allo spettatore di seguire bene il film, senza l'aggiunta di scene inutili. Un eccellente film da non perdere. 4 stelle su 5.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a rmarci05 »
[ - ] lascia un commento a rmarci05 »
|
|
d'accordo? |
|
paride86
|
venerdì 23 gennaio 2009
|
buono
|
|
|
|
Un uomo mediocre e soffocato dal successo e dalla saccenza del suocero decide di far rapire la moglie per incassare i soldi del riscatto.
"Fargo" è un film lineare e asciutto sia nella regia che nella narrazione. I personaggi sono ben costruiti e ben congegnati fra loro, nel senso che emergono soprattutto i contrasti di indole, e questa è la lettura più interessante della storia. ha il pregio, inoltre, di dare alla violenza la giusta importanza e drammaticità, senza banalizzarla.
Tutto sommato la qualità migliore di questo film è l'essere privo di difetti; purtroppo, però, non ci sono particolari lodi da fare.
|
|
[+] lascia un commento a paride86 »
[ - ] lascia un commento a paride86 »
|
|
d'accordo? |
|
reservoir dogs
|
giovedì 23 dicembre 2010
|
tutto per quattro biglietti di banca
|
|
|
|
In una cittadina innevata del Minnesota, un venditore d'auto con grossi debiti (Macy) , assume due tipi poco affidabili (Buscemi e Stormare) per rapire la moglie in modo da far pagare il riscatto al padre di lei (Presnell), un ricco possedente. Le cose non andranno come previsto ed una poliziotta (McDormand), pur venendo a conoscenza della verità non potrà impedire che il Caso agisca .
I fratelli Joel ed Ethan Coen, "fedeli alle teoria del caos", tornano con una storia grottesca legata ad un fatto di cronaca, dove l'elemento "imprevedibilità" cambia le carte in tavola stravolgendo le vite dei personaggi; un fenomeno piccolo o grande che sia, ne innesca altri successivi.
[+]
In una cittadina innevata del Minnesota, un venditore d'auto con grossi debiti (Macy) , assume due tipi poco affidabili (Buscemi e Stormare) per rapire la moglie in modo da far pagare il riscatto al padre di lei (Presnell), un ricco possedente. Le cose non andranno come previsto ed una poliziotta (McDormand), pur venendo a conoscenza della verità non potrà impedire che il Caso agisca .
I fratelli Joel ed Ethan Coen, "fedeli alle teoria del caos", tornano con una storia grottesca legata ad un fatto di cronaca, dove l'elemento "imprevedibilità" cambia le carte in tavola stravolgendo le vite dei personaggi; un fenomeno piccolo o grande che sia, ne innesca altri successivi.
"Tutto per il denaro, tutto per quattro biglietti di banca" dice la poliziotta incinta di sette mesi alla fine della storia in un primo piano amareggiato e sconvolto; denaro che soggioga gli animi e turba l'esistenze degli uomini.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a reservoir dogs »
[ - ] lascia un commento a reservoir dogs »
|
|
d'accordo? |
|
nick simon
|
sabato 13 luglio 2013
|
magnifica e agghiacciante commedia umana
|
|
|
|
Attraverso un geniale e collaudato meccanismo di frantumazione-miscuglio-riassemblaggio di stili e generi, Joel e Ethan Coen creano un'opera imprevedibile, costantemente al limite dell'assurdo, ma brillante. Gli elementi chiave sono il consueto umorismo macabro, il grottesco e le tragiche spirali di eventi dalle conseguenze inaspettate. I personaggi, con le loro azioni, tentano disperatamente di spingersi verso il drammatico, il thriller e a tratti l'horror, ma tutto si ricompone inesorabilmente nella più nera delle commedie. Frances McDormand è strepitosa nel ruolo della protagonista Marge Gunderson: capo della polizia incinta, candida ma a tratti perspicace. Una donna di sani e fermi principi, affettuosamente legata alla vita familiare e alle piccole cose, che riesce tuttavia a districare un caso di orribile ed insensata ferocia.
