anna cinzia
|
martedì 12 aprile 2011
|
un ritratto magnifico del settecento
|
|
|
|
La parabola della vita di Barry Lindon si fonde mirabilmente ai vizi di un ambiente moralmente degradato. dove non c'è quasi mai spazio per la pietà, l'amore, la comprensione. Ne emerge una visione pessimistica dell'uomo e della società. Le musiche, scelte con cura e intelligenza da Kubrick, sono un'autentica antologia di brani veramente belli, un omaggio al Settecento e ai canti popolari irlandesi.
|
|
[+] lascia un commento a anna cinzia »
[ - ] lascia un commento a anna cinzia »
|
|
d'accordo? |
|
cosimuzzo
|
giovedì 2 giugno 2011
|
l'inevitabilità del destino
|
|
|
|
Visionare Barry Lyndon è come andare a scuola di cinema, la storia, i personaggi, sono solo un pretesto per esprimere le massime potenzialità della settima arte. Se fossi un regista debuttante e mi affacciassi sul mondo del cinema adesso, nel momento in cui scrivo, non c'è dubbio che prenderei questo film come modello di assoluta bellezza e perfezione. I grandi registi come Stanley imprimono al racconto una morale che è più impostante della storia stessa, senza di essa il film non avrebbe senso. L'avventura picaresca di Barry è un pretesto per descrivere la società del tempo, un analisi delle varie classi sociali di metà 700, che il protagonista ha la fortuna di incontrare durante la sua scalata alle vette più alte della società, il tutto arricchito da interpreti straordinari, la scenografia che pare un quadro dipinto e la voce beffarda del narratore, che arricchisce e da corpo al racconto.
[+]
Visionare Barry Lyndon è come andare a scuola di cinema, la storia, i personaggi, sono solo un pretesto per esprimere le massime potenzialità della settima arte. Se fossi un regista debuttante e mi affacciassi sul mondo del cinema adesso, nel momento in cui scrivo, non c'è dubbio che prenderei questo film come modello di assoluta bellezza e perfezione. I grandi registi come Stanley imprimono al racconto una morale che è più impostante della storia stessa, senza di essa il film non avrebbe senso. L'avventura picaresca di Barry è un pretesto per descrivere la società del tempo, un analisi delle varie classi sociali di metà 700, che il protagonista ha la fortuna di incontrare durante la sua scalata alle vette più alte della società, il tutto arricchito da interpreti straordinari, la scenografia che pare un quadro dipinto e la voce beffarda del narratore, che arricchisce e da corpo al racconto. Alla fin dei conti il protagonista della storia non è Barry, ma è altresì il destino che con la sua ineluttabilità decide le sorti del protagonista, la sua fortuna e la sua sfortuna. Come nel romanzo i Malavoglia di Verga dove i personaggi sono soggetti all'inevitabilità del destino causato dall'imprevedibilità della natura, così Barry è soggetto al mutevolezza della società e, come i personaggi del suddetto romanzo, non può far altro che assecondare la sua fortuna o la sua sfortuna come se non fosse realmente lui l'artefice del suo destino.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a cosimuzzo »
[ - ] lascia un commento a cosimuzzo »
|
|
d'accordo? |
|
immanuel
|
venerdì 28 settembre 2012
|
un tripudio visivo
|
|
|
|
La sconfinatezza degli orizzonti, la straordinaria bellezza dei paesaggi, che sembrano scaturire da dipinti di vedutisti come Turner, Cole o Constable, lasciano abbacinati. Ogni diapositiva, ogni singolo fotogramma è un olio. Delle massime creazioni del paesaggismo. Il film sembra inanellare sequenze ininterrotte di opere pittoriche del miglior periodo romantico e (post)impressionista in un coinvolgente tripudio visivo di colori, forme e disegni che trascina lo spettatore in universo metafisico di quiete e raccoglimento. Kubrick ricorre alla macchina da presa come fa l’artista con il pennello e la tavolozza. Sembra di vivere, come in un trompe l'oeil, direttamente nell'opera, lo spettatore sembra fare capolino nelle profondità di campo suggestive, in un vorticoso rigoglio di forme e sentimenti, tra le girandole dei verdi degli alberi, degli azzurri del cielo, del vermiglio dei tramonti, trai bagliori corruschi della luce che filtra nella boscaglia.
