mencio
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lunedì 12 settembre 2016
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una fiaba un po' troppo lenta
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Mi sembra una critica troppo severa anche se concordo in gran parte. Non è però il sentimentalismo a darmi fastidio, nè la sua "romanità", ma appunto la "maniera", spinta fino alla leziosaggine. In particolare mi disturba l'estrema lentezza del film, intesa, a mio parere, a dare una falsa profondità alla pellicola, quasi intenda obbligare lo spettatore alla "meditazione". Va però considerato che i films di Leone sono, a mio parere, "pellicole di nostalgia", in cui il regista fa vivere una vicenda che non è contemporanea, nel senso che lo spettatore non è catapultato nel passato, non è indotto a identificarsi con il legionario romano o con lo sceriffo del west, dimenticando il suo presente, come fosse appunto un contemporaneo.
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Mi sembra una critica troppo severa anche se concordo in gran parte. Non è però il sentimentalismo a darmi fastidio, nè la sua "romanità", ma appunto la "maniera", spinta fino alla leziosaggine. In particolare mi disturba l'estrema lentezza del film, intesa, a mio parere, a dare una falsa profondità alla pellicola, quasi intenda obbligare lo spettatore alla "meditazione". Va però considerato che i films di Leone sono, a mio parere, "pellicole di nostalgia", in cui il regista fa vivere una vicenda che non è contemporanea, nel senso che lo spettatore non è catapultato nel passato, non è indotto a identificarsi con il legionario romano o con lo sceriffo del west, dimenticando il suo presente, come fosse appunto un contemporaneo. Lo spettatore dei films di Leone è sempre reso consapevole che il tempo della vicenda del film appartiene al passato e che gli giunge pieno di sentimenti e di ricordi. Di qui il titolo del film "C'era una volta..." e l'uso del commento musicale, che toglie ogni realismo alla storia. Leone è un cantore di miti: questo può far piacere o no, ma il nostro giudizio deve esser in qualche misura indipendente dal fatto che il film tocchi o meno le nostre segrete corde.
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lunedì 16 maggio 2016
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leone conosce a fondo il linguaggio filmico
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Ma chi è sto tizio che critica il film di Leone come fosse una fiction tv? Nessuna analisi sul linguaggio filmico usato qui da Leone, che ne sapeva e tanto di cinema! Il film è semplicimento epico ed ha il respiro della grandi opere e ti prende solo con la musica che nasce pere e assieme al film. Ma solo la scena iniziale, con i due movimenti di macchina del bambino che esce di corsa dalla casa ed il movimento della camera alle spalle che gira per far apparire il viso di un Fonda che non ti aspetti e che ti ipnotizza con i suoi occhi? Nemmeno questo basta? Vatti a vedere la Grande Bellezza di Sorrentino! Te lo meriti Gregorio
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nino pell.
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sabato 7 maggio 2016
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il capolavoro del regista sergio leone
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Indiscusso capolavoro in chiave western di altri tempi. L'emozione si misura per fotogrammi e nulla, visivamente parlando, ci appare inutile o superfluo nei circa 170 minuti di durata del film: l'espressività dei primi piani dei protagonisti, la scenografia geniale creata dal regista, ma soprattutto la bellissima colonna sonora composta dal maestro Ennio Morricone. Epico, poi, il duello finale tra i due protagonisti carico di enfasi. Tra le mie 10 pellicole preferite di tutti i tempi.
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aristoteles
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venerdì 11 settembre 2015
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armonica
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Ottimo film e un ottimo Western.
Tutto è fatto molto bene,l'ambientazione è fantastica,la storia è intrigante e gli attori sono bravissimi,ci sono davvero poche pecche e se dovessi trovare qualcosa che non mi è piaciuto per niente,dovrei tacere.
Sicuramente,ripeto è tutto ben fatto,come la bellissima Cardinale,eppure non mi ha "conquistato" al cento per cento.
Forse non sono riuscito ad apprezzarne tutti i contenuti o forse l'eccessivo sentimentalismo,come letto dalla scheda,effettivamente ha tolto qualcosa alla pellicola.
A tratti ,sinceramente,mi ha "stancato" ,concedetemi il termine.
Preferisco rivedermi "Per un Pugno di Dollari" semplicemente perchè mi piace molto di più.
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Ottimo film e un ottimo Western.
