steffa
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lunedì 27 novembre 2023
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film iconico
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trama spiazzante e molto originale che vuole sdrammatizzare il pulp tarantiniano giunto in quel periodo all'apice, il delirio trash splatter probabilmente dura un po troppo tempo abbassando sensibilmente il valore della pellicola
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elgatoloco
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mercoledì 3 marzo 2021
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film confuso della coppia tarantino-rodriguez
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"From Dusk till Dawn"(Robert Rogriduez, sceneggiatura di Quentin Tarantino, soggetto di Robert Kuntzman, 1996), dove la storia è quella di una rapina"dura", con sequestro della famiigliola di un pastore evangelico in crisi di fede, dove i due banditi e la famigliola arrivnao(per impegni del capo-bandito)in MExico, in un locale supersexy dove in realtà avventori e ragazze nude sono in gran parte vampiri(esse)e vampirizzati(e), risulta, un pastiche più che una"sintesi"tra genere poliziesco-thriller, sexy/ossia tra erotismo e pornografia, con maggiore tendenza verso il primo elemento) e horror, dove però l'essenza ironico-parodistica(il trattare questi generi, entrando in essi)si snatura in qualche modo, dato che l'eccesso di violenza e di fortissimo coinvolgimento nei singoli generi, derviante dalla tendenza "cinephile"sia di Tarantino(qui anche attore, in una caratterizzazione decisamente estrema del delinquente"pazzo")sia di Rodriguez, da sempre veramente più che amici, fratelli nell'amare-saccheggiare i generi cinematografici, non risulta molto coninvcnete, visto che il film risulta stracco, sfilacciato , prevedibile-a metà film, per esemplicificare andando al famoso"sodo"sappiamo già chiaramente che cosa succederà più o meno, con inedite reazioni di tutti(sia i banditi sia i "buoni"della famigliola presa in ostaggio, con comportamenti molto simili, dati da come ogni persona, anzi meglio ogni animlae reagisce ad aggressioni esterne che lo minacciano fino alla vita stessa.
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"From Dusk till Dawn"(Robert Rogriduez, sceneggiatura di Quentin Tarantino, soggetto di Robert Kuntzman, 1996), dove la storia è quella di una rapina"dura", con sequestro della famiigliola di un pastore evangelico in crisi di fede, dove i due banditi e la famigliola arrivnao(per impegni del capo-bandito)in MExico, in un locale supersexy dove in realtà avventori e ragazze nude sono in gran parte vampiri(esse)e vampirizzati(e), risulta, un pastiche più che una"sintesi"tra genere poliziesco-thriller, sexy/ossia tra erotismo e pornografia, con maggiore tendenza verso il primo elemento) e horror, dove però l'essenza ironico-parodistica(il trattare questi generi, entrando in essi)si snatura in qualche modo, dato che l'eccesso di violenza e di fortissimo coinvolgimento nei singoli generi, derviante dalla tendenza "cinephile"sia di Tarantino(qui anche attore, in una caratterizzazione decisamente estrema del delinquente"pazzo")sia di Rodriguez, da sempre veramente più che amici, fratelli nell'amare-saccheggiare i generi cinematografici, non risulta molto coninvcnete, visto che il film risulta stracco, sfilacciato , prevedibile-a metà film, per esemplicificare andando al famoso"sodo"sappiamo già chiaramente che cosa succederà più o meno, con inedite reazioni di tutti(sia i banditi sia i "buoni"della famigliola presa in ostaggio, con comportamenti molto simili, dati da come ogni persona, anzi meglio ogni animlae reagisce ad aggressioni esterne che lo minacciano fino alla vita stessa. A dire il vero, sul versante parodistico di riletture del cinema, molto meglio Mel Brooks quando saccheggia l'horror frnakensteiniano, il western, il poliziesco magari (anzi certamente)più"soft", Sono film di circa due decenni prima dei tentativi di Rodriguez-Tarantino, ma risultano decisamente più capaci, approfonfendo in chiave parodistica un genere alla volta(senza "pastiche", insomma)di andare al nocciolo dlela cosa e di realizzare opere più"compiute", non nel senso di"finite", ma anche di lasciare maggiore spazio a interpretazioni e letture anche tra loro molto diverse. Inedito George Cloonery d'antan nei panni del ganster serio, esagerato Tarantino nella parte del fratello pazzo, noteovle Harvey Keitel come pastore in crisi di fede, mentre Juliette Lewis, come figlia del pastore, si proiettava avanti anche a livello di carriera, con Ernst Liu, l'altro figlio, meno convincente anzi scarso nella parte. Salma Hayek, supersexy, che poi si rivela vampiressa, si mostrava come decisamente adatta a fungere già da protagonista, cosa che qui ancora non era. El Gato
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fourt
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domenica 8 aprile 2018
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inutile...far soste per criticamento, e 6 al film.
