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giovedì 11 maggio 2006
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barry lyndon
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Molteplici quadri dallo sfondo verde accompagnano la vita, scandita da facili entusiasmi e rovinose cadute, di Raymond Barry Lyndon.
Una storia crudele, vera, di inestimabile bellezza.
Barry è, di volta in volta, uomo senza scrupoli o guerriero coraggioso, marito infedele o padre amorevole, cinico traditore o sensibile amico.
Un carattere ambiguo di cui è difficile non rimanere estasiati, una fragilità quasi sublime, migliaia di debolezze di fronte alle quali è impossibile rimanere indifferenti. Chi è il vero Barry Lyndon? L'uomo che piange tenendo la mano a suo figlio, o la persona arrivista e bugiarda che pensa solo al potere e ai soldi?
Musiche soavi, abiti eleganti, cartoline da un'Irlanda che forse non esiste più (o è quello che vuol farci credere Kubrick); questo è l'omaggio che il regista rende all'età dei lumi, a quel XVIII secolo che ha posto le basi della società moderna (rivoluzione americana e francese), a quel periodo così lontano eppure così uguale al nostro.
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Molteplici quadri dallo sfondo verde accompagnano la vita, scandita da facili entusiasmi e rovinose cadute, di Raymond Barry Lyndon.
Una storia crudele, vera, di inestimabile bellezza.
Barry è, di volta in volta, uomo senza scrupoli o guerriero coraggioso, marito infedele o padre amorevole, cinico traditore o sensibile amico.
Un carattere ambiguo di cui è difficile non rimanere estasiati, una fragilità quasi sublime, migliaia di debolezze di fronte alle quali è impossibile rimanere indifferenti. Chi è il vero Barry Lyndon? L'uomo che piange tenendo la mano a suo figlio, o la persona arrivista e bugiarda che pensa solo al potere e ai soldi?
Musiche soavi, abiti eleganti, cartoline da un'Irlanda che forse non esiste più (o è quello che vuol farci credere Kubrick); questo è l'omaggio che il regista rende all'età dei lumi, a quel XVIII secolo che ha posto le basi della società moderna (rivoluzione americana e francese), a quel periodo così lontano eppure così uguale al nostro.
La dolcezza del pianoforte fa da contrappunto alla rabbia repressa del figliastro di Barry, incantevoli nuvole bianche percorrono lente il cielo mentre il piccolo Brian sta morendo, un sorriso quasi ingenuo (come non si era visto durante tutto il film) viene rivolto da Barry quando dice a sè stesso, dopo aver perso una gamba, "sto abbastanza bene".
Ed una persona che ha fatto tutto nella vita, attiva, fonte inesauribile di energia e di vitalità è costretta a muoversi con un bastone, con una lentezza che fa riflettere, con un incedere incerto e con l'animo ferito e forse sconfitto da un passato che non è verde come i prati che ha calpestato per anni.
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[+] il mio film preferito
(di alexandra)
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armilio
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giovedì 5 aprile 2012
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un film storico, un film sull'uomo
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Il fascino di questo film si trova probabilmente nel contrasto tra lo splendore delle immagini e il tono cupo delle vicende. Infatti il film può essere analizzato su 3 livelli: il primo, il più semplice, è quello della splendida ricostruzione storica di un regista maestro dei particolari, con tutta la magnificenza di colori e stoffe dell'epoca; il secondo è sempre storico, ma riguarda la società del settecento: che nasconde avidità, invidia, gelosia, classismo, dietro a manti di cipria e buone maniere; il terzo è quello più legato al lato personale di Kubrick, alla sua visione dell'uomo: Redmond Barry, dopo tutto il suo peregrinare, finisce per ritornare al punto di partenza, avendo perso nel frattempo tutti i suoi valori morali nel tentativo di barattarli con una migliore posizione sociale.