Tutto è fatto molto bene,l'ambientazione è fantastica,la storia è intrigante e gli attori sono bravissimi,ci sono davvero poche pecche e se dovessi trovare qualcosa che non mi è piaciuto per niente,dovrei tacere.
Sicuramente,ripeto è tutto ben fatto,come la bellissima Cardinale,eppure non mi ha "conquistato" al cento per cento.
Forse non sono riuscito ad apprezzarne tutti i contenuti o forse l'eccessivo sentimentalismo,come letto dalla scheda,effettivamente ha tolto qualcosa alla pellicola.
A tratti ,sinceramente,mi ha "stancato" ,concedetemi il termine.
Preferisco rivedermi "Per un Pugno di Dollari" semplicemente perchè mi piace molto di più.
Ne consiglio la visione,comunque è indiscutibilmente un ottimo prodotto.
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distortionzz
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venerdì 28 agosto 2015
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frank
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Bellissima recensione, Volevo sapere cosa ne pensi del personaggio di Henry fonda. Ciao
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david aaronson
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giovedì 2 luglio 2015
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c'era una volta la poesia
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"Tutto è bevuto tutto è mangiato" cosi scrive Paul Verlaine in Languore,e come dargli torto dopo aver assistito a capolavori di questo tipo.Sergio Leone Maestro assoluto a cui la critica intellettualoide,sterile ed inutile non ha saputo dar elogi e premi più che meritati ma sappiamo bene che un film come C'era una volta il West da fastidio politicamente parlando.Un Western come sempre atipico quello di Leone,pieno di epicità,silenzi, poesia e spunti socialisti;da notare la figura Femminile di rilievo interpretata da una stupenda Claudia Cardinale.La Scena iniziale,capace di catturati nei suoi silenzi,nei suoi sguardi e nei suoi solo spari meriterebbe già il costo del DVD.Leone decisamente più maturo nei toni riesci a reinventarsi un capolavoro nel genere che lo aveva portato nel' olimpo dei registi.
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"Tutto è bevuto tutto è mangiato" cosi scrive Paul Verlaine in Languore,e come dargli torto dopo aver assistito a capolavori di questo tipo.Sergio Leone Maestro assoluto a cui la critica intellettualoide,sterile ed inutile non ha saputo dar elogi e premi più che meritati ma sappiamo bene che un film come C'era una volta il West da fastidio politicamente parlando.Un Western come sempre atipico quello di Leone,pieno di epicità,silenzi, poesia e spunti socialisti;da notare la figura Femminile di rilievo interpretata da una stupenda Claudia Cardinale.La Scena iniziale,capace di catturati nei suoi silenzi,nei suoi sguardi e nei suoi solo spari meriterebbe già il costo del DVD.Leone decisamente più maturo nei toni riesci a reinventarsi un capolavoro nel genere che lo aveva portato nel' olimpo dei registi.Il Connubio Morricone-Leone riesce ad essere sempre in ascesa fin quando poi culminerà nella perfezione di C'Era una volta in America chiudendo quindi quello che aveva iniziato una trilogia del tempo dalla patina malinconica ed accesa.Fotografia lineare ed efficace cosi come il montaggio,ovviamente trattandosi di Leone conviene assaporare la director's cut. La tecnica magistrale con il quale il regista romano dipinge l affresco conclusivo merita un posto al Louvre accanto alla Gioconda di Leonardo. Cheyenne dialoga con Jill,Armonica torna con tutta la sua malinconia anche dopo aver vendicato il fratello, mentre fuori il rumore del ferro e dell acciaio tenta invano di oscurare la grande bellezza,il grande funerale che si sta compiendo la grande tragedia umana è arrivata alla fine.Il treno portatore di progresso e di alienazione marxista avanza senza freni,lì dove non avanzeranno più Armonica e Cheyenne,una volta caricato Cheyenne su un cavallo Armonica va via su una collinetta e guarda dall'alto un mondo che non è più il suo,il vecchio west non c'è più non c'è posto per tutti gli Armonica del mondo.