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Ben detto mi paiono ovvie alcune osservazioni. Non si può
tutte le volte fare cose 'alla sostina' del film così, con in
tasca un sacco di milioni, perchè non lo faceva per un
pezzo di pane e allietare il pubblico
pagante, ci sembra altrettanto ovvio,
se lo fanno una volta si può anche far
finta di niente, sennò sei marchiato come quel
furbacchionne che per metà film faceva una cosa
e poi a mettersi gliocchialini trasparenti, appena può
ne fa un'altra dicendo mi complimento, grazie, non
sei giusta sportività della trama filmica così, ti
sconfessano da 4 verità, trama storia gusto e chissàcchè,
e se non sei fesso non vai poi anche a dire, che la
gente non può avere tutte le volte quel che vuole.
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Ben detto mi paiono ovvie alcune osservazioni. Non si può
tutte le volte fare cose 'alla sostina' del film così, con in
tasca un sacco di milioni, perchè non lo faceva per un
pezzo di pane e allietare il pubblico
pagante, ci sembra altrettanto ovvio,
se lo fanno una volta si può anche far
finta di niente, sennò sei marchiato come quel
furbacchionne che per metà film faceva una cosa
e poi a mettersi gliocchialini trasparenti, appena può
ne fa un'altra dicendo mi complimento, grazie, non
sei giusta sportività della trama filmica così, ti
sconfessano da 4 verità, trama storia gusto e chissàcchè,
e se non sei fesso non vai poi anche a dire, che la
gente non può avere tutte le volte quel che vuole...,
quando fanno quel che vogliono e pare, ok ciascuno
deve poter fare quel che gli pare ovvio, e non è facile neanche
dopo 25 anni non ricordarsene, figurati, ma di che si parla,
sennò sei fregato se fanno 7 mila film così, cmq sufficiente.
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diskol88
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venerdì 6 aprile 2018
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non segue spesso il nesso dl film.
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Non sembra cominciare al meglio il film. Soprattutto
dopo quel cambio di scenografia e altrettanto storia,
ove fiala sembrando di assistere a assurdità scenica,
tipo la (non) 'solita sosta per vedere l'insolito bizzarria
spallatine', non etiche e di comportamento filmico,
sbucare qualche guardacaso
sottosviluppamento di vampirlo senza attenersi alla
trama normale, dunque e non di miglior espressione il film.
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odelldeefus
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mercoledì 11 ottobre 2017
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***
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uno vorrebbe dirgli qualcosa, ma poi vede che i vampiri iniziano ad esplodere...
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erbao
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giovedì 10 agosto 2017
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merda d'artista
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Pare come se Tarantino, stufatosi di proseguire il film, forse per una sbronza o per mancanza d'idee, si sia detto "Ehi, io sono Quentin Tarantino, basta il mio nome in locandina e avrà successo, chissene frega se un film dalle buone promesse crollerà completamente". Ma, per mio modesto parere, sfortunatamente, anche il re del trash di qualità non è esente dalla caduta nel trash vero e proprio.
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contrammiraglio
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mercoledì 25 febbraio 2015
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certo che un morsettino, quasi quasi......
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Lo sbaglio è quello di vederlo come un film serio; il punto di forza è l'aspetto parodistico e grottesco, ed è per questo divertente.
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scarlett
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martedì 25 febbraio 2014
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un cult allucinante e mozzafiato
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Nel ’96 usciva nelle sale “Dal tramonto all’alba”, terza pellicola dell’ormai celebre regista Robert Rodriguez che con un cast impressionante ci regala un qualcosa mozzafiato e allucinante, in quanto tale film che parte da principio come un thriller in stile western si trasforma, all’improvviso, in un horror mostruoso.