[+]
La sconfinatezza degli orizzonti, la straordinaria bellezza dei paesaggi, che sembrano scaturire da dipinti di vedutisti come Turner, Cole o Constable, lasciano abbacinati. Ogni diapositiva, ogni singolo fotogramma è un olio. Delle massime creazioni del paesaggismo. Il film sembra inanellare sequenze ininterrotte di opere pittoriche del miglior periodo romantico e (post)impressionista in un coinvolgente tripudio visivo di colori, forme e disegni che trascina lo spettatore in universo metafisico di quiete e raccoglimento. Kubrick ricorre alla macchina da presa come fa l’artista con il pennello e la tavolozza. Sembra di vivere, come in un trompe l'oeil, direttamente nell'opera, lo spettatore sembra fare capolino nelle profondità di campo suggestive, in un vorticoso rigoglio di forme e sentimenti, tra le girandole dei verdi degli alberi, degli azzurri del cielo, del vermiglio dei tramonti, trai bagliori corruschi della luce che filtra nella boscaglia. La nitidezza dei colori infonde un'armonia, una perfezione, un senso di quiete che solo dipinti della migliore accademia sanno conferire. L'impronta storica è di altrettale altezza. Il Settecento nella sua resa più prepotente, spirituale e realistica al tempo stesso. La ricostruzione dei duelli tra galantuomini, lesi nella propria fatua fierezza, all’interno di scenari poetici, ne rappresenta l’esito più ben riuscito. Se il grande regista americano sceglie il lirismo come impronta del secolo, Forman in Amadeus innesta il secolo di Mozart su registro diverso, più proclive al motteggio e al focus sulla superficialità delle alte sfere più attraverso la satira. Si dirà Kubrik ha riprodotto banali olografie. Rivivere un’epoca attraverso le manifestazioni espressive di maggior pregio non inibisce la comprensione della realtà di un’epoca, né falsa l’ermeneutica storica, anzi la rafforza e la rende più incisiva. La poesia sa essere altrettanto eloquente quanto può esserlo, pur nella sua freddezza, un resoconto cronachistico. E così accade in Barry Lyndon dove la storia di un uomo scorre per immagini. Barry, rapito da un amore violento e pervicace, un sentimento incontenibilmente romantico (tanto da ricordare il Werther), che ne scuote l’esistenza fino a modificarla. Ad esso si associa un’ indole orgogliosa, che lo trascina ai limiti della rovina e che lo contrappone a una natura e a un mondo che sembrano, nella dialettica figurativa, non curarsi dei suoi affanni. Il titanismo si avverte potentemente nelle immagini che lo osservano, errabondo e insoddisfatto, muoversi tra la brughiera e i paesaggi silvestri; una natura che sembra indifferente, nell’esultanza di colori, al melanconico grigiore della sua esistenza, il cui patema è riflesso negli occhi cerulei del protagonista, quasi vitrei, di un’inespressività che suscita turbamento. Uguale dolenza suscita lo sguardo di Lady Lyndon, di una bellezza sconvolgente,decadente, con un portamento e una grazia eccelse, splendidamente ritratta inamidata in acconciature e corpetti sublimi, resa immortale in fotogrammi che sembrano riprodurre, ad esempio nella scena dell’abbraccio col bambino, nell’eleganza e nella purezza delle forme, il De Nittis del periodo più maturo. Uno spettacolo per gli occhi e per l’anima. Il dramma familiare è complice delle immagini, di per sé stesse efficaci. C’è quasi un ruolo ancillare della storia rispetto alla fotografia. Tanto che i dialoghi spesso diventano superflui, e di fatto lo sono. Come nella scena del corteo funebre che segue la bara bianca del piccolo, sullo note della Sarabanda di Hendel, o lo sguardo sul capezzale, tra le immagini più intensamente toccanti e strazianti della storia del cinema.Dopo la morte del figlio, Barry, ormai allo stremo, mentre Lady Lyndon appare fuori di senno, impazzita dal dolore, rimane impotente, altero, chiuso nel suo cipiglio contegnoso, anche di fronte al figliastro che gli esplode un colpo di pistola nel corso di un duello. Ne rimarrà mutilato e in un ennesimo abbrivio di orgoglio, misto ad opportunismo, accetterà la rendita del ragazzo (forgiato nell’odio dalla sferza del patrigno, tanto detestato e ricambiato da questi nel livore), per ritornarsene nella patria che aveva prematuramente abbandonato anni addietro, a concludere la sua vita infelice e misera, suggellando una ciclicità meschina . L’orgoglio precede, in ogni caso, la rovina.