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Il fascino di questo film si trova probabilmente nel contrasto tra lo splendore delle immagini e il tono cupo delle vicende. Infatti il film può essere analizzato su 3 livelli: il primo, il più semplice, è quello della splendida ricostruzione storica di un regista maestro dei particolari, con tutta la magnificenza di colori e stoffe dell'epoca; il secondo è sempre storico, ma riguarda la società del settecento: che nasconde avidità, invidia, gelosia, classismo, dietro a manti di cipria e buone maniere; il terzo è quello più legato al lato personale di Kubrick, alla sua visione dell'uomo: Redmond Barry, dopo tutto il suo peregrinare, finisce per ritornare al punto di partenza, avendo perso nel frattempo tutti i suoi valori morali nel tentativo di barattarli con una migliore posizione sociale. Ne viene fuori l'immagine di un uomo mai completamente padrone del proprio destino, un affresco di personaggi che si muovono e si scontrano alla sola ricerca dei propri interessi: e non per freddezza, ma perchè fa parte della natura della nostra specie. Ma la Storia, e il suo scorrere degli eventi, sembrano guardare con sadico divertimento a tutto questo affannarsi, con un distacco che solo Kubrick riesce ad imprimere sulla pellicola.
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[+] amara opera sulla storia e le capacità dell’uomo
(di antonio montefalcone)
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paco
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esteticamente... perfetto!
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I costumi, l'illuminazione, i quadri, le musiche, i ritmi lentissimi ci catapultano secoli lontani dalla nostra epoca frenetica. Così ci aggiriamo al seguito del protagonista per l'Europa del XVIII secolo, senza un senso evidente, com'è la vita. Molte inquadrature sono esse stesse degli affreschi memorabili. E' un viaggio nella bellezza.
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(di acciughe)
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bomber89
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mercoledì 23 dicembre 2015
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un grande affresco settecentesco
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Inizia il film e sembra quasi di essere seduti nella poltrona di un bel salone a pochi passi da un enorme "affresco animato" di epoca neoclassica. Un dipinto tutt'altro che statico, le vicende narrate sono quelle di Redmond Barry Lyndon, un giovane irlandese molto focoso e istintivo. Una vita piena di peripezie e colpi di scena quella di Barry, che si trova a giovane età a dover scappare dal suo paese di origine per una contesa amorosa finita male per lui; inizierà da lì un lungo viaggio per un Europa tumultuosa, animata dalla Guerra dei Sette anni alla quale Redmond prenderà parte.
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Inizia il film e sembra quasi di essere seduti nella poltrona di un bel salone a pochi passi da un enorme "affresco animato" di epoca neoclassica. Un dipinto tutt'altro che statico, le vicende narrate sono quelle di Redmond Barry Lyndon, un giovane irlandese molto focoso e istintivo. Una vita piena di peripezie e colpi di scena quella di Barry, che si trova a giovane età a dover scappare dal suo paese di origine per una contesa amorosa finita male per lui; inizierà da lì un lungo viaggio per un Europa tumultuosa, animata dalla Guerra dei Sette anni alla quale Redmond prenderà parte. Barry si troverà presto a scalare posizioni sociali, nelle più lussuose regge e sale da gioco del vecchio continente, tra donne di alto rango e personaggi molto influenti. Ma le sue vicende non sono mai scontate, mosso da lussuria, brama di potere e un prorompente carattere istintivo Barry andrà incontro ad una parabola discendente condita da momenti dapprima esaltanti ma ben presto molto drammatici. Un film che ha un certo peso specifico, una caratura importante; si rimane spesso abbagliati dalla sua bellezza estetica e qua una nota particolare di merito va alla straordinaria costumista italiana Milena Canonero, la quale affermò che molti costumi furono realizzati prendendo spunto da numerosi affreschi dell'epoca. Per creare il contesto storico, culturale e artistico Stanley Kubrick usò il materiale inutilizzato per il mai realizzato film su Napoleone e bisogna ammettere che il risultato delle lunghe ricerche fù ripagato da una meticolosità per il dettaglio che appare palese fin dalle prime scene. E poi c'è la voce narrante, forse dello stesso Kubrick, che ci accompagna per tutto il film e con la quale il regista sembra rivolgersi direttamente agli spettatori dicendo: "Mettetevi comodi, vi racconto una storia."
