Anno | 2013 |
Genere | Musicale |
Produzione | Italia |
Durata | 100 minuti |
Regia di | Luigi Cinque |
Attori | Pippo Delbono, Marina Rocco, Peppe Servillo, Petra Magoni, Keuri Poliane Jurema Da Matta. |
MYmonetro | 3,00 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 12 gennaio 2024
Un film che tocca temi fondamentali de oggi, come il rapporto tra centro e periferia e quello tra pensiero razionale e pensiero magico.
CONSIGLIATO SÌ
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Un gruppo di musicisti provenienti da ogni parte del mondo, dall'Europa all'Africa fino al Sud America, si riunisce in un hotel con vista panoramica sullo splendido mare della Sicilia, il Transeurope Hotel, per le prove di una tournée. Vengono interrotti da due donne brasiliane, giunte a dare notizie di un amico musicista, scomparso diversi anni prima nel bel mezzo di un loro concerto. Sembra che Darcy Do Jongo, famoso percussionista brasiliano inviso ai narcotrafficanti per le sue pratiche di resistenza culturale, sia stato aiutato da un mago a sparire per salvare la pelle. Luigi, il direttore dell'orchestra, si sente in colpa per non aver denunciato la scomparsa dell'amico e decide di partire per il Brasile al seguito delle due donne. Ad accompagnarlo è Pippo, mentre il resto del gruppo rimane in Sicilia a continuare le prove. I due uomini dovranno scovare il mago in grado di fornire la formula necessaria alla riapparizione di Darcy.
Un viaggio intimista e spettacolare da Sud a profondo Sud. Un lento tragitto dalla Sicilia al Brasile, ma soprattutto un cammino dentro il pensiero e l'animo dell'uomo. Un itinerario alla ricerca delle radici primordiali dell'umanità. Una ricerca che si sviluppa dentro una trama da noir, in un film in cui la trama non conta affatto. Perché al regista e musicista Luigi Cinque - che qui interpreta se stesso accanto ai componenti della sua Hypertext Orchestra - non interessa fare un film, nel senso canonico del termine. Ciò che conta, per il regista, è mostrare l'evoluzione di una ricerca che lui stesso avrà intrapreso dentro di sé, alla stregua di ogni altro musicista deciso ad andare oltre la mera esecuzione. Transeurope Hotel è, infatti, un viaggio affascinante dentro la musica e le sue radici. Un viaggio alle origini del suono, a tappe scandite dalle prove dell'orchestra rimasta in Sicilia, che assume la valenza drammaturgica di un coro da tragedia greca, che racconta due terre così lontane, eppure così simili. È simbiotico il rapporto che si viene a creare tra una Sicilia arroccata sul suo mare rassicurante, dove il tempo sembra essersi fermato, e un Brasile che è fatto di «grigio e colori, cemento e mare tropicale, natura e spettacolo». Due terre che brillano di quella luce genuina catturata da una fotografia che ne esalta i dettagli e i contrasti di colore, per una perfetta combinazione tra immagini e suoni. I suoni della tradizione siciliana e quelli della favela brasiliana, «dove le persone riescono a volare sul niente». E dove si balla a tempo di jongo, un genere di danza e musica tipico delle comunità africane del Sudest del Brasile.
Transeurope Hotel è un omaggio a quel Darcy Do Jongo esistito davvero, uno dei più grandi maestri di quel genere musicale. Ma è anche e soprattutto un omaggio alla musica in sé, in grado di avvicinare mondi lontani e mettere in comunicazione e contatto profondo popoli che parlano lingue diverse, come ben rappresentato da quell'orchestra multietnica in cui voci differenti parlano la stessa lingua della contaminazione musicale. La musica non è altro che uno «spostamento di molecole» capace di suscitare la magia. Non a caso, questo film è anche una riflessione sul rapporto tra pensiero razionale e pensiero magico. In un mondo dominato dalla paura, chi si ribella e pratica la pace, come Darcy, è visto come un disadattato. «Darcy aveva tutta la grandezza del disadattamento», dice Luigi. E in un mondo in cui «ragione e follia sono due lune dello stesso cielo, la musica sta al centro». E «la vita senza la musica sarebbe un errore».
Transeurope Hotel è innanzitutto un racconto musicale. Una narrazione che tocca temi fondamentali del nostro tempo, come il rapporto tra centro e periferia e il rapporto tra pensiero razionale e pensiero magico. Ma è anche un racconto giallo/noir: c'è la scomparsa di un uomo, un musicista, e l'azione di un gruppo casualmente aggregatosi per recuperare e far rivivere - riportare nella nostra dimensione - la vittima di una misteriosa macchinazione.
Transeurope Hotel è un film sulla Sicilia e su una certa anima siciliana/mediterranea che è l'unico ambiente possibile per una simile storia. Allo stesso tempo è anche un viaggio attraverso il Brasile. Un viaggio picaresco, attraverso una città come Rio de Janeiro, attraverso le sue ricchezze, le sue debolezze e soprattutto la sua musica. Il film è dunque uno sguardo incantato tra due culture che si guardano e si rispecchiano, si rispettano e si amano, affrontando, fuori da schemi ormai troppo consueti, la realtà artistica, musicale ed esistenziale di questi due mondi.