[-]
[+] eccezionale
(di hal9001)
[ - ] eccezionale
|
|
[+] lascia un commento a immanuel »
[ - ] lascia un commento a immanuel »
|
|
d'accordo? |
|
shiningeyes
|
sabato 23 febbraio 2013
|
grande kubrick storico!
|
|
|
|
Andato a monte il progetto “Napoleon”, Kubrick non rinuncia nella volontà di fare un film storico, e la sua volontà si esprime con un capolavoro come “Barry Lindon”, che ci regala uno sguardo perfetto e affascinante del XVIII secolo.
Il principio di realtà nei film di Kubrick ci sta sempre, è ricercato e portato a termine; lo testimonia il risultato incredibile dato dall'uso di lussureggianti location che rimandano all'epoca della storia e l'uso delle luci naturali; il tutto, portato a compimento di uno studio dei migliori ritrattisti del settecento.
Ma a parte la meravigliosa realistica visione del film, che già di per sé, ne vale cento visioni, c'è anche la bellezza della storia, il cui pericolo di una noia di tre ore, viene fugata da una notevole scorrevolezza; e noi tutti, veniamo così, trasportati magicamente nelle disavventure di Redmond Barry, passando da ammirati e compassionati dal personaggio, così pieno di sfumature.
[+]
Andato a monte il progetto “Napoleon”, Kubrick non rinuncia nella volontà di fare un film storico, e la sua volontà si esprime con un capolavoro come “Barry Lindon”, che ci regala uno sguardo perfetto e affascinante del XVIII secolo.
Il principio di realtà nei film di Kubrick ci sta sempre, è ricercato e portato a termine; lo testimonia il risultato incredibile dato dall'uso di lussureggianti location che rimandano all'epoca della storia e l'uso delle luci naturali; il tutto, portato a compimento di uno studio dei migliori ritrattisti del settecento.
Ma a parte la meravigliosa realistica visione del film, che già di per sé, ne vale cento visioni, c'è anche la bellezza della storia, il cui pericolo di una noia di tre ore, viene fugata da una notevole scorrevolezza; e noi tutti, veniamo così, trasportati magicamente nelle disavventure di Redmond Barry, passando da ammirati e compassionati dal personaggio, così pieno di sfumature.
Oltre che, rimanere impressionati da un bravissimo Ryan O'Neal, che ci dimostra per la prima volta il suo talento, veniamo conquistati anche da quei comprimari che compaiono poco, i quali si dimostrano indispensabili nella buona riuscita del film. E tra questi, cito:Marisa Berenson,Patrice Magee e Hardy Kruger , più quelli che tralascio.
Nonostante il possibile rifiuto di trattare temi delicati, Kubrick, volente o nolente, ci permette una riflessione del ruolo dell'uomo svolto in un epoca passata, il quale, seguendo le vicende del film, ci si accorge che è immutato o immutabile: l'uomo comune che tenta con successo la scalata in una posizione sociale più elevata non è destinato a rimanerci, perché esso si troverà in un ambiente a lui sconosciuto della quale non si troverà più a suo agio.
Una riflessione umana dell'uomo del passato spiegata attraverso un capolavoro del cinema mondiale. Grazie Stanley.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a shiningeyes »
[ - ] lascia un commento a shiningeyes »
|
|
d'accordo? |
|
filippo catani
|
mercoledì 12 giugno 2013
|
un film dall'estetica perfetta
|
|
|
|
Irlanda di metà Settecento. Un giovane popolano, spinto da una delusione d'amore e da un duello amoroso vinto con un ufficiale dell'esercito, decide di emigrare in cerca di miglior sorte. Il destino gliene riserverà di tutti i colori: rapinato dai briganti, membro dell'esercito inglese poi di quello prussiano poi spia e giocatore d'azzardo e infine duca di Lindon. A questo punto il figlio maggiore della duchessa di Lindon gli giurerà odio eterno e la vicenda di Barry evolverà verso una tragedia dietro l'altra. Dall'omonimo romanzo di Thackeray.
Per questo film si potrebbe davvero parlare di uno spot per l'estetica in quanto la fotografia e le scenografie sono da stropicciarsi gli occhi.