Si raccontano le vicende di due fratelli (George Clooney e Quentin Tarantino) che, evasi di prigione e con un’ingente refurtiva, devono attraversare il confine e giungere in Messico per poter stare al sicuro. Ma per sfuggire ai posti di blocco, i due ricercati sequestrano la famiglia di un pastore (Harvey Keiteil) la cui fede spirituale è crisi dalla morte della moglie.
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Nel ’96 usciva nelle sale “Dal tramonto all’alba”, terza pellicola dell’ormai celebre regista Robert Rodriguez che con un cast impressionante ci regala un qualcosa mozzafiato e allucinante, in quanto tale film che parte da principio come un thriller in stile western si trasforma, all’improvviso, in un horror mostruoso.
Si raccontano le vicende di due fratelli (George Clooney e Quentin Tarantino) che, evasi di prigione e con un’ingente refurtiva, devono attraversare il confine e giungere in Messico per poter stare al sicuro. Ma per sfuggire ai posti di blocco, i due ricercati sequestrano la famiglia di un pastore (Harvey Keiteil) la cui fede spirituale è crisi dalla morte della moglie.
Le cose vanno bene e, arrivati in Messico, i due fratelli devono incontrare il capo della criminalità locale per chiedergli protezione in cambio di una parte del loro denaro. L’incontro deve avere luogo al Titty Twister un vistoso ed eccentrico streep club in cui spogliarelliste dal fascino quasi esoterico si esibiscono davanti ad un losco pubblico di camionisti, motociclisti e piccoli criminali.
Avverrà che, proprio al termine del “mistico” spettacolo tenuto dalla bella Salma Hayek, un po’ del sangue sgorgante da una ferita sul corpo di Tarantino innescherà una micidiale metamorfosi in cui spogliarelliste, baristi e, addirittura, assidui clienti del locale diventeranno mostruosi vampiri dalle fattezze animalesche. E così che i pochi esseri umani rimasti (tra cui, ancora la malcapitata famiglia di Keiteil) saranno la resistenza contro l’orda di bestie fameliche.
Sangue, budella, teste mozzate, gente squartata, manie sessuali ed erotiche, il tutto immerso in un’atmosfera di suspence ed esoterismo… un film piuttosto violento e adrenalinico, del resto come tutte le pellicole in cui il grande Quentin Tarantino mette lo zampino. Il regista che qui sembrerebbe semplicemente limitarsi al ruolo di attore diretto dal collega e grande amico Rodriguez in realtà ha concepito l’idea centrale della storia ai tempi in cui era uno studente liceale e l’ha poi ripresa scrivendone la vera e propria sceneggiatura.
Così possiamo comprendere la grande originalità e l’amara e – a tratti – macabra ironia di cui l’itera trama è pregna, intessuta in maniera armonica fra due generi cinematografici diversi. Parte dell’originalità sta anche, a mio avviso, nell’abile capovolgimento di ruoli: i pochi umani rimasti che in un contesto ordinario sarebbero probabilmente i “cattivi” (rapinatori, assassini, ricattatori e loschi criminali più in generale) qui vengono messi alle strette e diventano i “buoni” in lotta contro i mostri assetati di sangue. Dunque vi è quasi una sorta di eroismo misto a quel senso di umanità e fratellanza che, latenti nella vita di ogni giorno (in cui gli umani competono l’uno contro l’altro, animati da invidie e avarizia) emergono in condizioni estreme, unendo in maniera indissolubile estranei che si ritrovano così fratelli nella disperazione.
Il finale poi, con una semplice inquadratura sul retro del Titty Twister, sembra rivelare un frammento di verità focalizzando la nostra attenzione su quei misteri primordiali che, alla base dell’evoluzione dell’uomo, forse non sono stati del tutto dimenticati.
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no_data
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giovedì 14 novembre 2013
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di male in peggio!...