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weach
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sabato 12 febbraio 2011
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cercando il refluo di dio
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“ Ci sono forse delle differenze tra il futuro siderale di 2001 Odissea nello spazio ed il passato settecentesco di Barry Lyndon? Non a caso sono le due pellicole più definitive” Così ho letto da qualche parte quest’inciso che mi porta a dire : si è vero ,in parte , un opera è “definitiva” quando ha in se un rigore progettuale ; in questo senso i due film si rispecchiano ma il dipinto settecentesco di Stanley Kubirck ha una risonanza energetica condizionata da un progetto troppo “assemblato “.
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“ Ci sono forse delle differenze tra il futuro siderale di 2001 Odissea nello spazio ed il passato settecentesco di Barry Lyndon? Non a caso sono le due pellicole più definitive” Così ho letto da qualche parte quest’inciso che mi porta a dire : si è vero ,in parte , un opera è “definitiva” quando ha in se un rigore progettuale ; in questo senso i due film si rispecchiano ma il dipinto settecentesco di Stanley Kubirck ha una risonanza energetica condizionata da un progetto troppo “assemblato “.
Dice Martin Scorsese di Barry Lyndon.” Forse il progetto piùaudacedi Stanley Kubirck per ricostruire l’Europa del XVIII° secolo…………Kubrick mise a punto nuove tecniche con obiettivi prodotti per catturare il bagliore dei palazzi aristocratici illuminati da candele “.
Barry Lyndon ha in se la grandiosità di un progetto mai realizzato “Napoleon” e tanto del suo lavoro preparatorio.
Dice per l’appunto Stanley Kubirck del suo film nell’anno della promozione : “ parte delle ambientazioni sonno state recuperando dal lavoro preparatorio di Napoleone che poi non andò in produzione;posso dire con orgoglio, che il mio faticoso lavoro non è andato perso inutilmente. “
La ricostruzione di un “Universo storico”ambientato fa le campagne irlandesi, inglesi e tedesche avviene sulla base del perfezionismo più esasperato proverbiale del regista.
Dice del film la costumista Milena Canonero”ci siamo appoggiati ad una ricerca pittorica “reinterpretandola “per non cadere nell’”accademismo”.All’epoca del film ho girato l’Europa per vedere cosa già c’era di disponibile , per sapere se dovevamo realizzare tutti i costumi o solo una parte :gli abiti reperiti erano teatrali mentre gli abiti di Barrry LYndon furono naturalmente tagliati sui modelli dell’epoca ,con cura particolare ,anche i busti e la biancheria dell’ epoca”.
Il nostro film si rispecchiacon altre filmografie come The Duellist di Ridley Scott e in qualche modo anche con Il destino di un guerriero del regista madrileno Agustin Diaz Yanes: tutti è tre i film , con una regia sapiente, dipingono un quadro mirabile di un tempo che fu.
Va detta una cosa di Barriy Lyndon: è una pellicola che ha l’ingrato compito di mantenere desta l’attenzione dello spettato per quasi 3 ore. Fra i tre film citati,di impostazione storico bellica, prediligo nettamente The duellist di Ridley Scott: ha un’originalità, una verve ,una incisività unica.
Senza dubbio nel nostro film Stanley Kubrich mette in mostra tutto il suo mestiere proverbiale ,la conoscenza della fotografia senza rivali; tecniche di inquadratura innovative, ambientazioni molto fedeli e pittoriche…ma purtroppo, devo dire che questo film ha “un ‘anima poco definita”:
Se vogliamo la debolezza del film sta nella mancanza “ di un contenuto implicito che di solito rende condivisibile le opera del grande ed unico Stanley Kubrick
Qualcun ha detto del grande maestro che è stato immenso perché ha saputo ipnotizzare ed ipnotizzarsi con la musica;che quando la musica cominciò a diventare centrale nella sua produzione e viaggiare insieme alle immagini questa scelta fu il mezzo che consentì al regista di accedere al “Paradiso” ; finalmente in questa simbiosi le immagini forma , compenetrate da un afflato universale cominciarono ad assorbire nuova forza nella reciproca sincronicità e risonanza.
In questa opera però lo scambio energetico fra musica ed immagini non ha funzionato a dovere.
Eppure le musiche associare al XVIII° secolo con autori come Schubert rielaborate da Rosenman Leonard; autori come Hàndel , brani di musica popolare irlandese erano di alto profilo ma per un quid inspiegabile il sodalizio non ha “magnificato”.
