Titolo originale | A Zed and Two Noughts |
Anno | 1985 |
Genere | Fantastico |
Produzione | Gran Bretagna |
Durata | 115 minuti |
Regia di | Peter Greenaway |
Attori | Andréa Ferréol, Brian Deacon, Eric Deacon, Joss Ackland, Frances Barber . |
Tag | Da vedere 1985 |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: V.M. 14 |
MYmonetro | 3,67 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Intricata vicenda di due gemelli rimasti vedovi in un incidente d'auto. Alla sopravvissuta, tale Alba, viene amputata una gamba da un chirurgo che fa anche il pittore falsario, Van Meegeren, che poi la priverà anche dell'altra.
CONSIGLIATO SÌ
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Intricata vicenda di due gemelli rimasti vedovi in un incidente d'auto. Alla sopravvissuta, tale Alba, viene amputata una gamba da un chirurgo che fa anche il pittore falsario, Van Meegeren, che poi la priverà anche dell'altra. I due vedovi, entomologi per uno zoo, tramutano l'odio per Alba in una strana passione che frutterà altri due gemelli (con due padri e una madre). Alba si suiciderà e i pargoli verranno dati ad un uomo, Felipe Arc-en-ciel. Anche i due padri-gemelli decideranno di suicidarsi davanti ad una telecamera.
Film complesso e visionario, in cui Peter Greenaway dimostra tutto il suo talento visivo, ispirato, tra l'altro, da grandi artisti della pittura che cita esplicitamente nelle sue pellicole. Il tema del film è la vita (e la morte) in senso lato, ma anche in quello biologico del termine; decomposizione, brodo primordiale, sesso, simmetria, sono solo alcune delle cose che vengono affrontate [...] Vai alla recensione »
Lo zoo messo in scena da Greenaway è formato più che altro da individui, persone che si decompongono allo stesso modo degli animali che si vedono durante alcuni spezzoni del film, personaggi che compiono un'evoluzione al contrario come quella studiata ossessivamente dai due etologi protagonisti. Il film di Greenaway è un meraviglioso componimento in cui il regista mostra [...] Vai alla recensione »
Al suo terzo film,Greenaway assembla una serie di scene fin troppo chiaramente ispirate ai quadri di Vermeer,dove si mescolano alla rinfusa le sue ossessioni(la nascita,il doppio,la putrefazione,il bianco e nero,i numeri).Prese di persè possono anche risultare affascinanti o quantomeno stranianti,come l'ambientazione.Ma messe insieme formano un qualcosa che ha poco a che fare col cinema,e [...] Vai alla recensione »