[+]
Irlanda di metà Settecento. Un giovane popolano, spinto da una delusione d'amore e da un duello amoroso vinto con un ufficiale dell'esercito, decide di emigrare in cerca di miglior sorte. Il destino gliene riserverà di tutti i colori: rapinato dai briganti, membro dell'esercito inglese poi di quello prussiano poi spia e giocatore d'azzardo e infine duca di Lindon. A questo punto il figlio maggiore della duchessa di Lindon gli giurerà odio eterno e la vicenda di Barry evolverà verso una tragedia dietro l'altra. Dall'omonimo romanzo di Thackeray.
Per questo film si potrebbe davvero parlare di uno spot per l'estetica in quanto la fotografia e le scenografie sono da stropicciarsi gli occhi. Bellissimi panorami di campagne e montagne, splendidi interni rischiarati dal lume di candela e magnifici costumi d'epoca che permettono allo spettatore di immergersi perfettamente nel periodo storico del racconto. Ovviamente durante il racconto non mancano le frecciate che non potevano non piacere a Kubrick sui potenti che basavano le loro fortune su eserciti di poveracci, ragazzini e briganti o su quanto queste guerre fossero inutili. Tutto questo marasma dava modo che personaggi come il protagonista Barry abbastanza scaltro ma dalle mani bucate potessero infilarsi tra le maglie dell'alta società tra un furto e una ruberia al gioco d'azzardo. Il film e il romanzo finiscono così per descrivere la parabola di un uomo che dal nulla finisce per avere quasi tutto e finisce poi rovinosamente la sua parabola terrena. Molto azzeccata la scelta della voce fuori campo che arricchisce il mracconto di aneddoti e battute folgoranti (forse la migliore è quando dice che un giovane costretto sì a scappare ma con la borsa dei soldi piena non è poi così triste e anzi si gode la sua indipendenza). Diretto con maestria da Kubrick, il film oltre a quanto già detto delle scenografie (a volte pare che si reciti dentro un bellissimo quadro) si avvale anche di un cast superbo e di una splendida colonna sonora a base soprattutto di musica classica. La sua durata non deve scoraggiare il neofita perchè si troverà davanti una vera opera d'arte. Da non perdere.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a filippo catani »
[ - ] lascia un commento a filippo catani »
|
|
d'accordo? |
|
bomber89
|
lunedì 21 dicembre 2015
|
un grande affresco settecentesco
|
|
|
|
Inizia il film e sembra quasi di essere seduti nella poltrona di un bel salone a pochi passi da un enorme "affresco animato" di epoca neoclassica. Un dipinto tutt'altro che statico, le vicende narrate sono quelle di Redmond Barry Lyndon, un giovane irlandese molto focoso e istintivo. Una vita piena di peripezie e colpi di scena quella di Barry, che si trova a giovane età a dover scappare dal suo paese di origine per una contesa amorosa finita male per lui; inizierà da lì un lungo viaggio per un Europa tumultuosa, animata dalla Guerra dei Sette anni alla quale Redmond prenderà parte. Barry si troverà presto a scalare posizioni sociali, nelle più lussuose regge e sale da gioco del vecchio continente, tra donne di alto rango e personaggi molto influenti.
[+]
Inizia il film e sembra quasi di essere seduti nella poltrona di un bel salone a pochi passi da un enorme "affresco animato" di epoca neoclassica. Un dipinto tutt'altro che statico, le vicende narrate sono quelle di Redmond Barry Lyndon, un giovane irlandese molto focoso e istintivo. Una vita piena di peripezie e colpi di scena quella di Barry, che si trova a giovane età a dover scappare dal suo paese di origine per una contesa amorosa finita male per lui; inizierà da lì un lungo viaggio per un Europa tumultuosa, animata dalla Guerra dei Sette anni alla quale Redmond prenderà parte. Barry si troverà presto a scalare posizioni sociali, nelle più lussuose regge e sale da gioco del vecchio continente, tra donne di alto rango e personaggi molto influenti. Ma le sue vicende non sono mai scontate, mosso da lussuria, brama di potere e un prorompente carattere istintivo Barry andrà incontro ad una parabola discendente condita da momenti dapprima esaltanti ma ben presto molto drammatici. Un film che ha un certo peso specifico, una caratura importante; si rimane spesso abbagliati dalla sua bellezza estetica e qua una nota particolare di merito va alla straordinaria costumista italiana Milena Canonero, la quale affermò che molti costumi furono realizzati prendendo spunto da numerosi affreschi dell'epoca. Per creare il contesto storico, culturale e artistico Stanley Kubrick usò il materiale inutilizzato per il mai realizzato film su Napoleone e bisogna ammettere che il risultato delle lunghe ricerche fù ripagato da una meticolosità per il dettaglio che appare palese fin dalle prime scene. E poi c'è la voce narrante, forse dello stesso Kubrick, che ci accompagna per tutto il film e con la quale il regista sembra rivolgersi direttamente agli spettatori dicendo: "Mettetevi comodi, vi racconto una storia."