Barry Lyndon è un film un poco barocco, dove riappare quella visone del regista negativa di un uomo conflittuale , senza un cuore , poco propenso a capire il senso più profondo che si percepisce da una armonica condivisione.
Mentre sto per salutarvi, mi appare “nel mio immaginario “ , la figura di questo”grande e misterioso genio “ svolazzante sul set, con il suo piglio autoritario ,imponendo i suoi convincimenti a tutti ,con in mano un obiettivo Zeiss mentre sonda il cielo per carpire “il refluo di Dio “ e che sembra invitarci a partecipare al suo sogno creativo .
Opera da vedere assolutamente per il tecnicismo esasperato e per la ricerca di una perfezione schiacciata dall’infelicità dell’ uomo.
Con rispetto
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domenica 13 febbraio 2011
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alcune curiosità su barry lyndon
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Curiosità su Barry Lyndon
Dopo il terribile flop del film Waterloo di Sergei Federorovich Bondarchuk,”un angelo protettore “ consigliò a Stanley Kubrick di rinunciare al suo progetto suntuoso "Napoleon" , da tempo nel cassetto ed intraprendere un percorso cinematografico collaterale.
Quando gli passò nelle mani il manoscritto romanzato di Willem Makepeace Thackeray “Le memorie di Barry Lyndon” decise di leggerle e rileggerlo, approfondirlo e ,presto, pensò ad una prima impostazione della sceneggiatura anche comprendendo come in questa sceneggiatura avrebbe potuto utilizzare proficuamente tutto il suo lavoro preparatorio di Napolen.
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Curiosità su Barry Lyndon
Dopo il terribile flop del film Waterloo di Sergei Federorovich Bondarchuk,”un angelo protettore “ consigliò a Stanley Kubrick di rinunciare al suo progetto suntuoso "Napoleon" , da tempo nel cassetto ed intraprendere un percorso cinematografico collaterale.
Quando gli passò nelle mani il manoscritto romanzato di Willem Makepeace Thackeray “Le memorie di Barry Lyndon” decise di leggerle e rileggerlo, approfondirlo e ,presto, pensò ad una prima impostazione della sceneggiatura anche comprendendo come in questa sceneggiatura avrebbe potuto utilizzare proficuamente tutto il suo lavoro preparatorio di Napolen.
Stanley Kubrick dice in proposito”mi ha sempre attirato la lettura di un film in cui il destino di un protagonista è già inciso nel primo fotogramma , non ne avevo ancora fatti, quindi questa fu l’occasione migliore “
Kubrick riferisce di non aver scelto questo romanzo a casa, ma solo dopo aver avuto nella sua libreria per anni tutte le opere di Thackeray,; riferisce il regista di aver presto amati i personaggi del romanzo e di aver capito rapidamente come avrebbe potuto realizzare la trasposizione cinematografica senza far perdere al libro nulla del suo impatto narrativo.
Il regista Stanley Kubrick asserì” Barry Lyndon offriva l’opportunità di fare una delle cose che il cinema può fare meglio di qualunque forma d’arte ;presentare cioè una vicenda a sfondo storico .La descrizione non è una di quelle cose nei quali i romanzi riescono meglio, però è quello nei quali in cui i film riescono senza sforzo, almeno rispetto allo sforzo che viene richiesto al pubblico “
È stato poi tutto così ineccepibile ,in questa opera cinematografica quasi biblica?
Se vogliamo la debolezza del film sta nella mancanza “ di un contenuto implicito che di solito rende condivisibile le opera del grande ed unico Stanley Kubrick .
Qualcun ha detti del grande maestro che è stato immenso perché ha saputo ipnotizzare ed ipnotizzarsi con la musica;che quando la musica cominciò a diventare centrale nella sua produzione e viaggiare insieme alle immagini questa scelta fu il mezzo che consentì a al regista di accedere al “Paradiso”e finalmente le immagini, forma , compenetrate da un afflato universale cominciarono ad assorbire nuova forza nella reciproca sincronicità e risonanza.
In questa opera però lo scambio energetico fra musica ed immagini non ha funzionato a dovere.
