Anno | 2012 |
Genere | Documentario |
Produzione | Italia |
Durata | 80 minuti |
Regia di | Marco Spagnoli |
Attori | Francesco Bruni, Inti Carboni, Paolo Del Brocco, Felice Laudadio, Carlo Lizzani, Enrico Magrelli, Elisabetta Montaldo, Ennio Morricone Vera Pescarolo, Marco Pontecorvo, Andrea Purgatori. |
Tag | Da vedere 2012 |
MYmonetro | 3,39 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 12 novembre 2012
Il documentario racconta un uomo brillante che attraverso i suoi ricordi passa in rassegna quel momento fantastico e particolarmente vitale che fu il cinema italiano a cavallo degli anni '60: l'incontro con Lizzani, la Roma della Dolce Vita da Via Veneto
CONSIGLIATO SÌ
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Marco Spagnoli firma un ritratto leggero e ironico su uno dei più grandi registi italiani: Giuliano Montaldo. Quattro volte vent'anni, film fuori concorso al Festival di Roma del 2012. Montaldo è stato autore di titoli importanti fra cui spicca fra tutti Sacco e Vanzetti (1971) con Gian Maria Volonté; il suo esordio al cinema è da attore al fianco di grandi nomi che hanno fatto la storia del cinema italiano: L'Assassino di Elio Petri, Le ragazze di San Frediano di Zurlini; ma sarà anche aiuto regista su grandi set di Gillo Pontecorvo (La battaglia di Algeri, Kapò), e di Petri. Il documentario racconta un uomo brillante che attraverso i suoi ricordi passa in rassegna quel momento fantastico e particolarmente vitale che fu il cinema italiano a cavallo degli anni '60: l'incontro con Lizzani, la Roma della Dolce Vita da Via Veneto a Piazza del Popolo, dove era facile incontrare tutti i grandi nomi dell'epoca, da Fellini a Monicelli a Flaiano...
Da tutti questi ricordi di vita traspare una grande passione per il teatro prima, per la recitazione al cinema poi, fino alla regia. Ma emerge anche lo spirito di una visione ironica e particolarmente intelligente sulle cose: il passaggio da Genova, sua città natale, a Roma; il primo approccio con la città e con le scene di vita per strada, con quella comicità che - dice Montaldo - solo i romani riescono a raggiungere inventando battute uniche, e aggiunge: "come aveva ragione Zavattini. Nessuno potrà mai inventare battute come lo fanno i romani!". E così, le partite di calcetto per le strade di Roma, con personaggi che sbucano dal nulla, dice Montaldo "degne dei miglior film di Fellini".
Insomma, una città set. Ma poi anche gli incontri veri con Fellini, o l'incontro con Morricone, che per lui firma le musiche di Sacco e Vanzetti, entrambi fra i momenti più divertenti del documentario; o ancora i momenti di vita raccontati assieme alla moglie Vera, compagna e collaboratrice al suo fianco sul set; il film prodotto per la Paramount durante il suo soggiorno americano, Gli intoccabili, comprato da Tarantino perché primo film, ben precedente a Il Padrino, dove la mafia compare per la prima volta in smoking. Ogni momento vissuto si trasforma così in aneddoto divertente, fra fotografie e interviste che il documentario alterna in modo classico e con ritmo delicato.
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