[-]
|
|
[+] lascia un commento a bomber89 »
[ - ] lascia un commento a bomber89 »
|
|
d'accordo? |
|
chriss
|
mercoledì 17 febbraio 2010
|
ritmo lento e paesaggi da affresco...
|
|
|
|
Barry Lindon, di Stanley Kubrick, è un film storico e drammatico. E' tratto dal romanzo di W.Makepeace Thackeray, le memorie di Barry Lindon. Il film narra la vicenda dell' irlandese Redmond Barry, che, rimasto orfano per la perdita del padre in duello, affronta tutta una serie di avventure, fortunate e sfortunate. Dapprima si innamora di Nora, sua cugina, ma viene cacciato dopo un finto duello col capitano inglese Quinn. Derubato dei soldi e del cavallo, della sciabola e delle pistole del padre si arruola nell' esercito inglese. Qui decide di disertare. Smascherato da un capitano prussiano, diventa suo amico. Ha l' incarico da questi, a sua volta, di smascherare un inglese alla corte della Prussia, lo Chevalier di Balibari.
[+]
Barry Lindon, di Stanley Kubrick, è un film storico e drammatico. E' tratto dal romanzo di W.Makepeace Thackeray, le memorie di Barry Lindon. Il film narra la vicenda dell' irlandese Redmond Barry, che, rimasto orfano per la perdita del padre in duello, affronta tutta una serie di avventure, fortunate e sfortunate. Dapprima si innamora di Nora, sua cugina, ma viene cacciato dopo un finto duello col capitano inglese Quinn. Derubato dei soldi e del cavallo, della sciabola e delle pistole del padre si arruola nell' esercito inglese. Qui decide di disertare. Smascherato da un capitano prussiano, diventa suo amico. Ha l' incarico da questi, a sua volta, di smascherare un inglese alla corte della Prussia, lo Chevalier di Balibari. Con uno stratagemma fuggono entrambi alla ricerca di fortuna con il gioco d' azzardo. Barry sposa una ricca signora, dalla quale ha un figlio, Bryan, che alla fine morirà per una caduta da cavallo. I rapporti col figlio di lei, Lord Bullington, peggiorano e questi decide di lasciare per sempre la sua casa, ma avrà la sua vendetta quando lo sfida a duello. Barry perde la gamba sinistra ed è costretto a lasciare per sempre l' Inghilterra con la madre nonostante un vitalizio di 500 ghinee...Barry Lindon è un grandissimo film, forse uno dei migliori di S. Kubrick. L' ambientazione, i costumi, i paesaggi, il ritmo lento, le musiche fanno di questo film un capolavoro assoluto. Sembra tutto un affresco, un dipinto del Settecento...Era molto che non rivedevo questo particolarissimo gioiello partorito dalla geniale mente di Kubrick. Rivederlo mi ha consentito di apprezzarlo ancora di più. S.Kubrick è una garanzia: di successo! Per ricreare le atmosfere dell' epoca si sono utilizzate tante candele e lampade ad olio e particolari lenti. Questo film, i suoi 4 Oscar, li merita tutti...Incantato!
[-]
|
|
[+] lascia un commento a chriss »
[ - ] lascia un commento a chriss »
|
|
d'accordo? |
|
jekyll
|
sabato 12 dicembre 2015
|
missione terra: xviii secolo
|
|
|
|
Una specie di documentario sul Settecento, con la sua migliore musica (tranne il tema d'amore tragico di Schubert, che Kubrick ha dovuto prendere dall'800) e soprattutto con la sua migliore pittura. E come in essa, fedeltà ai modelli, verità del colore, sensibilità, eleganza e perfezione rare, essenzialità e grande senso della composizione, il tutto in visione severa della vita come dell'arte, caratterizzano questo film. Egli restò deluso dal risultato commerciale del film (parzialmente bilanciato da 7 candidature all'Oscar, di cui 4 vinti).