Senza dubbio nel nostro film Stanley Kubrich mette in mostra tutto il suo mestiere proverbiale ,la conoscenza della fotografia senza rivali; tecniche di inquadratura innovative, ambientazioni molto fedeli e pittoriche…ma purtroppo, devo dire che questo film ha “un ‘anima poco definita” .
In questa opera però lo scambio energetico fra musica ed immagini non ha funzionato a dovere.
Eppure le musiche associare al XVIII° secolo con autori come Schubert rielaborate da Rosenman Leonard; autori come Hàndel , brani di Musica Popolare Irlandese erano di alto profilo ma per un quid inspiegabile il sodalizio non ha “magnificato”.
Barry Lyndon è un film un poco barocco, dove riappare quella visone del regista negativa di un uomo conflittuale , senza un cuore , poco propenso a capire il senso più profondo che si percepisce da una armonica condivisione.
Mentre sto per salutarvi, mi appare “nel mio immaginario “ , la figura di questo”grande e misterioso genio “ svolazzante sul set, con il suo piglio autoritario ,imponendo i suoi convincimenti ,con in mano un obiettivo Zeiss che sonda il cielo per carpire “il refluo di Dio “che sembra invitarci a partecipare al suo sogno creativo .
Opera da vedere assolutamente per il tecnicismo esasperato e per la ricerca di una perfezione schiacciata dall’infelicità dell’ uomo.
Grazie
con rispetto
weach illuminati
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catullo
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giovedì 17 febbraio 2011
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le candele di kubrick
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Non so se sia vero ma ho letto da qualche parte che Fellini che stava girando il suo "Casanova"ovviamente ambientato nel 700 e Kubrick il suo "Barry Lyndon" si consultarono sui trucchi scenografici più adatti per l'ambientazione di quell'epoca. Certo il confronto tra i due capolavori essendo notevolmente dissimili è piuttosto problematico sopratutto per il fatto che il 700 di Fellini è fantastico e riflette la personalità visionaria del maestro mentre il "Barry Lyndon" è una mostra di quadri d'epoca. Ciò che colpisce di questo film è l'eleganza e la raffinatezza con cui Kubrick ci racconta questo romanzo espressa da una fotografia di rara bellezza e da una scenografia costruita con un rigore maniacale.
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Non so se sia vero ma ho letto da qualche parte che Fellini che stava girando il suo "Casanova"ovviamente ambientato nel 700 e Kubrick il suo "Barry Lyndon" si consultarono sui trucchi scenografici più adatti per l'ambientazione di quell'epoca. Certo il confronto tra i due capolavori essendo notevolmente dissimili è piuttosto problematico sopratutto per il fatto che il 700 di Fellini è fantastico e riflette la personalità visionaria del maestro mentre il "Barry Lyndon" è una mostra di quadri d'epoca. Ciò che colpisce di questo film è l'eleganza e la raffinatezza con cui Kubrick ci racconta questo romanzo espressa da una fotografia di rara bellezza e da una scenografia costruita con un rigore maniacale. Non v'è personaggio in questo film che non rimanga impresso nella mente poichè ognuno di questi sembra uscito così com'era probabilmente immaginato dall'autore del libro stesso e la scelta della colonna sonora di eccezionale bellezza non è nient'altro che la ciliegina sul capolavoro. Basterebbe osservare con grande attenzione la scena finale del duello tra Lyndon e lord Bullington,ogni movimento preparatorio del duello,l'enorme tensione che si tocca con mano e sottolineata dal bellissimo pezzo di handel,la formalità precisa dei testimoni e la drammaticità e il cinismo di lord Bullington e della dua vendetta,un pezzo di grande cinema come ogni scena di questo grandioso film illuminato dalla luce delle sole candele.
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weach
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sabato 15 gennaio 2011
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un documento d'epoca quasi "biblico" per durata
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bene così
Dice Stanley Kubirck del suo film Barry Lyndon nell ‘anno della promozione del film : “ parte delle ambientazioni sonno state riutilizzate dal lavoro preparatorio su Napoleone che poi non andò in produzione;posso dire con orgoglio che il mio faticoso lavoro non è andato completamente perso inutilmente. “
La ricostruzione di un Unverso storico ambientato fa le campagne irlandesi, inglesi e tedesche avviene sulla base del perfezionismo più esasperato proverbiale del regista.