[+]
Attraverso un geniale e collaudato meccanismo di frantumazione-miscuglio-riassemblaggio di stili e generi, Joel e Ethan Coen creano un'opera imprevedibile, costantemente al limite dell'assurdo, ma brillante. Gli elementi chiave sono il consueto umorismo macabro, il grottesco e le tragiche spirali di eventi dalle conseguenze inaspettate. I personaggi, con le loro azioni, tentano disperatamente di spingersi verso il drammatico, il thriller e a tratti l'horror, ma tutto si ricompone inesorabilmente nella più nera delle commedie. Frances McDormand è strepitosa nel ruolo della protagonista Marge Gunderson: capo della polizia incinta, candida ma a tratti perspicace. Una donna di sani e fermi principi, affettuosamente legata alla vita familiare e alle piccole cose, che riesce tuttavia a districare un caso di orribile ed insensata ferocia. Circondata da personaggi freddi e controllati (non casuale la scelta di cognomi di origine scandinava), lei sembra essere l'unica a provare emozioni, ad esplicitare sentimenti e opinioni personali: significativa in questo senso è la scena dell'incontro con il vecchio compagno di scuola Mike Yanagita (Steve Park), il quale fa delle avances che lei, sorridente ma decisa, rifiuta. Ma ciò che è davvero incredibile e meraviglioso di Marge è il suo totale sconcerto nello scoprire, grazie ad un'amica, che durante la conversazione con Yanagita costui non ha fatto altro che mentire sul suo lavoro e sulla sua vita; l'episodio è fondamentale in quanto le ricorda che le persone possono essere perfide e ingannevoli, e ciò la spinge a reinvestigare con successo il caso. William H. Macy è spettacolare nei panni del goffo e stressato venditore di automobili Jerry Lundegaard: è bellissimo guardarlo mentre tenta disperatamente di inventarsi scuse e crearsi un alibi, e mentre addirittura fugge nel momento in cui Marge gli si presenta davanti. Jerry infatti ha un urgente bisogno di denaro, e organizza un finto rapimento della moglie per ottenere i soldi del riscatto dall'odioso suocero (Harve Presnell). Il rocambolesco compito è affidato ai criminali Carl Showalter e Gaear Grimsrud, interpretati da Steve Buscemi e Peter Stormare: il primo è loquace e stralunato, il secondo a dir poco agghiacciante nell'aspetto e nei modi. Niente va secondo i piani e scoppia la violenza: persino Showalter, che aveva tentato invano di socializzare con il complice Grimsrud, è stupito dalla freddezza con cui quest'ultimo perpetua efferate uccisioni. Il tutto si svolge tra l'apparente indifferenza degli abitanti della zona, i quali apprendono dei terrificanti avvenimenti e un attimo dopo tornano a discutere del meteo o di altre futili questioni. L'impressione principale che l'ambiente comunica è quella di un totale spaesamento di fronte alle atrocità e alle angosce dell'esistenza (ricordando Kafka), a tal punto che non si tenta né di spiegare le brutalità avvenute né di esprimere un parere a riguardo, e ci si rinchiude nel proprio piccolo, sicuro mondo. A questo proposito, può sembrare che i registi assistano dall'alto come dei crudeli e spietati giudici, e a volte sorridano beffardamente al tragico susseguirsi degli eventi; in realtà, attraverso il personaggio di Marge, essi danno voce al loro sguardo sempre comprensivo e appassionato verso i protagonisti ed i mondi che questi abitano. Ne è un chiaro esempio la scena finale in cui Marge, appunto, torna alla sua tranquilla e serena vita in attesa del bambino. La violenza scaturisce all'improvviso, non è resa iperrealistica ma è viva e impressa sullo schermo; produce tentennamento e incertezza nello spettatore, che non sa come interpretarla. È solo grazie alla potenza comunicativa di Marge che percepiamo il disgusto e l'amarezza verso tutto ciò: è lei che esprime a gesti e parole la condanna verso il crimine, e addirittura impartisce lezioni quasi materne ai delinquenti cui si trova di fronte. È l'unica a mantenere un barlume di speranza nel mondo, dopo aver persino assistito all'orrida scena in cui Showalter è fatto a pezzi da Grimsrud in un trituratore per il legno. Qui si inserisce il curioso particolare che i registi presentino l'intera vicenda come ispirata a fatti realmente accaduti, per poi smentirsi esplicitamente nei titoli di coda. La pellicola è esteticamente stupefacente, ambientata in paesaggi innevati e sconfinati, dominati dal nulla più totale in qualunque direzione si guardi; l'apporto fotografico di Roger Deakins è, come di consueto, di un'eccellenza pura e cristallina. La colonna sonora di Carter Burwell si fa portavoce, nel suo tema principale, di un terribile presagio fin dai primissimi minuti. L'opera procede in scioltezza, cattura, entusiasma; si avvale di una sceneggiatura di ferro, perfetta nei toni, che non dice troppo né troppo poco; mostra una solidità inattaccabile nella struttura e soprattutto un messaggio forte, netto. Capolavoro assoluto dei fratelli Coen, summa del loro pensiero e probabilmente ad oggi il loro prodotto più riuscito. Indiscutibilmente tra le pellicole più significative degli anni '90.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a nick simon »
[ - ] lascia un commento a nick simon »
|
|
d'accordo? |
|
great steven
|
giovedì 2 luglio 2015
|
thriller attivo in grado d'instaurare la tensione.
|
|
|
|
FARGO (USA, 1996) diretto da JOEL & ETHAN COEN. Interpretato da FRANCES MCDORMAND, WILLIAM H. MACY, STEVE BUSCEMI, PETER STORMARE, KRISTIN RUDRUD, HARVE PRESNELL, TONY DENMAN, GARY HOUSTON, JOHN CARROLL LYNCH, LARRY BRANDENBURG, SALLY WINGERT, LARISSA KOKERNOT, KURT SCHWEICKHARDT
Un concessionario spiantato, sposato con una ricca ereditiera il cui padre è pruprietario della catena automobilistica presso cui lavora, organizza il rapimento della moglie insieme ad una coppia di rapinatori, uno mingherlino e imbranato, l’altro laconico e spietato. Le cose non procedono però come i due malfattori e il loro contribuente sperano, e tre persone rimangono uccise su una strada innevata.