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il befe
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domenica 1 marzo 2015
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capolavoro
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ignazio1975
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giovedì 1 gennaio 2015
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inarrivabile
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Impossibile per chiunque eguagliare un capolavoro simile. Tarantino si ispira apertamente a Leone e in ogni film rende più di un omaggio al Maestro. Ma non riuscirà mai ad avvicinarsi al regista italiano. Il film è un capolavoro di regia, recitazione (Henry Fonda ha fatto la recitazione della sua vita), montaggio, fotografia (Delli Colli in stato di grazia) e scenografia (Carlo Simi fantastico). L'atmosfera del film, i colori, le musiche e le inquadrature sono a dir poco commoventi. Non capisco come la critica di 50 anni fa, fosse di così basso livello, al punto di non saper apprezzare un capolavoro così smisurato. Ho visto una quantità industriale di film in vita mia, ma questo capolavoro è irraggiungibile.
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dario
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giovedì 1 gennaio 2015
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ridondante
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La storia è fra le più banali e i personaggi sembrano mutuati dai fumetti. Sergio Leone aveva letto troppi Tex Willer e parecchi Capitan Mihi. Scene inutilmente lunghe, estenuanti, inutilmente magniloquenti. Morale imbarazzante, sciocca (i buoni di qua, i cattivi di là): un fumettone pieno zeppo di morti ammazzati, di esibizionismi assurdi, si sadismo da grandi magazzini. Notevole fotografia e buona interpretazione. Enormemente sopravvalutato, ma miracolosamente non noioso. Cosa abbia a che vedere Leone con i Ford e gli Hawks e i Zimmermann è un mistero. Molto infantilismo involontario da parte del Nostro e brutalità, per quanto di cartapesta, indigesta.
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(di filobus)
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tomdoniphon
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martedì 22 luglio 2014
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musica ed immagine
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Un avido magnate delle ferrovie (Ferzetti) vuole mettere le mani sul terreno di proprietà dell'ex prostituta Jill (Claudia Cardinale) e pertanto assolda un killer (Fonda). In difesa della donna intervengono il bandito Cheyenne (Robards) e il misterioso Armonica, al quale Frank ha ucciso il fratello. Armonica uccide Frank in duello e riparte. Dopo la "trilogia del dollaro", che aveva sovvertito i codici e i canoni del western, Leone recupera la classicità con un film nostalgico che (fin dal titolo) aspira ad essere l'opera definitiva e conclusiva del genere. Per questo il regista rende omaggio ai grandi autori del western, girando in parte il film nella Monument Valley immortalata da Ford.
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Un avido magnate delle ferrovie (Ferzetti) vuole mettere le mani sul terreno di proprietà dell'ex prostituta Jill (Claudia Cardinale) e pertanto assolda un killer (Fonda). In difesa della donna intervengono il bandito Cheyenne (Robards) e il misterioso Armonica, al quale Frank ha ucciso il fratello. Armonica uccide Frank in duello e riparte. Dopo la "trilogia del dollaro", che aveva sovvertito i codici e i canoni del western, Leone recupera la classicità con un film nostalgico che (fin dal titolo) aspira ad essere l'opera definitiva e conclusiva del genere. Per questo il regista rende omaggio ai grandi autori del western, girando in parte il film nella Monument Valley immortalata da Ford. Ma non ha paura di adottare scelte in netta controtendenza con i principi non scritti hollywoodiani: così, anche se ricorre ad un cast di prim'ordine, utilizza genialmente l'attore più importante, Henry Fonda, icona "democratica" americana per eccellenza, nella parte dello spietato assassino; ma soprattutto dilata, come mai si era visto prima, i tempi del racconto con esaltanti inquadrature a tutto schermo. L'unico limite del film è costituito dal fatto che in alcuni momenti Leone, schiacciato dalle proprie smisurate ambizioni, sembra essere caduto nella insidiosa trappola del manierismo. In ogni caso, quasi tutte le sequenze del film sono straordinarie per la capacità di combinazione tra musica (ovviamente di Morricone) ed immagine. Del resto, come ha avuto modo di osservare Amelio, "qui c'è davvero una regia della musica, qui il senso di ogni inquadratura è comandato dal tempo dell'orchestra...La musica non scandisce solo il tempo del montaggio, ma segna ogni immagine al suo interno, nel gesto di un personaggio, anche di un battito di ciglia. Il grande talento di Ennio Morricone (che vive di vita propria, e in sintonia con i registi più diversi) trova con Leone un'intesa speciale.. Per quanto mi riguarda, confesso che i film di Leone li ho visti più di una volta per guardare la musica".
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