Dice del film la costumista Milena Canonero”ci siamo appoggiati ad una ricerca pittorica “reinterpretandola “per non cadere nell’”accademismo”.
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bene così
Dice Stanley Kubirck del suo film Barry Lyndon nell ‘anno della promozione del film : “ parte delle ambientazioni sonno state riutilizzate dal lavoro preparatorio su Napoleone che poi non andò in produzione;posso dire con orgoglio che il mio faticoso lavoro non è andato completamente perso inutilmente. “
La ricostruzione di un Unverso storico ambientato fa le campagne irlandesi, inglesi e tedesche avviene sulla base del perfezionismo più esasperato proverbiale del regista.
Dice del film la costumista Milena Canonero”ci siamo appoggiati ad una ricerca pittorica “reinterpretandola “per non cadere nell’”accademismo”.All’epoca del film ho girato l’Europa per vedere cosa già c’era di disponibile , per sapere se dovevamo realizzare tutti i costumi o solo una parte :Gli abiti reperiti erano teatrali mentre gli abiti di Barrry LYndon furono naturalmente taglaiti sui modelli dell’epoca ,con cura particolare ,anche i busti e la biancheria dell’ epoca”.
Barry Lyndon si rispecchia con altre filmografie come The Duellist di Ridley Scott e in qualche modo anche con Il destino di un guerriero del regista madrileno Agustin Diaz Yanes: tutti è tre i film , con una regia sapiente, dipingono un quadro mirabile di un tempo che fu.
Va detta una cosa Barriy Lyndon è una pellicola mirabile ma ha l’ingrato compito di mantenere desta l’attenzione dello spettato per quasi 3 ore. Fra i tre film di impostazione storico bellica prediligo nettamente con The duellist di Rdley Scott: ha un’originalità, una verve ,una incisività unica.
Senza dubbio nel nostro film Stanley Kubrich mette in mostra tutto il suo mestiere proverbiale ,la conoscenza della fotografia senza rivali; tecniche di inquadratura innovative, ambientazioni molto fedeli e pittoriche…ma purtroppo, devo dire che questo film ha “un ‘anima poco definita”:
Se vogliamo la debolezza del film sta nella mancanza “ di un contenuto implicito che di solito rende condivisibile le opera del grande ed unico Stanley Kubrick
Qualcun ha detti di Kubrick che è stato immenso perché ha saputo ipnotizzare ed ipnotizzarsi con la musica: quando la musica cominciò a diventare centrale nella sua produzione e viaggiare insieme alle immagini questa scelta fu il mezzo che consentì a Kubrick di accedere al “Paradiso”:finalmente le immagini, forma , compenetrate da un afflato universale assorbono nuova forza nella reciproca sincronicità e risonanza.
In questa opera però lo scambio energetico fra musica ed immagini non ha funzionato a dovere.
Eppure le musiche associare al XVIII° secolo con autori come Schubert rielaborate da Rosenman Leonard; autori come Hàndel , brani di musica popolare irlandese erano di alto profilo ma per un quid inspiegabile il sodalizio non ha “magnificato”.
Barry Lyndon è un film un poco barocco, dove riappare quella visone del regista negativa di un uomo conflittuale , senza un cuore , poco propenso a capire il senso più profondo che si percepisce da una armonica condivisione.
Opera da vedere assolutamente ma qui non alberga il miglior Stanley Kubrich.
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jacopo b98
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mercoledì 1 maggio 2013
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barry lyndon di stanley kubrik - capolavoro
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Nel Settecento, l’epopea tragica di Redmond Barry (O’Neal), piccolo borghese irlandese, che arriva prima ai vertici della società, per poi ricadere in basso. Ennesimo capolavoro di Kubrik, che l’ha sceneggiato dal romanzo di William M. Thackeray, prodotto e diretto. Uno dei film più importanti nell’itinerario del regista che realizza un’opera d’arte eterna, assolutamente geniale. Kubrik mette in scena il più sorprendente film in costume della storia, illustrando il Settecento con alcune inquadrature che non sono altro che le ricostruzioni dei quadri dei grandi pittori ed evocandolo con le musiche di Bach, Mozart, Shubert (anacronisticamente), Federico il Grande… Memorabile la regia, con i suoi lenti, grandiosi, famosissimi zoom all’indietro, che partendo dal particolare più insignificante vanno a svelare lo straordinario apparato scenografico, curato nei minimi dettagli (la lavorazione ebbe molti ritardi), valorizzato dalla scelta del regista di girare le scene senza illuminazione artificiale, ma solo alla luce delle candele (fu infatti messa a punto una telecamera per riprese nello spazio).