[+]
Una specie di documentario sul Settecento, con la sua migliore musica (tranne il tema d'amore tragico di Schubert, che Kubrick ha dovuto prendere dall'800) e soprattutto con la sua migliore pittura. E come in essa, fedeltà ai modelli, verità del colore, sensibilità, eleganza e perfezione rare, essenzialità e grande senso della composizione, il tutto in visione severa della vita come dell'arte, caratterizzano questo film. Egli restò deluso dal risultato commerciale del film (parzialmente bilanciato da 7 candidature all'Oscar, di cui 4 vinti). Certo che è un film pessimista sulle possibilità dell'uomo di conquistare un reale progresso. Nella rivoluzione borghese che, dopo l'America, sarebbe scoppiata anche in Europa, avviene un passaggio di poteri dall'aristocrazia, ormai degradata, a una sua commistione con le emergenti forze borghesi, i banchieri, una versione falsamente aggiornata dell'aristocrazia. Ancora una volta, tutto cambia perchè nulla cambi. Il film sembra la storia dell'uomo filmata da un extraterrestre ma potrebbe anche essere lo sguardo di un terrestre su un mondo alieno. Quando uscì pochi si sono accorti dello sperimentalismo estremo del film, che guarda al passato come guardava al futuro in 2001, cioè in modo totalmente nuovo. Si potrebbe vederlo come un trip allucinato, così come era 2001. Per riprodurre la luce naturale, come in un viaggio nel tempo, Kubrick acquistò degli obiettivi prodotti per la NASA - che aveva collaborato già in 2001 - del tipo di quelli usati nelle missioni Apollo.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a jekyll »
[ - ] lascia un commento a jekyll »
|
|
d'accordo? |
|
angelino67
|
martedì 17 maggio 2016
|
kubrick e la pittura
|
|
|
|
Barry Lyndon è costruito secondo l'immaginario dell'epoca, ispirato ai quadri dei grandi pittori. La cugina di Barry, nella scena dopo il duello all'inizio del film, è praticamente identica al ritratto della figlia di Gainsborough, Margareth, custodito a Londra nel Victoria and Albert Museum1, mentre Marisa Berenson è identica alla moglie di Gainsborough in un quadro esposto alla Tate Gallery. Nell'opera di condensazione del suo adattamento Kubrick ridusse il ruolo di Lady Lyndon (tagliando al montaggio molte scene di dialogo) a un’icona quasi muta. Ne viene fuori più un ritratto che un personaggio. Nella scena finale essa non pronuncia una parola. Lo spettatore che non ha letto il libro ignora persino il suo nome, di cui compare unicamente l’iniziale “H” (Honoria) con la quale Lady Lyndon firma i documenti.
[+]
Barry Lyndon è costruito secondo l'immaginario dell'epoca, ispirato ai quadri dei grandi pittori. La cugina di Barry, nella scena dopo il duello all'inizio del film, è praticamente identica al ritratto della figlia di Gainsborough, Margareth, custodito a Londra nel Victoria and Albert Museum1, mentre Marisa Berenson è identica alla moglie di Gainsborough in un quadro esposto alla Tate Gallery. Nell'opera di condensazione del suo adattamento Kubrick ridusse il ruolo di Lady Lyndon (tagliando al montaggio molte scene di dialogo) a un’icona quasi muta. Ne viene fuori più un ritratto che un personaggio. Nella scena finale essa non pronuncia una parola. Lo spettatore che non ha letto il libro ignora persino il suo nome, di cui compare unicamente l’iniziale “H” (Honoria) con la quale Lady Lyndon firma i documenti. Il severo critico d'arte Federico Zeri, che ha definito Kubrick «un artista straordinario» e Barry Lyndon «uno dei capolavori assoluti dell’arte», ha affermato che il regista è «l'unica persona che ha capito fino in fondo, in maniera da far pensare a una forza magica, pittori come Gainsborough (celebre per la fedeltà al modello) e Reynolds (che ha nobilitato il genere del ritratto in una sublimazione ideale e spirituale)». Come ha confermato Ken Adam Kubrick si è ispirato anche a Hogarth, insieme tradizionale e sperimentatore, Stubbs per i costumi da caccia, Hayez col quale il regista condivideva una visione severa della vita e dell'arte, Watteau, un artista di rara sensibilità ed eleganza e perfezione