[+]
FARGO (USA, 1996) diretto da JOEL & ETHAN COEN. Interpretato da FRANCES MCDORMAND, WILLIAM H. MACY, STEVE BUSCEMI, PETER STORMARE, KRISTIN RUDRUD, HARVE PRESNELL, TONY DENMAN, GARY HOUSTON, JOHN CARROLL LYNCH, LARRY BRANDENBURG, SALLY WINGERT, LARISSA KOKERNOT, KURT SCHWEICKHARDT
Un concessionario spiantato, sposato con una ricca ereditiera il cui padre è pruprietario della catena automobilistica presso cui lavora, organizza il rapimento della moglie insieme ad una coppia di rapinatori, uno mingherlino e imbranato, l’altro laconico e spietato. Le cose non procedono però come i due malfattori e il loro contribuente sperano, e tre persone rimangono uccise su una strada innevata. Nel pieno di un inverno surreale e gelido, una paziente e perseverante poliziotta indaga su questo sequestro di persona e, ricostruendo le delittuose vicende tassello dopo tassello, riesce a far luce anche sulle morti violente che seguono e a far trionfare la giustizia, aiutata dagli abili colleghi e dagli informatori e sostenuta da un buon marito che stravede per lei. Opus numero sei dei fratelli Coen (Joel alla regia, Ethan alla produzione, entrambi sceneggiatori unici della storia), è un thriller ambizioso e avvincente, ricco di colpi di scena, mai noioso né tantomeno volgare, capace di emozionare anche uno spettatore apatico e prevenuto e dotato del miglior genere di tensione drammatica che un film di suspense sa confezionare senza inciampare in assurdità o forzature ideologiche. Potrebbe apparire a prima vista come un panegirico celebrativo del giusto contro lo sbagliato, del bene contro il male o anche della diplomazia contro la crudeltà, ma si rivela ben presto un’opera finalizzata ad esaminare nel profondo le dinamiche delle menti criminali insieme ad un’autentica, efficiente e meticolosa analisi dei rapporti di giustizia che intercorrono fra persone che scelgono di percorrere strade esistenziali diverse. D’altronde, come accade spesso, quando ad un copione ci lavorano solo in due, il risultato emerge in superficie con una potenza espressiva senza precedenti, ed è proprio il caso dei due fratelli che ogni volta ce la fanno a sorprendere senza mai infilarne una sbagliata: la vicenda che costruiscono sarcasticamente inserendo pathos, autoironia, divertimento caustico, umorismo sardonico e un pungente odor di morte, presenta una struttura insensibile ad ogni breccia perbenista e inappuntabile dal punto di vista logico o narrativo. F. McDormand si è meritata a pieno titolo un Oscar per la miglior attrice, ed effettivamente la sua agente tenace, inarrestabile e coerente è un esempio di interpretazione convincente da qualunque prospettiva la si guardi, non soltanto sul piano recitativo o filmico. Ma c’è anche un comparto maschile da urlo, con quattro personaggi principali i cui interpreti si impegnano con l’anima per consegnare al pubblico una galleria di mascalzoncelli che si buttano a capofitto in un affare più grande di loro per uscirne danneggiati o, come succede ad alcuni di loro, addirittura morti. I Coen sanno raccontare storie originali che trovano un posto d’onore in pellicole che ambiscono ad essere capolavori e sovente ci azzeccano, sebbene poi i due fratelli abbiano l’accortezza di non farsi travolgere dalla megalomania e cerchino puntualmente di tenere sottomano la materia del racconto per evitare di spadroneggiare o di mettere in campo avventure inverosimili e sproporzionate. I contributi tecnici aiutano a ritrarre un Minnesota che raramente si vede nei film: coperto da una coltre di neve che sembra non sciogliersi mai, animato da loschi figuri che commettono apparentemente indisturbati i loro crimini e accolto dalla scultura del suo fondatore all’ingresso nei suoi confini. Notevole anche la colonna sonora, che dà un tocco di sensazionale maestria specialmente nei momenti in cui l’attesa terrorizzante esplode in una caterva che comprende al suo interno sia la brutalità che il desiderio di riscatto e di pentimento.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a great steven »
[ - ] lascia un commento a great steven »
|
|
d'accordo? |
|
|