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Nel Settecento, l’epopea tragica di Redmond Barry (O’Neal), piccolo borghese irlandese, che arriva prima ai vertici della società, per poi ricadere in basso. Ennesimo capolavoro di Kubrik, che l’ha sceneggiato dal romanzo di William M. Thackeray, prodotto e diretto. Uno dei film più importanti nell’itinerario del regista che realizza un’opera d’arte eterna, assolutamente geniale. Kubrik mette in scena il più sorprendente film in costume della storia, illustrando il Settecento con alcune inquadrature che non sono altro che le ricostruzioni dei quadri dei grandi pittori ed evocandolo con le musiche di Bach, Mozart, Shubert (anacronisticamente), Federico il Grande… Memorabile la regia, con i suoi lenti, grandiosi, famosissimi zoom all’indietro, che partendo dal particolare più insignificante vanno a svelare lo straordinario apparato scenografico, curato nei minimi dettagli (la lavorazione ebbe molti ritardi), valorizzato dalla scelta del regista di girare le scene senza illuminazione artificiale, ma solo alla luce delle candele (fu infatti messa a punto una telecamera per riprese nello spazio). Come storia è il ritratto di una società in cui tutto è palesemente finto: Barry è un attore, O’Neal è un attore che interpreta un attore, sempre pronto a “cambiare casacca”. La società maschera, con il suo perbenismo e la sua apparente perfezione, tutta la sua violenza e la sua divisione in caste. Il finale è una botta tremenda, ma assolutamente geniale. Al botteghino fu un fiascone, anche rispetto agli enormi costi (dovuti anche ai ritardi) di produzione. Non fu particolarmente apprezzato dai critici per la sua tremenda negatività. L’epilogo è un colpo di genio: “Fu durante il regno di Giorgio III che i suddetti personaggi vissero e disputarono. Buoni o cattivi, belli o brutti, ricchi o poveri ora sono tutti uguali.”. Sette nomination agli Oscar (tra cui film, regia e sceneggiatura) e quattro statuette: fotografia (John Alcott), colonna sonora (Leonard Rosenman), costumi (Milena Canonero) e scenografie (Ken Adam, Roy Walker, Vernon Dixon).
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mercoledì 12 marzo 2008
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uno splendido affreso dipinto al lume di candele
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Splendido affresco del Settecento dove il Secolo dei Lumi offre lo spettacolo consueto di inganni, ipocrisie, cupidigia, violenza. Solo l'organo estetico, nella narrazione, non è violato: un velo di bellezza copre sempre l'ombra e la miseria umana.Dei personaggi un bambino solamente ha accenti di verità e di vita, ma è strappato dalla morte.Questa morte,la perdita di un autentico amore, farà crollare il castello di squallida ambizione costruito da Barry Lindon; la sventura rivelerà pienamente il volto vero e immedicabile dell'umana esistenza.C'è un pessimismo estremo- che appartiene al romanzo- ma non può essere altrimenti, dove la luce dell'anima ignorata. E' vita narrata e vista al lume di candela.
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Splendido affresco del Settecento dove il Secolo dei Lumi offre lo spettacolo consueto di inganni, ipocrisie, cupidigia, violenza. Solo l'organo estetico, nella narrazione, non è violato: un velo di bellezza copre sempre l'ombra e la miseria umana.Dei personaggi un bambino solamente ha accenti di verità e di vita, ma è strappato dalla morte.Questa morte,la perdita di un autentico amore, farà crollare il castello di squallida ambizione costruito da Barry Lindon; la sventura rivelerà pienamente il volto vero e immedicabile dell'umana esistenza.C'è un pessimismo estremo- che appartiene al romanzo- ma non può essere altrimenti, dove la luce dell'anima ignorata. E' vita narrata e vista al lume di candela.
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