mozartiane, Chardin, famoso per la fedeltà della rappresentazione, l'esattezza del disegno, la verità del colore, Zoffany, apprezzato pittore di corte a Londra e Vienna e Chodowiecki, dallo stile semplice ed essenziale e un grande senso della composizione. I quadri sono la porta attraverso cui Kubrick ha inteso accedere al '700. Nel film ha particolare importanza la voce del narratore: piuttosto strano e ambiguo, ora moralista, ora cinico, ora reticente, ora esaustivo, ora comprensivo, ora impietoso. Una voce che tace nel finale, prima della didascalia conclusiva: «Adesso sono tutti uguali». Il film rappresenta la fine di un mondo. La rivoluzione borghese, dopo l'America, sarebbe scoppiata anche in Europa. Barry Lyndon è il film di Kubrick insieme a 2001 e ad Arancia Meccanica dove la musica ha un’importanza fondamentale. La sarabanda di Handel all'inizio annuncia la lentezza del film e contiene, nella sua gravità e solennità, il destino di Barry (volontà di ascesa ma pesante ritorno a terra). Fellini aveva colto la tristezza di fondo del protagonista, come una specie di segno del suo destino. Barry, come si vede subito nella partita a carte con la cugina, il suo primo amore che preferisce a lui un militare (simbolo della forza, situazione che sarà in qualche modo rievocata dalla confessione di Alice in Eyes Wide Shut), è un essere vulnerabile, passivo, in balia degli eventi, come lo è Bill Hartford, che ama farsi trascinare. Il senso della storia, che sembrava esserci nel secolo dei lumi, oggi sembra smarrito. Kubrick si serve della musica anche per rivelare le bugie, l'ipocrisia, le mistificazioni. Barry ha qualcosa in comune con Alex di Arancia Meccanica, ma pur possedendo del fascino e del coraggio è ingenuo, vulnerabile, passivo e non possiede la lucidità anche se perversa del protagonista del film di quattro anni prima. Sono personaggi e storie che rivelano molto della realtà dell'uomo.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a angelino67 »
[ - ] lascia un commento a angelino67 »
|
|
d'accordo? |
|
paolo 67
|
mercoledì 16 novembre 2011
|
il film che ha ridato al '700 il suo peso storico
|
|
|
|
Se si cerca un diverimento spensierato, questo non è il film (ma quale di Kubrick lo è?). Una messa da morto, la più grande che sia stata fatta nel cinema. Metafora della vita dell'uomo, è il più bel film da un punto di vista fotografico che sia stato fatto, in cui Kubrick fa vivere la pittura del Settecento non soltanto ricreata fedelmente con l'ausilio di obiettivi speciali della NASA ma compresa nel profondo (come confermò in una entusiasta intervista il più grande critico d'arte italiano Federico Zeri): dietro la facciata del perbenismo e della raffinata cultura, la crudeltà di una società avida e classista, in cui l'avventuriero viene presto emarginato e distrutto.
[+]
Se si cerca un diverimento spensierato, questo non è il film (ma quale di Kubrick lo è?). Una messa da morto, la più grande che sia stata fatta nel cinema. Metafora della vita dell'uomo, è il più bel film da un punto di vista fotografico che sia stato fatto, in cui Kubrick fa vivere la pittura del Settecento non soltanto ricreata fedelmente con l'ausilio di obiettivi speciali della NASA ma compresa nel profondo (come confermò in una entusiasta intervista il più grande critico d'arte italiano Federico Zeri): dietro la facciata del perbenismo e della raffinata cultura, la crudeltà di una società avida e classista, in cui l'avventuriero viene presto emarginato e distrutto. La fotografia spinta al massimo delle sue possibilità dà un senso di morte, e morti (come sottolinea l'ironico poscritto preso dal romanzo alla fine del film) sono quelli che vediamo, come colti da un lontano e potente cannocchiale dopo un viaggio di trecento anni della luce. Ebbe 7 candidature e 4 Oscar (il primo meritatissimo per lo scenografo Ken Adam, John Alcott per la fotografia, Milena Canonero per i costumi e Leonard Rosenmann per l'adattamento musicale).
[-]
|
|
[+] lascia un commento a paolo 67 »
[ - ] lascia un commento a paolo 67 »
|
|
d'accordo? |
|
|