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Brutto film, che diventa pessimo dall'arrivo in Messico dei protagonisti in poi, con buona pace di chi pretende letture improponibili. Nella prima parte copia malamente i fratelli Cohen, in seguito naufraga nel trash più scontato (da Romero anni cinquanta, per intenderci). Il cinema è businnes, d'accordo, ma smettiamola di osannare pellicole di serie zeta! La sceneggiatura esiste soltanto per quel tanto che permette a Tarantino di mettere in mostra la sua personale dose di paranoia (non ha mai fatto altro...), la regia conta sui soliti effetti speciali per autoassolversi, la recitazione ovviamente non esiste ed è un vero peccato che un attore come Keitel si presti al gioco del vil denaro (pubblicizzerà in futuro una famosa marca di the?.
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Brutto film, che diventa pessimo dall'arrivo in Messico dei protagonisti in poi, con buona pace di chi pretende letture improponibili. Nella prima parte copia malamente i fratelli Cohen, in seguito naufraga nel trash più scontato (da Romero anni cinquanta, per intenderci). Il cinema è businnes, d'accordo, ma smettiamola di osannare pellicole di serie zeta! La sceneggiatura esiste soltanto per quel tanto che permette a Tarantino di mettere in mostra la sua personale dose di paranoia (non ha mai fatto altro...), la regia conta sui soliti effetti speciali per autoassolversi, la recitazione ovviamente non esiste ed è un vero peccato che un attore come Keitel si presti al gioco del vil denaro (pubblicizzerà in futuro una famosa marca di the?...). Delle tasche altrui meglio non interessarsi! Un consiglio: meglio smetterla con i giochetti delle stelline, soprattutto quelle relative al giudizio del pubblico. Si dimostra una macchina perversa peggio del Porcellum!...
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gigigante
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martedì 9 luglio 2013
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sagra del trash
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L'errore piu grande che si può commettere nel giudicare questo film è prenderlo sul serio poichè l''intento di Tarantino e Rodriguez non è creare un film da Oscar, ci mancherebbe.
Il film è decisamente banale, scontato e grottesco oltre che paradossale e tutto collabora volutamente alla realizzazione di un filmaccio stile Trash molto splatter anni '70, come se i due amici volessero realizzarne un tributo.
Il punto è che Tarantino se ne frega di ciò che pensa la critica, lui fa cinema con la sua mente come quando era bambino.
Un regista come Rodriguez e un affermatissimo uomo di cinema come Tarantino all'apice della sua popolarità mettono in scena un filmaccio con l'aiuto di famosi attori ed è proprio tra queste righe che va letto il genio (o la follia, fate voi) di Tarantino: appena due e quattro anni dopo aver diretto monumenti del cinema come Pulp Fiction e Le Iene lui cosa fa? Scrive forse un altro film geniale per ottenere l'immortalità o perchè glielo chiedono gli sponsor? NO, lui scrive un filmaccio di quelli che trasmettono in seconda serata perchè AMA IL CINEMA E SCRIVE CIO' CHE VUOLE.
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L'errore piu grande che si può commettere nel giudicare questo film è prenderlo sul serio poichè l''intento di Tarantino e Rodriguez non è creare un film da Oscar, ci mancherebbe.
Il film è decisamente banale, scontato e grottesco oltre che paradossale e tutto collabora volutamente alla realizzazione di un filmaccio stile Trash molto splatter anni '70, come se i due amici volessero realizzarne un tributo.
Il punto è che Tarantino se ne frega di ciò che pensa la critica, lui fa cinema con la sua mente come quando era bambino.
Un regista come Rodriguez e un affermatissimo uomo di cinema come Tarantino all'apice della sua popolarità mettono in scena un filmaccio con l'aiuto di famosi attori ed è proprio tra queste righe che va letto il genio (o la follia, fate voi) di Tarantino: appena due e quattro anni dopo aver diretto monumenti del cinema come Pulp Fiction e Le Iene lui cosa fa? Scrive forse un altro film geniale per ottenere l'immortalità o perchè glielo chiedono gli sponsor? NO, lui scrive un filmaccio di quelli che trasmettono in seconda serata perchè AMA IL CINEMA E SCRIVE CIO' CHE VUOLE.
Sarà anche un filmaccio, ma cavolo che stile. 10 e lode per il coraggio a Tarantino e Rodriguez
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